NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

venerdì 6 settembre 2013

I prigionieri dei Savoia

recensione di Angelo Martino










Una delle più clamorose falsità che giornalisti cosiddetti revisionisti e qualche storico non attento alla ricerca storica rigorosa e documentata hanno propagandato con durezza di linguaggio è stata quella di un presunto campo di concentramento o lager , come si scrive e si dice , a Fenestrelle in Piemonte .
In rete tale gigantesco falso storico è commentato con una durezza di linguaggio che Alessandro Barbero nella premessa al suo testo “ I prigionieri dei Savoia” definisce “ignobile “. A dare credito a tale bufala storica colossale ha contribuito il cantante di musica popolare Eugenio Bennato nel momento in cui ha fatte proprie le tesi di Aldo De Jaco.

Con una ricerca storica accurata Alessandro Barbero , in un volume dal titolo completo - I prigionieri dei Savoia - La vera storia della congiura di Fenestrelle, edito da Laterza , di 316 pagine di documentazione rigorosa , di ricerca di archivi, con ben 42 pagine di note, ha dimostrato che è tutto falso.
Come scrive Alessandro Barbero, fra il 9 e il 10 di novembre del 1861 giunse a Fenestrelle una colonna di prigionieri borbonici catturati a Capua il 2 di novembre, in totale si trattava di 1.186, ben lontani quindi dai 40.000 favoleggiati da tanti falsari storici.

Barbero sostiene che la maggior parte di questi prigionieri ha soggiornato a Fenestrelle per non più di tre settimane, dato che vi era una circolare ministeriale del 20 novembre 1861 la quale non prevedeva affatto che i prigionieri borbonici fossero inviati ai depositi e ai reggimenti dell’esercito italiano per esservi arruolati.

Infatti già il 28 di novembre 1861 partirono, dotati di viveri per il viaggio, i primi contingenti di prigionieri borbonici,e il primo di dicembre il contingente di prigionieri si era ridotto a 70 uomini, tutti ospedalizzati e per tanto al momento inabili a partire.
Lo storico smentisce altresì le dicerie sulle condizioni della prigionia e quanto dello sterminio si è detto e scritto ,dimostrando come i soldati giunti a Fenestrelle, effettivamente stremati dal viaggio, furono regolarmente curati e ospedalizzati, non solo a Fenestrelle, ma anche in altri ospedali per essere meglio curati come a Pinerolo , centro specializzato nelle malattie veneree. .

L’autore visiona i registri militari che annotano i movimenti di ogni singolo soldato; pertanto è possibile stabilire quanti furono gli ospedalizzati, che raggiungessero il picco massimo di 143 il 17 di novembre , al fine di smentire le false affermazioni che non fossero curati, che fossero tenuti in condizioni brutali, quali quelle dei lager nazisti. 
Affermazioni assurde e ripetute a iosa in posti pubblici , come è assurda la diceria secondo cui l’aspettativa di vita media a Fenestrelle non superava i tre mesi, dato che la prigionia non superava le tre settimane.

Infine, per dimostrare l’infondatezza e un’ inaccettabile macchinazione che in questi anni è stata creata ad arte per inventare il caso, Barbero menziona un sito internet con tanto di fotografia in bianco e nero di presunti prigionieri borbonici, che Barbero smaschera in un lavoro di analisi storica seria e dimostra che l’immagine ritrae in realtà un gruppo di deportati in un campo nazista.

Alessandro Barbero, con documentazione più che rigorosa, sostiene che siano stati solo 5 ( CINQUE ) i deceduti a Fenestrelle regolarmente annotati sui registri parrocchiali della chiesa di Fenestrelle. Questo dà l’idea di quanto sia colossale la montatura storica : 5 morti diventano migliaia e migliaia, quasi 1.200 prigionieri diventano decine di migliaia di segregati, tre settimane di prigionia divengono anni e anni con prospettive di vita non superiore ai tre mesi.

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