Emilio Del Bel Belluz
Una volta lessi in un vetusto libro una
citazione scritta a inchiostro, da una vecchia penna stilografica con il
pennino in cattivo uso, lo si notava dalla carta che era graffiata. La dedica
che il proprietario del libro aveva fatto diceva: “L’anima è eterna, e quello
che non fa oggi, può farlo domani”.
Queste parole le trovai molto interessanti e
ogni tanto mi ritornano in mente, quando mi capita di pensare ad una Mamma, ad
una donna speciale che era la Regina Elena. L’otto gennaio 2025 sono trascorsi
152 anni dalla sua nascita. Il cielo che la vide venire al mondo era Cettigne,
in Montenegro, figlia del Re Nicola I.
Si dedicò con abnegazione alla sua famiglia e nel soccorrere coloro che erano
bisognosi, orfani ed indigenti.
Dove c’era dolore e sconforto Ella arrivava
come consolatrice. Nei suoi quarantasei anni di regno ha seminato il bene e
soltanto il bene. Ella era solita dire che una giornata non era passata
inutilmente solo quando lasciava una scia di bene. Basti ricordare quando
trasformò le lussuose stanze del Quirinale in un ospedale per ricoverare
migliaia di feriti della Grande Guerra.
Ella stessa si prodigava nel curarli e
nell’infondere speranza, e voglia di vivere. Fu anche la fondatrice della
Scuola per infermiere “Regina Elena, trasmettendo alle giovani il compito di
essere preparate non solo professionalmente, ma anche d’essere vicine con
affetto e tenerezza ai degenti. Nel 28 dicembre 1908, le città di Messina e
Reggio Calabria furono gravemente lesionate da un terribile sisma.
Anche in quell’occasione la Regina Elena era
presente, vestita con umili panni e un cappello per non essere riconosciuta,
per portare aiuto e consolazione tra i feriti. Il Giornale d’Italia del 1909 la
definì: “ Suora di dolce conforto”.
L’8 gennaio, giorno del suo compleanno, il
Nobel Guglielmo Marconi Le telegrafò la seguente frase: “Unanime l’augurio che
Dio conservi lungamente all’Italia la Regina.”
Lo scorso anno si è parlato molto della
possibile Beatificazione della Regina Elena che da anni é stata proclamata
Serva di Dio. In questo nuovo anno si riaccende la speranza che la Regina possa
finalmente essere innalzata agli onori degli altari.
La Sovrana può essere considerata la Mamma di
tutti gli italiani, l’angelo del focolare a cui rivolgersi come esempio. Alcuni
giorni fa, in un capitello che è
localizzato a poca distanza dal posto dove abito, a Motta di Livenza , qualcuno nella notte di
Natale ha messo dei fiori davanti alla sua immagine, che la ritrae con il volto
sorridente vestita da crocerossina.
Viene ricordata la sua figura che si prodigava
nel soccorrere e confortare tutti i soldati feriti nella Grande Guerra. In un libro che uscirà a
breve trovai una testimonianza di una suora che raccontava della sua vita
spirituale : “ Nel 1914, entra tra le suore Dorotee dei Sacri Cuori, a Vicenza.
Divenuta Suor Edmonda ; brava infermiera , viene inviata tra i ciechi di guerra
a Roma, vicino al Palazzo Reale del Quirinale.
In questo campo di lavoro, ha modo di
incontrare la Regina Elena che spesso, accompagna le figlie maggiori, Iolanda e Mafalda, in quell’ambiente “ perché
imparino a vivere “. La Regina Elena
avendo saputo che Suor Edmonda aveva una
sorellina di nome Elena, le regalò una graziosa bambola di porcellana. Anche la
principessa Iolanda in occasione del suo matrimonio, le offrì una bomboniera di
grossi confetti”.
Qualche anno dopo la bambina a cui fu donata
una bambola di porcellana a 15 anni partì per Roma ed entrò nell’Istituto delle
suore della Santa Famiglia di Bordeaux.
Questa è una della tante storie che si ricordano ancora, a dimostrazione
che il bene fatto dalla Regina non verrà mai dimenticato.
Alla morte della Sovrana, in terra di Francia,
migliaia di persone parteciparono ai suoi funerali. Era gente umile che aveva
constatato che la Regina Elena aveva un cuore davvero grande. Ripenso alle
parole che disse Vitalino Brancati: “L’anima è eterna, e quello che non fai
oggi, puoi farlo domani.”
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