Attraverso la scoperta di documenti inediti, scovati negli archivi di stato, si viene a sapere che l’OVRA, la polizia segreta di Mussolini indagava su di lui e sulle simpatie antifasciste che avrebbe condiviso con la moglie Maria José, ma non solo. Dalle carte emerge con altrettanta chiarezza la volontà del Duce di sminuire e mortificare la sua reputazione. “In una seduta segreta – si legge - il Duce ha dichiarato che in nessun caso il principe di Piemonte diverrà re per i suoi vizi e la sua vita sregolata”.
Di fatto invece Umberto regnò, anche se un mese soltanto, quello del maggio del 1946. Poi uscendo dalla porta posteriore del Quirinale partì volontariamente per il Portogallo. Ma sapeva davvero, allora, che si sarebbe trattato di un esilio definitivo? Rispondono a questa e ad altre domande i figli di Umberto, Vittorio Emanuele e Maria Gabriella, il nipote Emanuele Filiberto e il cugino Amedeo d’Aosta che hanno accettato di collaborare con La Storia siamo noi per dare il loro contributo alla conoscenza dell’ultimo monarca italiano.
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