Quando appena ventenne iniziai la mia collezione di cartoline sulla Famiglia Reale dei Savoia fu quasi una risposta ad una curiosità che mia nonna materna, Giuseppina De Conti (classe 1920), mi aveva instillato fin dall’infanzia. Spesso mi raccontava ciò che aveva vissuto fin dai tempi della scuola e in gioventù, avendo ben fisse nella mente date e nomi che mi fecero conoscere una parte della storia d'Italia a me sconosciuta. Mi parlava di Re Vittorio Emanuele III, il Re soldato, dei figli tra i quali naturalmente il Principe Umberto (futuro Re d’Italia), e naturalmente della Regina Elena che lei adorava. Mi descriveva nei minimi particolari l’albero genealogico di Casa Savoia, conosceva a memorie date di nascita, matrimoni e relative discendenze; mi raccontava delle figlie della Regina Elena che seguirono fin dalla giovanissima età le orme materne, sensibili alla sofferenza altrui e prodighe nel confortare gli ammalati e bisognosi.
La mia collezione iniziò in
sordina per conquistarmi rapidamente il cuore, non mancavo adogni appuntamento
domenicale dei mercatini della zona, scartabellando tra album che riservavano
sempre la sorpresa di trovare pezzi interessanti, talvolta particolari e unici,
cartoline che mi catapultavano in pagine di storia relegate irrispettosamente
ai margini del nostro glorioso passato. Ho raccolto oltre 500 cartoline, oltre
a manifesti e libri, che illustrano la storia della Reale Famiglia Savoia dal
1896 fino al periodo dell'esilio. Nella cartolina postale più datata si può
leggere la descrizione precisa che un cittadino fa del passaggio del corteo
nuziale dell’allora Principe Vittorio Emanuele III e della Principessa Elena
del Montenegro. L’ha narrato in un modo talmente entusiasta e con una tale dovizia di particolari da
sentirmi, leggendo, partecipe anch’io di quell’evento, come se avvenisse in
quel preciso istante. E’ in gergo quella che un tempo chiamavano "istant
card", e la considero uno dei pezzi più pregiati e ai quali sono più
legata.
Sfogliare gli album della mia
piccola collezione è come viaggiare nel tempo e mi ha insegnato a conoscere ciò
che i programmi scolastici, ahimè, hanno volutamente ignorato. Dall'evento
funesto che vide Re Umberto I vittima inerme di un vile attentatore, fino alla
preghiera che la Regina Margherita rivolse al suo amato consorte, passando per matrimoni,
visite istituzionali, lutti, inaugurazioni, la guerra Italo-turca, l’accordo
con il presidente francese Émile Loubet , i festeggiamenti delle nascite in
Casa Savoia fino a nuovi matrimoni, il battesimo del Principe Umberto e delle
sorelle e le foto delle famiglie che poi formarono. Potrei proseguire ancora
elencando tutte le immagini che immortalano momenti di vite e di storia che
hanno lasciato segni indelebili nel nostro recente passato e che dovremmo
onorare per il bene che hanno donato all’Italia e ai loro amati concittadini.
Grazie a mia nonna materna ho
imparato quanto una famiglia regnante significasse per un Paese, quel sentirsi
parte di una comunità dove la Famiglia Reale era proprio il perno della società
che vedeva in essa un punto fermo in termini di morali, di unità e di tradizione;
essa impersonava la Patria stessa, la fedeltà, il coraggio e la fede , presenza
che era il fondamento sul quale l’Italia poggiava le sue basi per e al tempo
stesso univa tante anime diverse in un’unica famiglia con un sola bandiera. La
monarchia fu e resta essenziale vista sotto la prospettiva di unità e
appartenenza ad una tradizione cristiana e cattolica, rispettosa di ogni
tradizione nazionale e locale, custode del passato e proprio per questo forte
nel proiettarsi verso l’avvenire, conscia delle potenzialità degli italiani.
Essa è il fuoco di un amor di Patria quasi denigrato oggigiorno e dileggiato da
molti. Ecco, la monarchia potrebbe essere la roccaforte di una rinascita che
dia impulso alla nostra comunità attualmente smarrita, disorientata e orfana di
valori obnubilati da decenni di trascuratezza culturale e materialismo.
È solo un'osservazione
semplice la mia, ma ricordo ancora la voce di mia nonna materna, classe 1920 e
di come parlava con entusiasmo di Casa Savoia, e con il passare degli anni io
ascoltavo con piacere i suoi racconti e contemporaneamente collezionavo
immagini che la riportavano ai tempi della sua infanzia e della sua gioventù. Lei
riportava quasi in vita, narrando, un punto di riferimento che le era poi
mancato, io imparavo e credo fosse quello il suo intento: far sopravvivere
quella sua memora in me. E’ stato uno scambio generazionale costruttivo,
ricostruendo con semplicità una collezione che mi tiene unita ai ricordi dei
miei avi, avendo come filo rosso la storia di Casa Savoia che entra quindi tra
le memorie affettive della mia famiglia così come lo sarà di molte altre
famiglie italiane.
C’era stato poi un evento
nella nostra famiglia. Mia nonna Giuseppina mi raccontava che suo padre (classe
1881) quando era ancora un ragazzo andava spesso a lavorare i campi nella zona
del Cansiglio, dove era nato, e scendendo verso valle aveva incontrato una
comitiva diretta verso il Cadore. Un uomo gentilmente gli chiese
un’informazione ma furono gli illustri passeggeri a rendere quel momento
indimenticabile! Erano il re e la Regina d’Italia. La Regina Margherita e il Re
Umberto I erano infatti assidui frequentatori del Cadore e amanti delle
Dolomiti. Ma nonna rammentava ancora con quanto entusiasmo avesse raccontato
quell’episodio anche a loro, quand’erano piccoli, fiero di aver avuto l’onore
di un tale incontro; un evento che narrò fino alla sua prematura scomparsa.
La Famiglia Reale Savoia teneva
unite nell'abbraccio dell'amore per la Patria ogni famiglia, condividendo gioie
e dolori, nascite e lutti, tradizione e fede. Tutto ciò io l'ho sempre visto
nella figura nobile e umile della Regina Elena e nella sua famiglia, capace di
sopportare l'esilio senza lamentarsi né recriminare diritti, solo amando fino
all'ultimo la propria Patria. Il tempo forse restituirà giustizia e Verità, loro
che come ogni famiglia italiana. Hanno conosciuto sacrifici, gioie,
umiliazioni, dolore, ma anche amore, quello che non è mai mancato loro
rimanendo sempre vivi nel cuore degli italiani.
Questo lo intuisco da ogni cartolina e dalle
parole che hanno viaggiato nel corso di decenni o da più di un secolo tramandando sentimenti
d’affetto e ammirazione, dalle frasi in cui traspariva questo incontro tra
momenti personali ed eventi pubblici, o dimostrazioni di stima verso la Casa
Regnante. Da lì ho compreso quanto la monarchia personifichi quel senso di
unità e simbiosi che i miei nonni conobbero e mia nonna materna mi trasmise.
La mia collezione vorrebbe
evitare che una parte importante della nostra storia italiana cada nell’oblio,
che la memoria di questa Casa Reale non finisca tra le pagone appannate di un
libro dimenticato nel cassetto della storia , ma riviva con lo stesso affetto che
mia nonna materna ebbe per una Famiglia alla quale sentiva di appartenere, passandomi il testimone di questo suo
profondo sentimento di unità, legato ai principi imprescindibili di un tempo che
le sue parole e ogni singola cartolina riescono ancora a raccontare.
Monia Pin
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