NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

venerdì 8 dicembre 2023

La buona Regina

di Emilio del Bel Belluz

Questa mattina ho letto da un giornale che è prossima la chiusura della causa di beatificazione della Regina Elena di Savoia.

Questa notizia ha trovato un vasto eco tra quelli che da anni si prodigano perché questo debba avvenire. La mamma degli italiani è sempre stata una donna definita da tutti una donna che Dio aveva creato per aiutare il prossimo; una donna che aveva un cuore molto sensibile e onesto.



Lo scopo della sua vita è stato quello alleviare le sofferenze di tutti quelli che incontrava nella sua strada. In questi giorni stavo leggendo un libro dello scrittore Dino Buzzati, una delle penne più belle del nostro Paese, e sono rimasto colpito dalle parole di un suo racconto che riporto: “I Santi hanno ciascuno una casetta lungo la riva con un balcone che guarda l’oceano, e quell’oceano è Dio.

D’estate, quando fa caldo, per refrigerio essi si tuffano nelle fresche acque, e quelle acque sono Dio. Alla notizia che sta per arrivare un Santo nuovo, subito viene intrapresa la costruzione di una casetta di fianco alle altre. Esse formano così una lunghissima fila lungo la riva del mare. Lo spazio non manca di sicuro”. 

Se la causa di beatificazione si concludesse, la Regina sarebbe lieta di poter avere una casetta vicino al mare, essendo lei innamorata della pesca e degli umili pescatori che le avevano sempre manifestato la loro simpatia.

Negli ultimi tempi prima di morire, la si vedeva pescare davanti al mare. Le tante persone che la conobbero, e mi riferisco alle umili genti, l’amarono. Ebbi modo di sentire dalla voce di una donna italiana, che lavorava in Francia, quanta gentilezza la regina riservava alle persone che incontrava.

 Quel volto non lo avrebbero scordato mai, come non sarebbero state dimenticate le parole che rivolgeva a quelle donne lontane dall’Italia, che umilmente lavoravano nelle ricche famiglie come domestiche. Sarebbe auspicabile che la figura della regina Elena fosse presa ad esempio al giorno d’oggi in cui s’è perso ogni valore cristiano di riferimento.  Nella mia biblioteca ho trovato una pagina di una rivista del tempo dedicata alla sovrana, le lacrime della Regina.

“È la Regina Elena, la nostra Regina, l’avete vista?” Si, l’ho veduta a bordo della “Regina Elena”. Vestiva un semplice abito scuro; portava in testa un berretto alla marinara; nessuno l’avrebbe presa per la Regina d’Italia. Sembrava un’infermiera, una suora di carità; il suo volto pallido e contratto dal dolore e di pietà si atteggiava a un dolce sorriso confortando le centinaia di feriti ai quali volle con le sue stesse mani prodigare le prime cure. I suoi occhi erano pieni di lacrime; nella sua voce era un singhiozzo. Creda, nessuna sovrana ha fatto mai quello che la Regina Elena ha saputo compiere nelle tragiche giornate di Messina”. (L’illustrazione Italiana – 5 gennaio 1909)


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