NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

martedì 14 febbraio 2023

DAL SENATO DEL REGNO ALLA CONSULTA

 



di Gianluigi Chiaserotti

 

Nel variegato, e non sempre brillante, mondo monarchico oggigiorno operante in Italia, c’è anche la c. d. “Consulta dei Senatori del Regno”.

Anzi, ed è triste scriverlo, ce ne sono due, come spiegheremo alla fine di questo breve articolo essenzialmente esplicativo.

Vediamo brevemente la storia di codesta istituzione.

Soppresso il Senato del Regno il 1° gennaio 1948, con l’entrata in vigore della Costituzione Repubblicana, i Senatori del Regno, pur estromessi dall’ordinamento della Repubblica Italiana, non decaddero dalla loro qualifica a vita essendo stati nominati al solenne laticlavio per titoli validi sotto qualsivoglia regime.

Quindi, prefissisi lo scopo di porre ancora, disinteressatamente, la loro lunga esperienza al servizio della Patria, la domenica 5 giugno 1955, ricorrenza celebrativa della Festa dello Statuto, si riunirono in “Gruppo Vitalizio  quale detentore legittimo dello spirito insito nella tradizione più autentica del Senato del Regno.

Successivamente, di fronte alla fatale legge naturale limitante il decorso della vita umana, progressivamente riducendosi il numero, ormai esiguo, di codesti Senatori «per non lasciare disperdere quella comunanza di intenti, di principi, di sentimenti che li unì nel tempo in cui essi degnamente servirono i più alti interessi della Nazione», attorno al loro originario nucleo i medesimi Senatori del Regno, con una loro deliberazione in data 11 novembre 1958, costituirono, per cooptazione, una Consulta Monarchica con persone scelte ai sensi dell’art. 33 dello Statuto Albertino.

In un secondo momento, e precisamente in data 11 novembre 1965, i Senatori del Regno approvarono la deliberazione normativa concernente l’unificazione del Gruppo dei Senatori del Regno e della Consulta Monarchica in unico Corpo Vitalizio, che assunse la denominazione di “Consulta dei Senatori del Regno”.

Essa, sia pure su un piano ridotto per circostanze contingenti, puo’  esprimere ancora qualcosa, se nei suoi componenti sono rappresentati gli eminenti servizi resi alla Nazione.

Così, essa si prefigge compiti di esame e di studio di problemi e di questioni di diritto pubblico, di economia, di politica estera ed interna, nell’intento di portare ogni contributo all’avviamento a soluzione di essi.

In ordine alle sue finalità, la Consulta ha il compito:

a) di indirizzare i Monarchici italiani nello svolgimento dell’azione intesa a rivendicare i valori etici e politici dell’Istituto Monarchico;

b) di contribuire, con studi e pubbliche manifestazioni, a rinsaldare i vincoli di solidarietà civile fra gli Italiani, all’ordinata cooperazione delle forze produttive, al benessere del popolo nel rispetto delle leggi destinate a tutelare la pace sociale;

c) di promuovere l’esame di problemi di diritto pubblico, di giustizia di politica estera ed interna, di economia, di industria, di commercio,  di agricoltura, di sanità, di lavori pubblici e comunicazioni, di difesa, di legislazione sociale, di sport e di spettacolo e di vita culturale, e dei provvedimenti legislativi inerenti, proponendo soluzioni idonee, che, al di sopra di qualsiasi interesse di parte, siano intese ad assicurare il bene del Popolo Italiano ed il prestigio della Patria;

d) di promuovere ed orientare l’azione dei Parlamentari di manifesta convinzione monarchica, affinché affermino e all’occorrenza tutelino, in ogni sede, i principi e le istanze costituzionali ed istituzionali monarchiche.

Essa quindi ha l’alto impegno di continuare «nel pensiero e dello spirito, il Senato del Regno, fiera di svolgere, senza presunzione e per quanto possibile, la sua opera per il bene dell’Italia».

Le finalità ed i compiti sono più che aulici.

I componenti sono tuttora scelti secondo i canoni e le categorie riportate all’art. 33 dello Statuto Albertino.

Purtroppo le vicende monarchiche degli ultimi anni le conosciamo, e bene, e la Consulta ha fatto ben poco se non pubblicando studi storici e di attualità molto validi.

Ma la disputa dinastica ha contribuito anche a dividere la Consulta.

Attualmente ci troviamo nella paradossale situazione di avere due Consulte.

Una fedele a Vittorio Emanuele di Savoia, Duca di Savoia, con presidente il professor Pier Luigi Duvina, e l’altra fedele ad Aimone di Savoia, Duca d’Aosta, con presidente il professor Alessandro A. Mola.

Crediamo che solo con una collaborazione comune a tutte le sigle e credenze monarchiche si puo’ giungere a quel giorno, molto lontano, in cui, anche in Italia, verrà restaurata la Monarchia secondo le nobili indicazioni che il Re Umberto, nei 37 anni di esilio, ha cercato sempre di indicarci.

Figura di Re che, a 40 anni dalla morte, non dimenticheremo e porteremo sempre quale esempio di vita, di amore di Patria, di tradizione italiana.

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