NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

martedì 18 marzo 2025

Un Re dal cuore buono

 


Sono passati 42 anni dalla morte del Re Umberto II, avvenuta il 18 marzo del 1983. Una di quelle date che non potrò mai dimenticare nella mia vita. Moriva un Re che ho sempre amato e che sentivo così vicino che mi sembrava di avere il cuore in Portogallo insieme a lui. Avrei voluto dividere la tristezza dell’esilio che lo aveva costretto a vivere lontano dalla sua Patria per 37 anni. Alla sua morte pensavo che lo avrebbero sepolto in Italia, al Pantheon, ma non fu così: divenne esule da vivo e lo rimase anche da morto.

 

Fui tra coloro che andarono ai suoi funerali in terra straniera, e vi andai con la morte nel cuore. Fui tra i primi ad arrivare in Francia, nella Abbazia di Hautecombe. Avevano da poco collocato le sue spoglie, avvolte nella bandiera Sabauda, ed era vestito da Generale. Provai quella commozione che di solito si ha quando si perde una persona cara: pregai, e piansi. Quando penso alla grandezza d’animo di questo Re, non posso che essere felice di essergli rimasto legato in tutti questi anni. La morte, del resto, non allontana l’amore per le persone che abbiamo amato.

 

La storia ci insegna che solo i grandi uomini, come le grandi opere sopravvivono al tempo. Alla sua morte lo scrittore Silvio Bertoldi sul settimanale Oggi scrisse: “ Re Umberto II se ne è andato, resta la vergogna dell’esilio”. La morte del Re d’Italia in esilio rappresentò un momento poco lodevole della politica, e lo dimostrò il fatto che nessuno mosse un dito nel momento in cui il Re chiese di poter morire in Italia. Eppure aveva solo chiesto un atto di giustizia. Il Carnelutti scrisse:” l’Italia è la culla del diritto e la tomba delle giustizia”.

 

Il Re lasciò in eredità la Sacra Sindone alla Chiesa. Di Lui si potrà sempre dire che accettò l’amaro esilio con dignità per evitare una guerra civile che avrebbe provocato migliaia di morti. Anche quest’anno verrà ricordato, nel giorno del suo anniversario della morte, da tante persone che non lo hanno mai dimenticato.

 

Emilio Del Bel Belluz

 

https://www.ilpiave.it/un-re-dal-cuore-buono.php


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