6) RIVOLUZIONE E
RESTAURAZIONE
Nel 1789,
scoppiò in Francia la rivoluzione che tanti mali doveva attirare sull'Europa;
sembrò dapprima che si trattasse di un semplice processo politico destinato a
produrre alcune riforme, ma ben presto
l'idra
rivoluzionaria si manifestò in tutta la sua ferocia, attraverso i massacri, le
violenze e gli eccidi in massa di migliaia di persone. Neppure il Re Luigi XVI
la regina Maria Antonietta e la principessa Elisabetta sorella del Re
sfuggirono al patibolo, il Delfino, figlio di Luigi XVI, salutato dai
monarchici come Luigi XVII, morì in carcere in circostanze misteriose che
neppur oggi sono state definitivamente chiarite.
Le altre potenze
rimasero sulle prime ad assistere, liete di vedere la Francia indebolita dai
gravissimi avvenimenti, ma dovettero poi comprendere con maggior chiarezza come
la rivoluzione minacciasse anche i loro stessi interessi e decidersi a
combatterla. L'Italia dapprima non ebbe una parte determinante perché i paesi
che in essa avevano sede nulla potevano fare contro la potenza francese, ma
l'esercito sardo, guidato dall'eroico Re Vittorio Amedeo III, tentò di opporsi
alleato alle potenze europee alla prepotenza francese imponendosi
all'ammirazione di tutto il mondo civile per il suo eroismo e il suo
disinteresse. L'armata del generale Bonaparte sconfisse i piemontesi imponendo
quell'armistizio di Salasco per il quale Vittorio Amedeo III morì di dolore,
vero martire dell'indipendenza italiana (1796).
I motivi per i
quali i francesi invadevano l'Italia erano perfettamente delineati nel proclama
di Napoleone Bonaparte ai suoi soldati:
"Io vi condurrò — egli scriveva — nelle più fertili pianure del mondo: città grandi, doviziose provincie verranno là in nostra mano."
Erano ancora i
barbari che varcavano le Alpi per abbandonarsi al saccheggio e alla rapina. Il
piccolo inerme stato pontificio veniva aggredito e costretto ad una pace
rovinosa a Tolentino, con l’impegno di cedere a Napoleone somme enormi e una
parte considerevole dei patrimoni artistici conservati a Roma; ma non era
tutto, successivamente Papa Pio VI veniva arrestato, deportato e fatto
morire in esilio, mentre nello stato pontificio Si istallavano i francesi; i
tentativi di ribellione popolare erano sanguinosamente repressi. Anche glialtri
stati caddero, i Borboni di Napoli si rifugiarono in Sicilia,
mentre a Napoli Napoleone insediava prima il fratello Giuseppe e
poi, passato questo a fare il re di Spagna, il proprio cognato Gioacchino
Murat; i Savoia ripararono in Sardegna, mentre i domini di terra ferma erano
aggregati alla Francia; i Lorena fuggivano da Firenze dove fu prima insediata
la duchessa di Parma costretta a cedere i propri domini e dopo la relegazione
di questa in un convento a Roma una sorella di Napoleone, Elisa Baciocchi. Il
successore di Pio VI, Pio VII che era riuscito a tornare a Roma, fu prima
costretto ad assistere all'incoronazione di Napoleone come imperatore dei
francesi (1804) e successivamente anch'egli deportato mentre i cardinali erano
dispersi o imprigionati in remote fortezze di confine. La repubblica italiana,
fondata sotto la protezione francese nell'Italia settentrionale, veniva nel
1805 trasformata in regno per Napoleone che l'affidava al figliastro Eugenio di
Beauharnais come viceré.
Quasi due
decenni durò la dominazione napoleonica e sei furono le coalizioni che l'Europa
fece per combatterlo. Alla fine, dopo aver inondato l'Europa di sangue ed aver
seminato la strage dai deserti africani alle steppe russe, Napoleone veniva
vinto e costretto ad abdicare il 4 aprile 1814. Gli fu concessa l'isola d'Elba
come regno, ma egli tentò nuovamente di riprendere il potere in, Francia;
nuovamente sconfitto a Waterloo nel 1815, fu relegato nell'isola di Sant'Elena
nell'Atlantico, dove morì il 5 maggio 1821.
Un grande
congresso si radunò a Vienna, per regolare tutta la situazione europea,
riconoscendo l'Italia quale territorio d'influenza austriaca: il Lombardo
Veneto fu il Regno creato per l'Imperatore d'Austria che divenne il principe
più potente della penisola; gli altri stati furono: il granducato di Toscana,
dove tornarono la figlia di questo e moglie di Napoleone. il
ducato di Lucca concesso a Maria Luisa di Borbone già duchessa di Parma che
avrebbe riavuto lo stato alla morte della ex imperatrice dei
francesi, restituendo Lucca alla Toscana; il ducato di Modena a Francesco IV
d'Austria Este; il Ducato di Massa e Carrara alla madre di questo, Maria
Beatrice d’Este Cybo; il Papa riebbe lo stato Pontificio e Ferdinando IV di
Borbone, Napoli e Sicilia, che da allora furono uniti iun unico dominio: il
Regno delle due Sicilie; infine i Savoia rioccuparono i loro antichi stati
accresciuti dal territorio della vecchia repubblica di Genova.
L’Europa era
pacificata ed anche l’Italia sperava di godere un periodo di pace dopo la
grande burrasca, ma nuovi eventi premevano.
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