NERVESA DELLA BATTAGLIA – Il 30 giugno
2024 presso il Sacrario di Nervesa si è tenuta l’inaugurazione del monumento al
Milite ignoto. La giornata prometteva bene, evidentemente lassù qualcuno voleva
che quel mattino fosse indenne dal maltempo e ricordasse con la luce del sole
quella fiamma perenne che arde sull’Altare della Patria. Esso custodisce la memoria
perenne delle vite di tanti giovani che per la nostra Patria combatterono,
soffrirono, perirono sempre amando profondamente l’Italia, talmente tanto da
arrivare al sacrificio con quell’audacia che porta solo gli eroi, giunti da
ogni parte d’Italia, ad assurgere alla gloria eterna, conquistando la vittoria
per le generazioni a venire.
Quel passato che ci sembra così lontano
e dal quale talvolta ci sentiamo estranei é più vicino di quel che immaginiamo.
Infatti poco più di un secolo ci separa da quei drammatici momenti, un battito
di ciglia che divide scene totalmente diverse: da un lato episodi di vita
drammatici, vissuti in una trincea o in un campo di battaglia alla mercé del
nemico, dove gli uomini condividevano timori e speranze, vivendo ogni istante a
tu per tu con la morte e battendosi con un coraggio inenarrabile contro il
nemico; dall’altro il presente che ci chiede di essere la loro memoria affinché
le loro gesta non siano state compiute invano e i loro nomi non cadano
nell’oblio.

E’ stata una domenica del tutto
speciale, l’organizzazione impeccabile ha fatto sì che il momento condiviso tra
autorità civili, militari, religiose e cittadini rimanga ben impresso nella
mente dei presenti. Di questo dobbiamo ringraziare l’Istituto Nazionale delle
Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon che ha organizzato la cerimonia,
il Comune di Nervesa che ha concesso il Patrocinio e le tante associazioni d’Arma
presenti, oltre ai sindaci di alcuni Comuni della Marca.
Numerosa la delegazione dei Bersaglieri
guidata dal Presidente provinciale Cecchetto, con la presenza del Medagliere di
Treviso e i labari di Conegliano, Mareno di Piave e Vazzola. La sfilata della
Fanfara L. Pellas di Jesolo ha dato il là alla solennità di una cerimonia che
ha visto come ospite d’onore S.A.R. il Principe Emanuele Filiberto di Savoia,
il quale ha preso la parola dopo gli interventi del sindaco di Nervesa Mara
Fontebasso ed altre autorità militari, tra le quali il Presidente regionale dei
Bersaglieri Bozzo.
S.A.R. Il Principe Emanuele Filiberto ha
ripercorso con un discorso sobrio e coinciso la storia della Seconda Battaglia
del Piave che il Vate, Gabriele d’Annunzio, chiamò Battaglia del Solstizio e ha
poi continuato affermando in merito ai caduti: “I loro nomi sono scolpiti sulla
pietra ma anche nella storia e l’unico modo per non dimenticare il loro
sacrificio è onorarli”. Ha ricordato l’emozione forte che lega la sua famiglia
a questo eroe senza nome, ospitato nel sacello all’interno dell’Altare della
Patria, come volle il suo avo Vittorio Emanuele III, sottolineando l’importanza
del legame con questo territorio che vide il Re qui presente, al fronte, per
ben tre anni del primo conflitto mondiale. La sua presenza gli valse
l’appellativo meritato di “Re soldato”.
Ma la presenza di S.A.R. il Principe
Emanuele Filiberto, come da lui stesso ribadito, aveva un duplice scopo: quello
commemorativo e la finalità benefica. Infatti le somme raccolte, anche grazie
alla cena di gala, saranno donate per l’acquisto di defibrillatori a beneficio
delle comunità della zona, in primis al Comune di Nervesa.
Ai discorsi è seguita l’inaugurazione
del monumento al Milite Ignoto, “Ignoto Militi”, alla presenza delle
istituzioni civili, religiose e militari con la benedizione e la deposizione
della corona di alloro. L’accesso è stato poi aperto al pubblico e molti hanno
colto l’occasione sia per vedere l’opera che per avvicinare S.A.R. il Principe,
per una parola e qualche foto di rito.
Il suo spirito di profonda umanità ha
prevalso su ogni polemica, la sua semplicità unita alla raffinatezza dei suoi
modi, anche nel rispondere velatamente ai contestatori, ha portato alla mente
la bontà e la generosità della sua bisnonna, la Regina Elena che mai aveva
negato ai suoi concittadini il proprio sostegno economico e morale ed aveva per
tutti una parola di conforto. La sua elevata sensibilità l’aveva vista
distinguersi in più frangenti, dolorosi sia per la Patria che per la sua
famiglia, non lesinando mai quella misericordia verso gli umili, gli ammalati,
i più sfortunati che riusciva a raggiungere. E così fu, fino alla fine dei suoi
giorni.
La solidarietà ed il senso di comunità
sopravvive sicuramente nel cuore di S.A.R. il Principe Emanuele Filiberto di
Savoia che non si risparmia nell’essere presente in varie città italiane, come nel
caso della cerimonia svoltasi a Nervesa, testimoniando così il suo amore
sconfinato per l’Italia.
Ricorderò con affetto questo giorno,
l’averlo incontrato, qualche parola scambiata, una foto, ma soprattutto la sua
cortesia che lo fa essere Principe nell’anima e nel cuore, oltre che per
discendenza dinastica. Ci sono valori che si acquisiscono fin dalla nascita e
che segnano la missione di una vita, così fu per la Regina Elena, così per
Emanuele Filiberto che saprà onorare il nome che porta e far rivivere con le
sue azioni quell’indole innata di benevolenza che contraddistinse la sua ava
chiamata “L’angelo della carità”.
Sono uscita un po’ dal seminato ma
questo è stata la sensazione che mi ha lasciato la giornata del 30 giugno 2024.
E’ stata un’opportunità per onorare i caduti, in un sacrario che raccoglie la
vita di migliaia di persone, destini intrecciati in un silenzio che ci entra
nell’anima; è stata l’occasione per conoscere la figura di S.A.R. il Principe
Emanuele Filiberto, un uomo che ha raccolto un’immensa eredità morale e
valoriale. Egli saprà oltrepassare diffidenza e contestazioni con impegno e
tenacia, così da far comprendere con gentilezza tutto ciò che è pronto ad
offrire a quanti lo incontreranno e lo ascolteranno, senza pregiudizio alcuno.
Monia Pin