NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

lunedì 30 gennaio 2017

La Monarchia ha realizzato le libertà più autentiche - quarta parte

Action Française
Si sente il bisogno di un uomo che sia veramente al di sopra dei partiti, indipendente da essi. E questo non può essere che il Re. E' certamente un bene, mi si dirà, restaurare l'autorità dello Stato aa, che succederebbe della libertà, delle libertà?
Ebbene, proprio la Monarchia risponderebbe alla esigenza che soprattutto oggi si fa sentire di restaurare e proteggere le libertà.
La dottrina ufficiale repubblicana pretende che non vi fossero libertà, né in Francia né altrove, prima della rivoluzione francese del 1789. Niente di più falso. Ci si può semmai domandare se la rivoluzione francese non segni l'avvento dei regimi totalitari.
Nella vecchia Francia, il sentimento di libertà era molto sentito - Alessio di Tocqueville ce ne ha lasciato ampia testimonianza.
L'autorità del Re non era affatto in contraddizione con le libertà dei francesi. Essa era, al contrario, protettrice contro gli abusi dei grandi e dell'amministrazione.
E' contrario alla verità storica parlare d'una dialettica tra il Re ed il Popolo. E' piuttosto contro la feudalità che il Re si è opposto. Le libertà si sono sviluppate a mano a mano che si è rafforzata l’autorità regale.
Lo libertà di cui godevano i francesi nell’antico regime erano innanzitutto libertà collettive. L'antico sistema era una società di ordini e di corporazioni. Questi ordini e corporazioni costituivano di per se stesse delle garanzie per l'individuo, che vi trovava la propria valorizzazione.
La rivoluzione ha sostituito una Libertà astratta, con una Elle maiuscola, alle libertà concrete dell'antico sistema. Essa ha soppresso le prerogative di innumerevoli comunità ed ha lasciato l'individuo disarmato dinanzi al potere del denaro e della Stato. Così la rivoluzione francese ha permesso lo sviluppo del capitalismo liberale con il seguito di ingiustizie, in attesa di introdurre lo Stato tecnocratico e totalitario da cui noi siamo oggi minacciati. La sovranità popolare non è affatto una garanzia di libertà. Del resto la sovranità del popolo è qualcosa di diverso da un mito, di una impostura che escogitano i  detentori del potere?
La Monarchia era, invece strumento di tutela, di rinascita e di sviluppo delle libertà. In effetti, la     repubblica è talmente presa da preoccupazioni di carattere  elettorale e di tipo ideologico, da non voler     lasciare sfuggire nulla del controllo degli elettori. Pertanto, considera le libertà come una minaccia al sistema.
In Monarchia, per contro, il potere, essendo affrancato dalla servitù dell'elezione, non ha nulla da temere per il nascere di opposizioni se consente, ad esempio, più autonomia alle comunità locali.

La Monarchia ha una naturale propensione a disimpegnarsi di molti dei compiti che lo Stato si è accaparrato, cui adempie male e che normalmente non gli competono.
Inoltre, la Monarchia non ha ideologie da far prevalere. Essa può accettare il pluralismo ideologico dei Francesi, dal momento che questo pluralismo non costituisce minaccia al potere della Monarchia, che si fonda soprattutto su una naturale autorità morale.
La Monarchia, pertanto, potrebbe permettere anche un rafforzamento delle autorità locali e professionali in rapporto alla propria forza. Solo un Potere forte può decentrare. Oggi lo stato, per quanto possa essere persino tentacolare, è eminentemente fragile, ciò che lo rende diffidente nei confronti dei corpi intermedi.

Tra il Re e le collettività territoriali o professionali, le molteplici associazioni di interesse si istituirebbe naturalmente un dialogo, il dialogo dell’interesse generale e degli interessi particolari, con il Sovrano in funzione di estrema istanza.

E così come vi possono essere conflitti tra l'interesse generale e gli interessi particolari, altrettanto si possono manifestare conflitti tra le diverse collettività. Il Re eserciterebbe, in tal caso, il suo arbitrato. In repubblica, non esiste un arbitro dotato della sufficiente credibilità; non vi sono che partiti e classi in lotta gli uni contro gli altri.
Nel concludere questo capitolo sulle libertà reputo opportuno sottolineare lo sviluppo che ha assunto, ai giorni nostri, il concetto di decentramento, sia che si tratti di un decentramento comunale o che riguardi quello provinciale, universitario o culturale. Si constata ugualmente conte si diffonda l'idea della necessità di una collaborazione tra i    partners sociali e di una partecipazione nelle relazioni di lavoro. Idee eccellenti che corrispondono senza dubbio alle aspirazioni dei Francesi.
C’é tuttavia, da rilevare come, in repubblica queste idee, lungi dal procurare innanzitutto la pace sociale, sono deviate e divengono segni di contraddizione.
Lo stesso Ente Regione, di recente creazione, appare come un’istanza supplementare di contestazione politica e, per parere il colpo in questa maniera corso, patere in carica cerca di assicurarsene il controllo. Questo non impedisce il regionalismo, che, in alcune zone, sconfina nel separatismo, contro il quale si leva il giacobinismo.
La cooperazione e, la partecipazione, dal conto loro, non sono considerati dai sindacati che si ispirano alla lotta di classe che come dei mezzi per rendere intensa la guerra  la  sociale, Gli stessi accordi conclusi con lo Stato e con la con la parte datoriale non sono, nella loro considerazione, che degli armistizi assolutamente effimeri. Quanto alla    partecipazione essi non  lo concepiscono che come un mezzo per imporre un potere sindacale irresponsabile nelle aziende.
Ci si rende, dunque, conto come la repubblica, avvelenando i rapporti sociali crea ostacolo alla rinascita dei corpi intermedi ossia alle autentiche e più importanti libertà.
La terza esigenza politica  della Francia è costituita dalla necessità della interpretazione del potere reale presso il potere. Ed è, infatti,  un grosso problema, quello delle relazioni tra governanti e governati.
Come    può il potere far conoscere le sue idee, il suo programma, le sue intenzioni, la sua politica ai francesi? Come può venire a conoscenza delle aspirazioni e delle esigenze del popolo?

Si sa, al riguardo, il ruolo importante che gioca la televisione, ma si tratta, purtroppo, di un veicolo di informazione a senso unico. Vi sono anche le conferenze stampa, cui  De Gaulle conferiva l'aureola di una grande messa solenne e che, con Pompidou, è divenuta una sorta di messa delle ore 11, avendo parte riservata al dialogo rivestito un po' più di importanza.
Vi è di certo che la rappresentanza parlamentare, ma ogni giorno di più si deve prendere atto del deperimento del suo ruolo e della sua inefficacia. Vale la pena deplorarlo? In fondo, il Parlamento  non rappresenta che delle opinioni, o , piuttosto, la geografia delle opinioni in un determinato momento. Quale valore accordare a questa opinione male informata, intrisa di pregiudizi passionali, fluttuante, manipolata da ogni sorta di propaganda e nella cui formazione il danaro ha un ruolo così importante?  Non è la Francia che vive e che lavora. Non è la Francia reale.
D'altra parte, questa rappresentazione detta «nazionale», cumula le funzioni di rappresentanza e di potere, dal momento che nella attuale costituzione oltre a fare il governo si preoccupa anche di farlo cadere.
Ed in effetti, il parlamento rappresenta male  i Francesi. Esso è solamente un nido di intrighi, nel quale i partiti si affrontano per impadronirsi del potere.

Ora, se è vero che la Monarchia non consentirebbe il predominio dei partiti attraverso il Parlamento sarebbe peraltro in grado di garantire ad una autentica Rappresentanza delle forze vive del Paese reale di esercitare pienamente il proprio ruolo. Poiché questo è conforme alla sua tradizione.
L'antico sistema ha conosciuto gli Stati Generali e gli stati provinciali. Alla vigilia della rivoluzione Luigi XVI prese a creare assemblee provinciali in tutta la Francia. E' questa tradizione che è andata perduta, dal momento in cui si è attribuito a delle Assemblee nazionali un potere sovrano.
La Monarchia permetterebbe  la messa in pratica della distinzione tra potere a rappresentanza. Ed i rapporti fra l'autorità della Corona e gli organi rappresentativi non si fonderebbero sulla reciproca diffidenza,  come accade attualmente per i rapporti tra governo ed assemblea.
Perché in Monarchia i deputati, pur se i diversi punti di vista possono non collimare, non esaspererebbero le divergenze sino alla lotta senza quartiere perché la ragione della disputa noti sarebbe l'impadronimento del potere, come accade normalmente oggigiorno. In altri termini , non  si tratterebbe di un confronto competitivo ma semplicemente mente collaborativo.
Ed, in effetti, il potere reale ricercherebbe la collaborazione della Rappresentanza del Paese dal fine di non porsi contro la volontà della Nazione e per evitare esplosioni di rivolta.
Ne, d'altro canto, la Rappresentanza  - ossia gli Sfati Generali - avrebbero difficoltà a collaborare   in un fruttuoso rispetto dei ruoli e delle funzioni. Così si otterrebbe quella società più raccolta ad unita che evocava il 18 gennaio 1974 su « Le Monde. Questa maggiore coesione nazionale non sarebbe frutto della sottomissione totale e cieca ad un capo, ma sarebbe il risultato di una reale partecipazione di tutte le forze vive delle Nazione.
Una partecipazione che la repubblica, quale essa sia,  è incapace di assicurare.

Come voi vedete, dunque non si può considerare   la restaurazione della Monarchia un ritorno al passato.
Essa non significherebbe che il rinnovamento delle tradizioni politiche feconde che hanno fatto la grandezza del Paese.


Poiché la Monarchia rappresenterebbe, infine, un nuovo sistema. Un Sistema moderno. Come affermava all'inizio di questo secolo Filippo  VIII, Duca d'Orleans:   La Monarchia,  tradizionale per principio, sarà moderna nelle sue istituzioni.

domenica 29 gennaio 2017

MARGINALMENTE n. 117 del 28.gen.2016

di A. Biella
La dignità della monarchia                                      
Prima di leggere questa rubrica dovete guardare bene la foto che questa settimana vi propongo perché ancora una volta è lì la notizia. Guardata? Bene, quella signora che porta i suoi due  bambini in bici nella neve è “semplicemente” la Principessa Mary , moglie del Principe Frederik di Danimarca, erede al trono di quell’avanzato Paese del Nord Europa. E la foto non è stata scattata durante una vacanza sulla neve, ma è “semplice” quotidianità. Ogni mattina, infatti, la Principessa Mary accompagna  i suoi due gemelli con quel  triciclo a pedali, percorrendo la strada da Palazzo Reale alla scuola d’appartenenza. Così, semplicemente: senza auto blu, senza scorta, senza bambinaie, ecc. 

Forse dobbiamo renderci conto che nel mondo, di principesco, sono rimaste solo le caste della nostra malata Italia  dove l’ex premier Renzi aveva preso in leasing da Etihad un aereo da 168 milioni di euro, così grande che non poteva neanche atterrare a Fiumicino. Ogni tanto mi chiedo se la Corte dei Conti esiste solo per chiedere ragione del malaccorto uso del denaro pubblico a un assessore del comune di Vattelapesca o se può “sbirciare” anche qualche conticino un po’ più imbarazzante.
[...]

venerdì 27 gennaio 2017

Conferenza del Presidente del Circolo REX, Ing. Giglio

Circolo di Cultura ed Educazione Politica
REX

Inaugurazione seconda parte del 69° ciclo di conferenze

Domenica 29 gennaio 2017 ore 10.30
Sala Uno, Roma Via Marsala 42

Il Presidente del Circolo
Ing. Domenico Giglio
tratterà il tema

“5 giugno 1944 – 9 maggio 1946
Due anni difficili : Umberto di Savoia, Luogotenente del Regno”

***


In tale occasione sarà presentata la ristampa del volume del Circolo REX dedicato alla Grande Guerra, già pubblicato nel 1968 in occasione del Cinquantenario  ed  ora  nuovamente  pubblicato  nei  “ Libri  del  Borghese”, stampato  dalla  Casa  Editrice  “ Pagine”  di  Roma  

giovedì 26 gennaio 2017

CANAVESE - La storia sabauda a fumetti

Ecco la graphic novel dedicata ai castelli di Agliè e Moncalieri

E' un'opera «Made in Canavese» la graphic novel dedicata ai castelli di Agliè e Moncalieri. Secondo lavoro a quattro mani ideato e realizzato da Annamaria Aimone, storica dell'arte, e Debora Grazio, grafica ed illustratrice, che ha curato la parte "visiva" del volume. Entrambe ex alunne del Faccio di Castellamonte, le autrici sono state spinte da una comune idea di valorizzare in modo alternativo ma comprensibile il territorio e le sue dimore storiche. Ne è quindi nato un fumetto, un modo accattivante per raccontare attraverso le immagini un pezzo di storia del nostro territorio. “Le collezioni” di Agliè e Moncalieri è il secondo volume della trilogia dedicata alle vicende di casa Savoia e alle loro residenze.


Il racconto si ricollega al primo volume, “Un incontro inaspettato”, mantenendo come protagonisti i quattro adolescenti alladiesi alle prese con la storia e i suoi personaggi. In questa seconda opera la graphic novel si snoda tra il Castello Ducale di Agliè e il Real Castello di Moncalieri in una sorta di visita guidata tra le eleganti sale e i preziosi arredi delle due dimore. Martina, Greta, Andrea e Matteo, faranno infatti una gita con la scuola per visitare queste residenze sabaude, accompagnati nel loro percorso da alcune guide esperte. Re Carlo Felice e la sua consorte Maria Cristina di Borbone appariranno poi nel racconto per guidare gli appassionati del genere, e non solo, alla scoperta di un patrimonio artistico inestimabile sullo sfondo di avvincenti avvenimenti storici. La sottile linea tra sogno e realtà sarà così più volte varcata per raccontare la storia con un pizzico di fantasia. 

[...]

mercoledì 25 gennaio 2017

Circolo di cultura ed educazione politica “REX” LXIX ciclo di conferenze 2016-2017- Seconda parte



29 gennaio

dr. ing. Domenico GIGLIO

"5 giugno 1944 - 9 maggio 1946

Due anni difficili: La Luogotenenza di Umberto di Savoia"



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12 febbraio

amb. Roberto FALASCHI

"Da Obama a Trump ”



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19 febbraio

prof. Giuseppe PARLATO

“ Vanni Teodorani - quaderno 1945-1946 ”



****


12 marzo

- amb. Giuseppe CALVETTA

“Fenomeni del nuovo millennio: globalizzazione e terrorismo "


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19 marzo

- dr. Luciano GARIBALDI

“I giusti del 25 aprile”



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26 marzo

- sen. Lucio TOTH

“A 70 anni dal trattato di pace di Parigi:

il destino delle terre istriane e dalmate, tra storia e futuro”



 N. B. Ingresso ore 10,15, inizio conferenza ore 10,30. 



Roma Via Marsala 42

Casa Salesiana San Giovanni Bosco, Sala Uno nel

 Cortile 2

lunedì 23 gennaio 2017

Re Umberto II a Cascais durante la "rivoluzione dei garofani"



Questa è una delle fotografie dell'ultimo aggiornamento del sito dedicato a Re Umberto II.
Intervista rilasciata durante una passeggiata a Cascais, a due giornalisti abbastanza conformi al periodo, che si stupiscono che una bimba abbia "addirittura" regalato un fiore al Re in esilio, per niente preoccupato che la rivoluzione colpisca anche lui che, rispettato da tutti rispettava tutti a sua volta.

Un aggiornamento con tante belle foto.
Buona lettura! 

sabato 21 gennaio 2017

La Monarchia ha realizzato le libertà più autentiche - terza parte

Charles Maurras
Recentemente, nel suo libro «Carte sul tavolo (edizioni Fayard), Michel Poniatovisky ha dichiarato, riferendosi certo alla Monarchia inglese, ma ciò che egli dice è ancora più vero riferito ad una Monarchia alla francese : «in una Monarchia costituzionale di tipo inglese nessun uomo politico ha mai il primo posto. E questo modifica sostanzialmente  l'attitudine del mezzo politico E questo è molto importante, perché ciò riconduce in mani  era concreta l'attitudine di ciascun uomo politico alla nozione del servizio dello Stato, della Nazione, del Re. La cupidigia di potere entro limiti più corretti. Ciò costituisce un freno alle ambizioni personali in quanto lo stesso uomo di stato sa che non accederà mai al vertice dello Stato».

E Michel Poniatowsky aggiunge: «... nel mondo moderno in cm cui i quadri sociali, economici evolvono in maniera eccezionalmente rapida le genti hanno bisogno di riferirsi a qualcosa di visibilmente stabile. Una Famiglia, una Dinastia sono qualcosa di visibilmente stabile, con cui il popolo ha legami psicologici e sentimentali. Nelle grandi scosse, il passato è necessario per affrontare lo choc dell'avvenire.
Poniatovsky ha senz'altro ragione. Rileviamo, tuttavia, che questo principe della quinta repubblica non si fa scrupolo di partecipare, per conto del suo amico Giscard d’Estaing alla competizione Per il Vertice».

Viviamo, in Francia, in una campagna elettorale permanente.
Nella stesso ambito della maggioranza parlamentare, i «clans» si affannano e si disputano il «trono» repubblicano di Pompidou ancor prima che questo sia effettivamente vacante (Pierre Pujo ha scritto queste note prima della scomparsa di Ponimidou). I grandi feudatari non cessano di manovrare per essere pronti alla prima occasione ad impossessarsi del potere supremo. Un ministro non fa a tempo a porsi in vista, che gli «auguri» lo classificano nella lista dei «papabili», ciò che rilancia le gelosie e gli intrighi dei suoi eventuali concorrenti.
Nel suo recente libro “Se la Francia potesse parlare” (edizioni Fayard), Alain Griotteray scrive che i francesi sono «nervosi dopo l’inizio della sua storia sulla successione politica». E fa, in effetti, un grande merito della “legge salica” quello di aver evitato la competizione per il potere. Essa, come si sa, assicurava Io successione di maschio in maschio, secondo il principio della primogenitura.
Occorre sottolineare che la legge salica si imponeva agli stessi Sovrani. Fu per questa ragione che Enrico V, cento anni or sono, poté dichiarare, parlando al capo del ramo cadetto della Casa di Francia «II mio erede, voi sapete, io non ho la scelta ... i principi d'Orleans sono miei figli».
La continuità del potere reale, della famiglia reale, è all'immagine di quella della Nazione, ossia dell'insieme delle famiglie francesi. La Monarchia è autenticamente un sistema a dimensione umana. Il Re si ricorda e prevede. Egli è l'erede di una lunga tradizione Politica che gli viene inculcata dalla più giovane età.
La repubblica invece, non ha ricordi e le previsioni dei suoi governanti non vanno oltre le successive tornate elettorali.
La Monarchia ha detto Renan, «Costituisce il sistema della maggiore fissità per la coscienza nazionale (La riforma intellettuale e morale), ma essa procura, allo stesso tempo, la possibilità di rinnovamento periodico del potere, allorché il figlio, talvolta ancora giovane, succede a suo padre. In repubblica si accede alla massima carica al termine di un lungo «cursus honorum». La repubblica è condannata in eterno ad essere un governo di vecchi».
Ma questa continuità monarchica possiede poi un altro vantaggio: essa rappresenta «L'anti-rischio». I nostri  contemporanei sono assillati da un grande desiderio di sicurezza; una delle loro maggiori preoccupazioni è quella di potersi premunire contro il pericolo funesto che possa minacciare la loro vita. E li si può ben comprendere. L'economia moderna, la società moderna hanno bisogno di continuità politica, perché sono complesse e fragili. La Monarchia in Francia sarebbe una sorta di assicurazione contro le avventure che possono condurre alle catastrofi.
So bene che si oppongono alla Monarchia i rischi dell'ereditarietà.
Ed e vero che il Re designato per nascita può non presentare le capacità necessarie per regnare o che può divenire pazzo. Ma non si sono, forse avuti presidenti di repubblica sprofondati nella follia, come Paul Descanel o Woodrov Wilson? Su quaranta Re di Francia, solo uno, Carlo VI, è stato colpito da follia.
Nell'ipotesi che un Re si dimostrasse di essere nell'incapacità di regnare, rinuncerebbe al trono a profitto del suo successore o si istituirebbe un consiglio di reggenza.
Certo le reggenze, sotto la Monarchia francese, furono caratterizzate da disordini. Ma, che cosa accadde in quelle circostanze se non che la Francia si trovò ad attraversare situazioni di tipo repubblicano, consentendo il risvegliarsi delle fazioni che assediarono lo Stato?
La Monarchia sarebbe ancora un potere realmente responsabile.
Il problema della responsabilità del Potere è fondamentale. Se si vogliono ben guardare in faccia le cose, ci si rende conto che non vi è responsabilità nelle repubbliche.
La responsabilità del Governo dinanzi agli elettori e al Parlamento è un mito. Che sanzioni hanno subito, ad esempio, quei Governi che non avevano preparato la Francia alla guerra del 1914 o del 1939? Si sono visti, piuttosto, ritornare al parere, dopo la liberazione del territorio, quegli stessi uomini politici che, prima dei due conflitti avevano lavorato per rendere possibile il disarmo morale e materiale del Paese. In quali responsabilità è decorso De Gaulle, per aver abbandonato volontariamente l'Algeria senza preoccuparsi di garantire il futuro di tanti coni patrioti che risiedevano da decenni in quel lembo del territorio nazionale?
In Monarchia, l'interesse del Re si identifica con quello stesso della Nazione. Egli è, secondo l’ espressione degli antichi legislatori, «il primo servitore della Corona». Non possiede nulla per sé, privatamente. Egli appartiene alla Nazione. E' responsabile nei confronti dei suoi discendenti dei suoi atti, della sua politica. Se sbaglia, non paga lui soltanto, Pagano anche i suoi discendenti, i suoi stessi figli. Non esiste forma migliore di responsabilità politica.
Con la Monarchia, d'altronde, è una Famiglia, più che un uomo, ad essere al potere e Renan può definire la Dinastia capetingia (La reform intellectuelle et morale) come «Un lignaggio di gerenti interessati».
Non è necessario che il Re sia un uomo eccezionale; è sufficiente che sia un uomo di intelligenza media, che gestisca il proprio ruolo con il buon senso del buon padre di famiglia.
Fredéric Amouretti, uno dei fondatori dell'«Action Française», ci ha lasciato queste osservazioni giudiziose: «Cittadini, vi è stato raccontato che i nostri Re erano dei mostri: indubbiamente, ci sono stati anche tra di loro, è vero, degli uomini deboli, poco intelligenti, mediocri, debosciati e forse anche due o tre cattivi. Ce ne sono stati pochi che fossero eccezionali; la maggior parte furono degli uomini di intelligenza media e di mentalità coscienziosa. Considerate la loro opera: è la Francia.
Infine la Monarchia rappresenterebbe un sistema di «unione nazionale».
Si può affermare che ogni giorno si sente gente deplorare l'attitudine partigiana di questo e quello dei nostri governanti ed auspicare un Potere che sia realmente al servizio di tutti i francesi e che associ tutti alla sua opera.


Il sistema maggioritario che la quinta repubblica si vanta di aver rinforzato riesce, ancor meglio delle repubbliche precedenti, a dividere i francesi, a metterli l’uno contro l'altro.

venerdì 20 gennaio 2017

Comunicato stampa del Circolo Rex

Martedì 24 gennaio, tra le ore 20 – 21 sul Canale Digitale  86 e su SKY canali 828 o 897, l’ing. Domenico Giglio, Presidente del Circolo REX, presenterà il volume sulla  Guerra 1915-1918, con le Conferenze tenute al REX, nel  1965, con  la  prolusione  di  Gioacchino  Volpe, e  testi  di  Ugo  D’Andrea, Enzo  Avallone, Vittorio  Tur   Roberto  Lucifero, ristampato  nella  collana  “I  libridel  Borghese“, dall’editore “Pagine  srl“.  

giovedì 19 gennaio 2017

La Francia torna monarchica Ma per un giorno soltanto

Ogni anno il 21 gennaio messa in memoria di Luigi XVI e Maria Antonietta

di Giuseppe Corsentino @pipporcorsentino

da Parigi 

Le Roi est mort, vive le Roi! Il Re è morto, viva il Re! Qualcuno lo dirà a bassa voce, dopo l'omelia del parroco della chiesa Saint-Germain-l'Auxerrois, ma la gran parte dei fedeli si limiterà al segno della croce e lascerà senza una parola la piccola basilica del primo arrondissement parigino, proprio dietro il Louvre, la parrocchia dei sovrani di Francia.


Ogni anno, il 21 gennaio, il rito si ripete, sempre identico, con il pretendente al trono, Sua Altezza Reale Henri d'Orléans, 84 anni, conte di Parigi e duca di Francia (gli unici due titoli riconosciuti dalla République, che pure gli ha conferito qualche anno fa, presidente Nicolas Sarkozy, la Legione d'Onore) in prima fila.

[...]
http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=2148446&codiciTestate=1&sez=hgiornali&titolo=La%20Francia%20torna%20monarchica%20Ma%20per%20un%20giorno%20soltanto

mercoledì 18 gennaio 2017

Comunicato stampa del prof. Aldo Mola presidente della Consulta dei Senatori del Regno

Consulta del Senato del Regno

Il Presidente

L'ON. TAJANI PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO

La Consulta dei Senatori del Regno plaude all'elezione dell'on. Antonio Tajani alla Presidenza del Parlamento europeo.
Mentre lo ricorda sempre presente, con interventi pacati e magistrali, a manifestazioni monarchiche, spesso a fianco dell'indimenticabile Sergio Boschiero, nel formulargli fervidi auguri per la missione che ora lo attende, la Consulta auspica che dal prestigioso Seggio l'on. Tajani concorra alla riconciliazione nazionale anche propiziando il tempestivo rientro in Italia della Auguste Salme di Vittorio Emanuele III e della Regina Elena.

Roma, 17 gennaio 2017
Aldo A. Mola
Presidente della Consulta dei Senatori del Regno

Auguri Presidente Antonio Tajani. I nostri giorni a via Ludovisi dove tutto è cominciato

di Fabio Torriero

Il ricordo personale che ho di Antonio Tajani, è legato a tre diversi momenti della mia vita.
Per parecchi anni le nostre strade si sono incrociate, sovrapposte.
La prima volta che l’ho visto, è stato nella storica sede nazionale del Fronte Monarchico Giovanile (l’organizzazione di base dell’Unione monarchica italiana), in via Ludovisi 16, vicino a via Veneto (zona centrale di Roma).

L’anno era il 1972, io ero molto giovane, ma già appassionato e innamorato dell’Italia. Mi sentivo patriota e sentivo il fascino del Risorgimento, dell’unità nazionale e della dinastia sabauda indissolubilmente legata alla nostra storia.

Antonio, rispetto agli altri attivisti, spiccava per classe, tenacia e autorevolezza. Il suo ruolo era di vertice: vice-segretario nazionale del FMG, contribuì a costruire una presenza istituzionale che non fosse soltanto sentimentale o nostalgica, ma politica, fondata su una coscienza concreta, su documenti da scrivere, pensieri da elaborare, azioni concrete da effettuare (nei quartieri, nei posti di lavoro, nelle scuole).

In quella meravigliosa "università" sul campo, guidata da Sergio Boschiero, segretario generale dell’Umi, si sono formati tanti giovani che si sono affermati un po’ ovunque.
[...]

COMUNICATO STAMPA DEL CIRCOLO DI CULTURA ED EDUCAZIONE POLITICA “REX”

Martedì 24 gennaio, tra le ore 20 – 21 sul Canale Digitale  86 e su SKY canali 828 o 897, l’ing. Domenico Giglio, Presidente del Circolo REX, presenterà il volume sulla  Guerra 1915-1918, con le Conferenze tenute al REX, nel  1965, con  la  prolusione  di  Gioacchino  Volpe, e  testi  di  Ugo  D’Andrea, Enzo  Avallone, Vittorio  Tur   Roberto  Lucifero, ristampato  nella  collana  “I  libridel  Borghese“, dall’editore “Pagine  srl“.  

Presentazione di "Casa Savoia e la Valle d'Aosta"

Data evento: Mercoledì 18 Gennaio, h.18.00
Luogo: Libreria "A la Page", via Porta Praetoria 14 - Aosta

Mercoledì 18 gennaio, alle ore 18, alla libreria "A la Page" di Aosta, si tiene la presentazione dei volumi "Casa Savoia e la Valle d'Aosta. Umberto e Maria José, escursioni e soggiorni alpini", ricostruzione completa delle vacanze valdostane degli ultimi sovrani d'Italia, di Mirko Fresia Paparazzo e "Casa Savoia, Ordini  dinastici in Valle d'Aosta", che offre la complessa vicenda delle più antiche istituzioni benefiche e cavalleresche della Real Casa, con particolare attenzione ai valdostani che ne furono protagonisti, di Giovanni Girardini.
L'ingresso è libero.

martedì 17 gennaio 2017

La Strafexpedition ed il contesto internazionale

La Strafexpedition -Offensiva di primavera (Fruhjahrsoffensive) nella storiografia di lingua tedesca -si snoda su uno sfondo internazionale mutevole e ricco di complessità. Al suo inizio, alla metà dei maggio 1916, la situazione su tutti i fronti sembrava essere tornata a un sostanziale stallo. A occidente, la spallata tedesca nel settore di Verdun, stava inchiodando sul terreno quantità crescenti di uomini e mezzi. Più a nord, dopo le sanguinose sconfitte dei mesi precedenti, le forze britanniche erano passate a una postura più apertamente difensiva, in attesa dell'entrata in linea dei reparti della nuova “Kitchener's Army” e di accumulare le risorse necessarie a lanciare quella che sarebbe stata l'offensiva della Somme (10 luglio-18 novembre 1916). Anche sul fronte orientale dopo il successo delle offensive austro-tedesche dell'inverno 1915, la situazione pareva essersi stabilizzata. L’azione russa nel settore di Vilnius (offensiva di Naroch, marzo 1916) aveva rappresentato, infatti, solo un sanguinoso alleggerimento della posizione francese, costato all'esercito imperiale una cifra compresa fra i 70.000 e i 100.000 morti.

lunedì 16 gennaio 2017

Il messaggio di S.A.R. la Principessa Maria Gabriella per il convegno sulla Regina Elena



IL CONVEGNO SULLA REGINA ELENA A MAGIONE (PERUGIA)


Personaggio di primissimo piano nella storia d’Italia, la Regina Elena, Jelena Petrović Njegoš Principessa del Montenegro, è stata protagonista al Castello dei Cavalieri di Malta di Magione del convegno organizzato dall’Associazione dei Montenegrini e amici del Montenegro in Italia, rappresentata da Danijela Djurdjevic, e dall’Ordine di Malta con il patrocinio del Comune di Magione e la collaborazione della Proloco di Magione in occasione dei dieci anni dell’indipendenza di questo Stato. La storia del Montenegro, come hanno evidenziato nei diversi interventi, si intreccia per diverse vie con quella dell’Ordine di Malta e con la stessa Magione.
Particolarmente stretti sono infatti i legami che uniscono l’Ordine di Malta al Montenegro, che ospita l’icona della Santa Vergine del Monte Fileremo protettrice dell’Ordine di Malta, e  con il quale l’Ordine intrattiene rapporti diplomatici da anni. Il filo di unione con Magione è invece la figura del francescano Giovanni da Pian di Carpine che, come ha ricordato il Sindaco Giacomo Chiodini nel portare i suoi saluti, finì la sua vita ad Antivari come Vescovo di questa città.
L’incontro, come ha dichiarato Danijela Djurdjevic vuole essere anche un momento di incontro e di scambio economico e culturale tra i due Paesi “La seconda lingua studiata in Montenegro – ha fatto sapere – è l’italiano e molti giovani montenegrini, come ho fatto io stessa, vengono a continuare i loro studi in Italia”. “Il Montenegro – ha spiegato – è una terra molto piccola ma con una forte vocazione turistica legata anche all’ambiente e con il desiderio di attuare scambi economici con questo territorio”.
Volontà sottolineata anche da Aleksandar Drljevic, Consigliere dell’Ambasciata del Montenegro in Italia. Al convegno è intervenuto anche il rappresentante della Casa Reale del Montenegro e del Principe Nikola Petrovic Njegoš, che ha illustrato le attività negli ultimi dieci anni.
Molto seguiti, in una sala al completo, i diversi aspetti della Regina Elena nel salone d’onore del Castello dei Cavalieri di Malta, ancora ricordata nel nome di tante istituzioni mediche, Mario Olivieri sugli “Aspetti politici della vita della Regina Elena”; la scrittrice saggista Delfina Ducci su “Elena di Savoia una vita d’amore”; dei "Temi e motivi poetici in Elena del Montenegro” ha parlato Norberto Cacciaglia.
Il convegno, presentato da Marta Mussini, si è aperto con l’inno del Montenegro cantato da Maria Ràtkova, accompagnata dalla pianista Patrizia Mencarelli e con un messaggio inviato dalla Principessa Maria Gabriella di Savoia letto da Maurizio Ceccotti, Presidente regionale dell'Unione Monarchica Italiana.

domenica 15 gennaio 2017

Grazie alla Regina Elena Italia e Montenegro più vicine

Grazie alla Regina Elena di Savoia Italia e Montenegro più vicine MAGIONE 11 gennaio 2017 – Un’occasione per avviare rapporti culturali ed economici tra Italia, e Montenegro alla luce della storia che lega questi due paesi è la finalità del convegno “Jalena Petrović Njegoć – Regina Elena di Savoia, principessa del Montenegro e regina d’Italia”, organizzato dall’Ordine di Malta delegazione Perugia-Terni, dall’Associazione montenegrini e amici del Montenegro in Italia; dal Comune di Magione e dalla pro Magione, in programma sabato 14 gennaio, ore 16, al Castello dei Cavalieri di Malta a Magione.
L’iniziativa nasce dai forti legami che uniscono l’Ordine di Malta e l’Italia al piccolo stato che dette i natali alla futura regina d’Italia, a seguito del suo matrimonio nel 1896 con l’erede al trono Vittorio Emanuele III. Motivazioni ricordate questa mattina in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, dalla presidente dell’associazione montenegrina Danijela Djurdjevic, dal conte Luciano Valentini di Laviano per conto dell’Ordine di Malta , dal professor Norberto Cacciaglia e da Giacomo Chiodini sindaco di Magione. Presente Luigi Bufoli per la proloco di Magione.
 “Il legame tra il Montenegro e i Cavalieri di Malta – ha spiegato Valentini di Laviano –ha il suo punto centrale nella devozione alla Madonna del Fileremo, antica e venerata icona risalente al IX-X secolo simbolo della spiritualità mariana dell’Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni, per secoli al seguito dei Cavalieri di Malta. Data per dispersa dopo la guerra, è stata ritrovata proprio nel Montenegro, a Cettigne, dove ancora oggi è conservata,”. A ripercorrere tutte le vicende che uniscono l’immagine sacra all’Ordine di Malta sarà, il giorno del convegno, monsignor Giovanni Scarabelli.
Fra Giovanni da Pian di Carpine, ha ricordato il sindaco Chiodini, è il personaggio storico che unisce Magione al Paese balcanico. Qui, infatti, il francescano trascorse gli ultimi anni della sua vita in qualità di vescovo di Antivari.
Interventi di sabato prossimo, nel salone d’onore del Castello dei cavalieri di Malta: di Mario Olivieri sugli “Aspetti politici della vita della regina Elena”; della scrittrice saggista Delfina Ducci su “Elena di Savoia una vita d’amore”; dei temi e motivi poetici in Elena del Montenegro” parlerà Norberto Cacciaglia
Il convegno si aprirà con l’inno del Montenegro cantato da Maria Ràtkova, accompagnata dalla pianista Patrizia Mencarelli. Saranno presenti l’ambasciatore del Montenegro presso la Santa sede e presso l’Ordine di Malta, Veselin Šucović e il rappresentante ufficiale della Casa reale di Montenegro, in rappresentanza di Sua altezza reale il principe Nikola Petrović Njegos che illustrerà le attività della Real casa negli ultimi dieci anni.

sabato 14 gennaio 2017

CIRCOLO DI CULTURA ED EDUCAZIONE POLITICA “REX “



Sul  numero  di  gennaio  2017 del mensile “Storia in Rete” (http://www.storiainrete.com/) articolo  “Vita, morte ed errori  di  un Imperatore, Francesco Giuseppe” (pag.54), dell’ing. Domenico Giglio, Presidente del Circolo  REX.

La rivista  è  acquistabile  nelle  edicole (euro 6,00).