NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

sabato 14 aprile 2012

Al via la settimana della Cultura

di MAURIZIO LUPO

Per Vittorio Emanuele II era il «caro fratellino». Ma passerà alla storia come Ferdinando di Savoia, Duca di Genova, generale valoroso, padre di Margherita, la principessa che sposerà suo cugino Umberto I e diventerà Regina d’Italia.

Ferdinando, nato a Firenze il 15 novembre 1822, era il secondogenito di re Carlo Alberto, il suo cocco, ubbidiente, meticoloso, studioso: tutto il contrario del primogenito Vittorio Emanuele, principe di Piemonte, erede al trono, ma da ragazzino birbante, indisciplinato e studioso quanto basta e non di più.

Ma per quanto diversi i due principini si adoravano. Nel parco del Castello di Moncalieri, dove passarono l’infanzia, si rotolavano insieme nei prati, incuranti dell’etichetta. Erano molto uniti. Nel 1848 la Sicilia, ribellatasi ai Borboni, elesse Ferdinando suo re. Ma lui rinunciò al trono, per stare vicino al fratello nella prima guerra d’indipendenza. Alla battaglia della Bicocca, il 23 marzo 1849, una pallottola gli colpì a morte il cavallo. Così lo ricorda Torino, con il monumento che lo ritrae in piazza Solferino. Lo volle Vittorio Emanuele II, quando Ferdinando fu ucciso, ma di malattia, il 10 febbraio 1855.

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http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cultura/articolo/lstp/449995/

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