In questi
ultimi mesi, in vari
stati dell’ Europa balcanica, sono avvenuti diversi
fatti riguardanti il
rapporto tra le
attuali istituzioni repubblicane
ed i rappresentanti delle
locali Dinastie, attualmente non
regnanti, sui quali
ritengo opportuno soffermarci, forse perché
probabilmente poco conosciuti.
Cominciamo dalla
Bulgaria, dove il Re
Simeone II, da anni
rientrato con tutti
gli onori e
che per il periodo 2001- 2005
è stato Primo
Ministro e poi
ha governato in coalizione
fino al 2009 portando
la Bulgaria nella
Nato e nella Unione
europea, grazie alla sua
credibilità internazionale ed
alle riforme avviate
dal suo governo, non
manca occasione che
il Governo non
gli riserbi particolari
attenzioni, e dove in
occasioni di anniversari
storici e dinastici
le Poste bulgare, non
dedichino splendidi francobolli, racchiusi in
eleganti “foglietti” come
fatto con lo
Zar Ferdinando e
recentemente con Re
Boris. Proseguiamo ora con
la Romania, dove in
occasione delle recentissime
elezioni presidenziali, alle quali
la cosiddetta “grande
stampa” italiana ha dedicato
pochissimo spazio, forse perché
a vincere è stato
il candidato del
centro-destra, lo stesso, appena eletto
si è recato
a rendere omaggio
a Re Michele, invitandolo ad
intervenire alla cerimonia
del suo insediamento. Mossa cortese
ed intelligente in
quanto i sondaggi
di opinione danno
percentuali intorno al
40% di romeni
favorevoli ad un ritorno
della Monarchia e
vedono decine di
migliaia di persone
stringersi intorno al Re,
come in
occasione del suo
genetliaco, mentre il principe
Nicola si reca
a portare aiuti
e solidarietà dove
sono avvenute disgrazie
naturali, in quella che
è sempre stata
una caratteristica delle Case
Regnanti, ed in Italia
gli esempi furono
innumerevoli e significativi
durante tutto il
Regno, ed anche successivamente durante
l’esilio di Umberto
II, pur nella ristrettezza
di mezzi materiali , in quanto
i Savoia hanno
sempre dato all’Italia
ed agli Italiani,
molto e molto
di più di
quanto hanno ricevuto,solo
considerando la donazione
allo Stato Italiano , da
parte di Vittorio
Emanuele III, della sua
collezione numismatica di
eccezionale valore storico
e di altrettanto
valore economico.
Ma la
Serbia ha fatto
forse di più
con gli onori
resi alla salma
del Re Pietro
II, rientrata e sepolta in
patria,con presenza di
Capo di Stato
e di Governo, del
Metropolita della Chiesa
Nazionale Ortodossa, pur avendo
questo Sovrano regnato
effettivamente per pochi
mesi, dopo il lungo
periodo di reggenza, dal 1934 , data
dell’assassinio di suo
Padre , il re Alessandro
I, per il quale
le Poste Serbe
hanno emesso un
francobollo nel 125°
anniversario della nascita, al
1941, quando poi per
l’invasione dell’ allora Jugoslavia, da parte
delle truppe italiane
e tedesche, fu costretto
a rifugiarsi in
Inghilterra, per non cadere
prigioniero di Hitler, e
questo senza parlare
di “fuga”, ma di
necessario trasferimento,
non essendovi nessun
territorio jugoslavo libero
dalla presenza di
occupanti stranieri, per cui chi sa intendere, intenda !
E
sempre in Serbia, a
Belgrado, in una piazza
centralissima della Capitale
è stato inaugurato
in questi giorni, un monumento a
Nicola II, lo
Zar di tutte
le Russie , ora
santificato dalla Chiesa
Ortodossa,di cui erano
presenti le massime
autorità russe e
serbe, in quanto ritenuto
il salvatore della
Serbia, nel famoso luglio
1914, quando con la
sua solidarietà al
piccolo stato balcanico
attaccato dall’Austria-
Ungheria assicurò il
suo intervento nella
guerra appena scoppiata, anche se
questa decisione contribuì
all’espansione del conflitto, con tutte le
conseguenze che ben
conosciamo, e che nel
caso dell’ Impero Russo, portò
alla sua dissoluzione
nel 1917 ed
alla scomparsa della
famiglia imperiale, Zar , Zarina,
Zarevic e le
tre figlie principesse, trucidata dai comunisti
nel 1918 ad
Ekaterinenburg.
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