NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 10 giugno 2015

Orvieto: Nuova luce sul Gualterio, restaurate ed esposte due bandiere storiche

"Il più bel palazzo della seconda metà del cinquecento orvietano", secondo Perali. "La più bella opera dello Scalza (...) la cui eccellenza ed equilibrio non saranno più raggiunti ad Orvieto" per Bonelli. Incastonato com'è nel cuore del centro storico, Palazzo Clementini assomiglia a uno scrigno. Custodisce i ricordi di intere generazioni di studenti. Tanti film visti dai cittadini all'Arena Cornelio, nelle sere d'estate, con le guglie del Duomo a reclamare attenzione rispetto alle pellicole. Ma anche tesori nascosti.
L'ultimo, venuto alla luce in occasione dei recenti lavori di restauro a cui è stato sottoposto l'edificio. Si tratta di una bandiera storica, recante le insegne di Casa Savoia. Il tessuto, piuttosto lacerato, è stato sottoposto ad un intervento di recupero ad opera delle sarte del corteo storico Giancarla Della Volpe ed Alessandra Roticiani e collocato in una grande teca in legno chiaro e vetro realizzata per l'occasione con l'inconfondibile sobria eleganza della Bottega Michelangeli.
All'interno del manufatto artigianale, posizionato sulla parete di destra dell'androne del palazzo di Piazza Ippolito Scalza, è conservata anche una parte dell'asta. Quella restante, è rimasta nell'astuccio di ciliegio. Ripulita e stirata, la bandiera risalente al "Ginnasio Pareggiato" e datata 1894 è stata così destinata a nuova dimora che le restituisce dignità e prestigio.
L'avvenuto ritrovamento, in realtà, non è il solo. Contestualmente, è stata, infatti, rinvenuta anche un'altra bandiera più piccola appartenente al periodo del Regio Liceo Ginnasio. Quest'ultima, messa sotto vetro, sarà collocata sopra il camino in pietra, nell'attuale aula magna, nei locali che una volta erano occupati dalla biblioteca "Luigi Fumi". Essendo stata esposta, la pioggia ha finito per macchiare alcuni colori ma conserva ancora inalterati fascino e coccarda originale.
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