In occasione del 14° anniversario della sua scomparsa pubblichiamo un articolo tratto da "Critica Monarchica", Gennaio 1962, del Presidente del Circolo Rex , Ingegner Giglio, che ben descrive la figura della Regina Maria José, persona di elevata cultura, non convenzionale, che sarebbe stata perfetta, insieme a Re Umberto II nel periodo della ricostruzione materiale e morale dell'Ialia.

Volpe non può esistere un legittimismo sabaudo « ... negato nel
momento stesso che il Regno si costituiva
e per il modo come si costituiva... », non innalziamo a « mito » il Re e la Sua famiglia, ma con tutto ciò
per una questione di correttezza, Ai
buon gusto e nel caso particolare, anche di cavalleria, non
ci permetteremmo mai di scrivere quello che alcuni monarchici hanno invece
Scritto recentemente ad una repubblicana redattrice di un diffuso settimanale
di destra nei confronti della
Regina , a causa di un viaggio della Sovrana, che, fra l'altro
accompagnava la madre, Regina Elisabetta del Belgio, in alcuni
paesi oltrecortina. « Dolore indignazione, ex-regina » sono
i termini più blandi di queste lettere alle quali ha risposto sullo stesso
giornale con argomenti seri e validi, dando a tutti gli altri monarchici noi
compresi, una lezione di stile un monarchico, definitosi «comunista ».
Così la polemica epistolare potrebbe dirsi chiusa, se non si
prestasse invece a delle considerazioni più generali sulla frettolosità, sulla
ingenerosità, sull'incomprensione che certi giudizi e commenti denotano verso una
Donna, la Regina ,
dalle altissime qualità morali ed intellettuali, cui il destino, non certo
benevolo ha impedito di svolgere qui in Italia il Suo ruolo
di Sovrana, per il quale aveva tutte le doti, dal senso della Regalità, a
quello della Democrazia, e che Le avrebbe permesso di, farsi meglio conoscere e
di conseguenza apprezzare e stimare. L'esilio non ha giovato a questa
conoscenza della personalità di Maria Josè e forse poi nessuno degli
improvvisatisi giudici conosce e ha letto ad esempio il primo volume della
storia de «I tre Amedeo di Savoia VI, VII, VIII», scritto dalla Regina,
affettuoso e nobile tributo alla Casa nella quale Ella era entrata a far parte
con il matrimonio, e dedicato, con squisita sensibilità e senso di italianità,
«alla memoria del valoroso e cavalleresco Amedeo di Savoia, Duca d'Aosta »
spentosi a Nairobi il 3 marzo 1942; libro, questo di alto valore storico e
scientifico, al quale, pochi mesi prima di morire, Benedetto Croce dettò una
commossa prefazione, in cui, in polemica con tanti sedicenti storici detrattori
di Casa Savoia esaltava, con precise argomentazioni e documenti, «...la
singolare unione di sovrani e di popolo propria della storia di Casa di Savoia»
e rendeva omaggio alla Regina per la
Sua fatica letteraria. Pochi poi sanno dei riconoscimenti che
numerose accademie e società culturali estere hanno tributate alla nostra
Sovrana e da questa ignoranza, non certo attenuata dalle corrispondenze
incomplete, inesatte, a volte tendenziose, spesso non documentate che sono
apparse più volte sulla stampa periodica, discendono le manifestazioni di
protesta come quelle surriferite.
Dopo la
Regina Margherita , che con la Sua vivace attenzione ai problemi artistici e
culturali e il Suo fascino Regale seppe conquistare alla Monarchia simpatie e
devozione di uomini cultura di idee democratiche non certo cortigiane,
assurgendo nella memoria dei posteri all'aspetto, di mito, quello de «l'eterno
femminino regale », dopo la
Regina Elena , che dei valori familiari, della carità e della
pace fece la missione della Sua vita sì da meritare il ricordo riconoscente di
tutto il popolo e ciò nonostante subì anch'essa le critiche di alcuni ambienti
monarchici, Maria Josè, la
Regina Maria , aveva ed ha anch'Essa un ruolo da assolvere,
quello che l'epoca e le necessità storiche impongono e cioè riconquistare all'ideale
della Monarchia democratica, apportatrice di vero progresso sociale, gli
esponenti più progressisti e moderni della nostra cultura, essendo
intellettuale fra gli intellettuali, letterata fra i letterati, artista fra gli
artisti. Ed allora per poter svolgere compiti, per accrescere la conoscenza dei
problemi di questo tormentato mondo contemporaneo e poter portare un
contributo, anche modesto, alla loro soluzione, non si deve avere paura di
viaggi «in partibus infidelium», quando si tratti appunto di viaggi di studio e
non politici, perchè questi ultimi o quelli di uomini d'affari, desiderosi solo
di concludere contratti apparentemente vantaggiosi, sono effettivamente, pericolosi!
AI punto in cui siamo oggi nel mondo, tra il disfrenarsi di
nazionalismi xenofobi in quasi tutti i paesi extra-europei e l’espandersi, pur
con le inevitabili crisi interne, dell'imperialismo comunista, non sazio del
miliardo di uomini sui quali esercita già il proprio dispotico dominio, la
mentalità di chi pretende ignorare questa situazione e questi paesi è
semplicemente suicida ed antistorica, ed è proprio la causa dell'espandersi del
comunismo, che viceversa non ignora niente e non trascura nulla di quanto
avviene nei paesi liberi per trovare, cercare e se del caso creare le occasioni
ed i motivi di una sua sempre maggiore penetrazione negli stessi. Perciò noi
non ci siamo scandalizzati per quel viaggio, perciò riteniamo utile che una
persona colta come S.M. la
Regina abbia potuto vedere di persona qualcosa del «pianeta
Cina», giacchè siamo certi oltre tutto che non sì sarà fatta impressionare
dalle adunate ultraoceaniche, dalle poderose opere del regime (anche gli
Imperatori cinesi costruirono la Grande Muraglia !) e dai violenti discorsi
propagandistici che concludono tutte queste manifestazioni, ma avrà tratto da
tutto ciò dei preziosi elementi per meglio capire la psicologia di questi
popoli e le ragioni per le quali si è in essi affermato il comunismo. Conoscere
a fondo l'avversario è infatti essenziale in qualsiasi competizione e più che
mai in questo duello mortale tra mondo libero e mondo comunista, in cui siamo convinti
che la vittoria finale sarà della libertà, se la libertà avrà la forza di
essere coerente con se stessa, di fare a meno di certi difensori, che consciamente
o meno, con la loro ottusa negazione del mondo moderno, forniscono agli
avversari le armi e gli argomenti migliori per colpirla, di mobilitare invece
le energie e le intelligenze migliori e di rivalutare valori spirituali ed
istituti tradizionali, convenientemente adattandoli ai nuovi compiti ed alla
nuova mentalità.
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