Il seminarista che si fece uccidere per non togliersi la talare
Da Fatti Sentire
di Andrea Zambrano
REGGIO EMILIA (16 novembre 2011) - "Il martirio di Rolando Rivi riscrive la storia. Quella storia nella quale tanta parte di cultura cattolica ha preferito non entrare". Il vescovo di San Marino monsignor Luigi Negri spiega in questa intervista esclusiva il significato dell’ormai imminente beatificazione del seminarista di Castellarano, ucciso il 13 aprile 1945 a soli 14 anni in odium fidei da due partigiani comunisti. 70 anni, milanese, allievo di don Giussani, monsignor Negri conserva ancora una caratterstica fondamentale oggi per l’uomo di Chiesa: la chiarezza, senza se e senza ma. E nel suo ruolo di presidente del Comitato Amici di Rolando Rivi, che da 6 anni promuove la causa di beatificazione del seminarista di San Valentino, parla di Rolando come di un martire, il cui sacrificio è in grado di dare verità storica ad una pagina oscura della nostra storia. Un martirio che arriva agli onori degli altari dopo decenni di oblio, con un ricordo coltivato negli anni bui del dopoguerra soltanto in ambito familiare, ma che col tempo si è trasformato in una vera e propria devozione e che farà di Rolando Rivi non solo il primo beato di Reggio dopo 500 anni e il primo seminarista di un seminario minore diocesano dichiarato beato. Ma soprattutto il primo martire ucciso per mano della violenza partigiana comunista che la Chiesa riconosce beato. Un modo per ribadire che in quegli anni si moriva in odio alla fede e, da parte della Chiesa, certificare che in quegli anni era in atto una sistematica violenza messa in campo per debellare i cristiani. Ecco perché con la sua beatificazione, è come se in un certo senso, la Chiesa riconoscesse il martirio dei tanti sacerdoti uccisi dalla violenza della guerra civile, soprattutto nel Triangolo della morte. Intervistiamo monsignor Negri all’indomani la notizia, data dal comitato, che la causa di beatificazione presso la Congregazione per le cause dei Santi, è uscita dal limbo dell’indeterminatezza per entrare in quella delle date certe.
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http://blog.messainlatino.it/2011/12/il-vescovo-negri-il-vescovo-spiega-il.htmlDa Fatti Sentire
di Andrea Zambrano
REGGIO EMILIA (16 novembre 2011) - "Il martirio di Rolando Rivi riscrive la storia. Quella storia nella quale tanta parte di cultura cattolica ha preferito non entrare". Il vescovo di San Marino monsignor Luigi Negri spiega in questa intervista esclusiva il significato dell’ormai imminente beatificazione del seminarista di Castellarano, ucciso il 13 aprile 1945 a soli 14 anni in odium fidei da due partigiani comunisti. 70 anni, milanese, allievo di don Giussani, monsignor Negri conserva ancora una caratterstica fondamentale oggi per l’uomo di Chiesa: la chiarezza, senza se e senza ma. E nel suo ruolo di presidente del Comitato Amici di Rolando Rivi, che da 6 anni promuove la causa di beatificazione del seminarista di San Valentino, parla di Rolando come di un martire, il cui sacrificio è in grado di dare verità storica ad una pagina oscura della nostra storia. Un martirio che arriva agli onori degli altari dopo decenni di oblio, con un ricordo coltivato negli anni bui del dopoguerra soltanto in ambito familiare, ma che col tempo si è trasformato in una vera e propria devozione e che farà di Rolando Rivi non solo il primo beato di Reggio dopo 500 anni e il primo seminarista di un seminario minore diocesano dichiarato beato. Ma soprattutto il primo martire ucciso per mano della violenza partigiana comunista che la Chiesa riconosce beato. Un modo per ribadire che in quegli anni si moriva in odio alla fede e, da parte della Chiesa, certificare che in quegli anni era in atto una sistematica violenza messa in campo per debellare i cristiani. Ecco perché con la sua beatificazione, è come se in un certo senso, la Chiesa riconoscesse il martirio dei tanti sacerdoti uccisi dalla violenza della guerra civile, soprattutto nel Triangolo della morte. Intervistiamo monsignor Negri all’indomani la notizia, data dal comitato, che la causa di beatificazione presso la Congregazione per le cause dei Santi, è uscita dal limbo dell’indeterminatezza per entrare in quella delle date certe.
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