NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

sabato 23 novembre 2024

Saggi storici sulla tradizione monarchica - XI

 


 

6) RIVOLUZIONE E RESTAURAZIONE

Nel 1789, scoppiò in Francia la rivoluzione che tanti mali doveva attirare sull'Europa; sembrò dapprima che si trattasse di un semplice processo politico destinato a produrre alcune riforme, ma ben presto

l'idra rivoluzionaria si manifestò in tutta la sua ferocia, attraverso i massacri, le violenze e gli eccidi in massa di migliaia di persone. Neppure il Re Luigi XVI la regina Maria Antonietta e la principessa Elisabetta sorella del Re sfuggirono al patibolo, il Delfino, figlio di Lui­gi XVI, salutato dai monarchici come Luigi XVII, morì in carcere in circostanze misteriose che neppur oggi sono state definitivamente chiarite.

Le altre potenze rimasero sulle prime ad assistere, liete di vedere la Francia indebolita dai gravissimi avvenimenti, ma dovettero poi comprendere con maggior chiarezza come la rivoluzione minacciasse anche i loro stessi interessi e decidersi a combatterla. L'Italia dapprima non ebbe una parte determinante perché i paesi che in essa avevano sede nulla potevano fare contro la potenza francese, ma l'esercito sardo, guidato dall'eroico Re Vittorio Amedeo III, tentò di opporsi alleato alle potenze europee alla prepotenza francese imponendosi all'ammirazione di tutto il mondo civile per il suo eroismo e il suo disinteresse. L'armata del generale Bonaparte sconfisse i piemontesi imponendo quell'armistizio di Salasco per il quale Vittorio Amedeo III morì di dolore, vero martire dell'indipendenza italiana (1796).

I motivi per i quali i francesi invadevano l'Italia erano perfettamente delineati nel proclama di Napoleone Bonaparte ai suoi soldati:

"Io vi condurrò — egli scriveva — nelle più fertili pianure del mondo: città grandi, doviziose provincie verranno là in nostra mano." 

Erano ancora i barbari che varcavano le Alpi per abbandonarsi al saccheggio e alla rapina. Il piccolo inerme stato pontificio veniva aggredito e costretto ad una pace rovinosa a Tolentino, con l’impegno di cedere a Napoleone somme enormi e una parte considerevole dei patrimoni artistici conservati a Roma; ma non era tutto, successivamente Papa Pio VI veniva arrestato, deportato e fatto morire in esilio, mentre nello stato pontificio Si istallavano i francesi; i tentativi di ribellione popolare erano sanguinosamente repressi. Anche glialtri stati caddero, i Borboni di Napoli si rifugiarono in Sicilia, mentre  a Napoli Napoleone insediava prima il fratello Giuseppe e poi, passato questo a fare il re di Spagna, il proprio cognato Gioacchino Murat; i Savoia ripararono in Sardegna, mentre i domini di terra ferma erano aggregati alla Francia; i Lorena fuggivano da Firenze dove fu prima insediata la duchessa di Parma costretta a cedere i propri domini e dopo la relegazione di questa in un convento a Roma una sorella di Napoleone, Elisa Baciocchi. Il successore di Pio VI, Pio VII che era riuscito a tornare a Roma, fu prima costretto ad assistere all'incoronazione di Napoleone come imperatore dei francesi (1804) e successivamente anch'egli deportato mentre i cardinali erano dispersi o imprigionati in remote fortezze di confine. La repubblica italiana, fondata sotto la protezione francese nell'Italia settentrionale, veniva nel 1805 trasformata in regno per Napoleone che l'affidava al figliastro Eugenio di Beauharnais come viceré.

Quasi due decenni durò la dominazione napoleonica e sei furono le coalizioni che l'Europa fece per combatterlo. Alla fine, dopo aver inondato l'Europa di sangue ed aver seminato la strage dai deserti africani alle steppe russe, Napoleone veniva vinto e costretto ad abdicare il 4 aprile 1814. Gli fu concessa l'isola d'Elba come regno, ma egli tentò nuovamente di riprendere il potere in, Francia; nuovamente sconfitto a Waterloo nel 1815, fu relegato nell'isola di Sant'Elena nell'Atlantico, dove morì il 5 maggio 1821.

Un grande congresso si radunò a Vienna, per regolare tutta la situazione europea, riconoscendo l'Italia quale territorio d'influenza austriaca: il Lombardo Veneto fu il Regno creato per l'Imperatore d'Austria che divenne il principe più potente della penisola; gli altri stati furono: il granducato di Toscana, dove tornarono la figlia di questo e moglie di Napoleone. il ducato di Lucca concesso a Maria Luisa di Borbone già duchessa di Parma che avrebbe riavuto lo stato alla morte della ex imperatrice dei francesi, restituendo Lucca alla Toscana; il ducato di Modena a Francesco IV d'Austria Este; il Ducato di Massa e Carrara alla madre di questo, Maria Beatrice d’Este Cybo; il Papa riebbe lo stato Pontificio e Ferdinando IV di Borbone, Napoli e Sicilia, che da allora furono uniti iun unico dominio: il Regno delle due Sicilie; infine i Savoia rioccuparono i loro antichi stati accresciuti dal territorio della vecchia repubblica di Genova.

L’Europa era pacificata ed anche l’Italia sperava di godere un periodo di pace dopo la grande burrasca, ma nuovi eventi premevano.


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