NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

martedì 9 gennaio 2018

Il libro azzurro sul referendum - IX cap - 3


 Colloquio di De Gasperi con Sua Maestà 6 giugno (1)

«Re Umberto guardandolo fisso negli occhi: «La ragione che la porta qui stamane non mi è ignota, credo ».

De Gasperi: Maestà, il lavoro di spoglio cui si è rapidamente proceduto durante la notte ha portato alla constatazione di una considerevole maggioranza per la repubblica. Non le nascondo che il primo dolorosamente sorpreso sono stato io stesso ».

Il Re lesse il numero dei conteggi manipolati nottetempo dal Ministro degli Interni.

Re Umberto: «Ne prendo atto. Immagino ci sarà una dichiarazione ufficiale, non appena i risultati siano completi ».
De Gasperi: « E’ la stessa situazione, che si va facendo irrequieta che richiede una dichiarazione del genere. Sarà probabilmente fatta in giornata. Naturalmente essa non pone alcuna ipoteca sulla proclamazione ufficiale, che spetta alla Corte di Cassazione ».

Re Umberto: «Naturalmente. Quando ritiene che la Corte potrà riunirsi? »
De Gasperi: «Il lavoro di controllo della Corte va svelto. Ritengo possibile la proclamazione ufficiale entro sabato ».
Re Umberto: «Si tratta di prendere ora decisioni in rapporto alla mutata situazione. C'è un punto fermo: la proclamazione ufficiale da parte della suprema Corte. Non appena essa sarà avvenuta, io che l’avrò attesa a Roma  lascerò il Paese. E’ bene che non si avverta scossa alcuna nel delicato momento del trapasso. Occorre pertanto concordare precise formalità per il passaggio dei poteri».

De Gasperi : «Esattamente, un netto passaggio di poteri dirà al Paese che il mutamento della forma istituzionale avviene in perfetta intesa fra la Corona e il Governo. Subito dopo la proclamazione ufficiale verrò da Vostra Maestà accompagnato dal Presidente della Corte S.E. Pagano, per la comunicazione del caso. Sarà poi mio dovere accompagnare Vostra Maestà al luogo che avrà stabilito per la partenza».

Il Sovrano si mostrò a questo punto sinceramente preoccupato di lasciare dietro di  il Paese nell'ordine; si toccò l'argomento di un proclama pacificatore degli animi divisi dalle passioni. Disse Re Umberto: «Intendo con esso sciogliere dal giuramento alla Corona tutti coloro che lo hanno prestato. Quanti hanno creduto fino ad ora nella Monarchia devono essere i primi a dare esempio di concordia e di buona volontà. Intanto come immediato segno del mio proposito, oggi stesso i componenti della Famiglia lasceranno il Paese. La Regina e i Principi si recheranno a Napoli, di dove prenderanno imbarco per il Portogallo ».

Dopo l'udienza Reale, l'Ammiraglio Garofalo e il Generale Infante accolgono il Presidente che se ne va, scambiando parole di circostanza. Non sa trattenersi De Gasperi dall’esprimere ammirazione per il Re. A Garofalo dice di essere stato vivamente colpito dal suo equilibrio, dalla sua umanità.

«E’ un gran brav'uomo!... », parole testuali che egli pronuncia quella mattina».

(1) Da Storia segreta..., pagg. 104, 105 c seg.

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