NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

sabato 22 febbraio 2025

Mostra sul futurismo a Roma

 Siete cortesemente invitati a un Nostro Incontro di Studio e di Ricerca

dedicato al Patrimonio Storico Italiano, 

con particolare attenzione alla Storia del Regno d'Italia

 Invito   MOSTRA  IL TEMPO DEL FUTURISMO
GALLERIA NAZIONALE D’ARTE MODERNA  ROMA
La Mostra occasionata dall’80° Anniversario della Morte di Marinetti
illustra il rapporto tra Arte e Scienza/Tecnologia.
L’Evento, unico nel suo genere, contestualizza
i capolavori del Futurismo
in un’epoca innovativa, energica e dinamica.
In Mostra oltre 350 opere fra quadri, sculture, oggetti d’arredo,
libri e manifesti, in dialogo con un idrovolante, motociclette,
automobili e straordinari strumenti scientifici d’epoca.
Un tempo ruggente, sempre attuale e avvenire.
DOMENICA  POMERIGGIO   2  MARZO   2025  ORE   16
VIALE  DELLE  BELLE  ARTI   131   ROMA
INGRESSO  GRATUITO     La puntualità è cosa gradita
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA    POSTI   LIMITATI     
In ALLEGATO ulteriori informazioni e le modalità di partecipazione.
Cordialmente.
         Prof. Massimo Fulvio Finucci e D.ssa Clarissa Emilia Bafaro

mercoledì 19 febbraio 2025

“Lo spirito semplice di un’umanità regale nell’anima”, un altro esempio della bontà della Regina Elena di Savoia



Controllando la mia piccola collezione di cartoline, manifesti e libri mi arriva tra le mani un volume, pubblicato il 10 maggio del 1929. Questo libro, edito dalla casa editrice Sonzogno con illustrazione fatte da Decio Cinti, illustra la storia della nobile stirpe dei Savoia partendo dai conti (il conte Biancamano) fino ovviamente a Vittorio Emanuele III. 

La parte finale è dedicata alle Regine e Principesse Reali e si apre con una descrizione quanto mai significativa, breve ma dettagliata sulla Regina Elena.

“Come ammirano ed amano il loro e, cosi gl’Italiani amano ed ammirano la Regina, fulgido esempio di sposa e di madre a tutte le spose e a tutte le madri d’Italia”. (cit.)

Così inizia la prima pagina, e non potrebbe fare altrimenti. Continuando a leggere le quattro pagine che sfoderano ogni aggettivo possibile per illustrare al meglio la bontà e la semplicità di una Regina che seppe onorare la sua posizione amando, tutti e sempre. 

Valori di un tempo, perduti nella matassa aggrovigliata di un caos nel quale le persone faticano a ritrovare radici solide sulle quali costruire leadership adeguate ai tempi e personalità che si distinguano nella vita comune, con una buona dose di altruismo e l’umiltà di conoscere i propri limiti e le proprie doti per condividere tutto ciò che di positivo possiamo donare al prossimo.

Mi colpisce come sempre, tra le tante qualità a Ella riconosciute, quella di aver contribuito al progresso scientifico per combattere e alleviare le sofferenze dall’encefalite epidemica o letargica, apparsa nell’Europa Occidentale nel 1916 per espandersi e divenire un’epidemia mondiale. La Regina Elena seppe che un empirico bulgaro, Ivan Raeff, aveva elaborato una cura sperimentale che dava buoni risultati. 

La Regina si interessò tanto dar far sorgere dei centri di cura in varie località italiane, a partire dalla Capitale, dove i medici si prodigarono per affinare la tecnica e ottenere risultati migliori in tempi più rapidi.

Il merito dell’intervento provvidenziale della Regina fu riconosciuto e acclamato durante un convegno di eminenti personalità nel campo della medicina che si tenne a Roma, presso il policlinico Umberto I. L’encomio al suo coinvolgimento e alle premure dimostrate nell’attuare un’“opera fattiva estesa a tutta Italia“ (cit.) è testimoniato da uno scritto e dalla gratitudine dimostrata dagli ammalati e dalle loro famiglie. Non avrebbe desiderato ricompensa migliore la Regina Elena, aveva dimostrato ancora una volta di essere sempre accanto ai sofferenti, di ascoltarne le pene e di farsi carico di tanto dolore, trovando con la forza della sua innata misericordia una soluzione che portasse cure e conforto ai suoi amati concittadini Italiani. 

Il suo patrocinio al “metodo bulgaro” risultò innegabilmente efficace e lodevole, l’ennesima dimostrazione di una vita volta a far splendere il bene supremo con lo spirito semplice di un’umanità regale nell’anima che aiuta a comprendere la personalità forte e caritatevole della Regina Elena.

Monia Pin

 

Citazioni dal libro “I Savoia – Dalle origini della dinastia ai nostri giorni” edito da Casa Editrice Sonzogno, 1929

 

lunedì 3 febbraio 2025

Anniversario della scomparsa del Principe di Napoli








Emilio Del Bel Belluz

 
Il 3 febbraio 2024 moriva in Svizzera, S.A.R il Principe Vittorio Emanuele IV, figlio del Re Umberto II. 
Quando appresi la notizia ne fui subito turbato e una grande  tristezza mi avvolse. Il mio pensiero andò immediatamente ad una foto che avevo posto nel mio  studio, dove lo si vedeva assieme alla famiglia Reale, poco tempo prima del referendum. 
Una di quelle foto che venivano riprodotte pure in cartolina.  
I volti erano sereni e fiduciosi in una vittoria della monarchia.   
Quello stesso giorno della sua morte,  presi la bandiera di Casa Savoia e la esposi a mezz’asta. 
Nel contempo, alla mente riaffiorò il ricordo della morte di Re Umberto II che spirò dopo trentasette anni d’esilio, lontano dalla sua amata Patria. Il mio Paese ha fatto molto male a me e a tutti i monarchici, non avendoci data la possibilità di assistere al ritorno dell’amato Re Umberto in Patria. 

Aspettavamo che venisse abrogata la XIII^ disposizione transitoria che faceva divieto ai Savoia maschi e ai loro discendenti di far rientro in Italia. Gli fu impedito di ritornare, anche dopo la sua morte, non potendo così riunirsi agli altri Reali sepolti al Pantheon. 
S.A.R. Vittorio Emanuele IV lasciò l’Italia quando era ancora un fanciullo, dell’età di nove anni. Era un bambino a cui hanno fatto  pesare il nome della Sua famiglia. Il suo esilio durò ben 57 anni. Nessun altro Paese democratico si sarebbe comportato in questo modo. “ Una civiltà sulla via del tramonto ha un rapporto malato con la propria memoria, né è schiacciata, spaventata o presa dal desiderio di “annullarla.” ( Giulio Guidorizzi ).
Questa riflessione che condivido, l’ho riportata nel mio diario che tengo da quarant’anni. 
I media alla sua morte furono irriverenti nei confronti della sua persona, non rispettando neanche il dolore che aveva colpito la sua famiglia e tutti i monarchici.  Nei giorni che seguirono, lessi un’intervista rilasciata dal Monsignor Giulio Troya, rettore del santuario della Madonna delle Grazie di Racconigi, ultimo cappellano di casa Savoia nominato dal Re Umberto II. Nel brillante articolo scritto, con il cuore, dalla penna di David Rosso si raccontava  che il principe Vittorio Emanuele IV nutriva una grande affezione per il santuario che era memoria storica di Casa Savoia. 
Suo padre  vi era stato battezzato, e si era sposato nel 1930.  Dopo la morte del Principe venne issata nel santuario di Racconigi, la bandiera Sabauda che lo stesso Vittorio Emanuele IV  aveva donato al cappellano con la sua firma. La grande amicizia tra i due era nata tanto tempo prima, un’ amicizia fatta di incontri e di un epistolario nel quale si evinceva lo straordinario affetto che il Principe aveva per quei luoghi. 
Monsignor Troya continua: “ Ero i suoi occhi su questo luogo che aveva nel cuore “. 
I due si erano visti in occasione dei quarant’ anni dalla morte del Re Umberto II, che si celebrarono in terra di Francia dove è sepolto. Un momento molto commovente, che avveniva ogni anno per ricordare la morte del Re, suo padre. In quell’occasione il Principe  gli aveva espresso la speranza di fare una visita a Racconigi, una speranza che non si poté avverare. 
La morte di una persona cara ci lascia una traccia che nessuno potrà cancellare, un solco fatto di ricordi, e di momenti irripetibili. In questo lungo anno, il figlio  S.A.R. Emanuele Filiberto ha dimostrato una grande volontà di percorrere il sentiero tracciato dal padre. Nelle tante manifestazioni a cui ha partecipato, si è impegnato con opere benefiche  per aiutare le  persone disagiate, attraverso gli ordini  dinastici.  In questo primo anniversario della morte di S.A.R. 
Il Principe Vittorio Emanuele, Duca di Savoia, Principe di Napoli  esprimo la mia vicinanza  alla consorte, Principessa Marina Doria che ha percorso molti anni della sua vita assieme a Lui. Le spoglie del Principe sono state tumulate nella Basilica di Superga,  dove riposano  altri Reali di Casa Savoia.
 

domenica 2 febbraio 2025

A S.A.R. il Principe Vittorio Emanuele

 



 

Pochi sanno cosa pensavi

di questa Patria lontana,

Tua per eccellenza certo

ma invisa dal crudele destino.

L'hai amata profondamente,

quante volte avrai sognato

di camminare lungo le vie

di borghi e città,

d'esserti sentito fratello

padre e amico

di un popolo lontano dagli occhi

ma vicinissimo al cuore,

quante notti avrai sognato

di immortalare nell'anima tua

la gioia d'incontrare la tua gente

che mai dimenticò la tua regale stirpe.

Chissà quante volte

hai sussurrato il nome

Italia

così da ripeterlo

come una preghiera

costante e speranzosa,

con tale intensità

che la famiglia tua

ne fu abbracciata e coinvolta,

vinta e conquistata

finché essa non divenne realtà

che ti colmò di un’incommensurabile grazia.

Negli occhi avevi vivida l'immagine

di quando fanciullo lasciasti l’adorata tua terra

che riabbracciasti con immutato affetto,

forse un amore più forte

nutrito di nostalgia e speranza

accompagnò il tuo fausto ritorno.

La Verità è figlia del tempo,

il Tuo Amore per l'Italia

sarà un'altra preziosa stella

nel firmamento della nostra storia.

Tutto un giorno

sarà svelato, il tempo

renderà manifesto

ciò che fu celato.

Ti unì all'Italia un moto,

un verso, la forza immane

di una stirpe nobile d'animo

tra esempi di virtù rimaste intatte

al fluire inarrestabile del tempo.

Tragico l'esilio

immane il dolore,

oltre ora vivi nella gloria

che nessuna corona

compendia,

eternità e infinito

sono regni dove l'amore trionfa

oltre ogni potere.

Sei Re, che ti importa

l'umano sentenziare?

Hai il tuo vessillo

fallo issare

il vento porterà lontano

il soffio dello spirito,

ora sei nella Patria celeste

e la memoria tua

vive nella terra dei tuoi padri,

ove dimori e riposi.

Possa Iddio donarti ora

la quiete che non avesti in terra.

Veglia solenne

sulla nostra terra natia,

rendici orgogliosi del nostro passato

e consapevoli di quanta bellezza

sia essere italiani

per affrontare l'avvenire con coraggio.

Aiutaci a custodire intatto

l’amore per la Patria nostra,

sprona il risveglio

del tuo popolo

così che riscopra d’essere grande

e si senta di nuovo fiero.

 

Monia Pin

21 gennaio 2025

 

Poesia dedicata a S.A.R. il Principe Vittorio Emanuele nel primo anniversario della sua scomparsa avvenuta il 3 febbraio 2024.