di Luciano Garibaldi
Dal 28
dicembre scorso, settantesimo anniversario della morte, i resti di Re Vittorio
Emanuele III riposano nel santuario di Vicoforte (Cuneo), dove sono stati
traslati da Alessandria d'Egitto. In contemporanea, sono giunti da Montpellier
i resti di sua moglie la regina Elena. Vittorio Emanuele ed Elena sono stati
per ben 46 anni — dal 1900 al 1946 — il re e la regina d'Italia. Ricordiamoli,
iniziando dalla figura della sovrana, che si distinse nelle opere di carità
cristiana e di assistenza ai malati. Nata a Cettigne, nel piccolo Stato
balcanico del Montenegro, nel 1873, sposò l'erede al trono d'Italia nel 1896,
dunque all'età di 23 anni, dopo essersi convertita dalla fede ortodossa a
quella cattolica. All'atto delle nozze Vittorio Emanuele aveva 27 anni. Il loro
matrimonio fu esemplare fino all'ultimo giorno. Ebbero cinque figli: Jolanda,
Mafalda, Umberto, Giovanna e Maria Francesca.
Il primo,
drammatico evento che permise agli italiani di rendersi conto della
straordinaria personalità della Regina Elena fu il terremoto di Messina del
1908. Elena si precipitò in Sicilia e si dedicò per intere settimane a
soccorrere e aiutare le famiglie colpite. Non fu che l'inizio della sua storia
di altruismo. Durante la grande guerra ’15-18 non smise mai di operare come
infermiera della Croce Rossa e trasformò in ospedali il Quirinale e Villa
Margherita. Ottenuta la laurea honoris causa in medicina, si impegnò a tempo
pieno contro le malattie, specialmente contro l'encefalite, la tubercolosi, la
poliomielite, il morbo di Parkinson, ma soprattutto contro il cancro. In
considerazione del suo operato, nel 1937 il Pontefice Pio XI le conferì la
"Rosa d'oro della cristianità".
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