5). — LE DOMINAZIONI STRANIERE
Con la discesa di Carlo VIII
inizia per l'Italia il periodo delle dominazioni straniere e dell'influenza
delle nazioni europee sulle sorti della penisola. Carlo VIII re di Francia
volle con la sua spedizione rivendicare i diritti angioini sul regno di Napoli
e conquistato il territorio, ottenne da Alessandro VI papa, l'investitura del
regno (1495) che però perdette non appena ebbe fatto ritorno in Francia,
combattendo contro l'esercito dei principi italiani che tentarono di sbarrargli
la strada. Il suo progetto di affermare la potenza francese in Italia fu però
ripreso dal suo cugino e successore Luigi XII i cui piani furono di conquistare
non solo il regno di Napoli, ma anche il ducato di Milano come erede
dell'ultima dei Visconti, Valentina. Ai suoi tentativi, in parte riusciti, si
oppose il Papa Giulio II che si pose a capo di una Lega santa insieme a Venezia
e alla Spagna, e al grido di fuori i barbari inflisse ai francesi gravi
sconfitte. La politica di questo papa, volta ad impedire la preponderanza francese,
fu però origine di molte guerre che devastarono il suolo italiano, facendolo
percorrere da soldatesche di tutti i paesi.
Tristi anni furono quelli che
seguirono in cui l'Italia fu campo di battaglia fra Francesco I re d i Francia
e Carlo V che dal nonno paterno, l'imperatore Massimiliano aveva ereditato la
corona germanica e dalla madre, figlia di Ferdinando il Cattolico, il regno di
Spagna. Nel 1527 la stessa Roma fu presa d'assalto ed espugnata dalle milizie
imperiali e mentre il Papa Clemente VII alleato dei francesi restava chiuso in
Castel Sant'Angelo, la città fu messa a sacco e sottoposta alle più atroci
violenze, degne del confronto con quelle di Alarico e di Genserico nell'epoca
delle dominazioni barbariche.
La pace di Cambrai, firmata nel
1529, fra francesi e austrospagnoli, sanzionava la rinuncia dei francesi ad
ogni pretesa su Napoli, su Milano e su ogni altro territorio Italiano e segnava
l’inizio della preponderanza spagnola in
Italia, mentre Francesco II Sforza otteneva
dall'imperatore l'investitura del Ducato di Milano e Cosimo del Medici quella
della Toscana con il titolo di Duca, poi divenuto di Granduca. (1) Si
verificava intanto un avvenimento religioso che ebbe ripercussione in tutto il
mondo: la cosiddetta riforma protestante dava origine ad una nuova chiesa,
quella luterana in ribellione all'autorità del Papa
sostenendo affermazioni teologiche contrarie all'ortodossia cattolica.
Alla nuova chiesa subito
divisasi in molte sette aderirono gran parte dei principi minori della Germania
e in seguito l'Inghilterra dove si formò una chiesa nazionale, detta appunto
anglicana. La Chiesa Romana reagì energicamente attraverso la riforma
cattolica, che ebbe la sua più alta espressione nel Concilio di Trento ove
venne tracciata la configurazione disciplinare della Chiesa quale è oggi ancora
in vigore.
Mentre le guerre di religione,
fra protestanti e cattolici, insanguinavano l'Europa, l'Italia non ebbe guerre
di religione e rimase ferma nell'ortodossia cattolica; dopo la pace di Cateau
Cambrésis, che nel 1559 pose fine ad un ennesimo tentativo francese di
infrangere il predominio spagnolo, essa fu ridotta a nove stati principali,
oltre ai minori di poca o nessuna importanza; tali stati erano: il ducato di Milano,
regno di Napoli con Sicilia e Sardegna e lo stato dei presidii (piccola terra
fra il Lazio e la Toscana) tutti dipendenti dalla Monarchia spagnola,
rappresentata da Filippo II figlio di Carlo V; la repubblica di Venezia,
che estendeva i suoi dominii fino alla Dalmazia e alle isole di Cipro e di
Creta (detta anche Candia); Genova con le due riviere e la Corsica; il
marchesato di Monferrato e il ducato di Mantova sotto i Gonzaga; il ducato di
Parma e Piacenza, che era stato staccato dai feudi della Chiesa e conferito ai
discendenti di Papa Paolo III Farnese; il ducato di Ferrara, Modena e Reggio
sotto gli Estensi; la Toscana soggetta, tranne la piccola repubblica di Lucca e
lo stato dei Presidi, ai Medici Granduchi di Toscana; lo Stato pontificio e
infine il ducato di Savoia, comprendente oltre questa regione, il territorio
fra la Sesia e le Alpi.
Nuovo ruolo assunse in
quell'epoca questo stato che iniziò allora una sua politica italiana. Fra i
successori di Amedeo VIII, si distinse in maniera eccezionale Emanuele
Filiberto che fu il secondo fondatore della grandezza della sua Casa; salito al
trono nel 1553, mentre i suoi territori erano invasi da francesi e
spagnoli, si mise a capo delle truppe della Spagna e riportò la
grande vittoria di S. Quintino; con la pace di Cateau Cambrésis, riebbe il suo
stato che egli restaurò abbellì, decorandolo di opere e di istituti di cultura,
incrementando le scienze, le arti, le lettere, l'agricoltura e il commercio.
Sotto Emanuele Filiberto lo stato posto a cavaliere fra l'Italia e Francia,
divenne decisamente italiano in ogni sua espressione e sarà il figlio Carlo Emanuele
I a vagheggiare una liberazione dell’Italia dagli stranieri e una riunione di
Stati sotto il suo scettro. (2)
Il XVII secolo, che vide
l'Europa immersa nella guerra dei trenta anni, durata dal 1618 al 1638, non
mutò sostanzialmente la situazione italiana, ma consolidò ed ampliò la potenza
sabauda che trasse vantaggi dalla lotta fra imperiali e francesi, alle volte
drammatica e ricca di innumerevoli episodi, fra i quali l'assedio di Torino
dove la reggente e madre del duca Carlo Emanuele II dovette, con l'aiuto francese,
difendersi dagli spagnuoli che appoggiavano una fazione detta dei principisti,
dai due principi Tomaso e Maurizio di Savoia zii del Duca, che avrebbero voluto
sostituire la cognata nel governo dello stato. (3)
Un po' di tranquillità tornò
in Europa con la pace di Westfalia
(1648), anche se Francia e
Austria continuarono a combattersi, ma le armi furono nuovamente riprese per la
successione spagnola. Ancora una volta l'Italia fu campo di battaglia e la pace
di Utrecht che segnò la fine della guerra nel 1714, fu anche il principio
della supremazia austriaca nella penisola; venivano infatti attribuite
all'Austria la Lombardia, la Sardegna, il regno di Napoli e Mantova. Vittorio
Amedeo II, duca di Sardegna, otteneva il Monferrato e la Sicilia con il titolo
di Re, ma fu poi costretto a cederla all'Austria in cambio della Sardegna, e Re
di Sardegna da allora fu il titolo principale dei capi di Casa Savoia.
Un ennesimo mutamento territoriale subì l'Italia alla pace di Vienna nel 1738, dopo la guerra di successione polacca: la Lombardia e il ducato di Parma e Piacenza venivano assegnate all'Austria; il regno di Napoli con la Sicilia a Carlo di Borbone; la Toscana, in seguito all'estinzione della dinastia medicea, passava ai duchi di Lorena. Nulla riceveva il Re Carlo Emanuele III di Sardegna che pure era stato valido alleato dei vincitori, ma dieci anni dopo la Pace di Aquisgrana che pose fine all'ultima delle guerre di successione, quella austriaca gli riconobbe il possesso dei territori fra il Po e il Ticino e fra il Po e Voghera; il ducato di Parma e Piacenza passava dall'Austria a Don Filippo Farnese Borbone, fratello di Carlo III di Napoli e l'Europa godeva di quarant'anni di pace prima di una nuova terribile tempesta.
(1) La pace di Cambrai fu
anche detta delle « due dame » perché negoziata da Margherita d'Austria zia di
Carlo V e da Luisa di Savoia madre di Francesco I.
(2). Carlo Emanuele I fu, fra
i principi sabaudi uno dei più compresi della sua missione di restauratore
della nazione italiana; allorquando l'ambasciatore spagnolo gli intimò di
restituire le terre del Monferrato, da lui conquistate, egli rispose
strappandosi dal petto il collare del Toson d'oro, la massima onorificenza absburgica,
e gettandola ai piedi dell'incauto ambasciatore. In punto di morte, non volle
ricevere il Viatico a letto e, alzatosi vestito degli abiti ducali, esclamò: «Dio
non voglia che accolga nel letto un tanto Re!».
(3) L'assedio di Torino fu uno dei più singolari della storia consistendo in tre assedi concentrici infatti le truppe della fazione dei principisti occupavano Torino assediando la cittadella ove si era rinchiusa madama reale Maria Cristina . Le truppe francesi giunte in aiuto di Madama Reale, assediavano ed erano a loro volta circondate da quelle spagnole che sostenevano i principisti.
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