4) — IL RINASCIMENTO
Il ritorno del Papato a Roma,
avvenuto con Gregorio XI nel gennaio del 1378 anziché sanare definitivamente la
situazione della Chiela la inasprì, provocando il grande scisma d'Occidente;
infatti il dualismo fra francesi e italiani esistente nella curia, sboccò nella
creazione di un antipapa Clemente VII contro i legittimo Pontefice Urbano VI e
tale situazione si prolungò per molti anni attraverso una successione ininterrotta
di papa e di antipapi, finché un concilio riunito a Costanza Pisa, deposti l’antipapap
Benedetto XIII e l’antipapa Giovanni XXIII, ricevuta la rinuncia del Pontefice
Gregorio XII procedette all’elezione di
Martino V della grande famiglia romana dei Colonna, che rientrò in Roma,
riconosciuto da quasi tutta la Cattolicità, e dall'imperatore Sigismondo.
(1417-18)
Enorme fu l'influenza esercitata da
questo avvenimento sulla storia europea e particolarmente italiana; alle lotte
fra i sostenitori delle due obbedienze, parteciparono i principi
italiani e più di tutti la dissoluta Giovanna I di Napoli che, passando a terze
e quarte nozze, tentava di
conservare il regno nonostante le sue
nefandezze e i suoi delitti. Ma scomunicata da Urbano VI che offerse il regno a
Carlo di Durazzo, principe ereditario d'Ungheria, fu da questi vinta e uccisa;
Carlo III dovette per questa impresa tener testa al rivale Luigi d'Angiò che
gli era stato contrapposto dall'antipapa Clemente VII e riuscì a
vincerlo, ma tornato in Ungheria per prendere anche quella corona, fu assassinato
lasciando erede del trono di Napoli il piccolo Ladislao. (1386)
Pieno sviluppo assumeva intanto
l'ascesa della Casa di Savoia la cui potenza si veniva rafforzando; la dinastia
aveva acquistato nuovo prestigio sotto Amedeo V il grande che aveva avuto parte
principalissima negli avvenimenti della prima metà del XVI secolo, e
sotto i successori Amedeo VI e Amedeo VII il « conte verde » e il « conte
rosso» il primo dei quali portò la guerra in Oriente in difesa dell'imperatore bizantino
Giovanni V Paleologo e fu il fondatore dello storico ordine del Collare, detto
poi della SS. Annunziata (*).
Il figlio di Amedeo VII, Amedeo VIII,
conquistò la contea di Ginevra e il Vercellese ed ottenne dall'imperatore
Sigismondo nel 1416 il titolo di Duca che da allora decorò i sovrani
sabaudi. Egli fu restauratore delle finanze dello Stato e sapiente
amministratore, ma l'opera sua veramente grande fu la riforma generale
giuridica attuata nel 1430 con la prormulgazione degli Statuti
che durarono in vigore fino alla riforma dei codici di Carlo Alberto quattro
secoli dopo. Dopo molti anni di regno si Riritirò nel castello di
Ripaglia, dove fondò l'ordine di S. Maurizio, intervenendo
come mediatore e pacificatore nei più delicati problemi di politica
europea e tanta fu la sua fama, che il cosiddetto concilio di Basilea,
che si era sottratto all'obbedienza
al pontefice Eugenio IV, ben presto ne fece !l suo
antipapa col nome di Felice V. Amedeo accettò, si accorse di detenere un potere
non suo e dopo nove anni abdicò nelle mani del pontefice Niccolò V, che lo
creò Cardinale, e tornò nei suoi stati dove poco dopo, nel 1451, morì.
Con Amedeo VIII la Casa
Sabauda divenne una delle dinastie più potenti della penisola, anche se maggior
ruolo avevano ancora i Visconti e gli Angioni di Napoli; gli ultimi anni
del XIV secolo e i primi, del XV registrano appunto un tentativo egemonico di
Giangaleazzo Visconti primo Duca di Milano, l'ambizioso sogno del quale fu troncato
nel 1402. Successivamente fu Ladislao re di Napoli che fallito il progetto di
assicurarsi la corona ungherese tentò di estendere i propri domini nell'Italia
centrale approfittando, della confusione generata dallo scisma,
mentre la Sicilia dopo la morte dell'ultimo aragonese siciliano e le molte
discordie dalla successione provocate, veniva riunita con l'Aragona, sotto lo
scettro del Re Ferdinando.
Nel corso del XV secolo alcuni cambiamenti
si verificarono nella penisola, mentre in Oriente l'antico impero cadeva
definitivamente con l'ingresso dei turchi in Costantinopoli e con l'eroica
morte in battaglia dell'ultimo imperatore, Costantino XII Paleologo (29 maggio 1453);
i principati italiani spesso vennero in lotta fra loro, mentre a Milano gli
Sforza sostituivano i Visconti e a Napoli, in seguito alla morte senza figli
della regina Giovanna II, gli Aragonesi prendevano il posto degli Angioini.
Dopo la pace di Lodi fra i vari Stati
italiani (1454), l'Italia godette di un quarantennio di pace che fu
singolarmente propizio allo sviluppo della civiltà rinascimentale, che in
Italia ebbe la sua culla. Gli aspetti principalissimi del Rinascimento si
riassumono nella rivalutazione della personalità dell'uomo e dei valori
dell'intelletto umano, di fronte ai valori della trascendenza e nel ritorno
appassionato, nel campo dell'esegesi letteraria e delle arti figurative e
filologiche, all'antichità classica, greca e romana. Le corti principesche
furono i centri della cultura della rinascenza, e nel loro splendore fiorì
questo aspetto della civiltà italiana.
Alla fine del secolo la
configurazione politica dell’Italia presentava cinque grandi stati: Milano,
Firenze in cui signoreggiavano i Medi con Cosimo il Vecchio e Lorenzo il
Magnifico; lo Stato Pontificio; il Regno di Napoli, e la repubblica oligarchica
di Venezia. Seguivano i ducati di Savoia e di Ferrara, la signoria di Piombino,
le piccole repubbliche di Genova Siena e Lucca , e alcuni feudi minori
imperiali o pontifici tra cui Urbino eretto in ducato dal Papa per i Montefeltro.
Come si vede in un mosaico in cui vari interessi anche contrastanti entravano talvolta
in dipendenza di interessi delle grandi monarchie straniere; però già si
cominciava a parlare di Italia e le menti
profonde dei grandi politici da Macchiavelli a Guicciardini,
cominciavano a elaborare il concetto dell’Unità per la penisola, cercando
intorno i principi capaci di realizzare un progetto che molti avevano
accarezzato, ma che nessuno era stato capace di portare a compimento.
(*) Il Conte Verde fu singolare
figura di cavaliere e di signore dell'epoca sua: campione della cavalleria,
secondo l'uso del tempo fondò l'ordine «della collana o del collare»
trasformato poi nell'ordine supremo della SS. Annunziata, composto di quindici
cavalieri, in memoria dei misteri del Rosario, che ebbero il grado di cugini
del Sovrano. Attualmente i cavalieri dell'ordine possono essere ventuno, non
contando nel. numero il Sovrano, i principi della Casa Reale, gli
ecclesiastici e gli stranieri.
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