Sono passati 42 anni dalla morte del
Re Umberto II, avvenuta il 18 marzo del 1983. Una di quelle date che non potrò
mai dimenticare nella mia vita. Moriva un Re che ho sempre amato e che sentivo
così vicino che mi sembrava di avere il cuore in Portogallo insieme a lui.
Avrei voluto dividere la tristezza dell’esilio che lo aveva costretto a vivere
lontano dalla sua Patria per 37 anni. Alla sua morte pensavo che lo avrebbero
sepolto in Italia, al Pantheon, ma non fu così: divenne esule da vivo e lo
rimase anche da morto.
Fui tra coloro che andarono ai suoi
funerali in terra straniera, e vi andai con la morte nel cuore. Fui tra i primi
ad arrivare in Francia, nella Abbazia di Hautecombe. Avevano da poco collocato
le sue spoglie, avvolte nella bandiera Sabauda, ed era vestito da Generale.
Provai quella commozione che di solito si ha quando si perde una persona cara:
pregai, e piansi. Quando penso alla grandezza d’animo di questo Re, non posso
che essere felice di essergli rimasto legato in tutti questi anni. La morte,
del resto, non allontana l’amore per le persone che abbiamo amato.
La storia ci insegna che solo i
grandi uomini, come le grandi opere sopravvivono al tempo. Alla sua morte lo
scrittore Silvio Bertoldi sul settimanale Oggi scrisse: “ Re Umberto II se ne è
andato, resta la vergogna dell’esilio”. La morte del Re d’Italia in esilio
rappresentò un momento poco lodevole della politica, e lo dimostrò il fatto che
nessuno mosse un dito nel momento in cui il Re chiese di poter morire in
Italia. Eppure aveva solo chiesto un atto di giustizia. Il Carnelutti scrisse:”
l’Italia è la culla del diritto e la tomba delle giustizia”.
Il Re lasciò in eredità la Sacra
Sindone alla Chiesa. Di Lui si potrà sempre dire che accettò l’amaro esilio con
dignità per evitare una guerra civile che avrebbe provocato migliaia di morti.
Anche quest’anno verrà ricordato, nel giorno del suo anniversario della morte,
da tante persone che non lo hanno mai dimenticato.
Emilio Del Bel Belluz
https://www.ilpiave.it/un-re-dal-cuore-buono.php
Nessun commento:
Posta un commento