NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

venerdì 29 marzo 2013

La validità dell'Istituto Monarchico

Ne siamo più che mai convinti, è ovvio.
Ma lo spettacolo cui assistiamo periodicamente, ogni 7 anni più o meno, dovrebbe convincere anche i più scettici,  quelli più cocciutamente convinti della supposta superiorità della repubblica.

Il capo dello stato è super partes, secondo repubblicana costituzione, ma tutti si affannano a volerne uno che un po' di parte lo sia ed inevitabilmente sarà così: ci sarà qualcuno contento e qualcuno che lo sarà meno o non lo sarà per niente.

La tradizione recente vuole che i capi di stato siano di ferrea osservanza democristiano-azionista-comunista. Un po' meglio andava all'inizio della storia repubblicana, quando i presidenti li sceglievano monarchici e qualcosa pure significava.

Ma lo scempio dell'Italia (che passa attraverso lo sfacelo dell'istituzione repubblicana scritto a lettere di granito nella costituzione, che non è la più bella del mondo se non, forse,  nei primi articoli, ove si elencano alcune dichiarazioni di principio puntualmente disattese nei restanti articoli e nella pratica civile) è al suo apice.

Al Quirinale torni il legittimo titolare. Torni colui che è capo dello stato per aver incarnato nella sua storia la storia della Nazione. Non l'espressione di una parte/partito.

Al Quirinale torni il Re!




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