NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

martedì 8 aprile 2014

I monarchici in Irpinia dal dopoguerra agli anni ’60

Il primo baluardo contro la DC fu il movimento monarchico. L’area della destra conservatrice, nei primi anni del dopoguerra, offrì un’alternativa solida alla potenza schiacciante democristiana. Effettivamente si consumò uno scontro tra due concezioni della società radicalmente opposte. Il Partito Nazionale Monarchico nacque nel 1946 per merito dell’onorevole di Bonito Alfredo Covelli. Certo, la sconfitta referendaria e la successiva partenza per l’esilio del Re Umberto II procurarono un’infinita tristezza nell'animo di tanta gente. Venne a galla la forza per reagire a tutto ciò.
Dopo la campagna elettorale del 1948 il PNM si contraddistinse per l’avversione contro la Balena Bianca. La sconfitta del blocco comunista sostituì il bisogno primario: le discrepanze si accentuarono e perdurarono. Iniziò un duro testa e testa terminato con la vittoria dello scudo-crociato. I monarchici conquistarono ampie fette di consenso negli ambienti sottoproletari della provincia e grazie all'ingresso di persone come Emilio D’Amore e Alfredo De Marsico acquistarono una larga legittimità.
Il PNM vinse addirittura le elezioni comunali ad Avellino nel 1952 con Olindo Preziosi e si radicò sul territorio come unico antidoto alla DC. I risultati furono eclatanti: raccolse 4.998 voti (pari al 27,30 %) contro i 4.184 dell’avversario popolare (pari al 22,85 %); nei piccoli centri come Manocalzati, si sperimentò l’accordo tra PNM eMSI sulle schede elettorali grazie al sindaco Giuseppe Del Mauro. Praticamente si costruirono le “prove tecniche locali” per l’accordo programmatico dell’intera area di destra: i monarchici confluirono all'interno del Movimento Sociale nel 1972 per gettare le basi della Destra Nazionale.
I vasti settori proletari interpretarono nella scelta monarchica un voto di protesta; paradossalmente il Partito Monarchico trafugò in consensi finanche nell'area marxista. L’etichettatura di partito anti-potere contribuì alla crescita complessiva del movimento con voti non legati alla monarchia. I manifesti intelligenti e pragmatici del partito attirarono costantemente la gente. Gli slogan furono simpatici e catalizzarono l’attenzione di tutti. Ad esempio furono disegnati oggetti legati alla vita comune. Apparve una bottiglia contenente un digestivo con la scritta “Supertonico Nazionale contro l’intossicazione democristiana e l’infiammazione comunista“. Apparve una chitarra con le corde rotte contenente il logo della DC: codesta reclame fu supportata dalla frase “Non suona più”. Ancora, comparve la classe operaia e contadina in marcia al seguito della stella contenente l’emblema del PNM.
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http://romeocastiglione.wordpress.com/2014/03/03/i-monarchici-in-irpinia-dal-dopoguerra-agli-anni-60/

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