Padova, 1 giugno 2010
Cari amici del
variegato mondo monarchico italiano, e per amici intendo anche coloro che
proprio non la pensano come chi scrive (ci capiamo vero?) credo che, dopo vani
tentativi riservati e privi di riscontri positivi, dopo altri invece
d’interessanti come quello vissuto recentemente in Sicilia, in prossimità delle
assordanti (quando mai!) celebrazioni per i 150 anni della proclamazione del
Regno d’Italia Sabaudo concomitanti con quelle dell’Unità della Patria, in
verità raggiunta dopo la IVa Guerra d’Indipendenza nel 1918, sia giunto il
momento di guardarci lealmente negli occhi, individuare e riconoscere quei
Valori che certamente ci uniscono e, per quelli, decidere se continuare a
rimanere nell’ombra di nostalgici ricordi ovvero ritrovare una unità operativa
nel nome dell’Italia e
di quel Tricolore
che tutti ci unisce.
Sto pensando ad una proposta – per il
momento solo un’idea che vi invito ad elaborare assieme – che potremmo
sviluppare unitariamente lasciandoci trasportare da quegli ideali che condividiamo
tralasciando la contingenza di quei problemi che innegabilmente ci separano o
comunque possono oggi essere di ostacolo a quel processo di rinnovamento istituzionale
che da più parti i monarchici italiani ci chiedono anche nella speranza di un
ricambio generazionale ai vertici delle nostre Organizzazioni ed Associazioni.
Tanto i nostro Riferimenti sembrano aver
fatto scelte diverse da quelle che tutti noi ci aspettavamo. Gli ideali
monarchici, per essere realizzati e vissuti, devono appartenere al Popolo e non
essere patrimonio di qualche individuo.
Parto quindi dalla
convinzione che tutti noi amiamo la nostra Patria e ne abbiamo a cuore le sorti
tanto più trovandoci inermi spettatori di un decadimento istituzionale e
politico così gravi che potrebbe venir meno la struttura democratica dello
Stato.
Da quando
ricevetti il mandato di governare il Movimento Monarchico Italiano,
riconoscendone gli ideali costitutivi del 1984, ho cercato in tutti i modi a
non commettere l’errore di lasciarmi coinvolgere nella polemica dinastica
perché prima sono monarchico istituzionale e poi perché ritengo che il
problema, pur sollevato da altri con dovizia di argomentazioni (!), non debba
necessariamente essere risolto ora, tanto più che, pure nella legittima
aspirazione di una nuova Monarchia in Italia, non ne vedo l’avvento in tempi
brevi e comunque penso che tale diatriba possa essere sospesa di fronte a
obiettivi più concreti ed immediati.
Dico di più, la disputa dinastica, se
ripetutamente alimentata, continua ad essere organica ad una campagna
d’informazione denigratoria che, coinvolgendo direttamente le immagini dei
Principi – tutti indistintamente - e della Casa Reale d’Italia, di fatto arreca
inevitabilmente un grave danno anche a tutti noi.
Ed aggiungo che,
in prossimità delle celebrazioni per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia,
avremmo certamente bisogno di tranquillità; sarebbe un esempio di enorme
importanza anche per rafforzare quella “armonia nazionale” che fermamente
chiediamo e che potremmo toccare concretamente con mano solo dopo la sepoltura
al Pantheon di Roma delle Salme dei nostri amati Sovrani che ancora rimangono
sepolti in terre straniere.
Se amiamo Casa
Savoia, la Dinastia millenaria che ha unito l’Italia e non ho dubbi che sia
così, se riteniamo di essere “prima italiani e poi monarchici”, se pensiamo di
poter essere utili anche politicamente al nostro Paese, è nostro dovere
preoccuparci innanzi tutto del degrado dell’attuale situazione di una comunità,
la nostra, che ha perso ogni ideale di riferimento, ogni etica, non sentiamo
l’orgoglio di essere italiani e il senso di appartenenza ad un grande Popolo
inferiore a nessuno
per arte e cultura
. Noi possiamo farlo, ma solo se sapremo ritrovarci in un progetto condiviso.
Forza amici, l’esempio venga prima da noi!
Non sarà facile, ne ho la consapevolezza.
Ma almeno noi, se
ci proveremo, avremo la coscienza a posto e i segnali che mi giungono da più
parti sono di conforto ad una azione autonoma per una proposta politica
riformatrice dello Stato nel riconoscimento di quei Valori che furono propri
dei nostri Avi e in tutti coloro che hanno creduto nel Risorgimento.
Se un giorno riusciremo, mantenendo alte
le insegne delle nostre associazioni e sventolando la Bandiera Tricolore che ci
accomuna, ad impegnarci con umiltà, onestà e rispetto per quello che io penso
potrà divenire un nuovo soggetto politico avremo certamente adesioni,
credibilità e possibilità di partecipare, finalmente con una nostra ritrovata comune
identità, a quelle iniziative politiche che ora, per la nostra frantumazione e
debolezza, ci sono precluse nonostante i nostri sani ideali.
Ciascuno di noi è
costantemente avvicinato dal mondo politico, ma esclusivamente a titolo individuale
e questo al sottoscritto piace poco perché funzionale alla ricerca di quei
consensi che mai sono valorizzati!
Che fare quindi?
La mia è solo,
ripeto, una idea che vorrei sviluppare con voi trasformandola in proposta
concreta, patrimonio e mission delle nostre organizzazioni ed associazioni.
Ovviamente dopo i
necessari approfondimenti, credo che potremmo formalizzare, farci carico e
lanciare pubblicamente l’iniziativa degli “Stati Generali Monarchici”; una
sorta di laboratorio, anche aperto a qualificate collaborazioni esterne, che
dopo un serrato confronto sui temi che in comune individueremo proponga una
“Costituente Monarchica” da realizzarsi a Roma magari nel 2011.
In tempi brevi
potremmo istituire una sorta di “testa pensante” per elaborare un concreto
programma di lavoro che aspirerei fosse realizzato, innanzi tutto, dalla “base
monarchica” attraverso commissioni o gruppi tematici di lavoro.
Temi già alla
nostra attenzione e che potrebbero sfociare in una sorta di “Libro Bianco
monarchico” condiviso, ripeto rimanendo però in tema di proposta istituzionale
e politica, non dinastica.
Da tutto questo
dovrebbe sortire poi una proposta operativa concreta per un’azione politica
partecipata e condivisa con un nuovo soggetto da inventare; un nuovo soggetto
capace di concretizzare un’azione credibile, seria, onesta e occupare spazi di
sicuro interesse, non fosse altro che per le argomentazioni a noi usuali che
sapremo proporre con maggiore forza e convincimento.
Forse vi appaio eccessivamente
preoccupato, ma ho la convinzione che non trovando qualche nuovo stimolo
continueremo a commemorare il passato sprecando idee e risorse; credo che
nessuno di noi, individualmente con la propria associazione, pur con ogni
migliore volontà, abbia la possibilità di riuscire in una tale iniziativa e
quindi diamoci una mano finché siamo in tempo!
Chiunque intenderà
partecipare allo sviluppo di questa proposta, che nel motto “l’Italia innanzi
tutto” potrebbe coinvolgere anche chi nella monarchia non crede e spera
comunque nel bene della nostra Patria, mi contatti al seguente indirizzo di
posta elettronica: segreteriammi@libero.it.
E gridiamo assieme Viva l’Italia Unita,
viva il Tricolore!
Alberto Claut
Segretario
Nazionale MMI
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