NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.
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mercoledì 18 gennaio 2017

Auguri Presidente Antonio Tajani. I nostri giorni a via Ludovisi dove tutto è cominciato

di Fabio Torriero

Il ricordo personale che ho di Antonio Tajani, è legato a tre diversi momenti della mia vita.
Per parecchi anni le nostre strade si sono incrociate, sovrapposte.
La prima volta che l’ho visto, è stato nella storica sede nazionale del Fronte Monarchico Giovanile (l’organizzazione di base dell’Unione monarchica italiana), in via Ludovisi 16, vicino a via Veneto (zona centrale di Roma).

L’anno era il 1972, io ero molto giovane, ma già appassionato e innamorato dell’Italia. Mi sentivo patriota e sentivo il fascino del Risorgimento, dell’unità nazionale e della dinastia sabauda indissolubilmente legata alla nostra storia.

Antonio, rispetto agli altri attivisti, spiccava per classe, tenacia e autorevolezza. Il suo ruolo era di vertice: vice-segretario nazionale del FMG, contribuì a costruire una presenza istituzionale che non fosse soltanto sentimentale o nostalgica, ma politica, fondata su una coscienza concreta, su documenti da scrivere, pensieri da elaborare, azioni concrete da effettuare (nei quartieri, nei posti di lavoro, nelle scuole).

In quella meravigliosa "università" sul campo, guidata da Sergio Boschiero, segretario generale dell’Umi, si sono formati tanti giovani che si sono affermati un po’ ovunque.
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