Emilio Del Bel Belluz
Il 3 febbraio 2024 moriva in Svizzera, S.A.R il Principe Vittorio Emanuele IV, figlio del Re Umberto II.
Quando appresi la notizia ne fui subito turbato e una grande tristezza mi avvolse. Il mio pensiero andò immediatamente ad una foto che avevo posto nel mio studio, dove lo si vedeva assieme alla famiglia Reale, poco tempo prima del referendum.
Una di quelle foto che venivano riprodotte pure in cartolina.
I volti erano sereni e fiduciosi in una vittoria della monarchia.
Quello stesso giorno della sua morte, presi la bandiera di Casa Savoia e la esposi a mezz’asta.
Nel contempo, alla mente riaffiorò il ricordo della morte di Re Umberto II che spirò dopo trentasette anni d’esilio, lontano dalla sua amata Patria. Il mio Paese ha fatto molto male a me e a tutti i monarchici, non avendoci data la possibilità di assistere al ritorno dell’amato Re Umberto in Patria.
Aspettavamo che venisse abrogata la XIII^ disposizione transitoria che faceva divieto ai Savoia maschi e ai loro discendenti di far rientro in Italia. Gli fu impedito di ritornare, anche dopo la sua morte, non potendo così riunirsi agli altri Reali sepolti al Pantheon.
S.A.R. Vittorio Emanuele IV lasciò l’Italia quando era ancora un fanciullo, dell’età di nove anni. Era un bambino a cui hanno fatto pesare il nome della Sua famiglia. Il suo esilio durò ben 57 anni. Nessun altro Paese democratico si sarebbe comportato in questo modo. “ Una civiltà sulla via del tramonto ha un rapporto malato con la propria memoria, né è schiacciata, spaventata o presa dal desiderio di “annullarla.” ( Giulio Guidorizzi ).
Questa riflessione che condivido, l’ho riportata nel mio diario che tengo da quarant’anni.
I media alla sua morte furono irriverenti nei confronti della sua persona, non rispettando neanche il dolore che aveva colpito la sua famiglia e tutti i monarchici. Nei giorni che seguirono, lessi un’intervista rilasciata dal Monsignor Giulio Troya, rettore del santuario della Madonna delle Grazie di Racconigi, ultimo cappellano di casa Savoia nominato dal Re Umberto II. Nel brillante articolo scritto, con il cuore, dalla penna di David Rosso si raccontava che il principe Vittorio Emanuele IV nutriva una grande affezione per il santuario che era memoria storica di Casa Savoia.
Suo padre vi era stato battezzato, e si era sposato nel 1930. Dopo la morte del Principe venne issata nel santuario di Racconigi, la bandiera Sabauda che lo stesso Vittorio Emanuele IV aveva donato al cappellano con la sua firma. La grande amicizia tra i due era nata tanto tempo prima, un’ amicizia fatta di incontri e di un epistolario nel quale si evinceva lo straordinario affetto che il Principe aveva per quei luoghi.
Monsignor Troya continua: “ Ero i suoi occhi su questo luogo che aveva nel cuore “.
I due si erano visti in occasione dei quarant’ anni dalla morte del Re Umberto II, che si celebrarono in terra di Francia dove è sepolto. Un momento molto commovente, che avveniva ogni anno per ricordare la morte del Re, suo padre. In quell’occasione il Principe gli aveva espresso la speranza di fare una visita a Racconigi, una speranza che non si poté avverare.
La morte di una persona cara ci lascia una traccia che nessuno potrà cancellare, un solco fatto di ricordi, e di momenti irripetibili. In questo lungo anno, il figlio S.A.R. Emanuele Filiberto ha dimostrato una grande volontà di percorrere il sentiero tracciato dal padre. Nelle tante manifestazioni a cui ha partecipato, si è impegnato con opere benefiche per aiutare le persone disagiate, attraverso gli ordini dinastici. In questo primo anniversario della morte di S.A.R.
Il Principe Vittorio Emanuele, Duca di Savoia, Principe di Napoli esprimo la mia vicinanza alla consorte, Principessa Marina Doria che ha percorso molti anni della sua vita assieme a Lui. Le spoglie del Principe sono state tumulate nella Basilica di Superga, dove riposano altri Reali di Casa Savoia.
Nessun commento:
Posta un commento