Ha vinto la Regina e ha vinto la Sterlina. Hanno perso i ricordi del passato mitico dei clan e le paure del futuro anteriore della globalizzazione. 55,3% a 44,7% il No alla indipendenza della Scozia batte il Si, Edimburgo e le colline del whisky, le isole del tweed, l’industria, il riluttante tennista Murray (alla ultima ora un tweet per il Si) restano uniti a Londra. Perde il pittoresco leader del Partito nazionalista scozzese Alexander Salmond, persuaso che la Scozia senza Londra potesse diventare una Norvegia radicale, via i sommergibili nucleari, via l’esercito. Salmond l’ha fatta troppo facile, l’unione monetaria con Londra, il ritorno nell’Europa e nella Nato dati per scontato, la fuga dei capitali e del lavoro verso il Sud irrise. Ha evocato la memoria dell’economista Smith, ma gli scozzesi hanno applaudito i suoi comizi e poi han fatto esattamente quel che la regina Elisabetta II ha suggerito loro domenica scorsa, uscendo dalla Chiesa in Scozia: “Riflettete”.
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