Articolo pubblicato grazie a S.E.
Camillo Zuccoli, Ambasciatore del S.M.O.M. presso la Bulgaria.
La partenza improvvisa del Re quando invece sembrava certo che
sarebbe restato a Roma almeno fino al 18 Giugno intanto che la Corte di
Cassazione avrebbe deciso sul ricorso Selvaggi, resterà ancora per chissà
quanto tempo un mistero.
Agli
storici risolverlo per stabilire la verità di quanto accadde quel 13 Giugno
1946. Il Re la notte del 12 dormì nel suo appartamento privato in via Verona,
dove verso le due fu raggiunto dal Ministro Falcone Lucifero che lo mise al
corrente delle decisioni del Consiglio dei Ministri. Il Re era sveglio al
lavoro alla sua scrivania. Lucifero gli propose tre soluzioni: 1) l'arresto dei
Ministri ribelli; 2) far finta che nulla fosse accaduto; 3) protestare contro
il colpo di Stato perpetrato da De Gasperi e partire in volontario
esilio.
Non
conosciamo l'esito della discussione. Sappiamo che durante la prima parte della
giornata del 13 tutti i consiglieri e amici del Re convocati al Quirinale
furono contrari alla partenza. Tra questi Enzo Selvaggi, Alberto Bergamini,
Roberto Lucifero, Manlio Lupinacci, Benedetto Siciliani, Luigi Filippo
Benedettini, favorevole alla partenza solamente il Ministro Falcone Lucifero e
forse non sapremo mai perché. Quella mattina ci fu una riunione nel grande
salone di Casa Benedettini in via Maria Adelaide alla quale parteciparono il
Gen. Augusto De Pignier, l'On. Nino Guglielmi, i giornalisti Nino Serventi,
Roberto Trombetti e Massimo Di Massimo, il Prof. Umberto Mancuso, il Col. Enzo
Avallone, il Gen. Ercole Ronco e molti altri di cui non ricordo il nome,
c'erano anche i dirigenti delle sezioni periferiche dell'UMI romana (il Dott.
Basile, le sorelle Marra e il battagliero e sempre presente De Micco), tutti
contrari alla partenza del Re. Benedettini disse "Come si fa a lasciare un
Regno quando più della metà degli Italiani ha votato Monarchia" aggiunse
"I monarchici sono pronti a insorgere".
Nel
pomeriggio durante gli addii ci furono due forti interventi sullo scalone del
Quirinale quando Enzo Selvaggi dopo aver abbracciato il Re implorò "Maestà
non parta!" e Roberto Lucifero che con la sua imponente mole gridò forte
in faccia al Sovrano "Non parta! Non parta!" Le cronache poi ci
raccontano come si svolsero nel cortile i commiati dai più intimi collaboratori
e dai corazzieri che schierati urlarono "Viva il Re!". Il mistero di
questa improvvisa partenza continua quando si dovette affrontare la stesura del
Messaggio agli Italiani. Qui le versioni sono discordanti: Falcone Lucifero nei
suoi diari ricorda che fu lui a scrivere la versione definitiva del Messaggio.
Altri raccontano di una riunione in casa di Alberto Bergamini in piazza del
Popolo. Infine Benedetto Siciliani aggiunge la sua versione. Certo è che il
Messaggio ebbe più di una stesura e alla fine fu divulgato quello che
comprendeva l'energica protesta di fronte all'atto compiuto dal Consiglio dei
Ministri.
Il
Messaggio venne diffuso subito dopo la partenza del Re e lo stesso pomeriggio
fu strillato nella Galleria Colonna di Roma dall'edizione della sera del Giornale
d'Italia di cui era direttore Alberto Bergamini.
Il Re
autenticò e sottoscrisse il Messaggio almeno due giorni dopo l'arrivo in
Portogallo. Certamente il Sovrano si fidò interamente del suo Ministro. Ma il
mistero non finisce qui! Molti anni dopo il 1946 durante il riordino
dell'Archivio di Falcone Lucifero, Giovanni Semerano e Camillo Zuccoli
trovarono la prima lettera che il Re indirizzava al suo Ministro dal
Portogallo. Portava la data del 17 giugno 1946. La lettera fu subito mostrata
al Ministro che non volle dare alcuna spiegazione su quanto il Re scriveva a
proposito del "trucco" con il quale fu indotto a partire. Quale
"trucco"? Chi ne fu l'artefice? Lucifero non lo ha mai spiegato.
Tutti quel giorno dei 13 giugno furono colti di sorpresa ed espressero
contrarietà alla partenza.
Nei
giorni successivi ci fu tanta confusione tra i monarchici e molti movimenti e
partiti si sciolsero o confluirono nell'Unione Monarchica che salvata da un
affrettato scioglimento dal suo Vice Presidente Luigi Filippo Benedettini
rimase a far fronte sul territorio alla prepotenza repubblicana. A Napoli
accaddero i fatti più gravi. Furono uccisi dai reparti della Celere, la feroce
polizia del Ministro Romita, nove giovani monarchici che manifestavano per la
Monarchia. Con il nome del Re sulle labbra caddero, Guido Beninato, 18 anni.
Ida Cavalieri, 20 anni. Felice Chirico, 19 anni. Gacatano D'Alessandro, 16
anni. Francesco D'Azzo, 21 anni. Vincenzo Di Guisa, 21 anni. Mario Fioretti, 24
anni. Michele Pappalardo, 22 anni. Carlo Russo, 14 anni. A Taranto fu bruciata
la sede dell'UMI di corso Due Mari. Il giorno dopo i giovani del Fronte
Monarchico Giovanile jonico e un gruppo di marinai della Regia Marina, in
divisa, reagirono con un agguato teso ai comunisti. Questi all'uscita
dall'Arsenale vennero aggrediti in piazza Garibaldi e molti di essi finirono
all'ospedale. Numerosi gli interventi e le interrogazioni alla Camera dei
Deputati. Furono sciolti tutti i raggruppamenti monarchici armati che erano
diffusi al Nord e nella rinnovata Unione Monarchica Italiana alla cui
Presidenza fu eletto l'Ammiraglio Giovanni Galati e alla Segreteria Generale
Benedetto Siciliani, si riuscì nel tentativo di federare i vari movimenti
dispersi. Ricordo i gruppi autonomisti del Piemonte, del Veneto, della Sicilia,
quelli indipendenti della Campania e della Puglia e tutti i gruppi che da Roma
condussero le campagne elettorali del 2 giugno 1946.
Questa
operazione unitaria verso l'UMI fu merito di Benedetto Siciliani che fu il
Segretario di uno dei periodi più importanti della vita associativa dell'Unione
che per la prima volta ebbe un suo gruppo parlamentare di deputati e senatori.
Siciliani
tenne diretti contatti con il Re in esilio inviando a Cintra ogni settimana una
rassegna stampa alla quale collaboravano Nicola Torcia e Giovanni Semerano che
erano gli esponenti nazionali del Fronte Monarchico Giovanile.
I
principali partiti monarchici post-referendum furono: il Partito Democratico
Italiano di Enzo Selvaggi, il Partito Nazionale Monarchico di Alfredo Covelli,
il Partito Nazionale Cristiano di Agostino Padoan, il Partito Nazionale del
Lavoro di Aldo Salerno, il Movimento Popolare Monarchico di Luigi Filippo
Benedettini.
Di ognuno
e di tutti quanti ebbero con la loro azione un ruolo attivo nel tentativo di
restaurare la Monarchia è detto nella seconda parte del volume dove le schede
in ordine alfabetico indicano i movimenti che a carattere nazionale operarono
nei primi anni repubblicani.
Tra i
leader monarchici che si recarono dal Re in Portogallo Luigi Filippo
Benedettini lo raggiunse a Cintra alla fine del 1946, quando ancora la Famiglia
Reale era in una situazione provvisoria e in grandi difficoltà economiche.
Benedettini riuscì a parlare con il Re senza filtri e condizionamenti da Roma.
L'intervista che ne usci fu pubblicata dalla Voce Monarchica e il contenuto era
tutto diretto al riconoscimento dell'Unione Monarchica Italiana quale punto di
riferimento di tutti i monarchici italiani.
L'altro
importante incontro tra il Re e i leader monarchici avvenne l'8 marzo 1949
quando una delegazione del Partito Nazionale Monarchico guidata da Alfredo
Covelli e composta da Ezio Coppa, Alberto Consiglio e Ida Marcello Materazzo si
recò dal Re nell'imminenza delle elezioni in Sardegna. Successe il finimondo!
Tutta la stampa nazionale, quotidiani e periodici, si dedicò all'avvenimento
perché i messaggi rilasciati dal Re a Covelli erano una chiara indicazione di
sostegno al Partito Nazionale Monarchico. Si disse che i messaggi erano un
falso. Invece il Re si espresse in modo chiaro e la pattuglia dei monarchici
che si riconosceva intorno ad Alfredo Covelli si senti ancor più di
ricompattarsi con le liste di Stella e Corona.
La
campagna elettorale divenne infuocata e protestarono i monarchici del Partito
Liberale Italiano, dell'Uomo Qualunque e della Democrazia Cristiana. Il
Ministro Falcone Lucifero non potendo «scomunicare" pubblicamente Alfredo
Covelli, con il quale non ebbe mai buoni rapporti, interrogato dai giornalisti
dichiarò che non era al corrente dell'incontro in Portogallo tra gli esponenti
del PNM e il Re.
I primi
anni post-referendurn videro i rapporti tra il Ministro della Real Casa Falcone
Lucifero e gli esponenti monarchici in continua conflittualità. Sono noti i
contrasti tra Lucifero ed Enzo Selvaggi (PD1), Alfredo Covelli (PNM), Luigi
Filippo Benedettini (MPM), Aldo Salerno (PNL), Benedetto Siciliani (UMI).
Soltanto dopo molti anni con la Presidenza dell'Unione Monarchica
dell'Ammiraglio Adalberto Mariano si riconobbe a Falcone Lucifero la guida
morale e materiale dell'UMI e il Ministro svolse questo suo ruolo da una stanza
di Palazzo Tittoni (sede dell'UMI) appositamente arredata e che egli stesso
teneva chiusa a chiave.
Qui di
seguito l'elenco dei movimenti e partiti monarchici all'indomani del 13 giugno
1946 che a Roma si trovarono a doversi riorganizzare di fronte alla sorpresa
dell'improvvisa partenza del Re. In questa indagine mi fermo al 1949. I dati
riportati sono ricostruiti a memoria sulla scorta dei ricordi della
partecipazione personale agli avvenimenti di quegli anni. Potranno essere una traccia
per chi vorrà approfondire la materia.
ALLEANZA
TRICOLORE ITALIANA. L' associazione sosteneva la corrente monarchica nella
Democrazia Cristiana. Il suo Presidente Nazionale era il Maresciallo d'Italia
Ettore Bastico, Vice Presidente il Prof. Gaetano Broschi, Segretario Nazionale
il Dott. Attilio Crepas, che era il direttore del settimanale Brancaleone.
ASSOCIAZIONE
NAZIONALE ITALIANA. Si richiamava alle origini dei nazionalismo italiano.
Presieduta dalla Medaglia d'oro Ing. Fernando Berardíní era organizzata su
tutto il territorio nazionale e si posizionava nel centro destra con una parte
della sua maggioranza che si dichiarava apertamente monarchica.
CENTRO
DEMOCRATICO. Fondato da Roberto Bencivenga partecipò nel Blocco della Libertà
alla campagna elettorale per la Costituente del 2 giugno 1946. Dopo le elezioni
il Centro confluirà nell'Uomo Qualunque a ingrossare le fila dei monarchici
qualunquisti nel tentativo non riuscito di indurre Guglielmo Giannini a fare
dell'UQ un partito monarchico.
CENTRO
POLITICO ITALIANO. Movimento cattolico legittimista e monarchico fondato e
diretto dall'Avv. Carlo D'Agostino che dirigeva anche il settimanale L'Alleanza
Italiana. Partecipò alle diverse campagne elettorali di quegli anni con liste
proprie o collegate con il Partito Nazionale Monarchico. Epocali le battaglie
contro la Democrazia Cristiana e in una di queste arrivò a denunziare al
Sant'Uffizio per eresia Alcide De Gasperi.
CONCENTRAZIONE
DEMOCRATICO-LIBERALE. Fondata da Alberto Bergamini partecipò alla campagna
elettorale del 2 giugno 1946 nel Blocco Nazionale della Libertà. Travagliata la
vita di questo raggruppamento, si dimetteranno Alfredo Covelli che fondò il
Partito Nazionale Monarchico e Emilio Patrissi che aderì all'Uomo Qualunque.
MOVIMENTO
MONARCHICO ITALIANO. Fondato e diretto dal Conte Giorgio Asinari di San
Marzano. Ebbe diverse esperienze elettorali: nel 1946 partecipò a Roma con una
lista propria che prese circa 40.000 voti. Fu presente in tutte le successive
campagne elettorali alleato con il Partito Nazionale Monarchico.
MOVIMENTO
POPOLARE MONARCHICO. Fondato dall'On. Luigi Filippo Benedettini, deputato alla
Costituente e Presidente dell'Unione Monarchica Italiana. Direttore del
settimanale La Voce Monarchica. Il Movimento fu attivo fino alle amministrative
del 1960 quando Benedettini fu eletto anche Consigliere Comunale di Roma. Al
Movimento Popolare Monarchico aderirono l'On. Giuseppe Fanelli, il Dott. Aldo
Maroi direttore del settimanale «L'Idea Monarchica", l'On. Vincenzo Cicerone,
e moltissimi esponenti monarchici di ogni parte d'Italia.
PARTITO
DEMOCRATICO ITALIANO. Fondato da Enzo Selvaggi fu capofila nel Blocco Nazionale
della Libertà, assieme alla Concentrazione Nazionale DemocraticoLiberale e il
Centro Democratico; il PDI e gli alleati ottennero alla Costituente 16
parlamentari, Roberto Bencivenga,Tullio Benedetti,Alberto Bergamini, Gustavo
Fabbri, Enzo Selvaggi, Francesco Marinaro, Luigi Filippo Benedettini, Giuseppe
Buonocore, Carlo Colonna di Pallano, Alfredo Covelli, Vincenzo Cicerone,
Giuseppe Ayroldi Carissimo, Pasquale Lagravinese, Francesco Caroleo, Roberto
Lucifero, Orazio Condorelli. Dopo la partenza del Re da Roma il PDI che fu il
principale punto di riferimento dei monarchici dalla lotta clandestina della
Liberazione alle campagne elettorali del 2 giugno 1946, entrò in crisi fino al
suo scioglimento. I principali esponenti emigrarono chi nell'Uomo Qualunque e
chi nel Partito Liberale dove Enzo Selvaggi si ritrovò con Roberto Lucifero
allora divenuto Segretario Generale eletto a dicembre dei 1947 durante il IV
Congresso Nazionale.
PARTITO
NAZIONALE CRISTIANO. Nell'attivo circolo monarchico di via Principessa Clotilde
a Roma "La Bussola" , l'Avv. Agostino Padoan fondò nell'agosto del
1946 il Partito Nazionale Cristiano. Numerose le adesioni iniziali tra cui si
ricordano quelle dell'Avv, Luigi Zuppante, del giornalista Pasquale Pennisi,
dell'Avv. AntonioAngelini Rota, del Prof. Stefano Tinella, del Conte Enrico
Pocci, dei Prof. Camillo Pulcinelli e del Col Aroldo Vinciguerra. Il PNC ebbe
breve vita e nel maggio del 1947 confluì nel Partito Nazionale del Lavoro.
PARTITO
NAZIONALE DEL LAVORO. Questo nuovo Partito sorse a Roma il 14 agosto 1946
fondato da Aldo Salerno con le adesioni iniziali del Prof Umberto Mancuso, dei
Gen. Carlo Vecchiarelli, del Comm. Mario Monastero, e della Contessa Vittorina
Paoletti.
Nel 1947
dopo l'ingresso nel PNL dell'On. Luigi Filippo Benedettini, che assunse la
Presidenza furono definite le nuove cariche: Vice Presidente On. Nino Guglielmi,
Segretario Generale Aldo Salerno, Vice Segretari Mario Mazzuoli, Col. Enzo
Avallone, Roberto Trombetti, Gen. Ercole Ronco. Dirigenti Nazionali: Vittorina
Paoletti (Mov. Femm.), Giacomo Spica (Mov. Giov) Umberto Mancuso e Nino
Serventi.
Il PNL
pubblicava tre settimanali "Azione Monarchica" diretto da Aldo
Salemo, "La Voce Monarchica" diretto da Luigi Filippo Benedettini e
"La Fiamma Monarchica" diretto da Aldo Maroi.
Nel 1948
il Partito confluirà, nel Partito Nazionale Monarchico, mentre l'On. Benedettini
costituirà il Movimento Popolare Monarchico.
PARTITO
NAZIONALE MONARCHICO. Fondato da Alfredo Covelli che ne fu il Segretario
Generale dall'inizio alla fine quando dopo decenni di gloriosa attività dentro
e fuori dal Parlamento il Partito si sciolse nell'abbraccio mortale con il
Movimento Sociale Italiano. All'inizio della sua attività mentre dalla sede
nazionale di via Quattro Fontane si organizzava su tutto il territorio
nazionale inglobando numerosi movimenti monarchici, dalla sede romana di via
della Croce il PNM si sviluppava per l'impegno e l'impulso promosso dal suo
Segretario Federale Avv. Niccolò Basile e dal suo Movimento Giovanile che
invece aveva sede in via Pier Luigi da Palestrina diretto da Giovanni Semerano
e dai suoi Vice Carmelo Lo Voi, Enrico Boscardi e Mario Pucci.
In quegli
anni post-referendum i giovani monarchici erano numerosissimi e attivissimi. Li
guidava Nicola Torcia contemporaneamente Segretario Generale del Movimento
Giovanile del Partito Nazionale Monarchico e del Fronte Monarchico Giovanile
che prima di aderire all'UMI era un'organizzazione indipendente.
UNIONE
MONARCHICA ITALIANA. La più antica e prestigiosa associazione monarchica dopo
il referendum istituzionale si trovò a vivere una fase di crisi interna. Da una
parte l'On. Luigi Filippo Benedettini riuscì a evitare lo scioglimento
dell'Unione richiesto dai fautori dei Partito Nazionale Monarchico e dall'altra
il nuovo Segretario Generale Benedetto Siciliani riuscì a riorganizzare l'UMI
convocando i Congressi Nazionali che lo avrebbero visto più volte rieletto assieme
ai Presidenti Amm. Giovanni Galati e Marchese Giuliano Capranica del Grillo.
L'UMI costituì per la prima volta un Gruppo Parlamentare Monarchico al quale
aderirono deputati e senatori monarchici appartenenti a diversi partiti. Non vi
è dubbio che l'UMI ha vissuto due momenti di particolare interesse, quello
della Segreteria Siciliani che fu il più denso e vivace di contenuti politici e
quello della Segreteria Semerano, che dopo la morte dei Re Umberto II sollevò
la questione dinastica con l'indicazione di SAR il Duca Amedeo d'Aosta
legittimo successore del Re defunto. La Sede dell'UMI è oggi a Roma in via
Riccardo Grazioli Lante, 15.Al XII Congresso sono stati eletti Presidente
Onorario Dott. Comm. Giovanni Semerano, Presidente Nazionale Avv. Gian Nicola Amoretti,
Vice Presidente Nazionale Comm. Camillo Zuccoli, Segretario Generale Comm.
Sergio Boschiero, Vice Segretario Generale Cav. Ettore Laugeni.
NOTE
Tra i
numerosi movimenti monarchici che operarono in ogni parte d'Italia segnalo: a
Torino il GRUPPO MONARCHICO INDIPENDENTE LA MOLE. Fondatore e animatore dei
Gruppo fu il Col. Enzo Fedeli. La Mole ha sempre appoggiato i partiti
monarchici, prima il Partito Monarchico Nazionale (Stella e Corona) e poi il
Partito Monarchico Popolare (Leoni e Corona).
A Livorno
il GRUPPO SINDACALISTA NAZIONALE MONARCHICO di cui fondatore e Segretario
Generale fu Giulio Mariotti sindacalista che si proponeva la collaborazione di
classe tra i lavoratori e gli imprenditori.
A Taranto
il FRONTE MONARCHICO GIOVANILE JONICO fondato e diretto da Giovanni Semerano
con la collaborazione di un comitato di cui facevano parte Giuseppe Grassi,
Francesco Gravina, Franco Greco, Valentino Stola, Francesco MarzuW, Gianna
Colorma, Liliana Di Todaro, Giovanna Gennarini, Marianna Greco, Luigi Calvaruso
e per la Provincia Angelo Fortunato, Roberto Caprara, Sergio Zucconi. il Fronte
che aderì all'Unione Monarchica Italiana di cui era Presidente Regionale l'Avv.
Nicola Giordano e Presidente di Taranto l'imprenditore Mario Boccuni, (dirigente
femminile la Contessa Concetta Lanfranchi), appoggiò alle elezioni
amministrative la lista Taras del Partito Liberale Italiano di cui era
Presidente l'Avv. Silvio Di Palma. Il Fronte disponeva di due periodici
"L'Eco Monarchica" e "L'Ora Monarchica"e del Notiziario
Fert.
Brevemente
ricordo i movimenti monarchici che proliferarono durante gli anni cinquanta, il
Partito Monarchico Popolare del Comandante Achille Lauro, il Fronte di Unità
Monarchica degli Onorevoli Gianfranco Alliata e Leone Marchesano, i Lazzaroni
del Re di Massimo Di Massimo, il Movimento di Democrazia Liberale del Gen.
Giuseppe Bertone, il Movimento Monarchico Europeo di Renato Marmiroli, il
Movimento Monarchico Italiano dell'On. Antonio Cremisini, il Movimento
Monarchico di Ernesto Mannucci, il Partito Monarchico Italiano dell'On. Nino
Guglielmi, l'Unione Combattenti Italiani del Gen. Giovanni Messe, il Gruppo di
Ricostruzione Liberale degli Onorevoli Giuseppe Perrone Capano e Agilulfo
Caramia.
LA STAMPA
PERIODICA MONARCHICA
ALLEANZA MONARCHICA,
mensile diretto da Carlo D'Agostino.
ATTI
DELLA CONSULTA, periodico della Consulta dei Senatori dei Regno a cura di
Agostino Padoan.
AZIONE
MONARCHICA, settimanale diretto da Aldo Salerno e poi condiretto da Nicola
Torcia e Giovanni Semerano quando il settimanale divenne espressione della
corrente antifascista nel Partito Nazionale Monarchico.
BRANCALEONE,
setti~e diretto da Attilio Crepas.
FERT,
bollettino d'informazione del Fronte Monarchico Giovanile jonico.
FERT
agenzia stampa fondata da Mario Pucci. Oggi è il mensile dell'Unione Monarchica
Italiana diretto da Sergio Boschiero con la collaborazione di Antonio Parisi ed
Ettore Laugeni.
FIAMMA
MONARCHICA, mensile diretto da Aldo Maroi.
FRONTE
EST settimanale diretto da Alfredo Linussa.
IL
CONSERVATORE mensile diretto da Massimo Di Massimo.
IL
CORRIERE DELLA NAZIONE quotidiano dei Partito Nazionale Monarchico.
IL
GIORNALE D'ITALIA quotidiano della sera diretto da Alberto Bergamini.
IL
GOVERNO settimanale diretto da Roberto Cantalupo.
IL
MEZZOGIORNO quotidiano, di proprietà di Alfredo Covelli.
IL
MONARCHICO periodico diretto da Emesto Mannucci.
IL POPOLO
DI ROMA quotidiano diretto da Eduardo Stoffi.
IL
RISORGIMENTO LIBERALE quotidiano diretto da Manlio Lupinacci.
IL ROMA
quotidiano di proprietà di Achille Lauro.
IRPE
agenzia stampa quotidiana diretta da Franz Ferretti.
ITALIA
MONARCHICA settimanale diretto da Alfredo Covelli e Pasquale Pennisi.
ITALIA
NOSTRA settimanale diretto da Gaspare Buffa, organo della corrente monarchica
nella Democrazia Cristiana.
ITALIA
NUOVA quotidiano diretto da Enzo Selvaggi.
ITALIA
SABAUDA periodico diretto da Nino Bolla.
L'AZZURRO
settimanale diretto da Fcrnando Ciarrapico.
LA DESTRA
settimanale diretto da Donato Marinaro e Livio Caburi.
LA
MANDRAGOLA mensile diretto da Massimo Di Massimo
LA MOLE
mensile diretto da Enzo Fedeli.
LA
MONARCHIA mensile diretto da Giovanni Semerano.
LA NOSTRA
BANDIERA periodico diretto da Francesco Guglielmetti.
LA NOSTRA
VOCE periodico diretto da Michele Formentini.
LA PATRIA
quotidiano di proprietà di Achille Lauro.
LA
RIVOLTA NAZIONALE periodico diretto da Nino Guglielimi.
LA VOCE
MONARCHICA settimanale di Luigi Filippo Benedettinì.
LA
QUIRINETTA settimanale diretto da Ugo Guerra e Gustavo d'Arpe.
L'ECO
MONARCHICA periodico diretto da Giovanni Semerano.
L'IDEA
periodico diretto da Eugenio Cutolo.
L'IDEA
MONARCHICA settimanale diretto da Aldo Maroi.
L'INTRANSIGENTE
settimanale diretto da Aldo Salerno e Massimo Di Massimo.
L'ORA
MONARCHICA settimanale diretto da Silvio Di Palma.
di
Giovanni Semerano