tag:blogger.com,1999:blog-46681559590021486312024-03-28T13:52:40.522+01:00Monarchici in ReteSiti e blog monarchici in reteStaff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.comBlogger2931125tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-56946800813893184852024-03-28T13:11:00.002+01:002024-03-28T13:11:39.346+01:00Saggi Storici sulla sulla Tradizione Monarchica - VI<p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;"><o:p> </o:p></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNRdn3b1zdj3PyEvgPhlR9JDoyic9erMq38v6cO70xubX-hBZnMJtPwnkquaW8ymjnGUk6uieW6Pmbu7l4C74w-g31bHkSrJl4VNcD9mg_pATibCOvFSqu45lyKTmRFeBftzyvP25RIorx1YtB3n4geKRFBMJp1bllKb7-614xTd0oMJdwJSFEx7DTQtfB/s375/monarchia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="320" data-original-width="375" height="273" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNRdn3b1zdj3PyEvgPhlR9JDoyic9erMq38v6cO70xubX-hBZnMJtPwnkquaW8ymjnGUk6uieW6Pmbu7l4C74w-g31bHkSrJl4VNcD9mg_pATibCOvFSqu45lyKTmRFeBftzyvP25RIorx1YtB3n4geKRFBMJp1bllKb7-614xTd0oMJdwJSFEx7DTQtfB/s320/monarchia.jpg" width="320" /></a></div><br /><p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;">I
PRIMI ALBORI NAZIONALI<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;">SOMMARIO:
L'Italia comunale e la formazione degli Stati in Piemonte e in Sicilia - La
decadenza dell'Impero - La fine del Medioevo - il Rinascimento - Le
dominazioni straniere - Rivoluzione e restaurazione.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;">1)
L'ITALIA COMUNALE E LA FORMAZIONE DEGLI STATI IN PIEMONTE E IN SICILIA<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;">L'XI
secolo è caratterizzato soprattutto dalla lotta titanica fra Papato e Impero
per la difesa della Chiesa dall'ingerenza del potere civile. Tale lotta i cui
presupposti sono da ricercare in quell'uso instaurato da Carlo Magno e seguito
dai suoi successori, di servirsi dei vescovi e degli abati come di altissimi
funzionari del potere civile, raggiunse il suo acme nello scontro fra papa
Gregorio VII e l'imperatore Enrico IV e terminò con l'episodio famoso di
Canossa dove l'imperatore, colpito dalla scomunica papale e minacciato di
deposizione, fece ammenda dei suoi torti di fronte 9.1 Pontefice ricevendone in
cambio l'assoluzione dalle censure ecclesiastiche. Tale pentimento non si
dimostrò sincero, perché poco dopo Enrico IV assediava Roma, costringendo
Gregorio VII a rifugiarsi a Salerno ove moriva profugo e in balia dei Normanni,
suoi protettori e custodi, ma lo scontro ebbe poi definitiva composizione con
il Trattato di Worms, firmato nel 1122 fra il papa Callisto II e l'imperatore
Enrico V.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;">Mentre
in Italia l'autorità imperiale diminuiva, un nuovo ordinamento cominciava a
delinearsi con la creazione dei Comuni, nati soprattutto come tentativo della
piccola nobiltà cittadina e dei ceti ricchi, dediti ai commerci, di sottrarsi
alla giurisdizione della grande nobiltà feudale. Il comune, che è retto da
magistrature elettive, ha come trama principale della sua vita, la lotta delle
fazioni per la partecipazione al governo della città; di queste lotte sono
protagoniste le consorterie nobiliari e le corporazioni delle singole
professioni che cercano ognuna di prevalere sulle altre; accanto alle
corporazioni economiche, vi sono compagnie d'armi, spesso basate sulla
divisione della città in rioni, quartieri o contrade, che riuniscono sotto
appositi capi i cittadini, sia per il servizio di polizia che per la difesa
contro i nemici esterni.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;">A capo
dei comuni, stanno spesso due consoli; ne troviamo infatti a Pavia nel 1084, a
Milano nel 1097, a Bologna nel 1123, a Piacenza nel 1126. Più tardi il supremo
magistrato fu il Podestà, scelto fra i cittadini di un altro comune, per
assicurare la sua imparzialità nei confronti dei partiti cittadini.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;">A
Genova e a Pisa le istituzioni comunali furono anche più precoci ed ebbero uno
svolgimento diverso a causa della struttura marinara di quelle repubbliche;
altre invece non attraversarono neppure lo stadio feudale come Venezia, che
dopo un lungo periodo di dipendenza dall'impero bizantino puramente formale, e
governata di fatto dai suoi dogi, ebbe uno sviluppo navale notevolissimo
strettamente connesso al potenziamento dei suoi commerci e all'ingrandimento
dei suoi territori, che compresero le terre adriatiche a cominciare
dall'Istria, la cui conquista ebbe inizio nella prima metà del IX secolo.
Anzi per questa sua particolare posizione, Venezia divenne presto il punto
d'incontro dell'Oriente con l'Occidente.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;">Il
Comune aveva però nella stessa struttura i germi della signoria ed ebbe minore
durata dei due potenti stati di carattere feudale che si erano intanto formati
in Italia, il primo nel settentrione, il secondo nel meridione. Lo stato
sabaudo ebbe origine nei primissimi anni dell'XI secolo nelle terre che si
estendono fra le contee di Moriana e di Ginevra e quelle di Vienna nel
Delfinato e di Aosta; il nocciolo di questi domini furono il Chiablese, il
Vallese ed altre terre concesse dall'imperatore Corrado II il Salico ad Umberto
Biancamano o dalle bianche mani, pare verso il 1034, in premio di una vittoria
da questi riportata contro i borgognoni di Ottone di Champagna.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;">Infinite
sono state le ipotesi sugli ascendenti di Umberto Bianca-mano, chi lo avrebbe
voluto figlio di Beroldo, discendente da Vitichindo duca di Sassonia, chi da
Ottone Guglielmo conte di Borgogna. Luigi Cibrario, il più autorevole degli
storici sabaudi, parla anche di un Ma-nasse di Savoia e Noyon, possibile padre
di ~erta, ma si resta sempre nel campo delle ipotesi, non comprovate da alcun
argomento di carattere risolutivo.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Il feudo sabaudo si ingrandì rapidamente,
specie per il matrimonio di Oddone con Adelaide di Susa che portò al marito le
contee di Torino, di Susa e del Chisone, ed il titolo di Marchese d'Italia.
Successori di Oddone, morto intorno al 1060, furono i figli Pietro I e Amedeo
II (*), Umberto II e Amedeo III che mori di peste a Nicosia di Cipro, al
ritorno dalla II crociata contro gli infedeli; egli primo fra i principi della
sua casa, ottenne dall'imperatore Enrico V, suo cugino, il titolo di Vicario
perpetuo dell'impero in Italia, che diede ai conti sabaudi un grande prestigio
nel quadro politico dell'epoca.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;">Contemporaneamente
all'altro estremo della penisola un altro stato si andava formando sulle rovine
degli antichi possedimenti bizantini, il regno normanno. I normanni, guerrieri
di provenienza nordica, cominciarono ad infiltrarsi nell'Italia meridionale,
approfittando delle lotte fra greci e longobardi, ponendo la loro prima sede
ad Aversa, di cui divenne conte il normanno Rainolfo; da questa città divenuta
centro di raccolta delle bande provenienti dalla terra francese da essi detta
Normandia, la conquista si irradiò progressivamente approfittando delle
propizie condizioni politiche. I fratelli Altavilla condottieri normanni furono
arruolati dal principe di Salerno e successivamente chiamati in Puglia da
quelle popolazioni per combattere contro i bizantini, riuscirono a
sconfiggerli formando nel territorio una serie di contee. Prevalsero su tutti
Guglielmo d'Altavilla e il suo successore Roberto il Guiscardo; questi penetrò
in Calabria, invano osteggiato<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;">da
Papa Leone IX che il 18 giugno 1053 fu sconfitto a Civita, continuò poi le
conquiste aiutato dal fratello Ruggero, assumendo il titolo di Duca di Puglia e
di Calabria. I greci furono completamente espulsi dalla penisola e l'ultimo
principato longobardo, Salerno, cadde nel 1077 nelle mani dei Normanni. Il
conte Ruggero, fratello di Roberto, riuscì poi a conquistare la Sicilia
scacciandone i Saraceni, completando così la conquista normanna del meridione.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;">L'unificazione
dei due regni estintasi la discendenza di Roberto, avvenne sotto il figlio di
Ruggero, Ruggero II nel 1127 e fu confermata dall'investitura che questi
ottenne dall'antipapa Anacleto II. Il vero Papa Innocenzo II e l'imperatore
Lotario II tentarono di opporsi, ma invano; il Papa sconfitto e fatto
prigioniero, si rassegnò con il trattato di Mignano nel 1139 ad investire
Ruggero II del regno di Biella, come vassallo della Santa Sede, ottenendo la
restituzione di Benevento.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;">(*)
Amedeo II, che mori intorno al 1080, ebbe parte nel più importante avvenimento
dell'epoca, la famosa visita dell'Imperatore Enrico IV a Canossa dove si
trovava Papa Gregorio VII, ospite della contessa Matilde di Toscana;
l'imperatore fu accompagnato in quella difficile circostanza dalla suocera
Adelaide vedova di Oddone di Savoia e dal cognato Amedeo II che sembra
intercedessero per lui presso il Pontefice.<o:p></o:p></span></p><br /><p></p>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-79439603135435923632024-03-23T21:50:00.005+01:002024-03-23T21:50:32.697+01:0018 Marzo 1983<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimkQltuHuOkDn4k8z7YQWMPqv0mRvXGcVmxa-rPD6GpOQgOSlg5ueZ38s7KZZfUiRP573yk1sa4inxj0V19lFGLbOwLiIgK1yTLzqWbvnPSVVF82DOOiJu2g-xvRJYF4Pj1rMvk4CkIVF-Wo8GVqHbDyidtNaDj4GwNn9UDfqKNV50Lakt_eekaJ-pNpoP/s470/umberto_orizzonatale.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="260" data-original-width="470" height="177" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimkQltuHuOkDn4k8z7YQWMPqv0mRvXGcVmxa-rPD6GpOQgOSlg5ueZ38s7KZZfUiRP573yk1sa4inxj0V19lFGLbOwLiIgK1yTLzqWbvnPSVVF82DOOiJu2g-xvRJYF4Pj1rMvk4CkIVF-Wo8GVqHbDyidtNaDj4GwNn9UDfqKNV50Lakt_eekaJ-pNpoP/s320/umberto_orizzonatale.jpg" width="320" /></a></div><span style="font-family: arial;"><div style="text-align: justify;"> <strong style="box-sizing: border-box; color: #222222; font-size: 15px;">1983</strong><span style="background-color: white; color: #222222; font-size: 15px;"> (41 anni fa): muore, a Ginevra (Svizzera), </span><strong style="box-sizing: border-box; color: #222222; font-size: 15px;">Umberto di Savoia,</strong><span style="background-color: white; color: #222222; font-size: 15px;"> ultimo Re d’Italia. Nato, a Racconigi (Cuneo) il 15 settembre 1904, figlio di Vittorio Emanuele III, è stato comandante del gruppo di armate disposte sul fronte occidentale (1940), nel 1942 comandò le armate del sud e assunse la carica di maresciallo d’Italia. Il 5 giugno 1944, il giorno dopo la liberazione di Roma, fu nominato luogotenente del regno; salì al trono il 9 maggio 1946 in seguito all’abdicazione del padre, e vi rimase solo fino al referendum del 2 giugno 1946, che istituì la Repubblica; di qui l’appellativo di “Re di Maggio”, datogli polemicamente dai repubblicani. Il 13 giugno abbandonò l’Italia e prese dimora a Cascais, presso Lisbona, sotto il nome di conte di Sarre. L’ultimo Re del Regno d’Italia non sapeva che non avrebbe rimesso più piede nel Paese. Pensava, infatti, si trattasse di un allontanamento temporaneo, com’era stato per altri regnanti europei, che dopo un breve esilio avevano fatto poi ritorno nei rispettivi paesi. Non poteva immaginare che nel 1947 sarebbe stato pubblicato un articolo della Costituzione che recitava: “I membri e i discendenti di Casa Savoia non sono elettori e non possono ricoprire uffici pubblici né cariche elettive. Agli ex re di Casa Savoia, alle loro consorti e ai loro discendenti maschi sono vietati l’ingresso e il soggiorno sul territorio nazionale“. Nel suo quasi quarantennale esilio, Umberto II svolse opera di aiuto e sostegno verso gli italiani indiscriminatamente, in occasione di bisogni personali o di eventi drammatici. Si impegnò particolarmente per la causa della Venezia Giulia e dell’Istria indirizzando numerosi messaggi di vicinanza agli istriani e ai giuliani e criticando il trattato di Osimo. Tramite suoi rappresentanti fu presente, anche come sponsor, a manifestazioni culturali, patriottiche o sociali. A Cascais, ricevette decine di migliaia di italiani in visita e a tutti coloro che gli scrivevano rispondeva.</span></div></span><p></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: Verdana, BlinkMacSystemFont, -apple-system, "Segoe UI", Roboto, Oxygen, Ubuntu, Cantarell, "Open Sans", "Helvetica Neue", sans-serif; font-size: 15px; margin: 0px auto 26px; overflow-wrap: break-word;"> <a href="https://www.rivieraweb.it/il-tempo-dei-ricordi-892/" style="background-color: transparent;">Il tempo dei ricordi | La Riviera online (rivieraweb.it)</a></p>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-39329916816591932842024-03-17T10:26:00.008+01:002024-03-18T04:20:43.172+01:0018 marzo 2024<p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiMtccs4YzS2DwpJ-dLpZLUU9Z9HYIKi_-CWnSAbskBe3NC5HranE-5h_b7-aO21NDOUy-KLNBy6nXr3CVzZY5ResruV6qx6KyDkYIOI4S1WRR2c_C6Rxvhn-OKKxqT7yy5lCkB9FcPjIBINl45B395egRp6MSmJkSkl_xjc5PHojKN-_mZY3zBlIGSP62/s682/37_MGZOOM%20(1).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="682" data-original-width="441" height="836" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiMtccs4YzS2DwpJ-dLpZLUU9Z9HYIKi_-CWnSAbskBe3NC5HranE-5h_b7-aO21NDOUy-KLNBy6nXr3CVzZY5ResruV6qx6KyDkYIOI4S1WRR2c_C6Rxvhn-OKKxqT7yy5lCkB9FcPjIBINl45B395egRp6MSmJkSkl_xjc5PHojKN-_mZY3zBlIGSP62/w541-h836/37_MGZOOM%20(1).jpg" width="541" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><span face="Arial, sans-serif" style="font-size: 16pt; text-align: justify;"><br /></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span face="Arial, sans-serif" style="font-size: 16pt; text-align: justify;">di Emilio del Bel Belluz</span></p><p style="text-align: justify;"><span face="Arial, sans-serif" style="font-size: 16pt; text-align: justify;">In questo periodo mi capita
spesso di pensare a quelle persone che avrei voluto conoscere nella mia vita e
che per vari motivi non ho potuto farlo. Un mio sogno era quello di poter
andare a Cascais a trovare Re Umberto II, Re d’Italia Questo mio desiderio
rimase sempre nel cassetto come quegli amori impossibili che non si possono
realizzare perché, non avevo i mezzi per andare a trovarlo, il denaro non mi
scorreva tra le mani con molta facilità. La figura del Re Umberto II mi era
entrata nel cuore nel momento in cui venni a sapere a scuola cosa fosse
l’esilio. Quante volte mi ero rivolto alla maestra delle elementari che si
spiegasse cosa fosse questo termine che non apparteneva al vocabolario di un
giovane di 10 anni. Questa parola mi faceva soffrire solo a pronunciarla, era
una parola intrisa d’ingiustizia. La mia maestra aveva capito una cosa molto importante,
cioè che ero una persona che non tollerava nessun torto. La maestra mi aveva
spiegato che il Re Umberto II aveva scelto di andare in esilio per rinunciare
ad una guerra civile che ci sarebbe di sicuro stata. Il Re che aveva un cuore
generoso non aveva permesso che questo si verificasse.</span><span face="Arial, sans-serif" style="font-size: 16pt; text-align: justify;"> </span><span face="Arial, sans-serif" style="font-size: 16pt; text-align: justify;">L’insegnante era rimasta colpita dal
susseguirsi di domande che gli avevo rivolto, e mi aveva donato un vecchio
libro che parlava della monarchia e che mostrava il Re d’Italia in una foto
assieme alla sua famiglia. Rimasi colpito nel vedere il volto sorridente del Re
e della diletta moglie assieme ai figli; la foto li ritraeva vicino alla loro
abitazione. Per quella famiglia così bella non c’era più posto in Italia. La
maestra, che a mio giudizio aveva una certa simpatia per Casa Savoia, mi aveva
fatto ritagliare quella foto perché la mettessi nel mio quaderno di storia.
Avevo frequentato la quinta elementare a Villanova di Motta dove la mia
famiglia possedeva una vecchia osteria e un negozio di alimentari. Allora la
vita era molto diversa da quella di adesso. Il mondo sembrava più normale e si
viveva cullati dalle piccole cose, che per me erano rappresentate anche dai
libri di storia. Sono stato anche elogiato davanti ai miei compagni di classe
per la mia passione per la storia. L’insegnante mi consigliò di fare una vera e
propria ricerca su Casa Savoia, prendendo come fonte coloro che avevano avuto
modo di conoscere qualche rappresentante di questa dinastia. Allora decisi di
rivolgere delle domande ad uno zio, che era fratello di mio nonno, e che viveva
con noi. Il suo nome era Gaetano e aveva combattuto durante la Grande Guerra.
Era un bersagliere, ed era stato nello stesso battaglione di Mussolini, Nella
sua stanza aveva una foto con il cappello con le piume di cui andava fiero.
Nella stessa foto c’era sua moglie Rosa che lo aveva lasciato molti anni prima.
Quella foto la posseggo ancora adesso. Il vecchio Gaetano disse che in guerra
aveva avuto modo di vedere in più occasioni il Re Vittorio Emanuele III, e il
figlio, l’allora principe Umberto che ispezionavano le trincee, intrattenendosi
a parlare con i soldati. Non avevano timore di mostrarsi in prima linea, pur di
confortare e sollevare l’umore dei fanti. Lo stesso giorno mi mostrò una
medaglia che si era guadagnato in guerra per un’azione pericolosa che gli era
stata affidata. Lo zio Gaetano aveva sofferto per la morte in esilio del Re
soldato e di sua moglie, la Regina Elena, una donna che aveva aiutato i poveri,
e che si era sempre prodigata per gli ultimi. Il vecchio zio, all’epoca dei
suoi racconti, aveva quasi novant’ anni. Passava le sue giornate a fumare il
sigaro e a guardare la televisione. Di Re Umberto II disse che era stato una
persona saggia, che aveva un cuore d’oro e, sicuramente, sarebbe stato un buon
Re. Il vecchio Gaetano aveva pure amato la figura di Giovannino Guareschi che
aveva scritto dei libri e che si era sempre dichiarato fedele verso la
monarchia, denunciando i brogli che vi erano stati durante il referendum. Mi
parlò di un film dove una vecchia maestra rimproverava il sindaco del paese e i
rossi di aver mandato via il Re e la sua famiglia in un’isola. Quella vecchia
maestra che morendo aveva chiesto che sulla sua bara fosse posta la bandiera
del Re. Quel film lo aveva molto commosso, a tal punto, che una lacrima gli era
scesa dal volto. Avevo trascritto in un quaderno tutte le risposte avute dallo
zio, come pure vi avevo incollato delle foto inerenti ai reali di Casa Savoia,
trovate in un vecchio libro donatomi dal parroco del paese. La maestra rimase
molto soddisfatta della mia ricerca e mi premiò con un voto altissimo.</span><span face="Arial, sans-serif" style="font-size: 16pt; text-align: justify;"> </span><span face="Arial, sans-serif" style="font-size: 16pt; text-align: justify;">Da grande sognavo di scrivere anch’io un
libro che potesse dare luce sull’operato di Casa Savoia, caduta nell’oblio.
Dopo la licenza elementare mi portai dietro quel quaderno e continuai ad
incollare quei pochi articoli sui Savoia che trovavo nei giornali che venivano
recapitati a casa mia. La fedeltà a Casa Savoia durerà per tutta la vita.
Quante volte avrei voluto mettermi su un treno e raggiungere Re Umberto II, a
Cascais. Mi sarei presentato davanti alla sua Villa Italia chiedendogli di
stringergli la mano, e di poter avere da lui una foto con dedica, o magari un
libro. Questo sogno lo cullai per sempre. Quello che realizzai in questi anni
fu una fedeltà assoluta al suo ricordo. Quando morì non ebbi nessun dubbio.
Dovevo andare ai sui funerali, e ci riuscii, anche se con molte traversie.
Raggiunsi la Francia con la morte nel cuore, e da quel momento non lo
dimenticai mai. Ogni anno e per quarantun anni ho scritto un ricordo per
l’anniversario della sua morte che ho pubblicato nei giornali amici, quelli che
ti hanno dato spazio, esprimendo la mia fedeltà e devozione al Sovrano.
Quest’anno ho scritto questo articolo.</span><span face="Arial, sans-serif" style="font-size: 16pt; text-align: justify;">
</span><span face="Arial, sans-serif" style="font-size: 16pt; text-align: justify;">Il 18 marzo del 1983 moriva il Re d’Italia S.M. Umberto II, in terra
d’esilio, all’ospedale di Ginevra. Ero tra coloro che presenziarono ai suoi
funerali, in una giornata in cui il cielo aveva deciso di piangere come quelle
migliaia di italiani che avevano sfidato ogni difficoltà pur di esserci.</span><span face="Arial, sans-serif" style="font-size: 16pt; text-align: justify;"> </span><span face="Arial, sans-serif" style="font-size: 16pt; text-align: justify;">Il sovrano che era morto dopo una lunga
malattia era considerato un grande uomo, una persona che aveva come priorità
assoluta il bene del suo Paese. Durante la lunga malattia che lo aveva colpito,
e che faceva presagire nessuna possibilità di guarigione, aveva chiesto di
poter far ritorno alla sua amata patria che gli aveva dato i natali il 15
settembre 1904. Questa richiesta rimase inevasa, la repubblica non ebbe nessun
rispetto per il Re, per una persona che era stata 37 anni in esilio: una
condanna che nessuna ragione politica poteva giustificare. Il giorno delle
esequie, in terra straniera, si distribuì un volantino che conservo nel mio
studio vicino alla foto del Re Umberto II. Questo foglio scritto da quel
galantuomo di Sergio Boschiero, allora segretario dell’U.M.I. diceva: “Il Re è morto:
Viva il Re! S.M. il Re Umberto II è morto. Voleva rivedere l’Italia ma anche la
morte ha stroncato il più grande desiderio della Sua vita. È morto da italiano
e da Re come da italiano e da Re era vissuto. Ha sempre e solo parlato di
fratellanza, di giustizia, di pace: per questo è stato condannato all’esilio”.
Quelle parole riassumevano la vita di un uomo che aveva provato tutto,
sopportato tutto, provato nel male, ma non si era mai arreso. Quelli che hanno
avuto la fortuna di conoscerlo non possono che tesserne le lodi, e quelli che
hanno letto la sua biografia non possono che apprezzare il suo modo di agire e
l’amore che aveva per la sua terra. In esilio visse in Portogallo, a Cascais,
allora un piccolo paese di pescatori dove tutti lo stimavano e lo conoscevano.
Era sua abitudine intrattenersi con quelli che lo cercavano, con coloro che
bussavano alla sua porta e gli chiedevano aiuto. Alla domenica si recava alla
messa nella piccola chiesetta del paese, e all’uscita molti poveri lo
circondavano e gli chiedevano aiuto, e per tutti aveva qualcosa da dare. La sua
generosità era risaputa da molti e a quella messa si davano convegno quelli che
il destino non aveva reso felici. La sua fama tra quelle genti non conoscerà
mai tramonto. Quello che si fa con il cuore rimane.</span><span face="Arial, sans-serif" style="font-size: 16pt; text-align: justify;"> </span><span face="Arial, sans-serif" style="font-size: 16pt; text-align: justify;">Sono trascorsi 41 anni dalla sua morte e non
si è fatto nulla di concreto per farlo riposare in Italia, al Pantheon, assieme
a sua moglie, la regina Maria José nonostante sia stato un Re mandato in esilio
per evitare una guerra civile e abbia fatto parte di una dinastia che ha
scritto mille anni di storia italiana. Il nostro Paese sembra aver scordato la
sua storia, e le sue radici. Anche quest’anno molti italiani andranno in
Francia a rendergli omaggio, con una tristezza maggiore, perché lo scorso anno
a quella commemorazione vi stava anche il figlio S.A.R. Vittorio Emanuele IV,
che il buon Dio ha chiamato a sé. Dopo i funerali del Re Umberto II, nel suo
scrittoio di Cascais, trovarono due citazioni che aveva scritto di proprio
pugno. La prima faceva riferimento alla Lettera di San Paolo ai Corinzi:”</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 16pt; line-height: 107%;"> <o:p></o:p></span></p>
<span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 16pt; line-height: 107%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: 16pt;">«Poco importa a me
d’essere giudicato da voi, da un tribunale umano; anzi, non mi giudico neppure
da me stesso. Infatti non ho coscienza di alcuna colpa; non per questo però
sono giustificato; mio giudice è il Signore». La seconda riportava le parole di
Pietro I, Valica del Montenegro: «lo mi avanzo pieno di speranza alle soglie
del / Tuo Divino Santuario / la cui fulgida luce ravvisai sul sentiero misurato
/ dai miei passi mortali. / Alla Tua chiamata io vengo tranquillo …»</span></div></span>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-27149849262432498152024-03-17T09:34:00.001+01:002024-03-17T09:34:01.193+01:0017 Marzo<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi70zzjx-Syy5gE46bEN12TNDlS9omZ9S0SG1h7awboDudWgoiS2IoueL2pKJMeD1FOVrohBJxutf9sSLwvygPLQ7B_85vWYrFUVp2blXYlspdQSs5NXaEX7sI0R3lTHujV76C0mXwlcqnwrTFzb3P6540lqVJas6aicSIiFtFxNTcT6PqD-2YcAFIqFxpG/s898/REditalia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="898" data-original-width="635" height="752" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi70zzjx-Syy5gE46bEN12TNDlS9omZ9S0SG1h7awboDudWgoiS2IoueL2pKJMeD1FOVrohBJxutf9sSLwvygPLQ7B_85vWYrFUVp2blXYlspdQSs5NXaEX7sI0R3lTHujV76C0mXwlcqnwrTFzb3P6540lqVJas6aicSIiFtFxNTcT6PqD-2YcAFIqFxpG/w531-h752/REditalia.jpg" width="531" /></a></div><br /><p></p>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-41086104103258306732024-03-15T21:09:00.003+01:002024-03-15T21:09:27.363+01:00Con colpevole ritardo<p style="text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: large;"><b>Alla Regina Elena nel giorno dell'8 Marzo</b></span></p><p style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZeisqHhJ0neGa_GBZuiTcR7Nug7CjCIisrwpz-8t1WzugZZyVPVnAwNBLXYrJjI0xALyP21KlKo_2enJJ3-kF9hrtJ4Qenv-_WhGr8ey_ibK1ilDjvQX_awpEfF4kTRiEdCn2j-fOhO-kkzVawpopBLKNe9zc_S4FvvF5f6CXHShG-cZsRqRnMr2YGZQ1/s1360/Elena%20Regina.jpg" imageanchor="1" style="font-family: arial; font-size: x-large; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1360" data-original-width="850" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZeisqHhJ0neGa_GBZuiTcR7Nug7CjCIisrwpz-8t1WzugZZyVPVnAwNBLXYrJjI0xALyP21KlKo_2enJJ3-kF9hrtJ4Qenv-_WhGr8ey_ibK1ilDjvQX_awpEfF4kTRiEdCn2j-fOhO-kkzVawpopBLKNe9zc_S4FvvF5f6CXHShG-cZsRqRnMr2YGZQ1/s320/Elena%20Regina.jpg" width="200" /></a></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: large;"><br /><b><br /></b></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Quante volte avevo guardato<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">quel volto misericordioso,<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Elena Regina, sposa<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">e madre, di tanti figli<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">di questa Italia amata<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">abbracciata, vissuta e sentita<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">fino ad esserne pagina<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">di storia, Vita e Amore.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">L'azzurro degli occhi<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">è lo specchio di un mare<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">che non contiene la Tua bontà<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">e tracima nel bene che sgorga dalle vette<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">e attraversa le valli,<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">corre lungo le pianure<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">scintilla come la gemma<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">di una corona d'eternità<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">che adorna la Tua anima<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">alla quale ci rivolgiamo con Fede.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Il Tuo spirito vive<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">nella fertile eredità che si estende<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">lungo arenili illuminati<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">da una tenera aurora,<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">dove Tu vivesti e ora ascolti <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">parole che nel silenzio<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">congiungono per sempre<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">i nostri respiri alla Tua Misericordia.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">L''azzurro ascolta preghiere,<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">il vento raccoglie suppliche<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">il viso della Regina Elena è una rosa<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">che si apre al mattino<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">e fa di un'alba screziata di speranza<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">un mattino florido<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">di miracoli tinti di gioia profonda.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Di nobiltà è ricco il giardino,<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">i cuori si congiungono in una nota<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">che esprime l'armonia dell'essere,<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">qui sento Elena, Regina e donna,<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">è la forza di una gemma<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">che scuote l'anima nostra<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">per implorarci di rinascere,<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">per invitarci a rifiorire<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">profumando l'Italia<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">di un Risorgimento<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">d'anima e cuore e spirito<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">sotto l'egida del Suo Amore.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Monia Pin<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">08 marzo 2024</span><o:p></o:p></span></p>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-41226508332258152362024-03-05T20:35:00.004+01:002024-03-05T20:35:55.410+01:00Trigesimo della morte del Principe Vittorio Emanuele<p><span style="font-family: arial;"> di Emilio del Bel Belluz</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga-BgHJoQdQG45Z956bqptTz5VJdQ11rFac0xzGlWtHVXX6IaBE_lfasR_Vomi2t3gsKm3VnvAUKIGgblMLNWAZAPzxE4U269tCSnPxOS4bHSex5VmEZfH-RCeiZNbFsLKB1y6YJXnqjC62WOiG3MZB_Yu86Cr7V7oQtJ7MJawKQZe0CZyUumA2Hp8uNtM/s2235/Umberto%20e%20Vittorio.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2235" data-original-width="1846" height="648" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga-BgHJoQdQG45Z956bqptTz5VJdQ11rFac0xzGlWtHVXX6IaBE_lfasR_Vomi2t3gsKm3VnvAUKIGgblMLNWAZAPzxE4U269tCSnPxOS4bHSex5VmEZfH-RCeiZNbFsLKB1y6YJXnqjC62WOiG3MZB_Yu86Cr7V7oQtJ7MJawKQZe0CZyUumA2Hp8uNtM/w535-h648/Umberto%20e%20Vittorio.jpg" width="535" /></a></div><br /><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 18pt; line-height: 107%;"> C’è una frase che
spesso mi capita di citare, scritta da J. Wasermann, che esprime verità” …. Non
ti posso descrivere come mi sento quando mi trovo di fronte all’ingiustizia,
non importa se fatta a me o ad altri. Mi passa da parte a parte; mi dolgono il
corpo e l’anima; mi pare che mi si colmi la bocca di sabbia e che io debba
soffocare lì per lì”. </span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 18pt; line-height: 107%;">Questo è quello che ho provato in questi giorni. Infatti
sono rimasto tristemente colpito per come i rappresentanti politici del mio Paese
abbiano accolto la notizia della morte del figlio di Re Umberto II: solo
qualche espressione di vicinanza alla famiglia è stata fatta. Per non parlare
della stampa italiana che non ha ritenuto doveroso riservargli il titolo di
Principe, anche la stampa cattolica ha relegato la notizia nelle ultime pagine.
E pensare che fu Re Umberto II a donare alla Chiesa la Sacre Sindone. </span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 18pt; line-height: 107%;">La
televisione ha fatto vedere delle immagini di S.A.R. con le manette ai polsi
per reati di cui è stato dichiarato innocente. È venuto a mancare un
atteggiamento di rispetto sia verso Casa Savoia, sia verso tutti i monarchici
e, non sono pochi, che sono rimasti fedeli alla dinastia che ha scritto un
millennio di storia italiana. Nel referendum del 1946 quasi la metà degli
italiani aveva votato per la monarchia, lo scarto era stato minimo, senza tener
conto dei brogli elettorali. </span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 18pt; line-height: 107%;">Re Umberto II fu costretto all’esilio per evitare
una guerra civile. Piero Nenni disse: “O la Repubblica o il caos”. </span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 18pt; line-height: 107%;">Tanto era
l’odio verso la monarchia e, precisamente, verso i discendenti di Casa Savoia.
Re Umberto quando veniva attaccato da commenti negativi e pieni di livore nei
suoi confronti amava citare lo scrittore americano, James Baldwin, che così
scriveva: “Una delle ragioni per cui la gente si aggrappa così tenacemente
all’odio è che sembrano avere la sensazione che una volta svanito l’odio gli
resterà solo il vuoto e la pena”.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 18pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 18pt; line-height: 107%;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 18pt; line-height: 107%;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>In questi giorni di dolore mi sono sentito
vicino a Emanuele Filiberto come se fosse mio figlio. Avrei voluto dirgli che
ogni padre avrebbe voluto avere un figlio come lui. Non potrò mai dimenticare
le parole affettuose che il principe Emanuele Filiberto ha espresso nei
confronti del suo genitore: lo considerava una persona cara, un amico, un
maestro, un confidente a cui rivolgersi nelle avversità della vita. Si sentiva
che questi sentimenti sgorgavano dal cuore, da una fonte pulita. Qualcuno
scrisse che ai genitori e ai maestri non si deve mai abbastanza. Ai funerali mi
ha colpito il figlio Principe Emanuele Filiberto, il suo volto scolpito dal
dolore, le lacrime trattenute nel suo cuore e la dignità con cui ha dato
l’ultimo saluto al feretro avvolto dalla bandiera sabauda. Anche la consorte
era affranta dal dolore, ora rimasta sola dopo un lungo percorso trascorso
assieme alla persona amata. Nessun rappresentante del governo italiano è stato
presente alle esequie: troppa indifferenza che ha fatto male a molti. Un
capitolo di storia è stato chiuso, ma sono certo che il principe Emanuele Filiberto
continuerà nelle varie opere di beneficenza, iniziate dai suoi predecessori,
come uomo di buon cuore che egli è.<o:p></o:p></span></p>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-55767248963022634302024-03-05T19:03:00.000+01:002024-03-05T19:03:00.534+01:00ATTUALITÀ DI LUIGI EINAUDI<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrrZQiZBOwcAm6ezIrThBHqZaEa7HR5H2a5hnsBNWTWt0_Hn3O3KX6afVT1XCVdeeonpaRVeVHBRzxL1Pzv2rwPSO74AXW8HRw_ifN6LMc4kG2MWL9IB2nP3sVzMRzOxGO2sQoI-LI1w4LLcpSc2lbX7tuYFCuTHs_T82zlEXJbXa3SKhYkGHLSjG0F69d/s514/1709549730EINAUDILUIGI.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="471" data-original-width="514" height="293" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrrZQiZBOwcAm6ezIrThBHqZaEa7HR5H2a5hnsBNWTWt0_Hn3O3KX6afVT1XCVdeeonpaRVeVHBRzxL1Pzv2rwPSO74AXW8HRw_ifN6LMc4kG2MWL9IB2nP3sVzMRzOxGO2sQoI-LI1w4LLcpSc2lbX7tuYFCuTHs_T82zlEXJbXa3SKhYkGHLSjG0F69d/s320/1709549730EINAUDILUIGI.jpg" width="320" /></a></div><br /><p></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">150°
di Luigi Einaudi<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">(il Presidente che votò Monarchia)</span></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt; text-align: left;"> </span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">di
Aldo A. Mola<i><o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><i><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p> </o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">Taluno vorrebbe giustapporre i poteri del
presidente del Consiglio dei ministri a quelli che la Costituzione conferisce
al Capo dello Stato. Nel 150° della nascita di Luigi Einaudi (Carrù, 24 marzo
1874 - Roma, 30 ottobre 1961) ricordiamo il suo esempio di primo Presidente
effettivo della Repubblica italiana: monarchico, liberale ed europeista.</span></i><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Il 12
maggio 2018 il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, rievocò Luigi Einaudi nel
70° del suo insediamento alla Presidenza della Repubblica italiana. Guidato dal
nipote Roberto, architetto, ne visitò la tomba nel cimitero di Carrù (Cuneo) e
la villa in Dogliani, dalla celebre biblioteca. Nella sala del consiglio
municipale ricordò che a lui, liberale, e al democristiano Alcide De Gasperi
toccò «il compito di definire la grammatica della democrazia italiana appena
nata».<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Accolta
in spirito di servizio la proposta di elezione alla suprema carica dello Stato,
recatagli da Giulio Andreotti su incarico di De Gasperi (in alternativa al
divisivo Carlo Sforza e in contrapposizione a Vittorio Emanuele Orlando,
sostenuto dalle sinistre), pur privilegiando l'esercizio della “moral suasion”
anche con lettere private, Einaudi unì discrezione e fermezza nella
rivendicazione delle prerogative di Presidente, «a partire dall'esercizio del
potere previsto dall'art.87 della Costituzione, che regola la presentazione alle
Camere dei disegni di legge di iniziativa governativa». Rinviò al Parlamento
due leggi «perché comportavano aumenti di spesa senza copertura finanziaria, in
violazione dell'art. 81 della Costituzione». Erano somme modeste, ma contava il
principio.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Dopo
le elezioni del 1953, Einaudi rifiutò il successore di De Gasperi indicatogli
dalla Democrazia Cristiana, all'epoca partito di maggioranza, e nominò Giuseppe
Pella, già apprezzato ministro del Tesoro, che guidò un governo tripartito (DC,
repubblicani e socialdemocratici), con Mario Scelba all'Interno. A futura
memoria, il 12 gennaio 1954 Einaudi lesse ad Aldo Moro e a Stanislao Ceschi,
presidenti dei gruppi parlamentari democristiani, la “nota verbale” sulla
corretta interpretazione dell'art. 92 della Carta («Il Presidente della
Repubblica nomina il Presidente del Consiglio»), motivata dal «dovere del
Presidente della Repubblica di evitare si pongano precedenti grazie ai quali
accada o sembri accadere che egli non trasmetta al suo successore, immuni da ogni
incrinatura, le facoltà che la Costituzione gli attribuisce». È un dovere anche
oggi incombente.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Strenuo
avversario dell'“assemblearismo” («il governo di assemblea vuol dire tirannia
del gruppo di maggioranza») e del “mandato imperativo” (escluso dall'art. 67
della Costituzione), da senatore del Regno osteggiò la legislazione
liberticida: come nel 1928, quando fu conferita al Gran consiglio del fascismo
la compilazione della lista dei deputati alla Camera, e nel 1938, quando
respinse le leggi razziali. Fu «un patriota – disse Mattarella – consapevole di
contribuire, con la sua testimonianza, lui, di orientamento monarchico, al
consolidamento della Repubblica democratica».<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Un passo dell'intervento presidenziale
rimarrà memorabile perché, attraverso le parole di Einaudi Sergio Mattarella ha
fatto intendere la propria missione. Riferendosi all'azione di Vittorio
Emanuele III per portare l'Italia al di fuori della catastrofe nell'estate
1943, Einaudi osservò che la prerogativa sovrana «può e deve rimanere dormiente
per lunghi decenni e risvegliarsi nei rarissimi momenti nei quali la voce
unanime, anche se tacita, del popolo gli chiede di farsi innanzi a risolvere
una situazione che gli eletti del popolo da sé non sono capaci di affrontare o
per stabilire l'osservanza della legge fondamentale, violata nella sostanza
anche se ossequiata nell’apparenza». Nell'ora decisiva, il 25 luglio 1943, il
Re esercitò i poteri statutari revocando Benito Mussolini da capo del governo.
Fu l'inizio del nuovo corso storico.<b><o:p></o:p></b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">Un profilo dello Statista</span></b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoBodyText"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">Luigi
Einaudi fu eletto presidente effettivo della Repubblica italiana al quarto
scrutinio l'11 maggio 1948, con 518 suffragi su 871 votanti. Liberale,
monarchico e piemontese, prevalse sul siciliano Vittorio Emanuele Orlando,
parimenti liberale, monarchico, “presidente della Vittoria”.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Einaudi
non aveva studiato da capo dello Stato. Aveva studiato. Perso a dodici anni il
padre, crebbe in casa dello zio, Francesco Fracchia, notaio a Dogliani.<i> </i>Allievo
dei Padri Scolopi a Savona, fu cattolico praticante, ma senza ostentazione e
rispettoso di altre confessioni. Per capirne le radici bisogna visitarne le
terre d’origine, le stesse di Giovanni Giolitti e di Marcello Soleri. Il suo
mondo era ispirato dai principi all’epoca comuni non solo alla classe dirigente
ma a tutte le persone perbene, anche <i>umili genere natae. </i>I<i> </i>loro<i>
</i>motti<i> </i>erano<i> “</i>aiuta te stesso” e “volere è potere”,
divulgati<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dal naturalista Michele
Lessona.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Laureato
in giurisprudenza a Torino appena ventenne, dopo un impiego alla Cassa di
Risparmio di Torino dal 1896 Einaudi collaborò al quotidiano “La Stampa”.
Professore all’Istituto Tecnico “Franco Andrea Bonelli” di Cuneo e al “Germano
Sommeiller” di Torino, divenne il maggiore economista liberale del Novecento.
Autore di opere prestigiose (<i>Un principe mercante. Studi sull'espansione
coloniale italiana </i>e saggi sulla finanza nello Stato sabaudo e sulle
imposte), scrisse nella “Critica sociale” di Filippo Turati e di Claudio Treves
e nella “Riforma sociale” diretta a Torino da Salvatore Cognetti de' Martiis.
Collaboratore dal 1903 del quotidiano“Corriere della Sera” diretto da Luigi
Albertini e dal 1922 dell'“Economist”, Einaudi polemizzò aspramente contro i
“trivellatori dello Stato” e rimproverò a Giolitti di utilizzare il potere per
mediare tra le parti sociali e garantire una costosa “stabilità di governo” a
vantaggio di troppi “clienti” e di opportunisti. Docente di scienza delle
finanze a Pisa nel 1902, lo stesso anno fu chiamato dall'Università di Torino,
ove poi ebbe cattedra <i>ad</i> <i>vitam.</i><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Credeva
nella “bellezza della lotta”, cui intitolò un saggio nel 1923. Interventista
nel 1914-1915, il 6 ottobre 1919 fu nominato senatore da Vittorio Emanuele III
su proposta del presidente del Consiglio Francesco Saverio Nitti. Rievocò le
sue esperienze alla Camera Alta in un saggio del 1956 pubblicato nella “Nuova
Antologia”. Nel 1922 appoggiò il governo di coalizione nazionale presieduto da
Benito Mussolini, che ventilò il proposito di averlo ministro delle Finanze
affinché potesse attuare i suoi insegnamenti: ridurre drasticamente la spesa
pubblica “clientelare”, ripristinare il prestigio dello Stato, assicurare i
servizi, azzerare mafie, camorre e tagliare le unghie agli opposti
corporativismi (imprenditori “pescicani” e sindacati parassitari). Al fervore
scientifico unì la passione civile per le libertà. Già direttore delI'Istituto
di Economia “Ettore Bocconi” di Milano, pubblicò una raccolta di saggi per il
giovane editore torinese Piero Gobetti, vittima del regime. All'indomani della
morte del deputato socialista Giacomo Matteotti (10 giugno 1924), aggredito da
una squadraccia fascista, Einaudi deplorò pubblicamente “il silenzio degli
industriali”.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Le sue
opere erano note ormai anche oltre Atlantico. Come Giovanni Agnelli e Attilio
Cabiati, nel 1918 egli aveva giustapposto al sogno della Società delle Nazioni
la più realistica e urgente Federazione europea per scongiurare che dal
collasso degli imperi nascessero devastanti nazionalismi. Da altro versante ne
scrisse in <i>Dei diversi significati del concetto di liberismo economico e dei
suoi rapporti con quello di liberalismo, </i>in controcanto con Benedetto
Croce. Sarebbe però errato ritenere che Einaudi fosse un “liberista assoluto”.
Tra le sue massime spicca «l’uomo libero vuole che lo Stato intervenga». Il suo
era “liberalismo senza aggettivi”. Come ha ricordato Tito Lucrezio Rizzo nel
suo profilo biografico, Einaudi ammonì: «la scienza economica è subordinata
alla legge morale».<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Di
vasto respiro e profondità documentaria e critica spiccano due sue opere degli
Anni Trenta:<i> La condotta economica e gli effetti sociali della guerra </i>(1933)
e <i>Teoria della moneta immaginaria nel tempo da Carlomagno alla rivoluzione
francese</i> (1936).<i> </i>Dopo<i> </i>l'arresto e la breve detenzione dei<i> </i>figli<i>
</i>Giulio e Roberto (il terzo, Mario, era migrato negli Stati Uniti d'America)
e la forzata chiusura della “Riforma sociale”, Einaudi fondò la dotta “Rivista
di storia economica”, pubblicata dalla casa editrice di suo figlio Giulio e
protratta sino al 1943. Nel 1938 fu tra i dieci senatori che votarono contro la
legge “per la difesa della razza italiana”. Avversò l'antisemitismo e
l'incipiente vassallaggio ideologico-diplomatico-militare di Mussolini nei
confronti della Germania di Adolf Hitler. Tenuto, come tutti i pubblici
dipendenti, a dichiarare la propria “stirpe” rispose che la sua gente era da
sempre “ligure”, con apporti di altre genti nel corso del tempo.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Dopo
molte edizioni dei fondamentali <i>Principii di scienza della finanza</i>,
condensò decenni di studi in <i>Miti e paradossi della giustizia tributaria </i>(1938).
Come ha scritto Ruggiero Romano, fu «il più grande demitizzatore» italiano del
Novecento, non solo su teorie e pregiudizi economicistici, ma anche nella vita
sociale: abolizione di maiuscole, titoli vanesi e formalismi pomposi ostentati
per celare il vuoto.<b><o:p></o:p></b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">La<i> </i>Ricostruzione</span></b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">Al crollo del regime mussoliniano (25 luglio
1943) Einaudi fu nominato rettore<i> </i>dell'Università<i> </i>di<i> </i>Torino,
mentre Filippo Burzio assunse la direzione della “Stampa”. Con la proclamazione
della resa senza condizioni (8 settembre 1943), quando l'Italia rimase “divisa
in due” (formula di Croce), appreso di essere ricercato riparò in Svizzera. Vi
collaborò a “L'Italia e il Secondo Risorgimento” (Lugano) e pubblicò, tra
altro, <i>I problemi economici della Federazione europea. </i>Chiamato a Roma
dagli Alleati e dal governo presieduto da Ivanoe Bonomi, d'intesa con il
ministro del Tesoro Marcello Soleri, il 4 gennaio 1945 fu nominato governatore
della Banca d'Italia in successione a Vincenzo Azzolini, arrestato per presunta
collusione con gli occupanti germanici in danno della Banca stessa. Quale
direttore generale volle Donato Menichella, che non conosceva di persona ma la
cui formidabile competenza sulle relazioni tra banca e industria molto apprezzava.
Lo attese un compito immane. Aveva pubblicato <i>Lineamenti di una politica
economica liberale. </i>Il governo era sotto tutela della Commissione Alleata
di Controllo. L'amministrazione locale era a sua volta subordinata ai
governatori militari. L'Italia meridionale era inondata dalle “Am-Lire”. La
moneta circolante era quasi venti volte superiore a quella d'anteguerra.
L'inflazione galoppava. Il prodotto interno in molte regioni era dimezzato. In
tante plaghe la popolazione era alla fame. I sei partiti rappresentati nel
Comitato Centrale di Liberazione Nazionale e nel consiglio dei ministri erano
divisi, nell'immediato e nelle prospettive ultime. Il capo del governo, Pietro
Badoglio, aveva sciolto la Camera dei fasci e delle corporazioni, paralizzando
il Parlamento, bicamerale; l'alto commissario per l'epurazione aveva privato
quasi tutti i senatori del rango e dei diritti politici e civili. Il
governatore della Banca d'Italia dovette quindi valersi di cariche e di poteri
ulteriori per risalire la china.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Nominato
membro della Consulta Nazionale che preparò la Costituente, Einaudi fu eletto
alla Assemblea Costituente (2-3 giugno 1946) tra i deputati del Partito
liberale italiano. Nel 1947, dopo il viaggio negli Stati Uniti d'America, De
Gasperi lo volle vicepresidente del Consiglio e ministro del Bilancio. Con
apposito decreto fu confermato governatore della Banca d'Italia e poté tessere
la tela quotidiana della Ricostruzione. Consapevole delle drammatiche
difficoltà nelle quali versava il Paese, anziché vagheggiare progetti tanto
vasti quanto inattuabili, puntò realisticamente a interventi “a pezzi e
bocconi”, come narrato da Antonio d'Aroma, suo fido segretario particolare.
Doveva ristrutturare un edificio occupato da persone che non potevano esserne allontanate:
la burocrazia. Per attuare il risanamento monetario a suo avviso non esistevano
“mezzi taumaturgici”. Lasciò che il tempo facesse tramontare propositi
irrealistici, quali il “cambio della lira”, che avrebbe provocato la fuga dei
pochi capitali disponibili e scoraggiato investimenti dall'estero. In un paio
d'anni le speculazioni si esaurirono e l'inflazione si ridusse a indici
accettabili, con la ripresa della produzione e del mercato, favorita dai
giganteschi prestiti americani senza oneri (Piano Marshall).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Contrario
a imposte straordinarie e contrarissimo a tasse patrimoniali che avrebbero
colpito media e piccola proprietà, mirò alla riesumazione della classe media,
della scuola (pubblica o privata, purché seria) e alla valorizzazione di quanti
servivano lo Stato con dedizione . Monarchico libero da feticismi, poté presto
salutare il plebiscito del “quarto partito”: i risparmiatori, spina dorsale
della Nuova Italia.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Alla
Costituente pronunciò discorsi appassionati e taglienti. Componente della Commissione
dei Settantacinque che, presieduta da Meuccio Ruini, redasse la bozza della
Carta, ottenne l'approvazione dell'articolo 81, che recita: «Con la legge di
approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese.
Ogni altra legge che importi nuove e maggiori spese deve indicare i mezzi per
farvi fronte.»<b><o:p></o:p></b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">L'eredità di un Capo dello Stato europeista</span></b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">Nominato membro di diritto del Senato della
Repubblica (22 aprile), all'indomani delle elezioni, prese parte
all'inaugurazione della prima legislatura, chiamata a eleggere il Capo dello
Stato. Alle 6 del mattino dell’11 maggio 1948 Giulio Andreotti, sottosegretario
alla presidenza del Consiglio, andò a informarlo che al quarto scrutinio De
Gasperi lo avrebbe fatto votare presidente della Repubblica per superare lo
stallo sul nome di Carlo Sforza, già tre volte invano sostenuto dalla
Democrazia cristiana. Il settantaduenne statista non gli ricordò di aver votato
monarchia; lo aveva fatto anche Andreotti. Osservò invece che, claudicante e minuto
qual era, avrebbe dovuto sfilare dinnanzi ai corazzieri. Fu eletto e nessuno
trovò alcunché da obiettare. I corazzieri non avevano dimenticato Vittorio
Emanuele III: poco marziale, ma “Re Soldato”.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Capo
dello Stato, Einaudi lasciò memoria del suo operoso settennato in <i>Lo</i> <i>scrittoio
del Presidente </i>e<i> </i>in<i> Prediche</i> <i>inutili.</i> Improntò
l'esercizio del ruolo a discrezione e continuità. Istituì il Segretariato
Generale, nel solco del Ministero della Real Casa e all'insegna dell’austerità.
All'inizio del 1945 aveva tracciato le linee del liberalismo: «Quando al figlio
del povero saranno offerte le medesime opportunità di studio e di educazione
che sono possedute dal figlio del ricco; quando i figli del ricco saranno
costretti dall'imposta a lavorare, se vorranno conservare la fortuna ereditata;
quando siano soppressi i guadagni privilegiati derivanti da monopolio, e siano
serbati e onorati i redditi ottenuti in libera concorrenza con la gente nuova,
e la gente nuova sia tratta anche dalle file degli operai e dei contadini,
oltre che dal medio ceto; quando il medio ceto comprenda la più parte degli
uomini viventi, noi non avremo una società di uguali, no, che sarebbe una
società di morti, ma avremo una società di uomini liberi.»<i><o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></i><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">Qual è l'eredità di
Einaudi? Quando sentiva (talora da persone “vicine”) vagheggiare di ideologie
“sovietiche” neppure rispondeva: batteva il bastone per terra per dire che era
impossibile dialogare. Anch'egli auspicò riforme mai attuate ma sempre attuali,
a cominciare dall'abolizione del valore legale dei titoli di studio.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Cultore
profondo del “senso dello stato” che, spiegò Benedetto Croce, ministro
dell’Istruzione nel V governo presieduto da Giolitti (1920-1921), non è solo “<i>liberismo</i>”,<i>
</i>è “<i>liberalismo</i>”,<i> </i>Einaudi ne indicò i fondamenti nella
tradizione civile sorta dalla cultura classica e dall'illuminismo, alla cui
riscoperta critica si dedicarono egli stesso, bibliofilo appassionato, e Franco
Venturi. Da presidente dell’Associazione dei piemontesi a Roma nel 1961
promosse i due poderosi volumi della <i>Storia</i> <i>del</i> <i>Piemonte</i> (ed.
Casanova). Alla rievocazione del passato quale alimento irrinunciabile per la
costruzione della Nuova Europa dedicò saggi memorabili, quali <i>Andiamo</i> <i>in</i>
<i>Piemonte!</i> (pubblicato nel 1949 da “Il Ponte”, diretto da Piero
Calamandrei) e <i>Piccolo</i> <i>mondo</i> <i>antico</i>, affidato a “Nuova
Antologia”, la rivista che lo ebbe collaboratore sin dal 1900 e nella quale
raccolse le finissime riflessioni <i>Di alcune usanze non protocollari
attinenti alla Presidenza della Repubblica </i>(agosto 1956).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Quali
pionieri e numi tutelari del federalismo europeo vengono solitamente citati
Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer e Robert Schuman, autore del piano che dette
vita alla Comunità europea del carbone dell'acciaio. Tra i profeti e artefici
della Nuova Europa, ancora lontanissima da una vera unità d'intenti, va però
posto e ricordato in primo luogo proprio Luigi Einaudi, capace di conciliare
concretezza e profezia, sulla base dello studio storico, della scienza della
finanze e dell'economia politica, senza la quale la politica economica è
vaniloquio.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">DIDASCALIA: Luigi Einaudi. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">Su di lui si vedano Riccardo Faucci, <i>Einaudi</i>,
Torino, Utet, 1986; Francesco Forte-Paolo Silvestri, “Einaudi”, in <i>Dizionario</i>
<i>del</i> <i>Liberalismo</i> <i>Italiano,</i> Soveria Mannelli, Rubbettino,
2015 e Tito Lucrezio Rizzo, <i>Il Capo dello Stato dalla Monarchia alla
Repubblica</i>, Roma, Herald, 2024 (1^ ed. 2022).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-69309081807704283822024-02-23T09:44:00.005+01:002024-02-23T09:44:45.212+01:00IL “CANTO NAZIONALE” CATTOLICI E RISORGIMENTO ITALIANO<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwuXjr02m-keUGZ9LsxMccCFlgZhAmp0HQSae1mFI-6VCoGijSTqVJ1Bn4gWX0YUvt0Oe_Amg-Q8D06S21Ehe2ehFDjwrLhQlAuL5xC-qawVaUvpqMvYyaJdXPYkjYR7JfKNIzIB0iWOl36FEbJBruMIw6nc1pBIwbDwbnzgs0J9E5Utv2FPEKLXxRFuhU/s251/download%20(1).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="251" data-original-width="201" height="471" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwuXjr02m-keUGZ9LsxMccCFlgZhAmp0HQSae1mFI-6VCoGijSTqVJ1Bn4gWX0YUvt0Oe_Amg-Q8D06S21Ehe2ehFDjwrLhQlAuL5xC-qawVaUvpqMvYyaJdXPYkjYR7JfKNIzIB0iWOl36FEbJBruMIw6nc1pBIwbDwbnzgs0J9E5Utv2FPEKLXxRFuhU/w377-h471/download%20(1).jpg" width="377" /></a></div> <p></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">Dopo
la “finzione” Rai su Mameli</span></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><b><span style="color: windowtext; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; mso-color-alt: windowtext;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">di
Aldo A. Mola<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">Più
luce sui Padri Scolopi chiede da Carcare il sindaco Mirri</span></b><i><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">Il “Canto nazionale”, noto anche come “Inno di
Mameli”, rientra fra i tabù. Vietato scriverne per non incappare in
“scomuniche”. Gradito o meno, esso deve piacere e va cantato perché “è così che
si deve fare”. Il suo culto rientra tra i “precetti della Repubblica”. Viene
sorbito come i medicinali, senza porsi domande.“Vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole / e più non dimandare...” scriveva padre Dante Alighieri,
principe di liberi pensatori, esuli, perseguitati e (come lui) condannati al
rogo in contumacia. Sulla sua traccia, lo storico scevro da preconcetti ricerca
documenti, li contestualizza e li propone al lettore affinché costui possa
formare la sua valutazione senza pregiudizi dogmatici, con la “ragione”, che
ignora gli “idola tribus”.<o:p></o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Di
quando in quando la genesi del Canto nazionale è stata messa in connessione con
il Collegio casalanziano di Carcare (Savona), ove, come inoppugnabilmente
documentato, Goffredo Mameli fu ospite nel settembre 1846. Poiché, però,
qualcuno ha ipotizzato che i suoi versi siano debitori nei confronti dello
scolopio Atanasio Canata, sia le biografie sia le evocazioni filmiche di Mameli
hanno ritenuto prudente tacitare ogni curiosità facendo calare il più compatto
silenzio sulla sua presenza nel Collegio scolopico di Carcare, il quale è
invece giustamente fiero di aver formato nelle sue aule tanti insigni patrioti
di metà Ottocento. Esso non fu l'unico, ben inteso. Da secoli le Scuole Pie
fondate dallo spagnolo san Giuseppe Casalanzio (1557-1648) svolgevano anche in
Italia un ruolo educativo d'avanguardia e di eccellenza. Fra i tanti spiccarono
nel collegio San Giovannino di Firenze due docenti di Giosue Carducci, maestro
e vate della Terza Italia: Eugenio Barsanti (inventore del motore a scoppio) e
Francesco Donati, il “Cecco Frate” reiteratamente visitato dall'“allievo”,
massone mai pentito, campione dell'anticlericalismo ma al tempo stesso
rispettoso della fede verace, come emerse dal suo muto dialogo con Giuseppe
Verdi a Palazzo Doria in Genova. Secondo Annie Vivanti, testimone oculare, dopo
lungo silenzio Carducci confidò sommesso: «Io credo in Dio». «E Verdi fece sì,
solennemente, con la candida testa.»<o:p></o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Per
evitare il rischio di fare i conti con la verità dei fatti, la “finzione” su
Goffredo Mameli recentemente proposta da un canale televisivo della RAI si è
attenuta alla regola: “quieta non movere”. Però, come noto, si pecca di
pensieri, parole, opere e omissioni. Non si può certo pretendere che uno
“sceneggiato” sia un documentario. Ma non può neppure essere troppo o del tutto
lontano dalla verità, per non mancare alla sua “missio”: informare, proponendo
allo spettatore la complessità degli eventi e dei personaggi evocati e così
assolvere, almeno a grandi linee, al proposito “pedagogico”, vanto della
televisione italiana dai suoi esordi agli Anni Sessanta. In quella lunga e
rimpianta stagione, nella trasposizione di classici della letteratura, di vicende
e di protagonisti della storia essa non si prese le licenze poi divenute comuni
nei film, quali il famoso “</span></i><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">Nell'anno del Signore” <i>di Luigi Magni (1969), che
dipinse il cardinale Agostino Rivarola più feroce e iniquo di quanto fu ed
erroneamente addebitò a lui la condanna alla ghigliottina dei carbonari Leonida
Targhini e Angelo Montanari, accusati senza prove di un “fatto di sangue” (tema
di una pièce teatrale di Valeria Magrini, in programma a Ravenna per iniziativa
della Fondazione Ravenna Risorgimento, presieduta da Eugenio Fusignani, nel
centenario del loro supplizio).<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Veduta
la “fiction”, il sindaco di Carcare, Rodolfo Mirri, non l'ha presa bene. Fedele
alla sua formazione professionale di arbitro calcistico (con tanto di
“Fischietto d'oro”) e fautore del giusto equilibrio, da tempo rivendica al suo
Comune il rango di “città del Canto Nazionale” al pari di Genova che, con mezzi
di gran lunga più possenti, ne pretende il monopolio. Per cogliere le sue buone
ragioni è opportuno ricordare in sintesi chi fu Goffredo Mameli, i suoi
rapporti con il Collegio scolopico di Carcare e i riferimenti storici presenti
nel “Canto”, fondamentali per fissarne in maniera attendibile la datazione.<o:p></o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">Goffredo Mameli. Chi era costui? Come nacque un
eroe.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">Nato a Genova nel 1827 da Giorgio Mameli,
nobile cagliaritano, capitano di vascello, valoroso combattente contro i pirati
nordafricani e fedelissimo dei sovrani sabaudi, e da Adele Zoagli, di cui si
dice fosse invaghito Giuseppe Mazzini, sui dieci anni Goffredo fu iscritto alle
Scuole Pie di Genova. Il 29 giugno 1843, all’Università, il giovane Mameli ebbe
un alterco col diciottenne Giuseppe Lullin e venne punito con un anno di
allontanamento dai corsi. Nell'agosto 1846, diciannovenne, fu ammesso al primo
anno di legge. In settembre lo scolopio Raffaele Ameri lo condusse con sé in
“vacanza di riflessione” da Genova al Collegio di Carcare, ove era già stato
allievo un suo fratello. Del viaggio Goffredo dette conto in lettere assai
sgrammaticate. A Carcare conobbe il focoso padre Atanasio Canata (Lerici, 1811
- Carcare, 1867), drammaturgo e poeta apprezzato da Alessandro Manzoni,
ispiratore di prestigiosi discepoli, quali Pietro Sbarbaro, deputato, massone,
autore di libelli famosi, Anton Giulio Barrili e il celebre Giuseppe Cesare
Abba, garibaldino e futuro senatore del Regno, che lo ricorda con affetto nelle
celebri “Noterelle di uno dei Mille”.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>A
Carcare Goffredo si ambientò bene, come padre Ameri scrisse al confratello
Agostino<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Muraglia. Goffredo stesso il 9
settembre 1846 lo confermò a Giuseppe Canale. Arrivato stanco morto, “dopo cena
mi posi a letto, che sogno che avevo non potea più tener gli occhi aperti. Del
resto faccio di tutto per passare il tempo senza anoiarmi, mi provo a giocar al<b>
</b>pallone<b> </b>alla<b> </b>palla, così comincio così finisco il giorno...
qui ogni momento si prega, cosa buonissima ma che guasta le ginochia”. Forse
per la stanchezza, forse per la fretta, all’epoca scriveva così.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Com’è,
come non è, il 10 novembre 1847, tramite l'amico Ulisse Borzino, Goffredo mandò
un <i>Canto</i> al musicista Michele Novaro, che in quel momento, a Torino,
era<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>in casa di Lorenzo Valerio, capofila
della Sinistra democratica. Quando glielo consegnò, Borzino disse: “Te lo manda
Mameli”, senza riferimenti al suo autore. “Col cuore in tumulto”, narrò molti
anni dopo, Novaro corse a casa e, cappello in testa, scrisse freneticamente le
note di quello che dovrebbe quindi esser detto l’“Inno di Novaro”, poiché di
solito i canti sono ricordati dal nome del compositore e non da quello del
paroliere, per quanto prestigioso. È il caso, tra i molti, dell'Inno alla
gioia, che tutti ricordano dal nome di Ludwig van Beethoven mentre rimane in
ombra quello, pur famoso, di Schiller, autore del testo. Nella concitazione
Novaro rovesciò la lucerna sul foglio mandatogli da Mameli, sicché il<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>manoscritto originale andò irrimediabilmente
perduto.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Del <i>Canto</i>
abbiamo un paio di copie. La prima, conservata al Museo del Risorgimento di
Genova, inizia: “Evviva l’Italia / l’Italia s’è desta...”. Nella seconda (Museo
del Risorgimento di Torino) si legge invece “Fratelli d’Italia...”, ma anche
“Evviva l’Italia / dal sonno s’è desta...”. Fra le copie a stampa pubblicate
nel 1848, quella della tipografia Andrea Rossi di Modena precisa: “Parole di
Mammelli, musica del Maestro Novella (Piemontesi)”.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>In
attesa della visita di leva, da Novi Ligure il 15 ottobre 1847, cioè proprio
pochi mesi prima di inviare il <i>Canto</i> a Novaro, Goffredo espose il suo
ideale di vita in una lettera alla madre: “Io qui me la passo benissimo, mangio
per quattro, dormo molto, non faccio nulla, penso meno e questo è l'ideale del
mio Paradiso, credo che voialtri farete altrettanto”. Rifiutò l’arruolamento
nelle file dell'esercito sardo e, contro l'esborso concordato, si fece surrogare.
All'epoca era consentito. Il benestante pagava e si liberava dalla noia del
“servizio” e dal rischio della mobilitazione. Il meno abbiente si accollava
l'una e l'altro, ma controvoglia. Perciò, come documentano Piero Pieri nella
storia militare del Risorgimento e il generale Oreste Bovio in quella
dell'esercito italiano i “dispersi in battaglia” erano quasi sempre più
numerosi di morti e feriti. Semplicemente, prendevano il largo.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Nel
dicembre 1848, dopo rapida maturazione politica, Mameli accorse volontario a
Roma per difendere la Repubblica proclamata il 9 febbraio 1849 su proposta di
Giuseppe Garibaldi e di Carlo Luciano Bonaparte, principe di Canino, già
promotore dei Congressi degli scienziati Italiani che tra il 1838 e il 1847
furono il volano dell'idea di Italia e gettarono le basi dell'unione culturale
partendo dalle “scienze esatte”, meno compromettenti, per arrivare passo dopo
passo a questioni scolastiche, pedagogiche e politiche. Il 3 giugno 1849,
durante una sortita, un commilitone inferse un colpo di baionetta nella gamba
sinistra di Mameli. Tra cure troppo sommarie e la calura estiva, la ferita<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>suppurò e andò in cancrena. Mazzini,
triumviro della Repubblica con Carlo Armellini e Aurelio Saffi, gli scrisse che
doveva rassegnarsi all'amputazione per salvare la vita e continuare la sua
missione. Confortato da padre Ameri e dal barnabita Alessandro Giavazzi,
Goffredo affrontò la terribile prova. Il 2 luglio Garibaldi decise di uscire da
Roma alla volta di Venezia alla testa di duemila volontari, cui promise lacrime
e sangue. Il 3 l'Assemblea suggellò la Costituzione della Repubblica Romana: un
testo limpido ed esemplare, solennemente letto in Piazza del Campidoglio quale
eredità della lunga resistenza dei volontari accorsi in aiuto della Repubblica
contro i 30.000 uomini inviati da Luigi Napoleone, principe-presidente della
repubblica francese, a restaurare Pio IX, di concerto con gli austriaci e i
borbonici del Regno delle Due Sicilie. Il 4 luglio i francesi entrarono in
Roma. Goffredo morì il 6. Padre Ameri gl’impartì il viatico e ne curò la
sepoltura. Il Risorgimento era e rimaneva <i>cristiano</i>.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>In <i>Inferno,
Purgatorio e Paradiso d’Italia<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></i>scitto
negli anni seguenti padre Canata lamentò un duplice disinganno: la rottura
dell’unità d’azione di cattolici e patrioti e il furto di una poesia. Parlando
di sé egli scrisse: “A destar quell’alme imbelli / meditò robusto un canto;/ ma
venali menestrelli/ si rapian dell’arpe il vanto: / sulla sorte dei fratelli /
non profuse allor che pianto, / e aspettando nel suo cuore/ si rinchiuse il pio
cantore”. Secondo una tradizione mai spenta a Carcare si riferiva al <i>Canto</i>
<i>nazionale</i> da lui dato o dettato a Mameli. Ma perché né lui né altri
docenti lo indicarono nominativamente? Come spiegato dallo scolopio Luciano
Giacobbe, lo fecero per pietà cristiana nei confronti di un giovane che aveva
pagato con la vita i suoi generosi ideali e che, contro la verità dei fatti,
veniva dipinto come mangiapreti. Da una parte vi era e vi è la matrice
cattolica del Risorgimento, dall’altra la deformazione della storia, che ne
fece un’impresa genericamente anticlericale, a tutto vantaggio di chi lo
dipinge come complotto massonico. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Del
resto, chiunque ne sia l'autore, la genesi e il contenuto del Canto parlano da
sé. Esprimono un pensiero adulto e profondamente<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>religioso: “Uniamoci, amiamoci;/ l’unione e
l’amore/ rivelano ai popoli/ le vie del Signore”. Parole di un Maestro. Nella
versione dell'inno conservata alla Società economica di Chiavari, il canto
inizia “Oh Figli d’Italia...”. Non è la voce di un ventenne, ma di un docente
che dalla cattedra si rivolge ai discepoli, di un sacerdote che parla da un
pulpito ideale ai “fratelli”: un termine, codesto, tipico delle congregazioni
religiose e in specie dei francescani in tutte le loro articolazioni, molto
prima che fosse assunto dagli iniziati a logge massoniche e a vendite
carbonare.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">Storia e poesia nel Canto degli Italiani<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">Per datare la genesi del <i>Canto</i>,
particolare attenzione meritano i suoi cenni a fatti storici: pochi, ma tutti
molto allusivi. Alcuni si riferiscono alla storia antica e moderna. Il primo è
quell'“elmo di Scipio” che suscitò il commento sarcastico di Giosue Carducci e
che, tuttavia, è meno banale e retorico di quanto paia. Rinvia, infatti, alla
riscossa di Roma contro il cartaginese Annibale, vittorioso al Ticino, alla
Trebbia, al lago Trasimeno e a Canne, la sconfitta più cocente subita dalla
Roma dei consoli. Per reagire alla sequenza di rovesci i Romani si spinsero a
invocare gli Spiriti Ctoni praticando sacrifici umani. Seppellirono vivi due
Greci e due Galli. La Roma evocata dall'inno è quella dei condottieri, cantata
da Virgilio nell'Eneide: “parcere subiectis” e “debellare superbos”, monda
dall'addebito (che le venne mosso nell'<i>Agrippa </i>da<i> </i>Publio Cornelio
Tacito) di vantarsi portatrice di pace dove faceva il deserto: uno scambio di
ruoli possibile solo elevando la storia a missione universale, divina, come
nella visione apocalittica dei Quattro Imperi. In secondo luogo il Canto invoca
la fusione dell'“italia gente da le molte vite” (Carducci) in un unico popolo,
ridestato dal torpore e dalla servitù. Con parole pressoché identiche lo aveva
già spiegato il criptogiansenista Alessandro Manzoni nel famoso coro
dell'“Adelchi”. L'ispirazione è manifestamente ecclesiastica. È il pensiero di
Vincenzo Gioberti (Torino, 1801 - Parigi, 1852), presbitero e cospiratore nei
Cavalieri della Libertà, poi autore del “Primato morale e civile degli
italiani” (1843), un'opera scritta di getto, caotica, alimentata dalla passione
più che dalla ragione e nondimeno fondamentale per la diffusione dell'idea di
Italia. Su suo impulso uscirono decine di migliaia di poesie, canti, manifesti,
fogli volanti e opuscoli inneggianti agli italiani, non più “volgo disperso che
nome non ha” (parole di Manzoni) ma avviati a una “unione”, confederazione o
“lega” (almeno doganale, come proponeva il principe di Canino) presieduta dal
papa.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>In una
lettera scritta all'autore di questa “noterella” vent'anni addietro da
Cornigliano (Genova), padre Luciano Giacobbo sintetizzò così il percorso dei
padri di Carcare e più in generale della provincia religiosa scolopica della
Liguria: «Esso affondava le sue origini nella seconda metà del Settecento,
quando buona parte dei padri italiani avevano abbracciata la teologia
giansenista. Agli inizi dell'Ottocento questa era sfociata in un atteggiamento
morale rigoristico e in una posizione concreta antigesuitica, antitemporale e
democratica, che nel corso del secolo poi si andò strutturando in ideologia
patriottica caratterizzata dall'adesione sincera al giobertismo.» Quello,
appunto, espresso da padre Canata nelle sue opere e che prorompe dal Canto
degli italiani. La cui penultima strofa, densa di richiami storici, è la più
suggestiva. Promette la vittoria dei “vinti” sull'Aquila imperiale
dell'Austria, che nel tempo, in combutta con i russi (“cosacchi”), aveva bevuto
il sangue degli italiani come quello dei polacchi. Quando? Nel 1799-1800,
allorché gli austro-russi irruppero nell'Italia settentrionale e vi abbatterono
le precarie repubbliche instaurate su impulso di Napoleone e del Direttorio di
Parigi, e ancora nel 1830, con la repressione dell'insorgenza polacca. Nel
febbraio-marzo 1846 la Galizia polacca visse un'altra stagione di disordini,
oscura e contraddittoria, sostanziata nel massacro di circa duemila “nobili” da
parte dei contadini polacchi, rapidamente schiacciati dagli asburgici, che
occuparono Cracovia con il consenso di tutta l'Europa liberal-moderata.
L'ultima strofa del Canto, infine, mescola i “liberi comuni” in lotta contro
Federico Barbarossa (Legnano: un mito rinfrescato da Luigi Tosti, abate di
Montecassino), il fiorentino Francesco Ferrucci, celebrato da Massimo
d'Azeglio, e il genovese Giovanni Battista Perasso, detto<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>“Balilla”, il “ragazzo di Portoria” che,
secondo la tradizione, il 5 dicembre 1746 scatenò la rivolta della Superba
contro gli austriaci scagliando il sasso contro la testa di un armigero
arrogante, in quel momento alleato di Carlo Emanuele III di Savoia (ma il testo
si guarda bene dal dirlo).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>I
quattro assenti dal Canto sono Carlo Alberto di Savoia, l'“italo Amleto” il cui
orientamento “italiano” nel 1846 era ancora tutto da decifrare, mentre divenne
trasparente nel 1847; Pio IX, che fu eletto papa il 16 giugno 1846; Mazzini,
con buona pace di quanti ritengono che il cosiddetto Inno di Mameli sia pregno
del suo magistero; e la “repubblica”, di cui invano vi si cercherebbe l'eco.
Quanto ai Vespri siciliani, va ricordato che nel 1282 essi quelli furono
un'insorgenza contro i Francesi, ma non per la fondazione di un regno
indipendente, bensì a favore degli Aragonesi (“padrone lontano, briglia
sciolta”).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Una
domanda attende risposta: perché nel Canto si parla di “fatti” del 1846 ma non
v'è traccia alcuna del 1847? Questo fu un anno denso di eventi drammatici e di
cambiamenti: l'occupazione austriaca di Ferrara, la sanguinosa guerra in Svizzera
tra i cantoni cattolici e quelli protestanti, conclusa con la vittoria dei
secondi e la trasformazione, a nome immutato, della confederazione elvetica in
federazione, il varo di riforme da parte di Pio IX e la svolta di Carlo Alberto
a sostegno della causa italica. Se davvero l'Inno fu scritto alla vigilia del
pellegrinaggio a Oregina del dicembre 1847 (come ripetuto dalla “finzione”
televisiva) com'è che di quei “fatti” così numerosi e importanti nulla si dice
, mentre il mitico “ Balilla” venne evocato nel 1846, in coincidenza con il
Congresso degli scienziati italiani celebrato in Genova?<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Ha
dunque ragione il sindaco di Carcare Rodolfo Mirri a volerci vedere più chiaro.
Allo scopo, dopo aver esposto le ragioni del suo Comune al Presidente Sergio
Mattarella, per la mattina del 13 aprile l'Arbitro ha in progetto un convegno
di studi per approfondire i legami tra Mameli e Carcare, che vuol anche dire
tra il giovane patriota e gli Scolopi, da padre Ameri ad Atanasio Canata. Sono
previsti interventi del Comune di Lerici e della saggista Bruna Magi: non per
togliere a Mameli e all'Inno la meritata gloria, ma per dare “unicuique suum”,
in nome della verità dei fatti.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">Aldo A. Mola<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">DIDASCALIA: Il Collegio di Carcare, ove
Goffredo Mameli fu ospite dei padri Scolopi e conobbe il poeta e drammaturgo
Atanasio Canata.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Per un
sintetico profilo di Mameli v. Marco Albera e Manlio Collino,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><i>Saecularia sexta Album. Studenti e
Università a Torino.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Sei secoli di
storia,</i> Torino, Elede, 2005.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-66932472459396723162024-02-10T11:02:00.002+01:002024-02-10T11:02:30.118+01:00La scomparsa di S.A.R. il Principe Vittorio Emanuele<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">di Emilio del Bel Belluz</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqC2OB9uGM2rwjl-XLZtCROXy_zd0Ilp_hkIhXM_CgkhN0TKN2HrBCskwmMMPngENcdsM2zJHfh9DnfG6VdRxpQ0cwUVeVFg2rK3sbgex7_NW3oKROhRcrMzafo5Psu30xSgDsc_k-9-pjoxzrAJtSPZfEZos7zep-SHpFFcttcEaAWiSd8Mb1tHnXCVwN/s1500/Savoia.webp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1060" data-original-width="1500" height="409" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqC2OB9uGM2rwjl-XLZtCROXy_zd0Ilp_hkIhXM_CgkhN0TKN2HrBCskwmMMPngENcdsM2zJHfh9DnfG6VdRxpQ0cwUVeVFg2rK3sbgex7_NW3oKROhRcrMzafo5Psu30xSgDsc_k-9-pjoxzrAJtSPZfEZos7zep-SHpFFcttcEaAWiSd8Mb1tHnXCVwN/w579-h409/Savoia.webp" width="579" /></a></div><br /><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">La notizia della morte di S.A.R. Vittorio Emanuele IV, Principe di
Napoli mi colse all’improvviso, mi trovavo in un ufficio postale a chiedere se
il libro che gli avevo spedito fosse arrivato. Improvvisamente squillò il
telefono, e il mio amico Ado mi comunicava la scomparsa di S.A.R. Vittorio
Emanuele di Savoia. Pensai subito alla strana coincidenza. Il libro è un
romanzo che ho scritto e che riguarda la fedeltà di un giovane italiano verso i
valori di riferimento di un tempo. Il volume è stato dedicato al Principe. Da
qualche giorno avevo saputo che era ricoverato in ospedale a Ginevra. Nel mio
cuore avevo deciso di fargli una sorpresa per il suo Genetliaco e quello della
moglie, la principessa Marina di Savoia. La mia speranza era quella che il
libro potesse arrivare a destinazione per questo evento. All’interno vi avevo
posto degli articoli scritti sul “ Piave “, e dedicati a Casa Savoia. Alcuni
mesi fa gli avevo mandato un santino che un caro amico aveva stampato: era
dedicato a San Leopoldo Mandic’ e alla Regina Elena. Avevo saputo che lo aveva
ricevuto, e mi sembrava d’aver fatto una cosa bella. Nella parte dedicata a San
Leopoldo vi avevo riportato delle parole a lui tanto care: “ Fede abbiate fede.
Dio è medico e medicina.”. Speravo che leggendole, la malattia che stava
affrontando, venisse alleviata. Nel mio cuore nutrivo il pensiero che il
santino di San Leopoldo e della Regina Elena gli fosse di compagnia e che lo
avesse collocato sul comodino. Con la tristezza nel cuore volli recitare una
preghiera, come di solito si fa per le persone care che ci vengono a mancare.
Seppi che aveva vicino a sé la moglie e il figlio S.A.R. Principe Emanuele
Filiberto di Savoia. La morte è più dolce per le persone che hanno la fortuna
d’avere vicino la famiglia. Quarantuno anni fa moriva sempre a Ginevra, il Re
d’Italia suo padre, e il dolore che provai, lo ricordo come se fosse oggi. Il
destino volle che il cielo sotto cui morirono, fosse svizzero. La notizia della morte del figlio di Re Umberto
II fu data alla televisione e mi aspettavo dei commenti consoni ad una persona
la cui famiglia fece l’unità d’Italia, e la cui storia fu millenaria. Quello
che vidi invece mi fece male, da italiano e da monarchico: il Principe fu fatto
vedere con le manette ai polsi, nonostante fosse stata dimostrata la sua
innocenza per i reati a lui imputati e per cui lo Stato italiano aveva pagato
migliaia d’euro di risarcimento. Tale somma fu poi devoluta in beneficenza, a
dimostrazione del suo cuore buono. Un’ altra cosa che mi rattristò è che non si
facesse cenno al suo titolo di Principe. Constatai che la parola rispetto non
apparteneva più a questo Paese. Il mancato riconoscimento del suo titolo l’ho
considerato una grande offesa fatta a quelli che hanno mantenuto la fedeltà a
Casa Savoia negli anni. Uno dei più grandi maestri del Diritto, l’avvocato e
giurista Francesco Carnelutti diceva che: “ L’Italia è la culla del diritto, e
la tomba delle giustizia”. Dai media, invece, risultò che l’Italia fosse
diventata la culla dell’odio e del fango. La morte di un Savoia non poteva
essere trattata in questo modo ignominioso. Anche i giornali che si considerano
conservatori, quali il Giornale diede a un suo articolo il titolo: “ L’ultimo
“non Re d’Italia” e il quotidiano Libero s’è espresso così: “ La nuova erede al
trono che non c’è” . Quello che mi fece più male è essere stati feriti dal
fuoco che si intendeva amico. Il mio pensiero andò ai grandi giornalisti di una
volta e a cosa avrebbero scritto. Credo che il grande Indro Montanelli non
avrebbe mai permesso una cosa simile, come pure i compianti scrittori Mario
Cervi e Giorgio Torelli. Pensai allo scrittore Giovannino Guareschi che avrebbe
preso la sua penna e si sarebbe scagliato contro quello che è accaduto. La vita
di Giovannino Guareschi fu sempre fedele e leale a Casa di Casa Savoia. Di
sicuro si sarebbe battuto a spada tratta. I tempi cambiano in peggio, e tutti
siamo diventati dei giudici irriverenti ed irrispettosi. Successivamente pensai
al periodo storico che cambiò la vita di Sua Maestà Vittorio Emanuele IV.
L’Italia aveva appena ultimato il referendum che doveva scegliere tra la
repubblica e la Monarchia. Vinse la repubblica con uno scarto minimo, ma come
si venne a conoscenza ci furono dei brogli elettorali. Il Re Umberto II decise
che non si spargesse del sangue per Casa Savoia, si pensi che a Napoli ci
furono ben 9 morti tra i monarchici. Pertanto il Principe, da bambino, dovette
imbarcasi da Napoli con la sua mamma e le sue sorelle, nel 1946. Quel bambino
che fin poco prima aveva giocato con i suoi amici, ignaro di quello che stava
accadendo, se ne andava in esilio. Una parola che il suo vocabolario non contemplava,
ma che era come un sigillo che lo avrebbe segnato per sempre. Da quel giorno
rimase in esilio per 57 anni, un periodo che segnò tutta la sua esistenza.
L’esilio fu una delle pene più terribili imposta dalla repubblica democratica
italiana a tutti i discendenti maschi di Casa Savoia che cessò solo nel 2003.
Ma i mezzi di comunicazione non hanno mai sottolineato questo aspetto della sua
vita. La Chiesa non ha mosso un dito per omaggiare il Re Umberto II che donò la
Sacra Sindone al Papa. Il Principe Emanuele Filiberto, dopo la morte del padre,
è stato intervistato alla televisione e ha pronunciato delle parole molto
commoventi sulla figura del genitore che lasciavano trasparire il grande
affetto che lo univa a Lui. Lo considerava come la persona più importante, come
un maestro, come un confidente al quale rivolgersi nei momenti difficili della
sua vita. Era una quercia alla quale ci si aggrappa nelle tante tempeste
dell’esistenza. Ma ora sarebbe rimasto solo, senza un timone che indirizzasse
il suo percorso umano. La vita di S.A.R. Vittorio Emanuele Filiberto è stata
come quella del padre, vissuta nell’impossibilità di poter andare nella terra
dei propri avi. Il cielo dove era nato non aveva gli stessi colori della
patria, dove la sua famiglia era nata e vissuta. Ricordo che lo vidi in Francia
durante una commemorazione della morte del nonno Re Umberto II. Era vicino al
padre e salutava dando la mano a tutte le persone che erano venute. Un’
immagine che mi fece capire l’amore e la pazienza che aveva per il suo Paese.
Quella volta mi sarebbe piaciuto dirgli di salire con noi in pullman e venire
in Italia. Quel suo volto così sereno non l’ho mai dimenticato. La morte di
S.A.R. Vittorio Emanuele di Savoia mi ha fatto veramente male. Dal terrazzo
della mia casa ho esposto la bandiera dei Savoia a mezz’asta: volevo ricordare
la mia immutata fedeltà verso Casa Savoia. Garriva al vento: un saluto a chi se
n’é andato. L’altra sera mi venne in mente un quadro che ho nella mia casa.
Ritrae dei filari di meravigliosi pioppi che costeggiano il fiume, donando
ombra al viandante. In questa terra così bella è raffigurato anche un vecchio
pescatore che aveva adagiato la lenza nel corso d’acqua, speranzoso di
catturare qualche preda. La scena è molto emozionante e mi fece pensare alla
passione per la pesca che aveva la regina Elena. Da cattolico pensai che il
Principe avrà raggiunto la sua famiglia, abbracciato suo padre e sua mamma, ma
si sarà visto anche con la Regina Elena che gli avrà proposto di accompagnarla
a pescare tra la quiete dei pioppi e il mormorio del fluire delle acque. Con la
morte di S.A.R. Vittorio Emanuele IV si chiude un capitolo importante della
storia italiana e grande ed impegnativa è l’eredità spirituale che rimarrà a
suo figlio S.A.R. il Principe Emanuele Filiberto </span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: medium;">Duca di Savoia e Principe di
Venezia.</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><o:p></o:p></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">.</span></p>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-32592733768900787762024-02-04T13:28:00.004+01:002024-02-04T13:28:55.484+01:00Addio a S.A.R Vittorio Emanuele IV di Savoia, figlio di Re Umberto II<p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="text-align: justify;"><br /></span></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbFIrRGGRkA9mW0s6iNBxf7SqpfgHm3EhPoVSyTBcfb2SlO8wcWqix0fxq3-OfxzWsyzvHl7jKEm6zyW_bOsxMKTNCKWnsj7minVEHSD4hRhta-9aJS6l6iniAqWcwYrFj0JZMrupQS_-ABZ-f3fGwUIWAiXA8X0lTyVDUbFgk-x4XTaJ3_TR6ZWUBTKkw/s429/Victor_Emmanuel_III_of_Italy_with_son_Umberto_and_grandson_Vittorio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="429" data-original-width="323" height="825" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbFIrRGGRkA9mW0s6iNBxf7SqpfgHm3EhPoVSyTBcfb2SlO8wcWqix0fxq3-OfxzWsyzvHl7jKEm6zyW_bOsxMKTNCKWnsj7minVEHSD4hRhta-9aJS6l6iniAqWcwYrFj0JZMrupQS_-ABZ-f3fGwUIWAiXA8X0lTyVDUbFgk-x4XTaJ3_TR6ZWUBTKkw/w622-h825/Victor_Emmanuel_III_of_Italy_with_son_Umberto_and_grandson_Vittorio.jpg" width="622" /></a></span></div><p></p><h4 class="articolo_autore" itemprop="publisher" style="background-color: white; box-sizing: border-box; font-family: "Merriweather Sans"; font-size: 14px; font-style: italic; line-height: 1.1; margin: 0px;">di Emilio Del Bel Belluz</h4><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="text-align: justify;"><br /></span></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="text-align: justify;">Ieri, 3 febbraio 2024, è venuto a mancare S.A.R Vittorio Emanuele IV di Savoia, figlio di Re Umberto II.</span></span></p><div class="articolo_testo" style="box-sizing: border-box; line-height: 22px; margin-top: 20px; padding: 5px 15px 30px; text-align: justify;"><span itemprop="description" style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">In tutti questi anni ho sempre nutrito nei Suoi confronti una grande devozione e fedeltà. Il figlio del Re d’Italia Umberto II, dovette lasciare il Paese con la famiglia dopo il referendum. Vide per l’ultima volta l’Italia, al tramonto, quando la nave costeggiò la Sardegna. Rimase in coperta ad osservarla, assieme alla madre ed ai fratelli, quando la lontananza che aumentava sempre di più, fece scomparire il profilo della costa. </span><div style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br style="box-sizing: border-box;" /></span></div><div style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Il principe di Casa Savoia aveva solo pochi anni, essendo nato nel 1937, e credo che mai avesse pensato di non tornare nel Paese dove era nato, il cui ricordo rimane per sempre. Il destino del Principe lo si conosce bene, dovette star lontano per 57 anni, poté rientrare in Italia nel 2003, assieme a S.A.R Emanuele Filiberto. Questa decisione fu davvero molto dura verso Casa Savoia. Nulla riuscirono a fare i tanti governi che si succedettero, come nessun rispetto fu riservato al Re Umberto II, morto in esilio e esiliato anche dopo la morte. Nella mia famiglia avevamo sempre avuto molto rispetto per Casa Savoia, per generazioni. Il bisnonno, il nonno e mio padre servirono con fedeltà questo casato. Nella mia infanzia ricordo che mia nonna per anni apparecchiava la tavola, lasciando un posto per mio padre che era partito in guerra e, poi, fu fatto prigioniero dai tedeschi e deportato in Prussia. Al paese era giunta la notizia che era morto e il prete del paese fece suonare le campane per annunciare la sua scomparsa. Ma a quasi due anni dalla fine della guerra tornò, stanco ma felice. Quel posto a tavola fu occupato. </span></div><div style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br style="box-sizing: border-box;" /></span></div><div style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Fin da ragazzo avevo saputo che il mio Paese aveva riservato l’esilio per Casa Savoia, e non riuscivo a farmene una ragione: non capivo cosa avesse fatto di tanto male il Re Umberto II. Ho sofferto molto per non poter vedere i discendenti di Casa Savoia, un casato che ha contribuito a scrivere un secolo della storia italiana. Mi sarebbe piaciuto porgergli gli auguri per il suo 87° genetliaco, ma il Buon Dio ha voluto diversamente. Solo pochi giorni fa gli avevo inviato l’ultimo mio romanzo che avevo a Lui dedicato.</span></div><div style="box-sizing: border-box; font-family: "Merriweather Sans"; font-size: 14px;"><br /></div><div style="box-sizing: border-box; font-family: "Merriweather Sans"; font-size: 14px;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: bold;">Emilio Del Bel Belluz</span></div></span></div><div class="box-data" style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 25px; padding: 0px 15px 0px 0px; text-align: right;"><p class="articolo_data" style="box-sizing: border-box; color: black; font-family: Abel; font-size: 14px; font-weight: 800; margin: 0px 0px 10px;"><span itemprop="datePublished" style="box-sizing: border-box;">04 Febbraio 2024</span></p><p class="articolo_data" style="box-sizing: border-box; color: black; font-family: Abel; font-size: 14px; font-weight: 800; margin: 0px 0px 10px;"><span itemprop="datePublished" style="box-sizing: border-box;"><br /></span></p><p class="articolo_data" style="box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 10px;"><span itemprop="datePublished" style="box-sizing: border-box; font-size: 14px;"><span style="font-family: Abel;"><b>https://www.ilpiave.it/addio-a-sar-vittorio-emanuele-iv-di-savoia-figlio-di-re-umberto-ii.php</b></span></span></p></div>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-38117537100629892132024-02-04T13:20:00.004+01:002024-03-28T10:38:38.370+01:00La scomparsa di SAR il Principe di Napoli , rassegna stampa III parte<br /><br /><table border="1" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; border: none; mso-border-left-alt: solid #E4E4E4 .75pt; mso-border-right-alt: solid #E4E4E4 .75pt; mso-yfti-tbllook: 1184;">
<tbody><tr style="mso-yfti-firstrow: yes; mso-yfti-irow: 0;">
<td style="border-left: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-left-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 0.75pt 0.75pt 13.5pt;"></td>
<td style="border-top: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-top-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 13.5pt 0cm 9pt;" valign="top">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg46YsYPeJ73JDmJ-iKU1bSEChlGkY02inYWT2SF9L7Nhgo3tPINtR2_5O8bM6oa1HgyZqU1o-CtbGAQbSW2XP8cSy3hYJvvL_6HCHOiYnIr6O_frYdp9m8RBrlUJV0iZuwi0rOV4z1ZrtQQR_Et72KHS3I1RuENA6sbk9Up9DBRgygh7dmC9FHwBZ2j6-Z/s482/Quirinale.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="482" data-original-width="359" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg46YsYPeJ73JDmJ-iKU1bSEChlGkY02inYWT2SF9L7Nhgo3tPINtR2_5O8bM6oa1HgyZqU1o-CtbGAQbSW2XP8cSy3hYJvvL_6HCHOiYnIr6O_frYdp9m8RBrlUJV0iZuwi0rOV4z1ZrtQQR_Et72KHS3I1RuENA6sbk9Up9DBRgygh7dmC9FHwBZ2j6-Z/s320/Quirinale.jpg" width="238" /></a></div><br /><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2024/02/03/e-morto-vittorio-emanuele-di-savoia_dd69a87e-327a-42bb-8bf0-cb9f02164727.html&ct=ga&cd=CAEYASoUMTIxNjI4MTA1NjA1NzcwNDExNzkyGWVjZTM0YzhhNTY4YTE4NmU6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw36xjT6AVEqzcA7pjrywR1c" target="_blank">È morto Vittorio Emanuele di <b>Savoia</b> -
Notizie - Ansa.it</a><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">ANSA<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">È morto Vittorio Emanuele di <b>Savoia</b>, figlio di
Umberto II, l'ultimo re d'Italia, e di Maria José. Avrebbe compiuto 87 anni
il 12 febbraio.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://twitter.com/Agenzia_Ansa/status/1753724562439651667&ct=ga&cd=CAEYASoUMTIxNjI4MTA1NjA1NzcwNDExNzkyGWVjZTM0YzhhNTY4YTE4NmU6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw3t4BWnzaH_GxY753VK4EmO" target="_blank">Agenzia ANSA on X: "FLASH | È morto Vittorio Emanuele
di <b>Savoia</b>" / X</a> - twitter.com<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"></p><table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184;"><tbody><tr style="mso-yfti-firstrow: yes; mso-yfti-irow: 0; mso-yfti-lastrow: yes;"><td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16"></td><td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16"><br /></td><td style="padding: 0cm 0cm 4.5pt 11.25pt;">
</td>
</tr>
</tbody></table>
</td>
<td style="border-right: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-right-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 13.5pt 0.75pt 0.75pt;"></td>
</tr>
<tr style="mso-yfti-irow: 1;">
<td style="border-left: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-left-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 0.75pt 0.75pt 13.5pt;"></td>
<td style="border-top: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-top-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 13.5pt 0cm 9pt;" valign="top">
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/02/03/morto-vittorio-emanuele-di-savoia-aveva-86-anni/7432289/&ct=ga&cd=CAEYAyoUMTIxNjI4MTA1NjA1NzcwNDExNzkyGWVjZTM0YzhhNTY4YTE4NmU6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw0ra6t2c_FtEf88bRdg5c5C" target="_blank">Morto Vittorio Emanuele di <b>Savoia</b>: il figlio
dell'ultimo re d'Italia aveva 86 anni</a><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Il Fatto Quotidiano<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">... <b>Savoia</b>': “Alle ore 7.05 di questa mattina,
3 febbraio 2024, Sua Altezza Reale Vittorio Emanuele, Duca di <b>Savoia</b> e
Principe di Napoli, circondato ...<o:p></o:p></span></p>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184;">
<tbody><tr style="mso-yfti-firstrow: yes; mso-yfti-irow: 0; mso-yfti-lastrow: yes;">
<td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16">
<p class="MsoNormal"><br /></p>
</td>
<td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16"><br /><p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/02/03/morto-vittorio-emanuele-di-savoia-aveva-86-anni/7432289/&ss=tw&rt=Morto+Vittorio+Emanuele+di+Savoia:+il+figlio+dell%27ultimo+re+d%27Italia+aveva+86+anni&cd=KhQxMjE2MjgxMDU2MDU3NzA0MTE3OTIZZWNlMzRjOGE1NjhhMTg2ZTppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmX08fVfrcNKK1pX_yS6uJ9NjlEp0Q" target="_blank"><span color="windowtext" style="mso-no-proof: yes; text-decoration: none; text-underline: none;"><!--[if gte vml 1]><v:shape id="Immagine_x0020_35"
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o:title="Twitter"/>
</v:shape><![endif]--><!--[if !vml]--><!--[endif]--></span></a><o:p></o:p></span></p>
</td>
<td style="padding: 0cm 0cm 4.5pt 11.25pt;">
<p class="MsoNormal"><br /></p></td></tr></tbody></table>
</td>
<td style="border-right: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-right-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 13.5pt 0.75pt 0.75pt;"></td>
</tr>
<tr style="mso-yfti-irow: 2;">
<td style="border-left: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-left-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 0.75pt 0.75pt 13.5pt;"></td>
<td style="border-top: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-top-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 13.5pt 0cm 9pt;" valign="top">
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.ilgiornale.it/news/cronache/vittorio-emanuele-savoia-morto-1659152.html&ct=ga&cd=CAEYBCoUMTIxNjI4MTA1NjA1NzcwNDExNzkyGWVjZTM0YzhhNTY4YTE4NmU6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw2gS2XRN2ju2Sd9VhwgGfVK" target="_blank">È morto Vittorio Emanuele di <b>Savoia</b> -
ilGiornale.it</a><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">ilGiornale.it<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">È morto Vittorio Emanuele di <b>Savoia</b>, l'ultimo
erede al trono. 3 Febbraio 2024 - 11:17. L'esilio, un matrimonio inizialmente
contestato dal padre e una ...<o:p></o:p></span></p>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184;">
<tbody><tr style="mso-yfti-firstrow: yes; mso-yfti-irow: 0; mso-yfti-lastrow: yes;">
<td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16">
<p class="MsoNormal"><br /></p>
</td>
<td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16">
<p class="MsoNormal"><br /></p>
</td>
<td style="padding: 0cm 0cm 4.5pt 11.25pt;">
<p class="MsoNormal"><br /></p></td></tr></tbody></table>
</td>
<td style="border-right: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-right-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 13.5pt 0.75pt 0.75pt;"></td>
</tr>
<tr style="mso-yfti-irow: 3;">
<td style="border-left: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-left-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 0.75pt 0.75pt 13.5pt;"></td>
<td style="border-top: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-top-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 13.5pt 0cm 9pt;" valign="top">
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/02/03/morto-vittorio-emanuele-di-savoia-dallesilio-agli-scandali-fino-allaccusa-di-omicidio-la-storia-del-re-ditalia-che-non-riusci-mai-a-salire-sul-trono/7432390/&ct=ga&cd=CAEYBSoUMTIxNjI4MTA1NjA1NzcwNDExNzkyGWVjZTM0YzhhNTY4YTE4NmU6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw38tK4X-lx7mE66BSd6hO0_" target="_blank">Morto Vittorio Emanuele di <b>Savoia</b>: dall'esilio
agli scandali fino all'accusa di omicidio, la ...</a><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Il Fatto Quotidiano<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">... <b>Savoia</b> fu rigorosamente vietato
l'ingresso e il soggiorno in Italia. Personaggio controverso e autoritario,
Vittorio Emanuele fu in perenne ...<o:p></o:p></span></p>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184;">
<tbody><tr style="mso-yfti-firstrow: yes; mso-yfti-irow: 0; mso-yfti-lastrow: yes;">
<td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16">
<p class="MsoNormal"><br /></p>
</td>
<td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16">
<p class="MsoNormal"><br /></p>
</td>
<td style="padding: 0cm 0cm 4.5pt 11.25pt;">
<p class="MsoNormal"><br /></p></td></tr></tbody></table>
</td>
<td style="border-right: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-right-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 13.5pt 0.75pt 0.75pt;"></td>
</tr>
<tr style="mso-yfti-irow: 4;">
<td style="border-left: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-left-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 0.75pt 0.75pt 13.5pt;"></td>
<td style="border-top: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-top-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 13.5pt 0cm 9pt;" valign="top">
<table align="right" border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-table-anchor-horizontal: column; mso-table-anchor-vertical: paragraph; mso-table-left: right; mso-table-lspace: 2.25pt; mso-table-rspace: 2.25pt; mso-table-top: middle; mso-yfti-tbllook: 1184;">
<tbody><tr style="height: 75pt; mso-yfti-firstrow: yes; mso-yfti-irow: 0; mso-yfti-lastrow: yes;">
<td style="height: 75pt; padding: 0.75pt 0.75pt 0.75pt 13.5pt;"></td>
<td style="border: 1pt solid rgb(228, 228, 228); height: 75pt; mso-border-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0cm; width: 75pt;" valign="bottom" width="100"></td>
</tr>
</tbody></table>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://notizie.virgilio.it/vittorio-emanuele-di-savoia-e-morto-a-ginevra-l-annuncio-della-real-casa-1604818&ct=ga&cd=CAEYBioUMTIxNjI4MTA1NjA1NzcwNDExNzkyGWVjZTM0YzhhNTY4YTE4NmU6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw3V4BR5eKbWMiU8TJrDSJ_Y" target="_blank">Morto Vittorio Emanuele di <b>Savoia</b>: il figlio
dell'ultimo re d'Italia aveva 86 anni. L'annuncio ...</a><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Virgilio Notizie<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Vittorio Emanuele di <b>Savoia</b> è morto a
Ginevra nella mattinata del 3 febbraio 2024: l'annuncio del decesso del
figlio dell'ultimo re d'Italia.<o:p></o:p></span></p>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184;">
<tbody><tr style="mso-yfti-firstrow: yes; mso-yfti-irow: 0; mso-yfti-lastrow: yes;">
<td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16">
<p class="MsoNormal"><br /></p>
</td>
<td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16">
<p class="MsoNormal"><br /></p>
</td>
<td style="padding: 0cm 0cm 4.5pt 11.25pt;">
<p class="MsoNormal"><br /></p></td></tr></tbody></table>
</td>
<td style="border-right: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-right-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 13.5pt 0.75pt 0.75pt;"></td>
</tr>
<tr style="mso-yfti-irow: 5;">
<td style="border-left: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-left-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 0.75pt 0.75pt 13.5pt;"></td>
<td style="border-top: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-top-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 13.5pt 0cm 9pt;" valign="top">
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.ilmessaggero.it/schede/vittoria_di_savoia_chi_e_erede_trono_regina_vittorio_emanuele_patrimonio_eta_fidanzato-7912774.html&ct=ga&cd=CAEYByoUMTIxNjI4MTA1NjA1NzcwNDExNzkyGWVjZTM0YzhhNTY4YTE4NmU6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw2VZBzoqDM8lDRFbGGz1N0P" target="_blank">Vittoria di <b>Savoia</b>, chi è l'erede al trono (che
non c'è) nominata da Vittorio Emanuele - Il Messaggero</a><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Il Messaggero<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Vittoria di <b>Savoia</b>, 20 anni, è la primogenita
di Emanuele Filiberto di <b>Savoia</b> e pronipote dell'ultimo re
d'Italia Umberto II.<o:p></o:p></span></p>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184;">
<tbody><tr style="mso-yfti-firstrow: yes; mso-yfti-irow: 0; mso-yfti-lastrow: yes;">
<td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16">
<p class="MsoNormal"><br /></p>
</td>
<td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16">
<p class="MsoNormal"><br /></p>
</td>
<td style="padding: 0cm 0cm 4.5pt 11.25pt;">
<p class="MsoNormal"><br /></p>
</td>
</tr>
</tbody></table>
</td>
<td style="border-right: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-right-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 13.5pt 0.75pt 0.75pt;"></td>
</tr>
<tr style="mso-yfti-irow: 6;">
<td style="border-left: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-left-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 0.75pt 0.75pt 13.5pt;"></td>
<td style="border-top: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-top-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 13.5pt 0cm 9pt;" valign="top">
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.open.online/2024/02/03/vittorio-emanuele-di-savoia-morto/&ct=ga&cd=CAEYCCoUMTIxNjI4MTA1NjA1NzcwNDExNzkyGWVjZTM0YzhhNTY4YTE4NmU6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw1weXKHxj0sfRPImHSN_Cmk" target="_blank">Addio a Vittorio Emanuele di <b>Savoia</b>, figlio
dell'ultimo re d'Italia - Open</a><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Open<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Vittorio Emanuele di <b>Savoia</b> è morto
all'età di 86 anni. Figlio dell'ultimo re d'Italia Umberto II e di Maria
José, era sposato con Marina Doria, da ...<o:p></o:p></span></p>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184;">
<tbody><tr style="mso-yfti-firstrow: yes; mso-yfti-irow: 0; mso-yfti-lastrow: yes;">
<td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16">
<p class="MsoNormal"><br /></p>
</td>
<td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16">
<p class="MsoNormal"><br /></p>
</td>
<td style="padding: 0cm 0cm 4.5pt 11.25pt;">
<p class="MsoNormal"><br /></p></td></tr></tbody></table>
</td>
<td style="border-right: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-right-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 13.5pt 0.75pt 0.75pt;"></td>
</tr>
<tr style="mso-yfti-irow: 7;">
<td style="border-left: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-left-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 0.75pt 0.75pt 13.5pt;"></td>
<td style="border-top: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-top-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 13.5pt 0cm 9pt;" valign="top">
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.lastampa.it/esteri/2024/02/03/news/morto_vittorio_emanuele_di_savoia-14042654/&ct=ga&cd=CAEYCSoUMTIxNjI4MTA1NjA1NzcwNDExNzkyGWVjZTM0YzhhNTY4YTE4NmU6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw1jP2NOKLrIYosxPs_N1TSP" target="_blank">È morto Vittorio Emanuele di <b>Savoia</b>, aveva 86
anni - La Stampa</a><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">La Stampa<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Il principe Vittorio Emanuele di <b>Savoia</b>, nato
a Napoli il 12 febbraio 1937, era figlio dell'ultimo re d'Italia Umberto II e
di Maria José. Era sposato ...<o:p></o:p></span></p>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184;">
<tbody><tr style="mso-yfti-firstrow: yes; mso-yfti-irow: 0; mso-yfti-lastrow: yes;">
<td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16">
<p class="MsoNormal"><br /></p>
</td>
<td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16">
<p class="MsoNormal"><br /></p>
</td>
<td style="padding: 0cm 0cm 4.5pt 11.25pt;">
<p class="MsoNormal"><br /></p></td></tr></tbody></table>
</td>
<td style="border-right: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-right-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 13.5pt 0.75pt 0.75pt;"></td>
</tr>
<tr style="mso-yfti-irow: 8; mso-yfti-lastrow: yes;">
<td style="border-left: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-left-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 0.75pt 0.75pt 13.5pt;"></td>
<td style="border-top: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-top-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 13.5pt 0cm 9pt;" valign="top">
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.ilpost.it/2024/02/03/vittorio-emanuele-di-savoia-morto/&ct=ga&cd=CAEYCioUMTIxNjI4MTA1NjA1NzcwNDExNzkyGWVjZTM0YzhhNTY4YTE4NmU6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw0_CGbAPrnalcVY4JM7T64n" target="_blank">È morto Vittorio Emanuele di <b>Savoia</b> - Il
Post</a><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Il Post<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Vittorio Emanuele Alberto Carlo Teodoro Umberto Bonifacio
Amedeo Damiano Bernardino Gennaro Maria di <b>Savoia</b> era nato a
Napoli il 12 febbraio 1937.<o:p></o:p></span></p>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184;">
<tbody><tr style="mso-yfti-firstrow: yes; mso-yfti-irow: 0; mso-yfti-lastrow: yes;">
<td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16">
<p class="MsoNormal"><br /></p>
</td>
<td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16">
<p class="MsoNormal"><br /></p>
</td>
<td style="padding: 0cm 0cm 4.5pt 11.25pt;">
<p class="MsoNormal"><br /></p></td></tr></tbody></table>
</td>
<td style="border-right: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-right-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt;"></td>
</tr>
</tbody></table>
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></p>
<table border="1" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; border: none; mso-border-left-alt: solid #E4E4E4 .75pt; mso-border-right-alt: solid #E4E4E4 .75pt; mso-yfti-tbllook: 1184;">
<tbody><tr style="mso-yfti-firstrow: yes; mso-yfti-irow: 0;">
<td style="border-left: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-left-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 13.5pt 0cm 9pt;" valign="top">
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.ilgiornale.it/news/nazionale/quando-italiani-voltarono-spalle-monarchia-2277592.html&ct=ga&cd=CAEYASoTMjI1NzUyMTA0Mzc3MzQ3NDczNDIZZTMwMzk2ZTEzYmFmODA5MDppdDppdDpJVA&usg=AOvVaw3qo8dX7LBIB8H2n3hrNiov" target="_blank">Quando gli italiani voltarono le spalle alla <b>monarchia</b> -
ilGiornale.it</a><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">ilGiornale.it<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Con il referendum del 2 e 3 giugno 1946 gli italiani
voltarono le spalle alla <b>monarchia</b> e abbracciarono la
repubblica.<o:p></o:p></span></p>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184;">
<tbody><tr style="mso-yfti-firstrow: yes; mso-yfti-irow: 0; mso-yfti-lastrow: yes;">
<td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16">
<p class="MsoNormal"><br /></p>
</td>
<td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16">
<p class="MsoNormal"><br /></p>
</td>
<td style="padding: 0cm 0cm 4.5pt 11.25pt;">
<p class="MsoNormal"><br /></p></td></tr></tbody></table>
</td>
<td colspan="2" style="border-right: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-right-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt;">
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></p>
</td>
</tr>
<tr style="mso-yfti-irow: 1;">
<td style="border-left: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-left-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 0.75pt 0.75pt 13.5pt;" valign="top">
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.valledaostaglocal.it/2024/02/03/leggi-notizia/argomenti/cronaca-4/articolo/in-lutto-il-mondo-monarchico.html&ct=ga&cd=CAEYAioTMjI1NzUyMTA0Mzc3MzQ3NDczNDIZZTMwMzk2ZTEzYmFmODA5MDppdDppdDpJVA&usg=AOvVaw1vqrN6F5eLXmsP0RXBDhVn" target="_blank">In lutto il mondo <b>monarchico</b> -
Valledaostaglocal.it</a><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Valledaostaglocal.it<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Vittorio Emanuele di Savoia è intimamente legato alla
storia della <b>monarchia</b> italiana. Figlio di Umberto II,
l'ultimo re d'Italia, e di Maria José ...<o:p></o:p></span></p>
</td>
<td style="border-top: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-top-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 13.5pt 0cm 9pt;">
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></p>
</td>
<td colspan="2" style="border-right: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-right-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 13.5pt 0.75pt 0.75pt;">
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></p>
</td>
</tr>
<tr style="mso-yfti-irow: 2;">
<td style="border-left: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-left-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 0.75pt 0.75pt 13.5pt;" valign="top">
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/38319004/vittorio-emanuele-ultimo-messaggio-morte-monarchia.html&ct=ga&cd=CAEYAyoTMjI1NzUyMTA0Mzc3MzQ3NDczNDIZZTMwMzk2ZTEzYmFmODA5MDppdDppdDpJVA&usg=AOvVaw0g_MXASPMZyBzvPGBAx_SS" target="_blank">Vittorio Emanuele, l'ultimo messaggio prima della morte:
"Cosa deve fare la <b>Monarchia</b>"</a><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Libero Quotidiano<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Vittorio Emanuele è morto a 86 anni. E dopo la scomparsa
dell'erede al trono di Casa Savoia c'è chi ricorda il suo ultimo mes...<o:p></o:p></span></p>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184;"><tbody></tbody></table>
</td>
<td style="border-top: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-top-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 13.5pt 0cm 9pt;">
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></p>
</td>
<td colspan="2" style="border-right: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-right-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 13.5pt 0.75pt 0.75pt;">
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></p>
</td>
</tr>
<tr style="mso-yfti-irow: 3;">
<td style="border-left: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-left-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 0.75pt 0.75pt 13.5pt;" valign="top">
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.ilgazzettino.it/italia/primopiano/vittoria_di_savoia_chi_e_erede_trono_regina_vittorio_emanuele_patrimonio_eta_fidanzato-7912797.html&ct=ga&cd=CAEYBCoTMjI1NzUyMTA0Mzc3MzQ3NDczNDIZZTMwMzk2ZTEzYmFmODA5MDppdDppdDpJVA&usg=AOvVaw0ivH-28fxi4rfzIb-r1Bfm" target="_blank">Vittoria di Savoia, chi è l'erede al trono (che non c'è)
nominata da Vittorio Emanuele - Il Gazzettino</a><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Il Gazzettino<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Il suo bisnonno, il re Umberto II, fu l'ultimo re d'Italia
prima che la <b>monarchia</b> fosse abolita con un referendum del
1946 . La sua bisnonna era ...<o:p></o:p></span></p>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184;"><tbody></tbody></table>
</td>
<td style="border-top: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-top-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 13.5pt 0cm 9pt;">
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></p>
</td>
<td colspan="2" style="border-right: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-right-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 13.5pt 0.75pt 0.75pt;">
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></p>
</td>
</tr>
<tr style="mso-yfti-irow: 4;">
<td style="border-left: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-left-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 0.75pt 0.75pt 13.5pt;" valign="top">
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://notizie.virgilio.it/morto-vittorio-emanuele-di-savoia-figlio-dell-ultimo-re-d-italia-fotostoria-dall-esilio-ai-guai-giudiziari-1604847&ct=ga&cd=CAEYBSoTMjI1NzUyMTA0Mzc3MzQ3NDczNDIZZTMwMzk2ZTEzYmFmODA5MDppdDppdDpJVA&usg=AOvVaw0aD9P8svDg6pGgzAgc-Pdd" target="_blank">Morto Vittorio Emanuele di Savoia, figlio dell'ultimo re
d'Italia: fotostoria dall'esilio ai guai giudiziari</a><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Virgilio Notizie<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Il passaggio da <b>monarchia</b> a Repubblica e
l'esilio. 3 di 7. Fonte: ANSA. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, con il
passaggio dalla <b>monarchia</b> alla ...<o:p></o:p></span></p>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184;"><tbody>
</tbody></table>
</td>
<td style="border-top: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-top-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 13.5pt 0cm 9pt;">
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></p>
</td>
<td colspan="2" style="border-right: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-right-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 13.5pt 0.75pt 0.75pt;">
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></p>
</td>
</tr>
<tr style="mso-yfti-irow: 5;">
<td style="border-left: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-left-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 0.75pt 0.75pt 13.5pt;" valign="top">
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.avvenire.it/attualita/pagine/morto-vittorio-emanuele-di-savoia&ct=ga&cd=CAEYBioTMjI1NzUyMTA0Mzc3MzQ3NDczNDIZZTMwMzk2ZTEzYmFmODA5MDppdDppdDpJVA&usg=AOvVaw2j3ld35ENnkMVxsfOd01rG" target="_blank">Addio a Vittorio Emanuele, ultimo erede al trono d'Italia -
Avvenire</a><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Avvenire<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Suo padre, Umberto II era stato re nel maggio 1946 prima
che il referendum del 2 giugno spazzasse via la <b>monarchia</b> che,
con il nonno, Vittorio ...<o:p></o:p></span></p>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184;">
<tbody><tr style="mso-yfti-firstrow: yes; mso-yfti-irow: 0; mso-yfti-lastrow: yes;">
<td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16">
<p class="MsoNormal"><br /></p>
</td>
<td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16">
<p class="MsoNormal"><br /></p></td><td style="padding: 0cm 0cm 4.5pt 11.25pt;"></td></tr></tbody></table>
</td>
<td style="border-top: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-top-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 13.5pt 0cm 9pt;">
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></p>
</td>
<td colspan="2" style="border-right: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-right-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 13.5pt 0.75pt 0.75pt;">
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></p>
</td>
</tr>
<tr style="mso-yfti-irow: 6;">
<td style="border-left: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-left-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 0.75pt 0.75pt 13.5pt;" valign="top">
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.ilgiornale.it/news/cronache/vittorio-emanuele-savoia-morto-1659152.html&ct=ga&cd=CAEYByoTMjI1NzUyMTA0Mzc3MzQ3NDczNDIZZTMwMzk2ZTEzYmFmODA5MDppdDppdDpJVA&usg=AOvVaw2gS2XRN2ju2Sd9VhwgGfVK" target="_blank">È morto Vittorio Emanuele di Savoia, l'ultimo erede al trono
- ilGiornale.it</a><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">ilGiornale.it<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Una breve parentesi a fronte di quasi 60 anni d'esilio
trascorsi in Svizzera dove i Savoia trovano rifugio dopo la sconfitta
della <b>monarchia</b> al ...<o:p></o:p></span></p>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184;">
<tbody><tr style="mso-yfti-firstrow: yes; mso-yfti-irow: 0; mso-yfti-lastrow: yes;">
<td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16">
<p class="MsoNormal"><br /></p></td><td style="padding: 0.75pt 4.5pt 0.75pt 0.75pt; width: 12pt;" width="16"></td><td style="padding: 0cm 0cm 4.5pt 11.25pt;"></td></tr></tbody></table>
</td>
<td style="border-top: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-top-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 13.5pt 0cm 9pt;">
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></p>
</td>
<td colspan="2" style="border-right: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-right-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 13.5pt 0.75pt 0.75pt;">
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></p>
</td>
</tr>
<tr style="mso-yfti-irow: 7;">
<td style="border-left: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-left-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 0.75pt 0.75pt 13.5pt;" valign="top">
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.monzatoday.it/attualita/morto-vittorio-emanuele-savoia.html&ct=ga&cd=CAEYCCoTMjI1NzUyMTA0Mzc3MzQ3NDczNDIZZTMwMzk2ZTEzYmFmODA5MDppdDppdDpJVA&usg=AOvVaw2wql11WBOpkRPSrKHIl0K2" target="_blank">È morto Vittorio Emanuele di Savoia, il figlio dell'ultimo re
d'Italia - MonzaToday</a><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">MonzaToday<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">La storia della <b>monarchia</b> è legata a
quella della città di Monza: qui fu assassinato. Avrebbe compiuto 87 anni il
12 febbraio.<o:p></o:p></span></p>
<br />
</td>
<td style="border-top: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-top-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 13.5pt 0cm 9pt;">
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></p>
</td>
<td colspan="2" style="border-right: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-right-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 13.5pt 0.75pt 0.75pt;">
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></p>
</td>
</tr>
<tr style="mso-yfti-irow: 8; mso-yfti-lastrow: yes;">
<td style="border-left: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-left-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 0.75pt 0.75pt 13.5pt;" valign="top">
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.galleriaborghese.it/articolo/vittorio-emanuele-di-savoia-eta-moglie-figli-patrimonio-figlio-emanuele-addio-al-figlio-dellultimo-re/22573/&ct=ga&cd=CAEYCSoTMjI1NzUyMTA0Mzc3MzQ3NDczNDIZZTMwMzk2ZTEzYmFmODA5MDppdDppdDpJVA&usg=AOvVaw0dFci8VWO1DpkW5JFfEoRv" target="_blank">Vittorio Emanuele di Savoia età, cause morte, moglie, figli,
patrimonio, figlio Emanuele</a><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">GalleriaBorghese.it<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: arial;">Vittorio Emanuele di Savoia è morto all'età di 87 anni,
lasciando un vuoto nella storia della <b>monarchia</b> italiana.
Ecco chi era.<o:p></o:p></span></p>
<br />
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></p>
</td>
<td style="border-top: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-top-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 13.5pt 0cm 9pt;">
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></p>
</td>
<td colspan="2" style="border-right: solid #E4E4E4 1.0pt; border: none; mso-border-right-alt: solid #E4E4E4 .75pt; padding: 0.75pt 13.5pt 0.75pt 0.75pt;">
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></p>
</td>
</tr>
</tbody></table><br />Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-14574369684421243852024-02-04T13:15:00.004+01:002024-02-04T13:29:28.843+01:00La scomparsa di SAR il Principe di Napoli, rassegna stampa II parte<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg46YsYPeJ73JDmJ-iKU1bSEChlGkY02inYWT2SF9L7Nhgo3tPINtR2_5O8bM6oa1HgyZqU1o-CtbGAQbSW2XP8cSy3hYJvvL_6HCHOiYnIr6O_frYdp9m8RBrlUJV0iZuwi0rOV4z1ZrtQQR_Et72KHS3I1RuENA6sbk9Up9DBRgygh7dmC9FHwBZ2j6-Z/s482/Quirinale.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="482" data-original-width="359" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg46YsYPeJ73JDmJ-iKU1bSEChlGkY02inYWT2SF9L7Nhgo3tPINtR2_5O8bM6oa1HgyZqU1o-CtbGAQbSW2XP8cSy3hYJvvL_6HCHOiYnIr6O_frYdp9m8RBrlUJV0iZuwi0rOV4z1ZrtQQR_Et72KHS3I1RuENA6sbk9Up9DBRgygh7dmC9FHwBZ2j6-Z/s320/Quirinale.jpg" width="238" /></a></div><br /> <p></p><p><br /></p><div><table style="border-collapse: collapse; border-left: 1px solid rgb(228, 228, 228); border-right: 1px solid rgb(228, 228, 228); font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="padding-right: 18px;"></td></tr><tr><td style="padding-left: 18px;"></td><td style="border-top: 1px solid rgb(228, 228, 228); font-family: Arial; padding: 18px 0px 12px; vertical-align: top;"><a style="color: inherit; word-break: break-word;"></a><div><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/24_febbraio_03/la-guardia-d-onore-del-pantheon-vittorio-emanuele-di-savoia-massacrato-per-tutta-la-vita-e590241a-146e-4079-8d07-56f48e20cxlk.shtml&ct=ga&cd=CAEYASoUMTE4ODk4NDA2NjQ5MTUxNjI2MjkyGWMyMmMxYzE2ZTI1M2U5YmY6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw3M95BrPpgw8-eBzQliDLC1" rel="noopener" style="color: #427fed; display: inline; font-size: 16px; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank">La Guardia d'onore del Pantheon: «Vittorio Emanuele di Savoia massacrato per tutta la vita</a></span><div><div style="padding: 2px 0px 8px;"><div style="color: #737373; font-size: 12px;"><a style="word-break: break-word;">Corriere Roma</a></div><div style="color: #252525; font-size: 12px; line-height: 18px; padding: 2px 0px 0px;">L'Unione <b>monarchica</b> italiana. E sempre da Roma giunge anche il «pensiero affettuoso» dell'Unione <b>Monarchica</b> ... <b>monarchici</b> italiani, e quanti hanno nel ...</div></div><table style="border-collapse: collapse; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/24_febbraio_03/la-guardia-d-onore-del-pantheon-vittorio-emanuele-di-savoia-massacrato-per-tutta-la-vita-e590241a-146e-4079-8d07-56f48e20cxlk.shtml&ss=fb&rt=La+Guardia+d%27onore+del+Pantheon:+%C2%ABVittorio+Emanuele+di+Savoia+massacrato+per+tutta+la+vita&cd=KhQxMTg4OTg0MDY2NDkxNTE2MjYyOTIZYzIyYzFjMTZlMjUzZTliZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmUkhzQTHXF_t2Mc_SB3ukK6n4nsKA" rel="noopener" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Facebook" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/fb-24.png" width="16" /></a></td><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/24_febbraio_03/la-guardia-d-onore-del-pantheon-vittorio-emanuele-di-savoia-massacrato-per-tutta-la-vita-e590241a-146e-4079-8d07-56f48e20cxlk.shtml&ss=tw&rt=La+Guardia+d%27onore+del+Pantheon:+%C2%ABVittorio+Emanuele+di+Savoia+massacrato+per+tutta+la+vita&cd=KhQxMTg4OTg0MDY2NDkxNTE2MjYyOTIZYzIyYzFjMTZlMjUzZTliZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmUkhzQTHXF_t2Mc_SB3ukK6n4nsKA" rel="noopener" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Twitter" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/tw-24.png" width="16" /></a></td><td style="font-family: Arial; padding: 0px 0px 6px 15px;"><a href="https://www.google.it/alerts/feedback?ffu=https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/24_febbraio_03/la-guardia-d-onore-del-pantheon-vittorio-emanuele-di-savoia-massacrato-per-tutta-la-vita-e590241a-146e-4079-8d07-56f48e20cxlk.shtml&source=alertsmail&hl=it&gl=IT&msgid=MTE4ODk4NDA2NjQ5MTUxNjI2Mjk&s=AB2Xq4ghpS165JlXpAytsgTIRuZ9GIeHA3b8318" rel="noopener" style="color: #aaaaaa; font-size: 10px; text-decoration-line: none; vertical-align: middle; word-break: break-word;" target="_blank">Segnala come irrilevante</a></td></tr></tbody></table></div></div></td><td style="padding-right: 18px;"></td></tr><tr><td style="padding-left: 18px;"></td><td style="border-top: 1px solid rgb(228, 228, 228); font-family: Arial; padding: 18px 0px 12px; vertical-align: top;"><a style="color: inherit; word-break: break-word;"></a><div><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.ilcittadinomb.it/news/cronaca/e-morto-vittorio-emanuele-di-savoia-il-ricordo-del-royal-watcher-monzese-con-la-nostra-citta-un-rapporto-ricucito-negli-anni/&ct=ga&cd=CAEYAioUMTE4ODk4NDA2NjQ5MTUxNjI2MjkyGWMyMmMxYzE2ZTI1M2U5YmY6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw0uC8mDAfptNuEiMJggKGI_" rel="noopener" style="color: #427fed; display: inline; font-size: 16px; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank">È morto Vittorio Emanuele di Savoia, il ricordo del royal watcher monzese - Il Cittadino MB</a></span><div><div style="padding: 2px 0px 8px;"><div style="color: #737373; font-size: 12px;"><a style="word-break: break-word;">Il Cittadino MB</a></div><div style="color: #252525; font-size: 12px; line-height: 18px; padding: 2px 0px 0px;">Thomas Luigi Mastroianni <b>Monarchici</b> Monza. Lo spiega il suo governor Thomas Luigi Mastroianni, già vicario (fino al 2020) ...</div></div><table style="border-collapse: collapse; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.ilcittadinomb.it/news/cronaca/e-morto-vittorio-emanuele-di-savoia-il-ricordo-del-royal-watcher-monzese-con-la-nostra-citta-un-rapporto-ricucito-negli-anni/&ss=fb&rt=%C3%88+morto+Vittorio+Emanuele+di+Savoia,+il+ricordo+del+royal+watcher+monzese+-+Il+Cittadino+MB&cd=KhQxMTg4OTg0MDY2NDkxNTE2MjYyOTIZYzIyYzFjMTZlMjUzZTliZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmVAQUDTtMUG3YGP71kB9lt9CDBAug" rel="noopener" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Facebook" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/fb-24.png" width="16" /></a></td><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.ilcittadinomb.it/news/cronaca/e-morto-vittorio-emanuele-di-savoia-il-ricordo-del-royal-watcher-monzese-con-la-nostra-citta-un-rapporto-ricucito-negli-anni/&ss=tw&rt=%C3%88+morto+Vittorio+Emanuele+di+Savoia,+il+ricordo+del+royal+watcher+monzese+-+Il+Cittadino+MB&cd=KhQxMTg4OTg0MDY2NDkxNTE2MjYyOTIZYzIyYzFjMTZlMjUzZTliZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmVAQUDTtMUG3YGP71kB9lt9CDBAug" rel="noopener" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Twitter" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/tw-24.png" width="16" /></a></td><td style="font-family: Arial; padding: 0px 0px 6px 15px;"><a href="https://www.google.it/alerts/feedback?ffu=https://www.ilcittadinomb.it/news/cronaca/e-morto-vittorio-emanuele-di-savoia-il-ricordo-del-royal-watcher-monzese-con-la-nostra-citta-un-rapporto-ricucito-negli-anni/&source=alertsmail&hl=it&gl=IT&msgid=MTE4ODk4NDA2NjQ5MTUxNjI2Mjk&s=AB2Xq4ghpS165JlXpAytsgTIRuZ9GIeHA3b8318" rel="noopener" style="color: #aaaaaa; font-size: 10px; text-decoration-line: none; vertical-align: middle; word-break: break-word;" target="_blank">Segnala come irrilevante</a></td></tr></tbody></table></div></div></td><td style="padding-right: 18px;"></td></tr><tr><td style="padding-left: 18px;"></td><td style="border-top: 1px solid rgb(228, 228, 228); font-family: Arial; padding: 18px 0px 12px; vertical-align: top;"><a style="color: inherit; word-break: break-word;"></a><div><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://ilquotidianoditalia.it/cronaca/vittorio-emanuele-di-savoia-ricordo-di-jonghi/&ct=ga&cd=CAEYAyoUMTE4ODk4NDA2NjQ5MTUxNjI2MjkyGWMyMmMxYzE2ZTI1M2U5YmY6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw3pGFrbbQa4N4uxWcAvJnFL" rel="noopener" style="color: #427fed; display: inline; font-size: 16px; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank">Vittorio Emanuele di Savoia, ricordo di Jonghi - Il Quotidiano d'Italia</a></span><div><div style="padding: 2px 0px 8px;"><div style="color: #737373; font-size: 12px;"><a style="word-break: break-word;">Il Quotidiano d'Italia</a></div><div style="color: #252525; font-size: 12px; line-height: 18px; padding: 2px 0px 0px;">A 14 anni mi sono iscritto al Fronte <b>Monarchico</b> Giovanile della storica sede milanese dell'UMI (Unione <b>Monarchica</b> ... <b>monarchici</b>, i cavalieri e i nobili ...</div></div><table style="border-collapse: collapse; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://ilquotidianoditalia.it/cronaca/vittorio-emanuele-di-savoia-ricordo-di-jonghi/&ss=fb&rt=Vittorio+Emanuele+di+Savoia,+ricordo+di+Jonghi+-+Il+Quotidiano+d%27Italia&cd=KhQxMTg4OTg0MDY2NDkxNTE2MjYyOTIZYzIyYzFjMTZlMjUzZTliZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmVWXgAZaTq6_PSsUh1_SaOw6pIfSA" rel="noopener" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Facebook" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/fb-24.png" width="16" /></a></td><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://ilquotidianoditalia.it/cronaca/vittorio-emanuele-di-savoia-ricordo-di-jonghi/&ss=tw&rt=Vittorio+Emanuele+di+Savoia,+ricordo+di+Jonghi+-+Il+Quotidiano+d%27Italia&cd=KhQxMTg4OTg0MDY2NDkxNTE2MjYyOTIZYzIyYzFjMTZlMjUzZTliZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmVWXgAZaTq6_PSsUh1_SaOw6pIfSA" rel="noopener" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Twitter" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/tw-24.png" width="16" /></a></td><td style="font-family: Arial; padding: 0px 0px 6px 15px;"><a href="https://www.google.it/alerts/feedback?ffu=https://ilquotidianoditalia.it/cronaca/vittorio-emanuele-di-savoia-ricordo-di-jonghi/&source=alertsmail&hl=it&gl=IT&msgid=MTE4ODk4NDA2NjQ5MTUxNjI2Mjk&s=AB2Xq4ghpS165JlXpAytsgTIRuZ9GIeHA3b8318" rel="noopener" style="color: #aaaaaa; font-size: 10px; text-decoration-line: none; vertical-align: middle; word-break: break-word;" target="_blank">Segnala come irrilevante</a></td></tr></tbody></table></div></div></td><td style="padding-right: 18px;"></td></tr><tr><td style="padding-left: 18px;"></td><td style="border-top: 1px solid rgb(228, 228, 228); font-family: Arial; padding: 18px 0px 12px; vertical-align: top;"><a style="color: inherit; word-break: break-word;"></a><div><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.laprovinciadivarese.it/e-morto-vittorio-emanuele-di-savoia-342517/&ct=ga&cd=CAEYBCoUMTE4ODk4NDA2NjQ5MTUxNjI2MjkyGWMyMmMxYzE2ZTI1M2U5YmY6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw2VHFjYVrdR1I8k7iSe33P6" rel="noopener" style="color: #427fed; display: inline; font-size: 16px; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank">E' morto Vittorio Emanuele di Savoia - La Provincia Di Varese</a></span><div><div style="padding: 2px 0px 8px;"><div style="color: #737373; font-size: 12px;"><a style="word-break: break-word;">La Provincia Di Varese</a></div><div style="color: #252525; font-size: 12px; line-height: 18px; padding: 2px 0px 0px;">Tags. #emanuele filiberto di savoia #monarchia #<b>monarchici</b> #principe ereditario #real casa di savoia #vittorio emanuele #vittorio emanuele di savoia ...</div></div><table style="border-collapse: collapse; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.laprovinciadivarese.it/e-morto-vittorio-emanuele-di-savoia-342517/&ss=fb&rt=E%27+morto+Vittorio+Emanuele+di+Savoia+-+La+Provincia+Di+Varese&cd=KhQxMTg4OTg0MDY2NDkxNTE2MjYyOTIZYzIyYzFjMTZlMjUzZTliZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmVqzf_4QFVzjq116zglfqGYIigIpA" rel="noopener" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Facebook" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/fb-24.png" width="16" /></a></td><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.laprovinciadivarese.it/e-morto-vittorio-emanuele-di-savoia-342517/&ss=tw&rt=E%27+morto+Vittorio+Emanuele+di+Savoia+-+La+Provincia+Di+Varese&cd=KhQxMTg4OTg0MDY2NDkxNTE2MjYyOTIZYzIyYzFjMTZlMjUzZTliZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmVqzf_4QFVzjq116zglfqGYIigIpA" rel="noopener" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Twitter" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/tw-24.png" width="16" /></a></td><td style="font-family: Arial; padding: 0px 0px 6px 15px;"><a href="https://www.google.it/alerts/feedback?ffu=https://www.laprovinciadivarese.it/e-morto-vittorio-emanuele-di-savoia-342517/&source=alertsmail&hl=it&gl=IT&msgid=MTE4ODk4NDA2NjQ5MTUxNjI2Mjk&s=AB2Xq4ghpS165JlXpAytsgTIRuZ9GIeHA3b8318" rel="noopener" style="color: #aaaaaa; font-size: 10px; text-decoration-line: none; vertical-align: middle; word-break: break-word;" target="_blank">Segnala come irrilevante</a></td></tr></tbody></table></div></div></td><td style="padding-right: 18px;"></td></tr><tr><td style="padding-left: 18px;"></td><td style="border-top: 1px solid rgb(228, 228, 228); font-family: Arial; padding: 18px 0px 12px; vertical-align: top;"><a style="color: inherit; word-break: break-word;"></a><div><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://gazzettadelsud.it/articoli/societa/2024/02/03/quando-vittorio-emanuele-di-savoia-da-bambino-era-pronto-a-diventare-re-ditalia-3a95ac46-ad16-40f8-964d-75258d3bfcba/&ct=ga&cd=CAEYBSoUMTE4ODk4NDA2NjQ5MTUxNjI2MjkyGWMyMmMxYzE2ZTI1M2U5YmY6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw3EzlvCj83UP7O9DwHinra2" rel="noopener" style="color: #427fed; display: inline; font-size: 16px; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank">Quando Vittorio Emanuele di Savoia da bambino era pronto a diventare re d'Italia</a></span><div><div style="padding: 2px 0px 8px;"><div style="color: #737373; font-size: 12px;"><a style="word-break: break-word;">Gazzetta del Sud</a></div><div style="color: #252525; font-size: 12px; line-height: 18px; padding: 2px 0px 0px;">Una ipotesi temuta dal Furher, e per lo stesso motivo caldeggiata, nei mesi successivi, da alcuni più illuminati <b>monarchici</b> italiani, come Concetto ...</div></div><table style="border-collapse: collapse; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://gazzettadelsud.it/articoli/societa/2024/02/03/quando-vittorio-emanuele-di-savoia-da-bambino-era-pronto-a-diventare-re-ditalia-3a95ac46-ad16-40f8-964d-75258d3bfcba/&ss=fb&rt=Quando+Vittorio+Emanuele+di+Savoia+da+bambino+era+pronto+a+diventare+re+d%27Italia&cd=KhQxMTg4OTg0MDY2NDkxNTE2MjYyOTIZYzIyYzFjMTZlMjUzZTliZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmXr_n9WCv9bQ6B5DE78wEqQ81jYrw" rel="noopener" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Facebook" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/fb-24.png" width="16" /></a></td><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://gazzettadelsud.it/articoli/societa/2024/02/03/quando-vittorio-emanuele-di-savoia-da-bambino-era-pronto-a-diventare-re-ditalia-3a95ac46-ad16-40f8-964d-75258d3bfcba/&ss=tw&rt=Quando+Vittorio+Emanuele+di+Savoia+da+bambino+era+pronto+a+diventare+re+d%27Italia&cd=KhQxMTg4OTg0MDY2NDkxNTE2MjYyOTIZYzIyYzFjMTZlMjUzZTliZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmXr_n9WCv9bQ6B5DE78wEqQ81jYrw" rel="noopener" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Twitter" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/tw-24.png" width="16" /></a></td><td style="font-family: Arial; padding: 0px 0px 6px 15px;"><a href="https://www.google.it/alerts/feedback?ffu=https://gazzettadelsud.it/articoli/societa/2024/02/03/quando-vittorio-emanuele-di-savoia-da-bambino-era-pronto-a-diventare-re-ditalia-3a95ac46-ad16-40f8-964d-75258d3bfcba/&source=alertsmail&hl=it&gl=IT&msgid=MTE4ODk4NDA2NjQ5MTUxNjI2Mjk&s=AB2Xq4ghpS165JlXpAytsgTIRuZ9GIeHA3b8318" rel="noopener" style="color: #aaaaaa; font-size: 10px; text-decoration-line: none; vertical-align: middle; word-break: break-word;" target="_blank">Segnala come irrilevante</a></td></tr></tbody></table></div></div></td><td style="padding-right: 18px;"></td></tr><tr><td style="padding-left: 18px;"></td><td style="border-top: 1px solid rgb(228, 228, 228); font-family: Arial; padding: 18px 0px 12px; vertical-align: top;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://it.euronews.com/2024/02/03/e-morto-vittorio-emanuele-di-savoia-figlio-dellultimo-re-di-italia&ct=ga&cd=CAEYBioUMTE4ODk4NDA2NjQ5MTUxNjI2MjkyGWMyMmMxYzE2ZTI1M2U5YmY6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw3w9aCECSafKWNQ_bfSiHYH" rel="noopener" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><table align="right" style="border-collapse: collapse; display: inline; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="padding-left: 18px;"></td><td height="100" style="background-image: url("https://encrypted-tbn3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSm8_BIuK3KneVCKMJrG87VkcvE65lslB0ajmPW1RVoxwPHRUrkFITPHOzQ"); background-repeat: no-repeat; border: 1px solid rgb(228, 228, 228); padding: 0px; text-align: center;" valign="bottom" width="100"><div style="color: white; font-size: 9px; letter-spacing: 0.8px;"><div style="background: rgba(0, 0, 0, 0.5); padding: 3px 0px 4px 4px; width: 96px;"></div></div></td></tr></tbody></table></a><div><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://it.euronews.com/2024/02/03/e-morto-vittorio-emanuele-di-savoia-figlio-dellultimo-re-di-italia&ct=ga&cd=CAEYBioUMTE4ODk4NDA2NjQ5MTUxNjI2MjkyGWMyMmMxYzE2ZTI1M2U5YmY6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw3w9aCECSafKWNQ_bfSiHYH" rel="noopener" style="color: #427fed; display: inline; font-size: 16px; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank">È morto Vittorio Emanuele di Savoia, figlio dell'ultimo re di Italia - Euronews.com</a></span><div><div style="padding: 2px 0px 8px;"><div style="color: #737373; font-size: 12px;"><a style="word-break: break-word;">Euronews.com</a></div><div style="color: #252525; font-size: 12px; line-height: 18px; padding: 2px 0px 0px;">Alcuni esponenti dell'aristocrazia italiana, gruppi <b>monarchici</b> e appassionati sostengono che il matrimonio di Vittorio Emanuele con Marina Ricolfi ...</div></div><table style="border-collapse: collapse; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://it.euronews.com/2024/02/03/e-morto-vittorio-emanuele-di-savoia-figlio-dellultimo-re-di-italia&ss=fb&rt=%C3%88+morto+Vittorio+Emanuele+di+Savoia,+figlio+dell%27ultimo+re+di+Italia+-+Euronews.com&cd=KhQxMTg4OTg0MDY2NDkxNTE2MjYyOTIZYzIyYzFjMTZlMjUzZTliZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmWv-Q3tvt-y8Aa4oiqgUwhQBjdjZA" rel="noopener" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Facebook" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/fb-24.png" width="16" /></a></td><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://it.euronews.com/2024/02/03/e-morto-vittorio-emanuele-di-savoia-figlio-dellultimo-re-di-italia&ss=tw&rt=%C3%88+morto+Vittorio+Emanuele+di+Savoia,+figlio+dell%27ultimo+re+di+Italia+-+Euronews.com&cd=KhQxMTg4OTg0MDY2NDkxNTE2MjYyOTIZYzIyYzFjMTZlMjUzZTliZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmWv-Q3tvt-y8Aa4oiqgUwhQBjdjZA" rel="noopener" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Twitter" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/tw-24.png" width="16" /></a></td><td style="font-family: Arial; padding: 0px 0px 6px 15px;"><a href="https://www.google.it/alerts/feedback?ffu=https://it.euronews.com/2024/02/03/e-morto-vittorio-emanuele-di-savoia-figlio-dellultimo-re-di-italia&source=alertsmail&hl=it&gl=IT&msgid=MTE4ODk4NDA2NjQ5MTUxNjI2Mjk&s=AB2Xq4ghpS165JlXpAytsgTIRuZ9GIeHA3b8318" rel="noopener" style="color: #aaaaaa; font-size: 10px; text-decoration-line: none; vertical-align: middle; word-break: break-word;" target="_blank">Segnala come irrilevante</a></td></tr></tbody></table></div></div></td><td style="padding-right: 18px;"></td></tr><tr><td style="padding-left: 18px;"></td><td style="border-top: 1px solid rgb(228, 228, 228); font-family: Arial; padding: 18px 0px 12px; vertical-align: top;"><a style="color: inherit; word-break: break-word;"></a><div><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.corriere.it/cronache/24_febbraio_03/vittorio-emanuele-di-savoia-morto-e6893666-c27c-11ee-97f1-40ebc5b696dc.shtml&ct=ga&cd=CAEYByoUMTE4ODk4NDA2NjQ5MTUxNjI2MjkyGWMyMmMxYzE2ZTI1M2U5YmY6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw3wPnz3flGEmmcmUGOngIGk" rel="noopener" style="color: #427fed; display: inline; font-size: 16px; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank">È morto Vittorio Emanuele di Savoia. Quando diceva: «Io re? Rimpiango solo di non essere ...</a></span><div><div style="padding: 2px 0px 8px;"><div style="color: #737373; font-size: 12px;"><a style="word-break: break-word;">Corriere</a></div><div style="color: #252525; font-size: 12px; line-height: 18px; padding: 2px 0px 0px;">Quando ebbe la consapevolezza del destino che gravava sul suo capo principe? «Avevo 5-6 anni, vennero a Ginevra dei <b>monarchici</b> e quando presero il ...</div></div><table style="border-collapse: collapse; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.corriere.it/cronache/24_febbraio_03/vittorio-emanuele-di-savoia-morto-e6893666-c27c-11ee-97f1-40ebc5b696dc.shtml&ss=fb&rt=%C3%88+morto+Vittorio+Emanuele+di+Savoia.+Quando+diceva:+%C2%ABIo+re%3F+Rimpiango+solo+di+non+essere+...&cd=KhQxMTg4OTg0MDY2NDkxNTE2MjYyOTIZYzIyYzFjMTZlMjUzZTliZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmWMjDCc9PN_T6ZSZ-KdWFoV8LjToA" rel="noopener" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Facebook" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/fb-24.png" width="16" /></a></td><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.corriere.it/cronache/24_febbraio_03/vittorio-emanuele-di-savoia-morto-e6893666-c27c-11ee-97f1-40ebc5b696dc.shtml&ss=tw&rt=%C3%88+morto+Vittorio+Emanuele+di+Savoia.+Quando+diceva:+%C2%ABIo+re%3F+Rimpiango+solo+di+non+essere+...&cd=KhQxMTg4OTg0MDY2NDkxNTE2MjYyOTIZYzIyYzFjMTZlMjUzZTliZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmWMjDCc9PN_T6ZSZ-KdWFoV8LjToA" rel="noopener" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Twitter" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/tw-24.png" width="16" /></a></td><td style="font-family: Arial; padding: 0px 0px 6px 15px;"><a href="https://www.google.it/alerts/feedback?ffu=https://www.corriere.it/cronache/24_febbraio_03/vittorio-emanuele-di-savoia-morto-e6893666-c27c-11ee-97f1-40ebc5b696dc.shtml&source=alertsmail&hl=it&gl=IT&msgid=MTE4ODk4NDA2NjQ5MTUxNjI2Mjk&s=AB2Xq4ghpS165JlXpAytsgTIRuZ9GIeHA3b8318" rel="noopener" style="color: #aaaaaa; font-size: 10px; text-decoration-line: none; vertical-align: middle; word-break: break-word;" target="_blank">Segnala come irrilevante</a></td></tr></tbody></table></div></div></td></tr></tbody></table><br /></div><div><br /></div><div><table style="border-collapse: collapse; border-left: 1px solid rgb(228, 228, 228); border-right: 1px solid rgb(228, 228, 228); font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="font-family: Arial; padding: 18px 0px 12px; vertical-align: top;"><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.corriere.it/cronache/24_febbraio_03/vittorio-emanuele-di-savoia-morto-e6893666-c27c-11ee-97f1-40ebc5b696dc.shtml&ct=ga&cd=CAEYACoUMTIxNjI4MTA1NjA1NzcwNDExNzkyGWVjZTM0YzhhNTY4YTE4NmU6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw3wPnz3flGEmmcmUGOngIGk" style="color: #427fed; display: inline; font-size: 16px; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank">È morto Vittorio Emanuele di <b>Savoia</b>- Corriere.it</a></span><div><div style="padding: 2px 0px 8px;"><div style="color: #737373; font-size: 12px;"><a style="word-break: break-word;">Corriere</a></div><div style="color: #252525; font-size: 12px; line-height: 18px; padding: 2px 0px 0px;">È morto Vittorio Emanuele di <b>Savoia</b>, figlio di Umberto II, l'ultimo re d'Italia, e di Maria José: l'ultimo erede al trono d'Italia aveva 86 anni.</div></div><table style="border-collapse: collapse; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.corriere.it/cronache/24_febbraio_03/vittorio-emanuele-di-savoia-morto-e6893666-c27c-11ee-97f1-40ebc5b696dc.shtml&ss=fb&rt=%C3%88+morto+Vittorio+Emanuele+di+Savoia-+Corriere.it&cd=KhQxMjE2MjgxMDU2MDU3NzA0MTE3OTIZZWNlMzRjOGE1NjhhMTg2ZTppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmWMjDCc9PN_T6ZSZ-KdWFoV8LjToA" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Facebook" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/fb-24.png" width="16" /></a></td><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.corriere.it/cronache/24_febbraio_03/vittorio-emanuele-di-savoia-morto-e6893666-c27c-11ee-97f1-40ebc5b696dc.shtml&ss=tw&rt=%C3%88+morto+Vittorio+Emanuele+di+Savoia-+Corriere.it&cd=KhQxMjE2MjgxMDU2MDU3NzA0MTE3OTIZZWNlMzRjOGE1NjhhMTg2ZTppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmWMjDCc9PN_T6ZSZ-KdWFoV8LjToA" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Twitter" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/tw-24.png" width="16" /></a></td><td style="font-family: Arial; padding: 0px 0px 6px 15px;"><a href="https://www.google.it/alerts/feedback?ffu=https://www.corriere.it/cronache/24_febbraio_03/vittorio-emanuele-di-savoia-morto-e6893666-c27c-11ee-97f1-40ebc5b696dc.shtml&source=alertsmail&hl=it&gl=IT&msgid=MTIxNjI4MTA1NjA1NzcwNDExNzk&s=AB2Xq4hgAgEzd3BGAcMKLfqkMDI2STQoGTB_Xlc" style="color: #aaaaaa; font-size: 10px; text-decoration-line: none; vertical-align: middle; word-break: break-word;" target="_blank">Segnala come irrilevante</a></td></tr></tbody></table></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div></td><td style="padding-right: 18px;"></td></tr></tbody></table></div>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-36761348979916533162024-02-04T13:14:00.003+01:002024-02-04T13:14:16.648+01:00La scomparsa di SAR il Principe di Napoli, rassegna stampa<div><b><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg46YsYPeJ73JDmJ-iKU1bSEChlGkY02inYWT2SF9L7Nhgo3tPINtR2_5O8bM6oa1HgyZqU1o-CtbGAQbSW2XP8cSy3hYJvvL_6HCHOiYnIr6O_frYdp9m8RBrlUJV0iZuwi0rOV4z1ZrtQQR_Et72KHS3I1RuENA6sbk9Up9DBRgygh7dmC9FHwBZ2j6-Z/s482/Quirinale.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="482" data-original-width="359" height="707" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg46YsYPeJ73JDmJ-iKU1bSEChlGkY02inYWT2SF9L7Nhgo3tPINtR2_5O8bM6oa1HgyZqU1o-CtbGAQbSW2XP8cSy3hYJvvL_6HCHOiYnIr6O_frYdp9m8RBrlUJV0iZuwi0rOV4z1ZrtQQR_Et72KHS3I1RuENA6sbk9Up9DBRgygh7dmC9FHwBZ2j6-Z/w526-h707/Quirinale.jpg" width="526" /></a></div><br /><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></b></div><div><b><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></b></div><div><b><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></b></div><div><b><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></b></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Affidiamo alla sensibilità ed alla intelligenza dei nostri amici lettori il compito di fare selezione tra i vari articoli.</b><br /><b>Per riportare il maggiore numero di articoli possibili abbiamo fatto un copia incolla con le principali notizie. </b></span></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il risultato grafico non è dei migliori ma la rassegna è esaustiva</b><br /></span><br /><br /></div><div><table style="border-collapse: collapse; border-left: 1px solid rgb(228, 228, 228); border-right: 1px solid rgb(228, 228, 228); font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="font-family: Arial; padding: 18px 0px 12px; vertical-align: top;"><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.ilgiornale.it/news/nazionale/casa-savoia-i-figli-re-umberto-ii-vittorio-emanuele-e-2277586.html&ct=ga&cd=CAEYACoUMTc2NjMyMDYyMzU4NTMwNjY1NTcyGTQxMjZhYzM3NDFhNzc2ZGY6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw34DiWidIQzxJbcKKWSj5lN" style="color: #427fed; display: inline; font-size: 16px; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank">Casa Savoia, i figli di re <b>Umberto II</b>: Vittorio Emanuele e le sorelle Maria Pia, Maria Gabriella ...</a></span><div><div style="padding: 2px 0px 8px;"><div style="color: #737373; font-size: 12px;"><a style="word-break: break-word;">ilGiornale.it</a></div><div style="color: #252525; font-size: 12px; line-height: 18px; padding: 2px 0px 0px;"><b>Umberto II</b>, ultimo Re d'Italia, e la consorte Maria José ebbero quattro figli: Vittorio Emanuele e le tre sorelle Maria Pia, Maria Gabriella e ...</div></div><table style="border-collapse: collapse; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.ilgiornale.it/news/nazionale/casa-savoia-i-figli-re-umberto-ii-vittorio-emanuele-e-2277586.html&ss=fb&rt=Casa+Savoia,+i+figli+di+re+Umberto+II:+Vittorio+Emanuele+e+le+sorelle+Maria+Pia,+Maria+Gabriella+...&cd=KhQxNzY2MzIwNjIzNTg1MzA2NjU1NzIZNDEyNmFjMzc0MWE3NzZkZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmWIxdXLVmWglw0h3yR_w28Yl7cBVg" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Facebook" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/fb-24.png" width="16" /></a></td><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.ilgiornale.it/news/nazionale/casa-savoia-i-figli-re-umberto-ii-vittorio-emanuele-e-2277586.html&ss=tw&rt=Casa+Savoia,+i+figli+di+re+Umberto+II:+Vittorio+Emanuele+e+le+sorelle+Maria+Pia,+Maria+Gabriella+...&cd=KhQxNzY2MzIwNjIzNTg1MzA2NjU1NzIZNDEyNmFjMzc0MWE3NzZkZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmWIxdXLVmWglw0h3yR_w28Yl7cBVg" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Twitter" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/tw-24.png" width="16" /></a></td><td style="font-family: Arial; padding: 0px 0px 6px 15px;"><a href="https://www.google.it/alerts/feedback?ffu=https://www.ilgiornale.it/news/nazionale/casa-savoia-i-figli-re-umberto-ii-vittorio-emanuele-e-2277586.html&source=alertsmail&hl=it&gl=IT&msgid=MTc2NjMyMDYyMzU4NTMwNjY1NTc&s=AB2Xq4h7CH5N_ccwyohgsCXp-RV0uPbBAOQ_YLo" style="color: #aaaaaa; font-size: 10px; text-decoration-line: none; vertical-align: middle; word-break: break-word;" target="_blank">Segnala come irrilevante</a></td></tr></tbody></table><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><div><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.orizzontescuola.it/e-morto-vittorio-emanuele-di-savoia-figlio-dellultimo-re-ditalia-umberto-ii/&ct=ga&cd=CAEYASoUMTc2NjMyMDYyMzU4NTMwNjY1NTcyGTQxMjZhYzM3NDFhNzc2ZGY6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw2KAV5D42DSwEDjGTxKB_LZ" style="color: #427fed; display: inline; font-size: 16px; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank">È morto Vittorio Emanuele di Savoia, figlio dell'ultimo re d'Italia <b>Umberto II</b></a></span><div><div style="padding: 2px 0px 8px;"><div style="color: #737373; font-size: 12px;"><a style="word-break: break-word;">Orizzonte Scuola Notizie</a></div><div style="color: #252525; font-size: 12px; line-height: 18px; padding: 2px 0px 0px;">Era padre di Emanuele Filiberto, nato dal matrimonio con Marina Doria, e figlio dell'ultimo re d'Italia <b>Umberto II</b> e della regina Maria José. A ...</div></div><table style="border-collapse: collapse; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.orizzontescuola.it/e-morto-vittorio-emanuele-di-savoia-figlio-dellultimo-re-ditalia-umberto-ii/&ss=fb&rt=%C3%88+morto+Vittorio+Emanuele+di+Savoia,+figlio+dell%27ultimo+re+d%27Italia+Umberto+II&cd=KhQxNzY2MzIwNjIzNTg1MzA2NjU1NzIZNDEyNmFjMzc0MWE3NzZkZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmXNE8OLWRIa-y7NIwpQE-wyP09b-A" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Facebook" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/fb-24.png" width="16" /></a></td><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.orizzontescuola.it/e-morto-vittorio-emanuele-di-savoia-figlio-dellultimo-re-ditalia-umberto-ii/&ss=tw&rt=%C3%88+morto+Vittorio+Emanuele+di+Savoia,+figlio+dell%27ultimo+re+d%27Italia+Umberto+II&cd=KhQxNzY2MzIwNjIzNTg1MzA2NjU1NzIZNDEyNmFjMzc0MWE3NzZkZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmXNE8OLWRIa-y7NIwpQE-wyP09b-A" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Twitter" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/tw-24.png" width="16" /></a></td><td style="font-family: Arial; padding: 0px 0px 6px 15px;"><a href="https://www.google.it/alerts/feedback?ffu=https://www.orizzontescuola.it/e-morto-vittorio-emanuele-di-savoia-figlio-dellultimo-re-ditalia-umberto-ii/&source=alertsmail&hl=it&gl=IT&msgid=MTc2NjMyMDYyMzU4NTMwNjY1NTc&s=AB2Xq4h7CH5N_ccwyohgsCXp-RV0uPbBAOQ_YLo" style="color: #aaaaaa; font-size: 10px; text-decoration-line: none; vertical-align: middle; word-break: break-word;" target="_blank">Segnala come irrilevante</a></td></tr></tbody></table></div></div><a style="color: inherit; word-break: break-word;"></a><div><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://stream24.ilsole24ore.com/gallery/italia/e-morto-vittorio-emanuele-savoia-figlio-umberto-ii-l-ultimo-re-d-italia/AFU3agaC&ct=ga&cd=CAEYAioUMTc2NjMyMDYyMzU4NTMwNjY1NTcyGTQxMjZhYzM3NDFhNzc2ZGY6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw3rXjaz4sAdmt7iiU4tb82v" style="color: #427fed; display: inline; font-size: 16px; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank">È morto Vittorio Emanuele di Savoia, figlio di <b>Umberto II</b>, l'ultimo re d'Italia - Il Sole 24 ORE</a></span><div><div style="padding: 2px 0px 8px;"><div style="color: #737373; font-size: 12px;"><a style="word-break: break-word;">Stream24 - Il Sole 24 ORE</a></div><div style="color: #252525; font-size: 12px; line-height: 18px; padding: 2px 0px 0px;">È morto Vittorio Emanuele di Savoia, figlio di <b>Umberto II</b>, l'ultimo re d'Italia - Il Sole 24 ORE.</div></div><table style="border-collapse: collapse; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://stream24.ilsole24ore.com/gallery/italia/e-morto-vittorio-emanuele-savoia-figlio-umberto-ii-l-ultimo-re-d-italia/AFU3agaC&ss=fb&rt=%C3%88+morto+Vittorio+Emanuele+di+Savoia,+figlio+di+Umberto+II,+l%27ultimo+re+d%27Italia+-+Il+Sole+24+ORE&cd=KhQxNzY2MzIwNjIzNTg1MzA2NjU1NzIZNDEyNmFjMzc0MWE3NzZkZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmU-uSK8YwhoL6BkAxNSGHCWeHJa8g" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Facebook" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/fb-24.png" width="16" /></a></td><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://stream24.ilsole24ore.com/gallery/italia/e-morto-vittorio-emanuele-savoia-figlio-umberto-ii-l-ultimo-re-d-italia/AFU3agaC&ss=tw&rt=%C3%88+morto+Vittorio+Emanuele+di+Savoia,+figlio+di+Umberto+II,+l%27ultimo+re+d%27Italia+-+Il+Sole+24+ORE&cd=KhQxNzY2MzIwNjIzNTg1MzA2NjU1NzIZNDEyNmFjMzc0MWE3NzZkZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmU-uSK8YwhoL6BkAxNSGHCWeHJa8g" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Twitter" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/tw-24.png" width="16" /></a></td><td style="font-family: Arial; padding: 0px 0px 6px 15px;"><a href="https://www.google.it/alerts/feedback?ffu=https://stream24.ilsole24ore.com/gallery/italia/e-morto-vittorio-emanuele-savoia-figlio-umberto-ii-l-ultimo-re-d-italia/AFU3agaC&source=alertsmail&hl=it&gl=IT&msgid=MTc2NjMyMDYyMzU4NTMwNjY1NTc&s=AB2Xq4h7CH5N_ccwyohgsCXp-RV0uPbBAOQ_YLo" style="color: #aaaaaa; font-size: 10px; text-decoration-line: none; vertical-align: middle; word-break: break-word;" target="_blank">Segnala come irrilevante</a></td></tr></tbody></table></div></div><a style="color: inherit; word-break: break-word;"></a><div><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.iltempo.it/attualita/2024/02/03/news/vittorio-emanuele-di-savoia-morto-figlio-ultimo-re-ditalia-documentario-netflix-38318232/&ct=ga&cd=CAEYAyoUMTc2NjMyMDYyMzU4NTMwNjY1NTcyGTQxMjZhYzM3NDFhNzc2ZGY6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw3nHnDivvfIsi7q1QuEqOI0" style="color: #427fed; display: inline; font-size: 16px; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank">Vittorio Emanuele di Savoia morto a 86 anni: era il figlio di Re <b>Umberto II</b> - Il Tempo</a></span><div><div style="padding: 2px 0px 8px;"><div style="color: #737373; font-size: 12px;"><a style="word-break: break-word;">Il Tempo</a></div><div style="color: #252525; font-size: 12px; line-height: 18px; padding: 2px 0px 0px;">Sposato con Marina Doria, da cui ha avuto un figlio, Emanuele Filiberto. Vittorio Emanuele di Savoia era figlio dell'ultimo re d'Italia <b>Umberto II</b> e ...</div></div><table style="border-collapse: collapse; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.iltempo.it/attualita/2024/02/03/news/vittorio-emanuele-di-savoia-morto-figlio-ultimo-re-ditalia-documentario-netflix-38318232/&ss=fb&rt=Vittorio+Emanuele+di+Savoia+morto+a+86+anni:+era+il+figlio+di+Re+Umberto+II+-+Il+Tempo&cd=KhQxNzY2MzIwNjIzNTg1MzA2NjU1NzIZNDEyNmFjMzc0MWE3NzZkZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmUev-kn-V57eW94ETzX6IKH69lfmA" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Facebook" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/fb-24.png" width="16" /></a></td><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.iltempo.it/attualita/2024/02/03/news/vittorio-emanuele-di-savoia-morto-figlio-ultimo-re-ditalia-documentario-netflix-38318232/&ss=tw&rt=Vittorio+Emanuele+di+Savoia+morto+a+86+anni:+era+il+figlio+di+Re+Umberto+II+-+Il+Tempo&cd=KhQxNzY2MzIwNjIzNTg1MzA2NjU1NzIZNDEyNmFjMzc0MWE3NzZkZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmUev-kn-V57eW94ETzX6IKH69lfmA" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Twitter" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/tw-24.png" width="16" /></a></td><td style="font-family: Arial; padding: 0px 0px 6px 15px;"><a href="https://www.google.it/alerts/feedback?ffu=https://www.iltempo.it/attualita/2024/02/03/news/vittorio-emanuele-di-savoia-morto-figlio-ultimo-re-ditalia-documentario-netflix-38318232/&source=alertsmail&hl=it&gl=IT&msgid=MTc2NjMyMDYyMzU4NTMwNjY1NTc&s=AB2Xq4h7CH5N_ccwyohgsCXp-RV0uPbBAOQ_YLo" style="color: #aaaaaa; font-size: 10px; text-decoration-line: none; vertical-align: middle; word-break: break-word;" target="_blank">Segnala come irrilevante</a></td></tr></tbody></table></div></div><a style="color: inherit; word-break: break-word;"></a><div><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.fanpage.it/attualita/chi-era-vittorio-emanuele-di-savoia-il-figlio-dellultimo-re-ditalia-scomparso-a-86-anni/&ct=ga&cd=CAEYBCoUMTc2NjMyMDYyMzU4NTMwNjY1NTcyGTQxMjZhYzM3NDFhNzc2ZGY6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw1qu0kPxIBjdyMY5m4M8nTC" style="color: #427fed; display: inline; font-size: 16px; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank">Chi era Vittorio Emanuele di Savoia, il figlio dell'ultimo re d'Italia scomparso a 86 anni</a></span><div><div style="padding: 2px 0px 8px;"><div style="color: #737373; font-size: 12px;"><a style="word-break: break-word;">Fanpage</a></div><div style="color: #252525; font-size: 12px; line-height: 18px; padding: 2px 0px 0px;">Vittorio Emanuele di Savoia era il figlio dell'ultimo re d'Italia <b>Umberto II</b> e di Maria José. Dal 1970 era sposato con la moglie Marina Doria: la ...</div></div><table style="border-collapse: collapse; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.fanpage.it/attualita/chi-era-vittorio-emanuele-di-savoia-il-figlio-dellultimo-re-ditalia-scomparso-a-86-anni/&ss=fb&rt=Chi+era+Vittorio+Emanuele+di+Savoia,+il+figlio+dell%27ultimo+re+d%27Italia+scomparso+a+86+anni&cd=KhQxNzY2MzIwNjIzNTg1MzA2NjU1NzIZNDEyNmFjMzc0MWE3NzZkZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmUu-fFTlm3zdyRPDkCoQgccjxEvJg" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Facebook" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/fb-24.png" width="16" /></a></td><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.fanpage.it/attualita/chi-era-vittorio-emanuele-di-savoia-il-figlio-dellultimo-re-ditalia-scomparso-a-86-anni/&ss=tw&rt=Chi+era+Vittorio+Emanuele+di+Savoia,+il+figlio+dell%27ultimo+re+d%27Italia+scomparso+a+86+anni&cd=KhQxNzY2MzIwNjIzNTg1MzA2NjU1NzIZNDEyNmFjMzc0MWE3NzZkZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmUu-fFTlm3zdyRPDkCoQgccjxEvJg" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Twitter" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/tw-24.png" width="16" /></a></td><td style="font-family: Arial; padding: 0px 0px 6px 15px;"><a href="https://www.google.it/alerts/feedback?ffu=https://www.fanpage.it/attualita/chi-era-vittorio-emanuele-di-savoia-il-figlio-dellultimo-re-ditalia-scomparso-a-86-anni/&source=alertsmail&hl=it&gl=IT&msgid=MTc2NjMyMDYyMzU4NTMwNjY1NTc&s=AB2Xq4h7CH5N_ccwyohgsCXp-RV0uPbBAOQ_YLo" style="color: #aaaaaa; font-size: 10px; text-decoration-line: none; vertical-align: middle; word-break: break-word;" target="_blank">Segnala come irrilevante</a></td></tr></tbody></table></div></div><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://notizie.virgilio.it/vittorio-emanuele-di-savoia-e-morto-a-ginevra-l-annuncio-della-real-casa-1604818&ct=ga&cd=CAEYBSoUMTc2NjMyMDYyMzU4NTMwNjY1NTcyGTQxMjZhYzM3NDFhNzc2ZGY6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw3V4BR5eKbWMiU8TJrDSJ_Y" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><table align="right" style="border-collapse: collapse; display: inline; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="padding-left: 18px;"></td><td height="100" style="background-image: url("https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQq5eqimb_nVMGzlGq_d0fDvXclvTpPW-6MsvANMfJ6Cy849yiDl_J5Ke0f"); background-repeat: no-repeat; border: 1px solid rgb(228, 228, 228); padding: 0px; text-align: center;" valign="bottom" width="100"><div style="color: white; font-size: 9px; letter-spacing: 0.8px;"><div style="background: rgba(0, 0, 0, 0.5); padding: 3px 0px 4px 4px; width: 96px;"></div></div></td></tr></tbody></table></a><div><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://notizie.virgilio.it/vittorio-emanuele-di-savoia-e-morto-a-ginevra-l-annuncio-della-real-casa-1604818&ct=ga&cd=CAEYBSoUMTc2NjMyMDYyMzU4NTMwNjY1NTcyGTQxMjZhYzM3NDFhNzc2ZGY6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw3V4BR5eKbWMiU8TJrDSJ_Y" style="color: #427fed; display: inline; font-size: 16px; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank">Morto Vittorio Emanuele di Savoia: il figlio dell'ultimo re d'Italia aveva 86 anni. L'annuncio ...</a></span><div><div style="padding: 2px 0px 8px;"><div style="color: #737373; font-size: 12px;"><a style="word-break: break-word;">Virgilio Notizie</a></div><div style="color: #252525; font-size: 12px; line-height: 18px; padding: 2px 0px 0px;">Suo padre <b>Umberto II</b> aveva intenzione di abdicare per renderlo re ma il 2 giugno 1946 il referendum istituzionale che ha dato agli italiani la ...</div></div><table style="border-collapse: collapse; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://notizie.virgilio.it/vittorio-emanuele-di-savoia-e-morto-a-ginevra-l-annuncio-della-real-casa-1604818&ss=fb&rt=Morto+Vittorio+Emanuele+di+Savoia:+il+figlio+dell%27ultimo+re+d%27Italia+aveva+86+anni.+L%27annuncio+...&cd=KhQxNzY2MzIwNjIzNTg1MzA2NjU1NzIZNDEyNmFjMzc0MWE3NzZkZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmW0L0tz0L6VMfTcyW2tWJgRz6izOw" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Facebook" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/fb-24.png" width="16" /></a></td><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://notizie.virgilio.it/vittorio-emanuele-di-savoia-e-morto-a-ginevra-l-annuncio-della-real-casa-1604818&ss=tw&rt=Morto+Vittorio+Emanuele+di+Savoia:+il+figlio+dell%27ultimo+re+d%27Italia+aveva+86+anni.+L%27annuncio+...&cd=KhQxNzY2MzIwNjIzNTg1MzA2NjU1NzIZNDEyNmFjMzc0MWE3NzZkZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmW0L0tz0L6VMfTcyW2tWJgRz6izOw" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Twitter" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/tw-24.png" width="16" /></a></td><td style="font-family: Arial; padding: 0px 0px 6px 15px;"><a href="https://www.google.it/alerts/feedback?ffu=https://notizie.virgilio.it/vittorio-emanuele-di-savoia-e-morto-a-ginevra-l-annuncio-della-real-casa-1604818&source=alertsmail&hl=it&gl=IT&msgid=MTc2NjMyMDYyMzU4NTMwNjY1NTc&s=AB2Xq4h7CH5N_ccwyohgsCXp-RV0uPbBAOQ_YLo" style="color: #aaaaaa; font-size: 10px; text-decoration-line: none; vertical-align: middle; word-break: break-word;" target="_blank">Segnala come irrilevante</a></td></tr></tbody></table></div></div><a style="color: inherit; word-break: break-word;"></a><div><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.ilgazzettino.it/esteri/vittorio_emanuele_di_savoia_eredita_moglie_marina_doria_figlio_emanuele_filiberto_famiglia_cosa_sappiamo-7912545.html&ct=ga&cd=CAEYBioUMTc2NjMyMDYyMzU4NTMwNjY1NTcyGTQxMjZhYzM3NDFhNzc2ZGY6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw3CXKtwcuL_-Q_6-3Prqhjd" style="color: #427fed; display: inline; font-size: 16px; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank">il matrimonio a Las Vegas con Marina Doria, la disputa sull'eredità e il figlio Emanuele Filiberto</a></span><div><div style="padding: 2px 0px 8px;"><div style="color: #737373; font-size: 12px;"><a style="word-break: break-word;">Il Gazzettino</a></div><div style="color: #252525; font-size: 12px; line-height: 18px; padding: 2px 0px 0px;">Vittorio Emanuele di Savoia è morto oggi 3 febbraio a Ginevra. È stato membro di casa Savoia, figlio dell'ultimo re d'Italia <b>Umberto II</b> e di Maria ...</div></div><table style="border-collapse: collapse; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.ilgazzettino.it/esteri/vittorio_emanuele_di_savoia_eredita_moglie_marina_doria_figlio_emanuele_filiberto_famiglia_cosa_sappiamo-7912545.html&ss=fb&rt=il+matrimonio+a+Las+Vegas+con+Marina+Doria,+la+disputa+sull%27eredit%C3%A0+e+il+figlio+Emanuele+Filiberto&cd=KhQxNzY2MzIwNjIzNTg1MzA2NjU1NzIZNDEyNmFjMzc0MWE3NzZkZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmX9wPWluc6ukPi99E6suyHSU9TDBQ" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Facebook" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/fb-24.png" width="16" /></a></td><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.ilgazzettino.it/esteri/vittorio_emanuele_di_savoia_eredita_moglie_marina_doria_figlio_emanuele_filiberto_famiglia_cosa_sappiamo-7912545.html&ss=tw&rt=il+matrimonio+a+Las+Vegas+con+Marina+Doria,+la+disputa+sull%27eredit%C3%A0+e+il+figlio+Emanuele+Filiberto&cd=KhQxNzY2MzIwNjIzNTg1MzA2NjU1NzIZNDEyNmFjMzc0MWE3NzZkZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmX9wPWluc6ukPi99E6suyHSU9TDBQ" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Twitter" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/tw-24.png" width="16" /></a></td><td style="font-family: Arial; padding: 0px 0px 6px 15px;"><a href="https://www.google.it/alerts/feedback?ffu=https://www.ilgazzettino.it/esteri/vittorio_emanuele_di_savoia_eredita_moglie_marina_doria_figlio_emanuele_filiberto_famiglia_cosa_sappiamo-7912545.html&source=alertsmail&hl=it&gl=IT&msgid=MTc2NjMyMDYyMzU4NTMwNjY1NTc&s=AB2Xq4h7CH5N_ccwyohgsCXp-RV0uPbBAOQ_YLo" style="color: #aaaaaa; font-size: 10px; text-decoration-line: none; vertical-align: middle; word-break: break-word;" target="_blank">Segnala come irrilevante</a></td></tr></tbody></table></div></div><a style="color: inherit; word-break: break-word;"></a><div><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.milanofinanza.it/news/morto-vittorio-emanuele-di-savoia-202402031149279159&ct=ga&cd=CAEYByoUMTc2NjMyMDYyMzU4NTMwNjY1NTcyGTQxMjZhYzM3NDFhNzc2ZGY6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw334-wC9F_LnCtwK0ejADri" style="color: #427fed; display: inline; font-size: 16px; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank">Morto Vittorio Emanuele di Savoia. Era figlio dell'ultimo re d'Italia - MilanoFinanza News</a></span><div><div style="padding: 2px 0px 8px;"><div style="color: #737373; font-size: 12px;"><a style="word-break: break-word;">Milano Finanza</a></div><div style="color: #252525; font-size: 12px; line-height: 18px; padding: 2px 0px 0px;">Nato da <b>Umberto II</b> e da Maria José si è spento a Ginevra. Avrebbe compiuto 87 anni il 12 febbraio. La richiesta all'Italia di 260 milioni di ...</div></div><table style="border-collapse: collapse; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.milanofinanza.it/news/morto-vittorio-emanuele-di-savoia-202402031149279159&ss=fb&rt=Morto+Vittorio+Emanuele+di+Savoia.+Era+figlio+dell%27ultimo+re+d%27Italia+-+MilanoFinanza+News&cd=KhQxNzY2MzIwNjIzNTg1MzA2NjU1NzIZNDEyNmFjMzc0MWE3NzZkZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmX-myqN897oHKyNrmv_Mbfsx7HhDA" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Facebook" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/fb-24.png" width="16" /></a></td><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.milanofinanza.it/news/morto-vittorio-emanuele-di-savoia-202402031149279159&ss=tw&rt=Morto+Vittorio+Emanuele+di+Savoia.+Era+figlio+dell%27ultimo+re+d%27Italia+-+MilanoFinanza+News&cd=KhQxNzY2MzIwNjIzNTg1MzA2NjU1NzIZNDEyNmFjMzc0MWE3NzZkZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmX-myqN897oHKyNrmv_Mbfsx7HhDA" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Twitter" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/tw-24.png" width="16" /></a></td><td style="font-family: Arial; padding: 0px 0px 6px 15px;"><a href="https://www.google.it/alerts/feedback?ffu=https://www.milanofinanza.it/news/morto-vittorio-emanuele-di-savoia-202402031149279159&source=alertsmail&hl=it&gl=IT&msgid=MTc2NjMyMDYyMzU4NTMwNjY1NTc&s=AB2Xq4h7CH5N_ccwyohgsCXp-RV0uPbBAOQ_YLo" style="color: #aaaaaa; font-size: 10px; text-decoration-line: none; vertical-align: middle; word-break: break-word;" target="_blank">Segnala come irrilevante</a></td></tr></tbody></table></div></div><a style="color: inherit; word-break: break-word;"></a><div><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.ilgiorno.it/cronaca/vittorio-emanuele-di-savoia-morto-dck890rt&ct=ga&cd=CAEYCCoUMTc2NjMyMDYyMzU4NTMwNjY1NTcyGTQxMjZhYzM3NDFhNzc2ZGY6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw1qaSzZA6bhVFkLrT4Q7k5E" style="color: #427fed; display: inline; font-size: 16px; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank">E' morto Vittorio Emanuele di Savoia, aveva 86 anni - Il Giorno</a></span><div><div style="padding: 2px 0px 8px;"><div style="color: #737373; font-size: 12px;"><a style="word-break: break-word;">Il Giorno</a></div><div style="color: #252525; font-size: 12px; line-height: 18px; padding: 2px 0px 0px;">Figlio di <b>Umberto II</b>, l'ultimo re d'Italia, e di Maria José. Si è spento a Ginevra circondato dalla famiglia.</div></div><table style="border-collapse: collapse; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.ilgiorno.it/cronaca/vittorio-emanuele-di-savoia-morto-dck890rt&ss=fb&rt=E%27+morto+Vittorio+Emanuele+di+Savoia,+aveva+86+anni+-+Il+Giorno&cd=KhQxNzY2MzIwNjIzNTg1MzA2NjU1NzIZNDEyNmFjMzc0MWE3NzZkZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmU1aylIMVTWUJZAlY4bJjUHfC88hg" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Facebook" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/fb-24.png" width="16" /></a></td><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.ilgiorno.it/cronaca/vittorio-emanuele-di-savoia-morto-dck890rt&ss=tw&rt=E%27+morto+Vittorio+Emanuele+di+Savoia,+aveva+86+anni+-+Il+Giorno&cd=KhQxNzY2MzIwNjIzNTg1MzA2NjU1NzIZNDEyNmFjMzc0MWE3NzZkZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmU1aylIMVTWUJZAlY4bJjUHfC88hg" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Twitter" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/tw-24.png" width="16" /></a></td><td style="font-family: Arial; padding: 0px 0px 6px 15px;"><a href="https://www.google.it/alerts/feedback?ffu=https://www.ilgiorno.it/cronaca/vittorio-emanuele-di-savoia-morto-dck890rt&source=alertsmail&hl=it&gl=IT&msgid=MTc2NjMyMDYyMzU4NTMwNjY1NTc&s=AB2Xq4h7CH5N_ccwyohgsCXp-RV0uPbBAOQ_YLo" style="color: #aaaaaa; font-size: 10px; text-decoration-line: none; vertical-align: middle; word-break: break-word;" target="_blank">Segnala come irrilevante</a></td></tr></tbody></table></div></div><a style="color: inherit; word-break: break-word;"></a><div><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://torino.repubblica.it/cronaca/2024/02/03/news/emanuele_filiberto_figlio_vittorio_emanuele_moglie_marina_doria-422050024/&ct=ga&cd=CAEYCSoUMTc2NjMyMDYyMzU4NTMwNjY1NTcyGTQxMjZhYzM3NDFhNzc2ZGY6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw2nXaFDqoib0kbfVXT4FE5e" style="color: #427fed; display: inline; font-size: 16px; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank">Dal figlio Emanuele Filiberto alla moglie Marina Doria, la famiglia di Vittorio ... - Repubblica Torino</a></span><div><div style="padding: 2px 0px 8px;"><div style="color: #737373; font-size: 12px;"><a style="word-break: break-word;">Repubblica Torino</a></div><div style="color: #252525; font-size: 12px; line-height: 18px; padding: 2px 0px 0px;">Il re <b>Umberto II</b>, in una lettera a Vittorio Emanuele del 25 gennaio 1960, preannuncia il proprio rifiuto alla concessione del regio assenso qualora ...</div></div><table style="border-collapse: collapse; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://torino.repubblica.it/cronaca/2024/02/03/news/emanuele_filiberto_figlio_vittorio_emanuele_moglie_marina_doria-422050024/&ss=fb&rt=Dal+figlio+Emanuele+Filiberto+alla+moglie+Marina+Doria,+la+famiglia+di+Vittorio+...+-+Repubblica+Torino&cd=KhQxNzY2MzIwNjIzNTg1MzA2NjU1NzIZNDEyNmFjMzc0MWE3NzZkZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmUcGLdot7z2Uy19lWcWpbmnkCIKYw" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Facebook" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/fb-24.png" width="16" /></a></td><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://torino.repubblica.it/cronaca/2024/02/03/news/emanuele_filiberto_figlio_vittorio_emanuele_moglie_marina_doria-422050024/&ss=tw&rt=Dal+figlio+Emanuele+Filiberto+alla+moglie+Marina+Doria,+la+famiglia+di+Vittorio+...+-+Repubblica+Torino&cd=KhQxNzY2MzIwNjIzNTg1MzA2NjU1NzIZNDEyNmFjMzc0MWE3NzZkZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmUcGLdot7z2Uy19lWcWpbmnkCIKYw" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Twitter" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/tw-24.png" width="16" /></a></td><td style="font-family: Arial; padding: 0px 0px 6px 15px;"><a href="https://www.google.it/alerts/feedback?ffu=https://torino.repubblica.it/cronaca/2024/02/03/news/emanuele_filiberto_figlio_vittorio_emanuele_moglie_marina_doria-422050024/&source=alertsmail&hl=it&gl=IT&msgid=MTc2NjMyMDYyMzU4NTMwNjY1NTc&s=AB2Xq4h7CH5N_ccwyohgsCXp-RV0uPbBAOQ_YLo" style="color: #aaaaaa; font-size: 10px; text-decoration-line: none; vertical-align: middle; word-break: break-word;" target="_blank">Segnala come irrilevante</a></td></tr></tbody></table><br /><br /><table style="border-collapse: collapse; border-left: 1px solid rgb(228, 228, 228); border-right: 1px solid rgb(228, 228, 228); font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="font-family: Arial; padding: 18px 0px 12px; vertical-align: top;"><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.ilgiornale.it/news/nazionale/quando-italiani-voltarono-spalle-monarchia-2277592.html&ct=ga&cd=CAEYACoUMTE4ODk4NDA2NjQ5MTUxNjI2MjkyGWMyMmMxYzE2ZTI1M2U5YmY6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw3qo8dX7LBIB8H2n3hrNiov" rel="noopener" style="color: #427fed; display: inline; font-size: 16px; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank">Quando gli italiani voltarono le spalle alla monarchia - ilGiornale.it</a></span><div><div style="padding: 2px 0px 8px;"><div style="color: #737373; font-size: 12px;"><a style="word-break: break-word;">ilGiornale.it</a></div><div style="color: #252525; font-size: 12px; line-height: 18px; padding: 2px 0px 0px;">Umberto II, invece, pur polemizzando duramente, preferì uscire di scena senza neanche attendere l'esito dei ricorsi presentati dai <b>monarchici</b>: il ...</div></div><table style="border-collapse: collapse; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.ilgiornale.it/news/nazionale/quando-italiani-voltarono-spalle-monarchia-2277592.html&ss=fb&rt=Quando+gli+italiani+voltarono+le+spalle+alla+monarchia+-+ilGiornale.it&cd=KhQxMTg4OTg0MDY2NDkxNTE2MjYyOTIZYzIyYzFjMTZlMjUzZTliZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmUCiXUNhQPQkJNoSG8WuB2ndpM5YA" rel="noopener" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Facebook" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/fb-24.png" width="16" /></a></td><td style="padding-right: 6px;" width="16"><a href="https://www.google.it/alerts/share?hl=it&gl=IT&ru=https://www.ilgiornale.it/news/nazionale/quando-italiani-voltarono-spalle-monarchia-2277592.html&ss=tw&rt=Quando+gli+italiani+voltarono+le+spalle+alla+monarchia+-+ilGiornale.it&cd=KhQxMTg4OTg0MDY2NDkxNTE2MjYyOTIZYzIyYzFjMTZlMjUzZTliZjppdDppdDpJVA&ssp=AMJHsmUCiXUNhQPQkJNoSG8WuB2ndpM5YA" rel="noopener" style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><img alt="Twitter" border="0" height="16" src="https://www.gstatic.com/alerts/images/tw-24.png" width="16" /></a></td><td style="font-family: Arial; padding: 0px 0px 6px 15px;"><a href="https://www.google.it/alerts/feedback?ffu=https://www.ilgiornale.it/news/nazionale/quando-italiani-voltarono-spalle-monarchia-2277592.html&source=alertsmail&hl=it&gl=IT&msgid=MTE4ODk4NDA2NjQ5MTUxNjI2Mjk&s=AB2Xq4ghpS165JlXpAytsgTIRuZ9GIeHA3b8318" rel="noopener" style="color: #aaaaaa; font-size: 10px; text-decoration-line: none; vertical-align: middle; word-break: break-word;" target="_blank">Segnala come irrilevante</a></td></tr></tbody></table></div></td><td style="padding-right: 18px;"></td></tr></tbody></table></div></div></div></td><td style="padding-right: 18px;"></td></tr><tr><td style="padding-left: 18px;"></td><td style="border-top: 1px solid rgb(228, 228, 228); font-family: Arial; padding: 18px 0px 12px; vertical-align: top;"><br /></td><td style="padding-right: 18px;"></td></tr></tbody></table></div>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-53227489504581159672024-02-03T21:38:00.000+01:002024-02-03T21:38:05.227+01:00 VITTORIO EMANUELE DI SAVOIA<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjbUDpuwmslzX6dZv8b5Mx3oUwI4FSq9DNC_fouSRZrL8hpOU9I0b28rJ2YU8UkddZfm_QDgOzgS3XPUsxKmfXEoELMJqRl1GibxwILmVw3L_5QojXu5_COr5N5w7cfsAloCJ5xCCtajPz2VjhitM7Npe702llik-BRJPqrZVi2K9upKaYCFd1tPXCzZjr/s800/1678874617-4468841_large.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="401" data-original-width="800" height="317" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjbUDpuwmslzX6dZv8b5Mx3oUwI4FSq9DNC_fouSRZrL8hpOU9I0b28rJ2YU8UkddZfm_QDgOzgS3XPUsxKmfXEoELMJqRl1GibxwILmVw3L_5QojXu5_COr5N5w7cfsAloCJ5xCCtajPz2VjhitM7Npe702llik-BRJPqrZVi2K9upKaYCFd1tPXCzZjr/w634-h317/1678874617-4468841_large.jpg" width="634" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Napoli. La fine dell'esilio.</td></tr></tbody></table><br /><p><br /></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;">(1937-2024)<o:p></o:p></span></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><i><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;">di Gianluigi
Chiaserotti<o:p></o:p></span></i></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;">Il 3 febbraio 2024, si è serenamente spento nella sua
casa di Ginevra, il Principe di Napoli, Duca di Savoia, Vittorio Emanuele di Savoia.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;">Era nato a Napoli il 12 febbraio 1937, unico figlio
maschio del Re Umberto II di Savoia (1904-1983) e della Regina Maria Josè
(1906-2001), regnando l’avo paterno Vittorio Emanuele (1869-1947).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;">Vittorio Emanuele aveva appena nove anni e, dopo un
referendum istituzionale dal dubbio risultato, fu costretto con la sua famiglia
a lasciare l’Italia per il Portogallo prima e quindi per la Svizzera dove la
madre si era stabilizzata già dalla fine degli anni Quaranta del secolo scorso.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;">Andarono a risiedere in una <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Villa" title="Villa">villa</a> a
Merlinge, nel <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Comuni_della_Svizzera" title="Comuni della Svizzera">comune</a> di <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Meinier" title="Meinier">Meinier</a>, ed il
giovane Vittorio Emanuele studiò a <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Lancy" title="Lancy">Lancy</a>, al cattolico
Institut Florimont.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;">Nel corso dell’esilio, sanzionato dalla XIII Disposizione Finale
della Costituzione, il Principe svolse un’attività di <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Intermediario_finanziario" title="Intermediario finanziario">intermediario finanziario</a> tra società
internazionali ed anche italiane, stringendo amicizie e legami d’affari con
grandi industriali, in particolare la famiglia <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Agusta" title="Agusta">Agusta</a> ed anche
con lo Scià di Persia </span><span style="color: #040c28; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">Reza Pahlavi (1919-1980).</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;">Infatti sposò in Teheran il 7 ottobre 1971 sposò Marina Ricolfi
Doria (1935- ), già campionessa di sci nautico e dalla loro unione è nato (22
giugno 1972) S. A. R. Emanuele Filiberto di Savoia. Coerentemente alle proprie
rivendicazioni dinastiche, dalla morte del padre <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Umberto_II" title="Umberto II">Umberto II</a>,
il Principe di Napoli ha portato avanti una serie di attività legate al
proprio Ruolo di Capo di <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Casa_Savoia" title="Casa Savoia">Casa
Savoia</a>. </span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;">In occasione del Capodanno del 1992 ha richiesto ufficialmente
alla <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_Italiana" title="Repubblica Italiana">Repubblica Italiana</a> di adoperarsi per una
revisione del <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Trattato_di_Osimo" title="Trattato di Osimo">Trattato di Osimo</a>.<sup> </sup></span><sup><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></sup></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;">Durante i funerali di <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Baldovino_I_del_Belgio" title="Baldovino I del Belgio">Baldovino I del Belgio</a>, nell’agosto del
1993, accompagnando la madre <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Jos%C3%A9_del_Belgio" title="Maria José del Belgio">Maria José</a>, ha incontrato il presidente della
Repubblica Italiana <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Oscar_Luigi_Scalfaro" title="Oscar Luigi Scalfaro">Oscar Luigi Scalfaro</a> (1918-2012), rinnovando
la propria disponibilità a trovare un punto d’incontro per la fine dell’esilio.<sup>
</sup></span><sup><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></sup></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;">Il 3 giugno 1995 incontrò il Presidente del Senato <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Scognamiglio" title="Carlo Scognamiglio">Carlo Scognamiglio</a> all’<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Aeroporto_Charles_de_Gaulle" title="Aeroporto Charles de Gaulle">aeroporto Charles de Gaulle</a> di
Parigi, che gli assicurò il proprio appoggio per l’abrogazione della disposizione
sull’esilio dei Savoia.<sup> </sup></span><sup><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></sup></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;">Nell’agosto del 1996 ricevette nella sua villa di Cavallo il
Ministro degli Esteri <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Lamberto_Dini" title="Lamberto Dini">Lamberto Dini</a>.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;">Nel luglio del 1999, sempre in previsione del rientro dall’esilio,
ricevette sempre a Cavallo l’ex Presidente della Repubblica <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Cossiga" title="Francesco Cossiga">Francesco
Cossiga</a> (1928-2010); era la prima volta dal 1946 che non si teneva un
incontro ufficiale tra un membro di <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Casa_Savoia" title="Casa Savoia">Casa
Savoia</a> e un rappresentante diretto della <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Presidente_della_Repubblica_Italiana" title="Presidente della Repubblica Italiana">Presidenza della Repubblica</a>. </span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;">In occasione del matrimonio del nipote <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Filippo_del_Belgio" title="Filippo del Belgio">Filippo del Belgio</a>, nel dicembre del 1999,
incontrò il Presidente della <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Commissione_europea" title="Commissione europea">Commissione europea</a> <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Romano_Prodi" title="Romano Prodi">Romano
Prodi</a>, proseguendo gli incontri in previsione del rientro. </span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;">Dal punto di vista prettamente dinastico, il Principe di Napoli ha
effettuato il riordino degli ordini dinastici di <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Casa_Savoia" title="Casa Savoia">Casa
Savoia</a>; in particolare nel 1988 ha operato una riforma dell’<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Ordine_civile_di_Savoia" title="Ordine civile di Savoia">Ordine civile di Savoia</a>, fondato da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Alberto" title="Carlo Alberto">Carlo
Alberto</a> (1798-1849), scorporandone una parte per premiare i benemeriti
verso Casa Savoia e costituendo un ordine denominato <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Ordine_al_merito_di_Savoia" title="Ordine al merito di Savoia">Ordine al Merito Civile di Savoia</a>, ora
al Merito di Savoia.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;">L’ordine principale della Casa, quello dei Santi Maurizio e Lazzaro,
è invece rimasto sostanzialmente fedele agli statuti tradizionali e per antica
consuetudine l’insignito Cavaliere gode della nobiltà personale (come specifica
il sito ufficiale della Real Casa).</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; tab-stops: 49.65pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;">Con la legge costituzionale 23 ottobre 2002 n. 1, cessarono gli
effetti dei primi due commi della XIII Disposizione Finale della Costituzione e
quindi Vittorio Emanuele ed Emanuele Filiberto poterono rientrare in Italia.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; tab-stops: 49.65pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;">La Regina Maria Josè era già rientrata in Italia nel 1987, dopo che
un parere del Consiglio di Stato fece presente che ormai lei era semplicemente
“<i>vedova</i>” del Re d’Italia.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; tab-stops: 49.65pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;">La prima visita in Italia fu a Napoli nel marzo 2003, alla quale
ebbi l’onore di essere presente.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; tab-stops: 49.65pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;">Ho avuto l’onore di incontrarlo diverse volte ed ho compreso che il
forzato esilio ha costretto Vittorio Emanuele a sembrare distaccato dalle
vicende italiane. Ma ciò non è detto che non le abbia seguite, le abbia
virtualmente vissute, sia stato vicino alla sua Patria di nascita.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; tab-stops: 49.65pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;">Anche alcune sue dichiarazioni le imputo al non contatto diretto
con la realtà italiana.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; tab-stops: 49.65pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;">Ora le sorti della dinastia sono tutte nel Principe di Venezia
Emanuele Filiberto, che già da anni rappresenta, e bene, il Casato.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 107%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">Il rito delle esequie
del Principe di Napoli, Vittorio Emanuele, saranno il 10 febbraio p. v. presso
la Reale Basilica di Superga, dove sono sepolti moltissimi suoi avi.</span>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-54936272465996008932024-01-31T17:39:00.000+01:002024-01-31T17:39:41.143+01:00La strategia perdente dei CLN a congresso in Bari (28-29 GENNAIO 1944)<p><br /></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">di Aldo A. Mola<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDvwQGvl3fPu9b1JQJJzhPMVQFpX1g1D0sh9wbG9V0IOYkAIGXxBQBcB3tmKlSM99Of7zjl_v0M7YEOG_QwmiK9gghCS2k1gnbODhfcE30yzj192bneRn-VVswZYnOn9dUIcrsLDBe8mex_VnwUzp2mAxnR_Q_Sm1nA-16iNCVSEmIid2Gr5G4uLarkDxN/s706/s-l1600%20-%202024-01-31T172855.953.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="706" data-original-width="500" height="653" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDvwQGvl3fPu9b1JQJJzhPMVQFpX1g1D0sh9wbG9V0IOYkAIGXxBQBcB3tmKlSM99Of7zjl_v0M7YEOG_QwmiK9gghCS2k1gnbODhfcE30yzj192bneRn-VVswZYnOn9dUIcrsLDBe8mex_VnwUzp2mAxnR_Q_Sm1nA-16iNCVSEmIid2Gr5G4uLarkDxN/w463-h653/s-l1600%20-%202024-01-31T172855.953.jpg" width="463" /></a></td></tr></tbody></table></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size: 13.0pt;">Sulla condotta degli
anglo-americani nelle regioni via via liberate si vedano le statistiche dei
loro ingiustificabili crimini contro la popolazione civile in Angelo Squarti
Perla, “Le menzogne di chi scrive la storia”, BastogiLibri, gennaio 2024
(l'Autore, oculista di chiara fama, celebre araldista e insigne componente
della Consulta dei Senatori del Regno, è morto lo scorso 24 gennaio).</span><o:p></o:p></p><br /><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><br /><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">L'Italia divisa in due</span></b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Il
28-29 gennaio 1944, 80 anni or sono, al teatro comunale “Piccinni” di Bari si
svolse il 1° (e ultimo) congresso dei comitati di liberazione nazionale (Cln).
Fu la dimostrazione patente di quanto l'Italia fosse divisa in due dopo la
nomina del maresciallo Pietro Badoglio al posto di Benito Mussolini (25 luglio
1943), la firma della resa senza condizioni (3 settembre) e il trasferimento
dei Reali e di Badoglio da Roma a Brindisi (9-10 settembre). Le correnti e i
partiti antifascisti stentavano a trovare unità d'intenti e continuavano a
disconoscere il governo del re, che però rimaneva l'unico interlocutore delle
Nazioni Unite.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>A
quell'appuntamento i Cln arrivarono dopo lungo cammino. Il 24 novembre 1943 i
comitati pugliesi si radunarono a Bari per programmare un congresso di respiro
più ampio possibile. Il 4 dicembre gli stessi e quello campano mirarono a
convocarlo per il 20 dicembre a Napoli, la città più rilevante del Mezzogiorno,
ma cozzarono con il divieto dell'Amministrazione militare alleata, per
comprensibili motivi di sicurezza. I suoi promotori, tra i quali il liberale
Benedetto Croce e il comunista Eugenio Reale, inviarono una protesta al
presidente degli USA Roosevelt, al premier britannico Churchill e al
maresciallo sovietico Stalin, assicurando che la convocazione del congresso non
avrebbe attizzato disordini. Non ebbero riscontro. Progettarono anche di far
partecipare rappresentanti dei Cln clandestini sorti nelle regioni comprese
nella Repubblica sociale italiana e delle comunità di antifascisti ancora in
esilio, ovvero degli Stati Uniti d'America, unico Paese che ne contasse. Ma il
proposito risultò irrealizzabile. Proprio la pubblicità dell'evento avrebbe
indotto tedeschi e fascisti repubblicani ad aumentare la sorveglianza che già
ordinariamente rendeva rischiosissimo superare le linee di combattimento.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Mentre
l'avanzata degli Alleati cozzava contro la tenace resistenza tedesca comandata
dal feldmaresciallo Albert Kesserling, quale sede del congresso gli
anglo-americani imposero Bari e autorizzarono la partecipazione di novanta
delegati, debitamente filtrati.<b><o:p></o:p></b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">Preda di quattro guerre</span></b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Da
settembre l'Italia era politicamente divisa in due: il cosiddetto Regno del
Sud, controllato dagli anglo-americani, e la Repubblica sociale italiana
proclamata da Benito Mussolini e succuba della Germania di Hitler. Essa era
preda di quattro guerre: le Nazioni Unite contro la Germania e i suoi alleati
(e quindi le regioni centro-settentrionali, martellate dai bombardamenti); il
governo del re, cobelligerante a fianco degli Alleati, contro la Germania e i
suoi satelliti (13 ottobre); tra fascisti repubblicani e bande di antifascisti,
sia repubblicani sia monarchici; e quella, dapprima in sordina, poi conclamata
di Stati che consideravano nemica l'Italia nel suo insieme e miravano a
conquistarne il territorio (la Jugoslavia a est, la Francia di De Gaulle a
ovest, appena le fu possibile: una guerra, questa, anticipata dai corpi
comandati dal generale Alphonse Pierre Juin, dalla condotta spesso ignobile).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Quelle
guerre si intrecciarono alla contesa di partiti antifascisti sia tra loro e
all'interno di ciascuno di essi, sia nel loro insieme contro il Re e il suo
governo: un groviglio caotico. Anche i Cln non erano affatto omogenei. Il
Comitato centrale di liberazione nazionale costituito in Roma e presieduto da
Ivanoe Bonomi operava in forzata<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>clandestinità. Esso non aveva un significativo apparato militare, a
differenza del Cln Alta Italia (Milano) e dei Cln delle regioni settentrionali,
affiancati da comitati militari e punto di riferimento di bande (poi brigate e
divisioni) espressione di partiti o “militari”, ovvero monarchiche. Tra il Cln
Centrale e i Cln dell'Italia meridionale non vi era piena sintonia. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Sotto
ogni profilo l'Italia era dunque un mosaico di soggetti, di programmi e di
posizioni di combattimento, il cui disegno mutava in subordine all'andamento
generale della guerra delle Nazioni Unite non solo contro la Germania ma anche
contro il Giappone, in un quadro globale niente affatto univoco, come
evidenziava la non belligeranza tra l'impero nipponico e l'Urss, che dichiarò
guerra al Giappone solo l'8 agosto 1945, due giorni dopo il bombardamento
atomico statunitense su Hiroshima.<b><o:p></o:p></b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">L'offensiva di Croce e di Sforza contro il re</span></b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Ai
tanti conflitti che da anni imperversavano in Italia si aggiunse, sempre più
aggressiva, la guerra di taluni partiti (segnatamente comunisti, socialisti,
d'azione e frange della nascente democrazia cristiana) e di notabili di area
liberale e “democratica” accomunati nella richiesta di abdicazione immediata di
Vittorio Emanuele III. Il 24 ottobre, neppure un mese dopo l'“armistizio lungo”
sottoscritto a Malta, Badoglio informò il Re del progetto da loro ventilato: la
sua abdicazione, la rinuncia al trono da parte di suo figlio Umberto e il
conferimento della corona al nipote, Vittorio Emanuele, principe di Napoli, di
sette anni, assistito da un reggente: egli stesso. Fatto consultare Carlo
Sforza, indicato da Badoglio quale mandante del progetto, il Re ammonì il
maresciallo, capo di un ministero “striminzito e inefficace”, a non contare
sulla sua abdicazione. Fece proporre a Sforza di entrare in un nuovo governo e
si assicurò della fedeltà delle forze armate, consolidate dal rientro del
maresciallo Giovanni Messe dalla prigionia.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>In
vista del nuovo anno, il 28 dicembre Vittorio Emanuele III scrisse di suo pugno
e incise un appello radiofonico agli italiani. Omettendo tante logoranti
schermaglie, il 23 gennaio 1944, in prossimità dell'annunciato congresso dei
Cln a Bari, il Re consegnò al capomissione alleata Noel Mason Mac Farlane un
“appunto” sulle proprie intenzioni. Alla liberazione di Roma al governo
tecnico-militare sarebbe subentrato un ministero comprendente esponenti di
tutti i partiti. Quattro mesi dopo la pace sarebbe stata eletta la Camera dei
deputati (il Senato in carica avrebbe ripreso le sue funzioni) e il Paese,
liberamente consultato, avrebbe deliberato l'assetto istituzionale: una
decisione che la Corona avrebbe seguito fedelmente. Ma fino a quel momento tutti
gli sforzi dovevano rimanere concentrati nella lotta di liberazione.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>I
lavori del congresso di Bari, presieduti da Michele Cifarelli, esponente del
Partito d'azione, si svolsero nell'intera giornata del 28 e proseguirono la
mattina del 29. Furono aperti dal discorso di Croce “La libertà italiana nella
libertà del mondo”, che contenne un passaggio nettamente polemico nei confronti
del re, la cui abdicazione immediata venne chiesta per consentire agli italiani
di respirare liberamente. I temi all'ordine del giorno erano altri e molto più
ampi: la situazione del Paese, l'organizzazione di volontari da affiancare
all'esercito, il quadro politico internazionale, i problemi economici
incombenti per l'inflazione galoppante, la svalutazione della lira, l’emissione
delle Am-lire e l’istituzione di un organo di collegamento tra i Cln e gli
anglo-americani. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Di
seguito intervenne Sforza che, dopo molte invettive contro il Re e la
monarchia, propose l'invio di telegrammi al congresso degli USA, alla Camera
dei Comuni, a Stalin, a De Gaulle, a Chang Kai Schek e ai popoli della
Jugoslavia e della Grecia. A quel modo i Cln si ersero a soggetti di politica
estera, alternativo al governo.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Nella
seduta pomeridiana, presieduta da Alberto Cianca, esponente del partito
d'azione, il liberale Vincenzo Arangio-Ruiz ricordò ai partecipanti che almeno
metà degli italiani erano favorevoli alla monarchia. Perciò la soluzione della
questione istituzionale andava affidata al libero voto a pace raggiunta. Nel
frattempo occorreva unità di intenti a cospetto di qualsiasi minaccia per
garantire la sopravvivenza dell'Italia. Dopo di lui l'azionista Tommaso Fiore
si scagliò contro il re, complice di Mussolini, e contro Badoglio e concordò
con Arangio-Ruiz sulla necessità di un’unione antifascista, da lui intesa come
allineamento sulle posizioni antimonarchiche.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>La
mattina del 29, sempre con la presidenza di Cianca, i congressisti chiesero la
formazione di un nuovo ministero composto da esponenti dei sei partiti
rappresentati nei Cln (comunisti, socialisti, azionisti, laburisti,
democristiani e liberali), dotato di pieni poteri per compiere il massimo
impegno nella guerra contro il nazifascismo e risolvere gli immensi problemi
economici e sociali incombenti. Deliberarono anche la nascita di una Giunta
esecutiva permanente formata da esponenti dei partiti dei Cln di concerto con
il Cln Centrale: una sorta di governo alternativo a quello del re. Sforza
concluse i lavori congressuali con l'appello all'unità, alla fiducia
nell'Italia libera e a impedire che si ripetessero in futuro nuovi attacchi
reazionari alla democrazia. Anche il suo secondo discorso risultò “violento e
pieno di insulti all'indirizzo del Re”, come nel Diario annotò il generale
Paolo Puntoni, aiutante di campo del sovrano. Di seguito i congressisti
approvarono la richiesta di immediata abdicazione di Vittorio Emanuele III,
senza entrare nel merito della successione.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Cianca
elencò i componenti della Giunta esecutiva, ringraziò i partecipanti e chiuse i
lavori.<b><o:p></o:p></b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">Un groviglio caotico</span></b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Il
segretario del partito comunista italiano, Palmiro Togliatti, liquidò il
congresso di Bari come un chiassoso “comizio antimonarchico”, irrilevante sotto
il profilo politico interno e internazionale. Percepì con chiarezza che gli
azionisti, al pari dei democratici del lavoro (o laburisti, ancora incerti
sulla propria denominazione), non avevano e non avrebbero avuto seguito
elettorale. I dirigenti della democrazia cristiana (compresi De Gasperi e
Gronchi) dovevano far dimenticare il sostegno dato all'avvento e al radicamento
del governo Mussolini nel 1922-1924 (Gronchi era stato sottosegretario
all'Industria, accanto al giolittiano Teofilo Rossi di Montelera), consapevoli
che la base del loro consenso era monarchica, non per devozione ai Savoia ma
per la radicata diffidenza del “cittadino normale” (di cui parla Salvatore
Satta in “De Profundis”) verso le “novità”, come si prospettava la
“repubblica”. Togliatti pensava infine che l'elettorato del partito socialista
italiano di unità popolare, formato a varie tendenze, era in gran parte fermo
al riformismo di Turati e Treves e aveva per punto di riferimento iconico
Giacomo Matteotti, dai toni talvolta rivoluzionari ma fermamente anticomunista.
L'unità d'azione siglata in Francia prima della guerra tra il Pci e il Psi di
Pietro Nenni nell'opinione dei socialisti italiani aveva già subito lo scossone
causato dal brusco voltafaccia dei comunisti all'indomani del patto di non
aggressione tra Hitler e Stalin dell'agosto 1939. Ligi alla Terza
Internazionale i comunisti voltarono le spalle agli altri partiti antifascisti
sino a quando nel giugno 1941 Hitler scatenò l'operazione Barbarossa contro
l'Urss.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Anche
il presidente del Comitato centrale di liberazione nazionale attivo in Roma
nella più circospetta clandestinità, trascorsa tra conventi e abitazioni di
amici fidatissimi, accolse con molta perplessità gli ordini del giorno
approvati dai Cln adunati a Bari. All'avvento della Rsi mussoliniana Bonomi
commentò nel Diario la “frattura” che essa avrebbe determinato tra il Nord e il
Sud d'Italia: “Il Nord e il Centro che hanno già fatto esperienze repubblicane
con la Repubblica Cisalpina (in età franco-napoleonica, 1796-1804, NdA) e con
le due repubbliche di Venezia e di Roma (1848-1849, NdA) si abitueranno a
considerare la monarchia come un regime che può essere rovesciato; il
Mezzogiorno invece, che ha già una lunga tradizione monarchica, continuerà a considerare
la monarchia come un istituto che non si discute perché radicato in una lunga e
ininterrotta consuetudine”. Per chi la conosca, e Bonomi la conosceva, la
storia è “magistra vitae”. Nessuno poteva cancellare la memoria dei sacri
romani imperatori, dagli Ottoni a Federico II di Svevia, dei Re Normanni e
Aragonesi, degli Asburgo di Spagna e d'Austria, e infine dei Borbone di Spagna
durati dal 1737 all'arrivo in Napoli di Giuseppe Garibaldi con l'insegna
“Italia e Vittorio Emanuele”, pronto a salutare Monsù Savoia “re d'Italia”
quando questi gli venne incontro a cavallo a Vairano Catena, presso Teano.
Forma della religiosità, la monarchia era metastorica, radicata nel mito. Il
rifiuto di collaborare con il governo Badoglio non significava affatto
rifiutare il Re in quanto tale ma la predilezione da lui accordata ai militari
anziché ad antifascisti che come lui avevano attraversato il regime convinti
che prima o poi esso sarebbe stato travolto dai suoi errori. Il 16 ottobre,
dopo la dichiarazione di guerra dell'Italia alla Germania, il CCLN chiese la
“costituzione di un governo straordinario che sia l'espressione di quelle forze
politiche le quali hanno costantemente lottato contro la dittatura fascista e
fin dal settembre 1939 si sono schierate contro la guerra nazista (a differenza
del PCI)”, ma anche di evitare “ogni atteggiamento che possa compromettere la
concordia della nazione e pregiudicare la futura decisione popolare”, rinviata
alla cessazione delle ostilità, quando il popolo sarebbe stato convocato “per decidere
sulla forma istituzionale dello Stato”. Esattamente come proponeva Vittorio
Emanuele III.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Significativamente
Bonomi non commentò nel Diario il congresso di Bari. Oltre un mese dopo, il 6
marzo 1944 inviò al CCLN la Dichiarazione redatta il 2 precedente, “riflesso
del <i>suo</i> fermo convincimento che inspirerà e indirizzerà la <i>sua</i>
azione futura”. Messe da parte le posizioni unilaterali (come quelle
accesamente antimonarchiche dei vertici del Psi e del PdA), occorreva
promuovere la “guerra per bande” (poi detta partigiana e infine dei “volontari
della libertà”, agli ordini del generale Raffaele Cadorna, monarchico), in
aggiunta (non in alternativa) all'“azione preminente e decisiva delle forze
armate dello Stato italiano”. “La guerra nazionale ha bisogno della concordia
nazionale”. Perciò bisognava “accantonare la questione della forma dello Stato,
per rifare così l'unità spirituale degli italiani per la guerra e per la
vittoria”. “La richiesta dell'abdicazione dell'attuale Re non può passare
innanzi e comunque indebolire la richiesta<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>dell'assemblea incaricata di deliberare, a territorio nazionale
liberato, la nuova costituzione dello Stato”. In sé l’abdicazione non risolveva
comunque la necessità di assicurare allo Stato un Capo sino al raggiungimento
della pace. E poiché esso non poteva essere espresso dai cittadini, doveva
appartenere alla Casa regnante.<b><o:p></o:p></b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">Le “bande” e la Rsi</span></b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Le
informazioni di cui Bonomi disponeva mostravano che le “bande” di volontari
stentavano a costituire una forza organizzata decisiva per l'abbattimento della
Repubblica mussoliniana, sostenuta dai tedeschi. Questa si reggeva non solo
sulla feroce repressione di antifascisti notori e di partigiani (soprattutto
militari) ma anche sulla forza di inerzia della vita quotidiana, sulla sua
capacità di far funzionare l'amministrazione pubblica, in specie quella locale,
e di evitare misure troppo impopolari, per non causare il collasso sociale e la
ribellione di massa. Se non mosse un dito per impedire le razzie di ebrei
destinati alla deportazione nei campi germanici di sterminio, Mussolini
concesse poco spazio e nessun potere ad antisemiti e massonofagi fanatici come
un antico spretato che, superstizioso qual era, il duce riluttava persino a
ricevere. Ferrovie, poste, scuole, dalle elementari alle università,
continuarono a funzionare con una certa regolarità sino a fine aprile del 1945.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Le
“bande” impiegarono tempo, tra il settembre e il marzo 1944, a prendere corpo.
Negli appunti diaristici Nuto Revelli, reduce dalla disastrosa campagna di
Russia, annotò di aver “battezzato” con altri ufficiali del regio esercito la
“1^ Compagnia rivendicazione caduti” (5 ottobre 1943), diffidente nei confronti
dei politici (“La guerra dei poveri”, Torino, Einaudi, 1963, p. 141). Dante
Livio Bianco, avvocato, già iscritto al Pnf, esponente di spicco della banda
“Italia Libera” fondata da Duccio Galimberti” e militante del partito d'azione,
al primo incontro con Revelli e gli ufficiali Faustino Dalmazzo e Giovanni
Delfino (13 novembre) annotò nel Diario: “Si tratta di militari senza alcuna
idea politica: speriamo però di averli scossi dal loro atteggiamento”. Solo
quando si ebbe notizia dello sbarco anglo-americano a Nettuno (8 febbraio), che
illuse sulla rapida avanzata degli Alleati verso Roma ma rischiò di risolversi
in uno scacco, e dopo aver preso contatto con altre formazioni partigiane (ne
ha scritto Aldo Sacchetti in “Un romano tra i ribelli”, ed. L'Arciere) Revelli
decise di aggregarsi alla “banda”di Bianco in una “atmosfera di simpatia”
scaturita anche dalla scoperta che erano entrambi figli di massoni.<b><o:p></o:p></b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">L'arrivo in Italia di “Ercoli” e la “svolta”
dell'aprile 1944</span></b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Nel
“Regno del Sud” nel frattempo la storia corse rapidamente. L'11 febbraio
vennero nominati nuovi ministri del governo Badoglio, tra i quali Falcone
Lucifero all'Industria e Commercio, Epicarmo Corbino al Lavoro, Guido Jung alle
Finanze e il generale Taddeo Orlando alla Guerra, in perfetta sintonia con
Giovanni Messe. Alle 10 del 17 giurarono fedeltà al re. Il 15 Harold Alexander
impartì lo sciagurato ordine di bombardamento sull'Abbazia di Montecassino,
rasa al suolo. Una decisione sconvolgente, militarmente ingiustificata,
politicamente controproducente, deplorata anche all'estero da tutte le persone<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;">di buon senso.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>A
inizio aprile, rientrato dall'Urss in Italia via Algeri, Togliatti (nome di
battaglia “Ercoli”) propose l'ingresso di tutti i partiti in un nuovo governo.
Era la sconfessione della linea di Bonomi, del Congresso di Bari e del
“filosofo di Pescasseroli”, come Dante Bianco appellava Croce. Il re, che sentì
rafforzata la monarchia, dal 16 marzo accennò al proposito di rinunciare
all'esercizio dei poteri a favore del figlio quale Luogotenente, conservando
per sé la Corona, quando la capitale fosse stata liberata ed egli vi fosse
rientrato. Sotto arrogante e incalzante pressione degli anglo-americana il 12
aprile 1944 rese pubblica la decisione. Nell'“Itinerario generale dopo il 1°
giugno 1896” annotò di suo pugno, tutto maiuscolo, “Dichiarazione prossima Luogotenenza”
e concluse: “Viva l'Italia più che mai!!”.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Sul
Congresso dei Cln a Bari si possono narrare molte fiabe. Per la storia esso
ebbe modesto rilievo. <o:p></o:p></span></p>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-32317531020589069472024-01-27T16:45:00.005+01:002024-01-28T08:32:42.557+01:00Saggi storici sulla tradizione monarchica - VI<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiCVAaRT1pj_t3kvNAyFkMeiYKSFA-0DhR9QBWveK6bYnwgZW0KNUtTwhLQzrRldURCuWt9b5_VP5fYKbk4gQRAj95uX2DcBmO3vnqAsOD9P-mix22Vw_5bZwAcORY-mixhPsgBxijTr_MTIY_Qidp9pOW1q7Nq4IcAXsvUd76cZ1QDiO1nx_qcJdutMWv/s2954/Heinrich_II._(cropped).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2954" data-original-width="2496" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiCVAaRT1pj_t3kvNAyFkMeiYKSFA-0DhR9QBWveK6bYnwgZW0KNUtTwhLQzrRldURCuWt9b5_VP5fYKbk4gQRAj95uX2DcBmO3vnqAsOD9P-mix22Vw_5bZwAcORY-mixhPsgBxijTr_MTIY_Qidp9pOW1q7Nq4IcAXsvUd76cZ1QDiO1nx_qcJdutMWv/s320/Heinrich_II._(cropped).jpg" width="270" /></a></div> <p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 115%;">GLI IMPERATORI DELLA CASA DI SASSONIA.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 115%;">La morte di Ludovico il Pio, che già, durante
il suo regno aveva dovuto combattere contro le pretese dei suoi successori,
affrettò la fine dell'impero di Carlo Magno; fin dall'830 le tre principali
masse nazionali, Italia, Francia e Germania andarono sempre più nettamente
delineandosi nel mosaico di popolazioni che formavano l'impero; l'autorità dei
conti e dei marchesi si fece più forte. Soltanto un uomo di tempra eccezionale
avrebbe potuto riportare lo stato nelle primitive condizioni, ma i successori
di Carlo Magno si mostrarono poco energici e inabili al governo. L'ultimo di
essi Carlo il Grosso, che almeno di nome era riuscito a riunire sotto di se
tutti i paesi dell'impero, non seppe neppure resistere ai barbari che premevano
ai confini e nell'887 fu costretto a deporre la corona. Dalla dissoluzione del
suo impero uscirono cinque regni: Francia occidentale, Francia orientale (poi
detta Germania), Alta e Bassa Borgogna e Italia.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 115%;">Il regno d'Italia comprendeva gran parte della
penisola, meno lo Stato della Chiesa, il ducato di Benevento e i domini
bizantini dell'Italia meridionale, in parte conquistati dagli arabi che
andavano sempre più estendendo la loro potenza nel Mediterraneo. I feudatari
italiani elessero Re uno di loro: il Marchese del Friuli Berengario ma questi
per dieci anni dovette lottare contro le ambizioni dei Duchi di Spoleto; poi
nell'899 gli Ungari, barbari di razza mongola venuti dalla regione degli Urali,
si rovesciarono sull'Italia. Berengario li sconfisse al Brenta, ma essi
riuscirono a passare gli Appennini, facendo scorrerie in Emilia.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 115%;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 115%;">Il regno di Berengario fu lungo, ma funestato
da lotte intestine, fomentate dai suoi avversari che gli contrapposero prima
Ludovico re della Bassa Borgogna e in seguito Rodolfo re dell'Alta Borgogna.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 115%;">Questi finì coll'avere il sopravvento sul
rivale che nel 924 veniva ucciso a tradimento in una chiesa di Verona, dopo
trentasei anni di agitatissimo regno.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 115%;">Approfittando della caotica situazione italiana
riuscì al feudatario Ugo di Provenza di impadronirsi del potere; egli ebbe il
merito di respingere gli Ungari che si erano riaffacciati minacciosi e di
restituire alla capitale Pavia il suo antico splendore, ma fu poi costretto dal
potente Berengario marchese di Ivrea a ritirarsi in Provenza ove mori </span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt;">nel 947, cedendo la corona al figlio Lotario.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 115%;">Nel 950 anche Lotario moriva, forse avvelenato
da Berengario che si fece subito incoronare Re; ma la vedova di Lotario,
Adelaide si rivolse al re di Germania, Ottone di Sassonia che sceso in Italia
sposò Adelaide e si proclamò Re, lasciando a Berengario il regno come vassallo.
Berengario II non mantenne però la fede giurata ed allora Ottone sceso una
seconda volta in Italia, si fece incoronare Imperatore nel 962 e dopo due anni,
vinto definitivamente Berengario II, lo mandò in esilio.<o:p></o:p></span></p>
<br /><p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><br /></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 115%;">Con Ottone I ha inizio l'unione stabile fra le
corone di Germania d'Italia e dell'Impero, cioé quello che fu definito il Sacro
Romano Impero della Nazione Germanica. Ottone I confermò al Papa le donazioni
carolinge e mirò ad affermare la sua autorità anche sull'Italia meridionale
contro i bizantini, ma fu poi conclusa una pace con la quale si riconosceva la
sovranità dell'impero occidentale su Capua e Benevento, lasciando il resto
all'orientale. Il patto fu cementato dalle nozze fra il figlio dell'imperatore,
ottone II e la principessa greca Teofano. (972)<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 115%;">Una particolare politica svolse Ottone III, che
della madre greca subì fortissimo l'influsso; mentre Roma era dilaniata dai due
partiti, imperiale e autonomista, rispettivamente rappresentati dai Conti dì
Tuscolo e dai Crescenzi, egli cercò di realizzare nel suo impero, una vera
rinascita dell'antica romanità, governando da Roma la società romano cristiana
d'accordo con il Pontefice nel temporale e nello spirituale. Egli diede ai suoi
funzionari nomi greci e romani e comandò ai giudici di) attenersi all'antico
diritto romano; i suoi progetti furono però troncati dalla morte che lo colse
ventiduenne nel 1002, Mentre assediava Roma che si era ribellata al potere
imperiale.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><br /></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 115%;">Ultimo imperatore della casa Sassone fu Enrico
II pronipote di di Ottone I il grande, sotto il quale il potere imperiale
declinò, obbligando il sovrano a prendere ogni decisione con i grandi principi
del'impero, riuniti in assemblee dette diete. Egli continuò la politica
ecclesiastica dei suoi predecessori, favorendo i feudatari ecclesiastici e
interferendo spesso nelle loro designazioni e nomine. Alla sua morte, nel 1024,
lasciò l'Italia stremata dalla lotta delle fazioni, ora favorevoli ora avverse
al potere imperiale, che aveva ormai gettato i semi della futura discordia con
il Papato.<o:p></o:p></span></p><br /><p></p>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-56545076422817155362024-01-27T08:53:00.000+01:002024-01-27T08:53:00.770+01:00 La morte della cugina della Regina Elena <p style="text-align: justify;">Emilio Del Bel Belluz</p><div style="font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-size: 13px; text-align: justify;"> <span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt; text-align: justify;">Lo
scrittore Schopenhauer definiva negativamente la gioia del ricordare, e
nonostante sia grande la mia passione per questo scrittore, non ne condivido il
suo pensiero. La vita che viviamo è fatta di molti momenti che ci sfuggono, che
dimentichiamo. A volte penso a coloro che donano ed aiutano le persone nel
momento del bisogno, e poi vengono dimenticati da chi è stato beneficiato.
Davanti a me ho un vecchio articolo che ricorda la morte della cugina delle
Regina Elena di Savoia, avvenuta a Roma nel 1951. La nobile si chiamava Liubiza
Petrovich Negosh, era la figlia del primo cugino di Re Nicola II, il volvoda
Sako, per il quale il Re del Montenegro aveva una grande simpatia, alimentata
dal fatto che non aveva fratelli. Credo che sia giusto ricordare questo
frammento di storia del Montenegro, nell’avvicinarsi della giornata della
memoria. La Regina Elena che perdette una figlia, l’amata Mafalda, in un campo
di concentramento, non dimenticò mai le sofferenze patite da tutti quelli che
vissero questo dramma.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt; text-align: justify;"> </span></div><div style="font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-size: 13px; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt; text-align: justify;">L’amata Regina
Elena non aveva potuto stare vicino alla cugina nel momento del dolore, essendo
in esilio, e questa sofferenza l’aveva affrontata con grande forza
d’animo.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt; text-align: justify;"> </span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt; text-align: justify;">La forzata lontananza non
l’aveva indebolita, perché la fede nel buon Dio Le era sempre di grande
supporto.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt; text-align: justify;"> </span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt; text-align: justify;">Nel giornale Il Corriere della
Sera del 30 marzo 1951</span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt; text-align: justify;"> </span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt; text-align: justify;">si dava notizia
della morte della donna vicina alla Regina. “La defunta viveva a Roma dal
1945, dopo che Elena era riuscita a rintracciarla e a trarla in salvo</span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt; text-align: justify;"> </span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt; text-align: justify;">da un campo di concentramento in Germania.
Sposata al prof. Reinwein, anch’egli nato nel Montenegro, Liubiza aveva vissuto
fino al settembre del 1943 a Cettigne dove s’era soprattutto occupata di
beneficenza, quale presidente dell’Ente Nazionale di assistenza. </span></div><div style="font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-size: 13px; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt; text-align: justify;">I sentimenti
antinazisti del marito e i suoi legami di parentela con Casa Savoia furono le
cause principali della traduzione dei Reinwein in un campo di concentramento
tedesco, dove rimasero fino a quando ormai senza patria, senza mezzi e speranze
furono ritrovati dalla Regina d’Italia e ospitati a Roma. </span></div><div style="font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-size: 13px; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt; text-align: justify;">Da allora essi si
erano silenziosamente chiusi in una modesta abitazione di tre stanze,
raccogliendo le superstiti energie per far compiere gli studi ai figli che
erano già venuti in Italia a perfezionare la loro istruzione. Già nel 19441,
Liubiza era venuta una prima volta nel nostro Paese quando, assalita dai primi
attacchi del cancro, subì a Roma vari interventi chirurgici”. La Regina
d’Italia che aveva un buon cuore si prodigò sempre a favore della cugina, per
la quale aveva un grande attaccamento. E che credo considerasse quasi come una
sorella.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt; text-align: justify;"> </span></div><div style="font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-size: 13px; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt; text-align: justify;">La Regina, che ha voluto in
questi ultimi tempi essere continuamente informata delle condizioni di salute
della cugina, Le aveva inviato una sua fotografia, accompagnata da una lettera
molto affettuosa. </span></div><div style="font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-size: 13px; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt; text-align: justify;">Le spoglie di Liubiza, che non potrà essere accolta in
un</span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt; text-align: justify;"> </span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt; text-align: justify;">cimitero cattolico, verrà sepolta
domani mattina nel cimitero degli stranieri, presso la piramide di Caio
Cestio”. </span></div><div style="font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-size: 13px; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt; text-align: justify;">Nel mio cuore spero che su quella tomba qualcuno porti una rosa, come
sicuramente avrebbe fatto la Regina Elena.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt; text-align: justify;"> </span></div><p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></p><div style="font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-size: 13px;"><br /></div><div style="font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-size: 13px;"> </div>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-33212590559785826472024-01-25T18:13:00.003+01:002024-01-25T18:13:10.244+01:00Biografia dell'Italia monarchica, la storia dal 1861 al 1946 <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7zsOdw9i9ZFKez3WB5l-ajBPQyqtkcsUaBkrs0HY2jABgTO-NCKjpjE1MXo2OLeFfI9OfZMF9RFauZMrhoTldoggXSA3kBEIUrPcXo31Zy6kXp3GR0A_ndbhnfwfS8oLMaWk4JBw8qFz8HUtObUFrQB9QeOQDoYFMXqZNepLVZTr-aPnlxHBh6_VD5S54/s361/locandina-47165.660x368.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="361" data-original-width="287" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7zsOdw9i9ZFKez3WB5l-ajBPQyqtkcsUaBkrs0HY2jABgTO-NCKjpjE1MXo2OLeFfI9OfZMF9RFauZMrhoTldoggXSA3kBEIUrPcXo31Zy6kXp3GR0A_ndbhnfwfS8oLMaWk4JBw8qFz8HUtObUFrQB9QeOQDoYFMXqZNepLVZTr-aPnlxHBh6_VD5S54/s320/locandina-47165.660x368.jpg" width="254" /></a></div><br /><p><br /></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 18pt; line-height: 107%;">In
un passo del libro si legge: “[…] Tutto ciò portò sia alla fine del regime
fascista, in quel convulso 25 luglio 1943, sia, a guerra finita, alla
conclusione della parabola della monarchia sabauda, sconfessata, nonostante
maldestri tentativi di salvare il salvabile, dal referendum del ’46, anch’esso
non privo di polemiche e rumores di tacitiana memoria e che mostrò ancora una
volta un’Italia spaccata in due. Si apriva così la lunga pagina della
Repubblica, “in un Paese diviso, più nero nel viso, più rosso d’amor”, come
cantava Rino Gaetano nella sua Aida: un’Italia, libera e democratica, da
ricomporre e ricostruire. Attraverso le pagine di questo libro si avrà dunque
modo di conoscere più da vicino questa lunga e multiforme pagina di storia,
fatta di speranze, sogni, ambizioni, velleità, delusioni, amarezze, soprusi,
sofferenze e infine riscatto: il tutto con un tono chiaro, limpido e diretto,
per un’opera di divulgazione, che, se ben condotta come in questo caso, non è
affatto sinonimo di nociva approssimazione come alcuni intendono”.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 107%;"><o:p></o:p></span></p><p>[...]</p><p><span style="color: #0000ee;"><u>https://www.basilicata24.it/2024/01/biografia-dellitalia-monarchica-la-storia-dal-1861-al-1946-nel-libro-di-saverio-omar-ciccimarra-133620/</u></span></p><p><br /></p><div id="post-entry" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: border-box; display: table; font-family: Lato, sans-serif; line-height: 16px; margin: 0px; padding: 0px; width: 660px;"><div id="entry" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: border-box; float: right; line-height: 16px; margin: 0px; padding: 0px 0px 0px 10px; position: relative; width: 610px;"><p style="box-sizing: border-box; font-family: "Roboto Slab", Georgia, "Times New Roman", Times, serif; font-size: 17px; line-height: 24px; margin: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px 0px 15px;"><br /></p><p style="box-sizing: border-box; font-family: "Roboto Slab", Georgia, "Times New Roman", Times, serif; font-size: 17px; line-height: 24px; margin: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px 0px 15px;"><br /><br /></p></div></div>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-52171768481396152222024-01-24T21:34:00.004+01:002024-01-26T07:30:21.924+01:00Umberto di Savoia e il suo tour in Argentina per incontrare le comunità di origine italiana<p> </p><header class="entry-header-outer" style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: #2c2f34; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Oxygen, Oxygen-Sans, Ubuntu, Cantarell, "Helvetica Neue", "Open Sans", Arial, sans-serif; font-size: 13px; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 30px 30px 20px;"><div class="entry-header" style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-size: 45px; line-height: 1.2; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4oOxQ2ZTxaTfVROQRh5goqOO3rpG1tws4JKiZo0buNlepvfx6_GilZR3kZ-Ah4noBkz7DFtL2VOyfUUiOH3oVY6KKhlHlAUf9eF07TcvFFlSdnkCxWZMahFq8OGUn8b_BZ7khVjy2zb32BfXQ2njpBPRt3mJKN6T0xWNV1-6MKLUASTYV2Q6LlJx1eZHg/s780/1.bis-Il-Principe-Umberto-a-Rosario-780x470.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="470" data-original-width="780" height="353" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4oOxQ2ZTxaTfVROQRh5goqOO3rpG1tws4JKiZo0buNlepvfx6_GilZR3kZ-Ah4noBkz7DFtL2VOyfUUiOH3oVY6KKhlHlAUf9eF07TcvFFlSdnkCxWZMahFq8OGUn8b_BZ7khVjy2zb32BfXQ2njpBPRt3mJKN6T0xWNV1-6MKLUASTYV2Q6LlJx1eZHg/w586-h353/1.bis-Il-Principe-Umberto-a-Rosario-780x470.jpg" width="586" /></a></div><div class="single-post-meta post-meta clearfix" style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: #333333; font-size: 12px; line-height: 24px; list-style: none; margin: 5px 0px 0px; outline: none; overflow: inherit; padding: 0px;"><br /><div class="tie-alignright" style="border: 0px; box-sizing: border-box; display: inline; float: right; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;"><span class="meta-views meta-item warm" style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: #f47512; display: inline-block; list-style: none; margin: 0px 12px 0px 0px; outline: none; padding: 0px;"><span aria-hidden="true" class="tie-icon-fire" face="tiefonticon !important" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; border: 0px; box-sizing: border-box; display: inline-block; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; line-height: 1; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;"></span> </span></div></div></div></header><div class="entry-content entry clearfix" style="border: 0px; box-sizing: border-box; counter-reset: footnotes 0; line-height: 26px; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px 30px 30px;"><p style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: #2c2f34; line-height: 26px; list-style: none; margin: 0px 0px 25px; outline: none; padding: 0px; text-align: justify;"><span style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-weight: 600; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">Nel 1924 il Principe di Piemonte e futuro Re d’Italia Umberto II compì il viaggio Oltreoceano che ebbe vasta eco sui giornali dell’epoca. In questa prima parte del viaggio esaminiamo le tappe Buenos Aires-La Plata-Rosario (dal 6 al 12 agosto)</span></span></p><p style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: #2c2f34; line-height: 26px; list-style: none; margin: 0px 0px 25px; outline: none; padding: 0px; text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><span style="font-family: arial; font-size: large;"><em style="border: 0px; box-sizing: border-box; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;">Il Principe di Piemonte Umberto Nicola Tommaso Giovanni Maria di Savoia</em>, com’è noto, diventò re d’Italia con il nome di <em style="border: 0px; box-sizing: border-box; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;">Umberto II</em> il 9 Maggio del 1946 dopo l’abdicazione di suo padre <em style="border: 0px; box-sizing: border-box; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;">Vittorio Emanuele III</em>. Il suo fu un regno breve, effimero direi, perché il 12 Giugno, appena 33 giorni dopo la salita al trono, il neo Re dovette già prendere la via dell’esilio, conseguentemente alla vittoria della Repubblica sulla Monarchia nel Referendum che si tenne il 2 Giugno di quello stesso anno. Questo fu l’epilogo di un regno che il destino e gli Italiani vollero che per Umberto II fosse estremamente fugace. Ma da quel fatale epilogo del 12 Giugno del ’46, proviamo a fare un salto a ritroso di 22 anni, e precisamente al 6 Agosto del 1924. A quell’epoca, il Principe Umberto, aveva solo 19 anni, eppure era già stato incaricato di rappresentare l’Italia in una serie di visite diplomatiche internazionali che lo portarono in Argentina e in altri Paesi del Sud America.</span><p></p><p style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: #2c2f34; line-height: 26px; list-style: none; margin: 0px 0px 25px; outline: none; padding: 0px; text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">[..]</span></p><p style="border: 0px; box-sizing: border-box; line-height: 26px; list-style: none; margin: 0px 0px 25px; outline: none; padding: 0px; text-align: justify;"><a href="https://www.piemontetopnews.it/quellentusiasmante-tour-dellargentina-che-il-principe-di-piemonte-umberto-di-savoia-fece-nel-1924-per-incontrare-le-comunita-di-origine-italiana/"><span style="color: black; font-family: arial; font-size: large;">PiemonteTopNews</span></a> <span style="font-family: arial; font-size: large;">- prima parte </span></p><p style="border: 0px; box-sizing: border-box; line-height: 26px; list-style: none; margin: 0px 0px 25px; outline: none; padding: 0px; text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;"><a href="1924: sulle tracce di Umberto di Savoia, Principe di Piemonte, in viaggio in Argentina nel 1924 – PiemonteTopNews" rel="nofollow" target="_blank"><span style="color: black;">PiemonteTopNews</span></a> - seconda parte</span></p><p style="border: 0px; box-sizing: border-box; line-height: 26px; list-style: none; margin: 0px 0px 25px; outline: none; padding: 0px; text-align: justify;"><br /></p></div>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-77907589058272518992024-01-24T21:30:00.004+01:002024-01-24T21:30:16.571+01:00Appuntamento culturale a Roma<p style="text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"> Siete cortesemente invitati a un Nostro <b>Incontro di Studio e di Ricerca</b></span></p><p class="MsoNormal" style="background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">dedicato al Patrimonio Storico Italiano, </span></p><p class="MsoNormal" style="background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">con particolare attenzione alla <b>Storia del Regno d'Italia</b>.</span></p><p class="MsoNormal" style="background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /><br /><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: 14.95px; margin: 0cm 0cm 10pt;"></p><div style="text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><span style="line-height: 20.7px;"> Invito</span></b><b><span style="line-height: 20.7px;"> MUSEO BONCOMPAGNI LUDOVISI</span></b></span></div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><div style="text-align: center;">Il percorso della <b>Casa</b><b>-Museo</b> illustra lo sviluppo delle arti decorative,</div><span style="line-height: 20.7px;"><div style="text-align: center;">del costume e della moda dalla fine dell’800 alla prima metà del 900.</div><div style="text-align: center;">Un’esposizione di oggetti tra <b>artigianato</b> e <b>opera d’arte</b>,</div><div style="text-align: center;">capaci di trasmettere un mondo elegante e allo stesso tempo essenziale.</div><div style="text-align: center;">L’<b>Industria Nazionale</b>, sull’onda della rivoluzione tecnologica,</div><div style="text-align: center;">pronuncia un’inedita visione del mondo avvenire.</div></span><b><div style="text-align: center;"><b><span style="line-height: 20.7px;">DOMENICA POMERIGGIO <u>28 GENNAIO</u> 2024 <u>ORE 16</u></span></b></div><span style="line-height: 20.7px;"><div style="text-align: center;"><b><span style="line-height: 20.7px;">VIA BONCOMPAGNI 18</span></b><span style="line-height: 20.7px;"> (zona Via Vittorio Veneto) <b>ROMA</b></span></div></span></b><span style="line-height: 20.7px;"><div style="text-align: center;"><span style="line-height: 20.7px;"><b>L’INGRESSO E’ GRATUITO</b> La puntualità è cosa gradita</span><b><span style="line-height: 20.7px;"> </span></b></div><div style="text-align: center;"><b><span style="line-height: 20.7px;"><br /></span></b></div></span><b><div style="text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjVhGqCZr80sAbGMbqnG094w9nwr0fKgmwfUkbgJcDdwG9M-i9AUvy8dLaw-R7VZIR8joN2tUt4kX21PK5ZU6fpysu6U22oT18XAU2wNO1jwRjS_CvzP1k8Tpn5YzxDgWxmoWDu-zh4ldR6LLkIC54ejkFS8PqxF2p-N8hiSejFdWrBxxakk3L16O85RNoA" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="824" data-original-width="1192" height="401" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjVhGqCZr80sAbGMbqnG094w9nwr0fKgmwfUkbgJcDdwG9M-i9AUvy8dLaw-R7VZIR8joN2tUt4kX21PK5ZU6fpysu6U22oT18XAU2wNO1jwRjS_CvzP1k8Tpn5YzxDgWxmoWDu-zh4ldR6LLkIC54ejkFS8PqxF2p-N8hiSejFdWrBxxakk3L16O85RNoA=w581-h401" width="581" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><b><span style="line-height: 20.7px;">PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA </span></b><span style="line-height: 20.7px;"> </span></div></b><span style="line-height: 20.7px;"><div style="text-align: center;"><span style="line-height: 20.7px;">In </span><b><span style="line-height: 20.7px;">ALLEGATO </span></b><span style="line-height: 20.7px;">ulteriori informazioni e le modalità di partecipazione.</span></div></span><span style="line-height: 20.7px;"><div style="text-align: center;">Cordialmente.</div></span><span style="line-height: 20.7px;"><div style="text-align: center;"><span style="line-height: 20.7px;"> </span><span style="line-height: 20.7px;">Prof. Massimo Fulvio Finucci e D.ssa Clarissa Emilia Bafaro</span></div><div style="text-align: center;"><span style="line-height: 20.7px;"><br /></span></div><div style="text-align: center;"><span style="line-height: 20.7px;"><b>Offerta libera</b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="line-height: 20.7px;"><b>durata 2 ore</b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="line-height: 20.7px;"><b>tel 3384714674</b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="line-height: 20.7px;"><b>terzanavigazionefutura@gmail.com</b></span></div></span></span><p></p>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-10769847557772797782024-01-22T09:43:00.004+01:002024-01-27T16:22:57.224+01:00Ci viene in mente Libia? L'antica obliata quarta sponda<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNp2nXJVsyq8obomSJY3n8kHMU9En5f29uX6nhCMKNUBV3V3bhTY9TryfVBT_LH2rHPoz_g9nswJzJ9-TT_TmWitXyKmO2n3BXllc_9ugb-So5nkQPdFj5X3GszlwhexY-S6Raav0KBZp08UHiA9wkfFuKe2N2JjBvB1ltgoF4of-zAAsPT_IfJFXYqlha/s400/A%20tripoli.webp" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="284" height="465" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNp2nXJVsyq8obomSJY3n8kHMU9En5f29uX6nhCMKNUBV3V3bhTY9TryfVBT_LH2rHPoz_g9nswJzJ9-TT_TmWitXyKmO2n3BXllc_9ugb-So5nkQPdFj5X3GszlwhexY-S6Raav0KBZp08UHiA9wkfFuKe2N2JjBvB1ltgoF4of-zAAsPT_IfJFXYqlha/w330-h465/A%20tripoli.webp" width="330" /></a></div><br /><p><br /></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 18pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 18pt;">di Aldo A. Mola <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 18pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;">Quando l'Italia era uno Stato indipendente...<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 18pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></b><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 18pt;">Il Vicino e il Medio
Oriente destano preoccupazioni crescenti. Dal Mar Rosso al Mediterraneo un'area
vitale per i traffici planetari e quindi per l'Italia, si infittisce di punti
interrogativi senza risposte dirette e sicure. Giustamente in allarme, il governo,
subordina le decisioni ultime al “passaggio parlamentare” se dovessero
travalicare gli impegni vincolanti per Trattati già sottoscritti.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Una volta di più il grande assente è l'Unione
Europea. Afona come Istituzione, un coro stonato quando parla. Forse ha ragione
Francesco Maselli, autore di “L'Italia ha paura del mare. Reportage dai confini
della penisola”. (NR edizioni). Già patria di eroi, santi, poeti e navigatori
al servizio di sovrani più lungimiranti dei principi locali, il Paese che ha
dato i natali di esploratori e di grandi ammiragli si ripiega su se
stesso?<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Certo
sconcerta il silenzio assoluto da mesi dominante nei “media” sulla Libia, quasi
non sia, con la Tunisia, l'“altra sponda”, riferimento obbligato per la
geografia, che impone la storia.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Motivo
in più per allungare lo sguardo a un passato neppure tanto remoto, ma del tutto
dimenticato.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>L'ultima
dimostrazione di piena sovranità dell'Italia risale a 122 anni addietro con
l'“impresa di Libia” iniziata il 29 settembre 1911 e conclusa con la pace di
Losanna il 18 ottobre 1912. Il Re Vittorio Emanuele III e il governo,
presieduto dallo statista piemontese Giovanni Giolitti affiancato agli Esteri
dal siciliano Antonino Paternò Castello marchese di San Giuliano, decisero in
piena autonomia tempi e modi della guerra contro l'impero turco-ottomano, da
secoli nominalmente sovrano su Tripolitania e Cirenaica. Nel corso del
conflitto, per costringere il nemico ad arrendersi, il 4 maggio 1912, il
generale Giovanni Ameglio (Palermo, 1854 - Roma, 1921), massone, intraprese la
liberazione di Rodi e del Dodecaneso dal secolare dominio turco. Quell’operazione
speciale, deliberata dal governo senza avallo preventivo di alcuno Stato, fu
tra i più importanti successi dell'Italia e ne fece, a tutti gli effetti, una
potenza nel Mediterraneo.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>La
guerra venne decisa da Vittorio Emanuele III in un incontro segreto con
Giolitti nel Castello di Racconigi (Cuneo) il 16 settembre 1911. Alla partenza
da Roma per il Piemonte, per garantire la massima riservatezza alla<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>colloquio, Giolitti fece credere alla moglie,
Rosa Sobrero, che sarebbe andato a Bardonecchia, ove da anni affittava un
villino per le vacanze estive (ne ha scritto Antonella Filippi in Giolitti a
Bardonecchia, 2021). Invece da Torino si recò in incognito a Cavour, ove venne
riservatamente prelevato in auto dal generale Ugo Brusati, aiutante di campo
del Re, e recato a Racconigi per definire le“cose da fare”, a cominciare dalla
dichiarazione di guerra, a Camere chiuse.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Fu un
azzardo?<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Gli
studi di storia coloniale costituiscono una sorta di orto separato dalla storia
politico-militare generale e risultano spesso ispirati da pregiudizi e/o
“principi” giuridici, ideali e morali maturati dopo la sconfitta dell'Italia
nella seconda guerra mondiale e l'azzeramento del suo impero coloniale,
risalente in massima parte all'età pre-fascista. In molti casi si sostanziano
nella deplorazione della colonizzazione e in narrazioni anacronistiche,
culturalmente più dannose che inutili. Il centenario dell'impresa di Libia
coincise con il crollo e l'orrendo linciaggio di Gheddafi (20 ottobre 1911),
con l'emarginazione dell'Italia dall'“altra sponda” e la ripresa<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>della tratta di “migranti” tuttora in corso:
ingredienti che sconsigliarono la sua rivisitazione storiografica. Lo osservò
anche Nicola Labanca in “La guerra italiana per la Libia, 1911-1931” (il
Mulino, 2012, p. 7). Nel 2022, il 75° del trattato di pace che il 10 febbraio
1947 calò la saracinesca sulle aspirazioni dell'Italia a continuare la sua
“missione civile” nelle colonie ha registrato pochi studi innovatori sulle
colonie italiane. Tra le eccezioni vanno menzionati il saggio di Roberto
Alpozzi “Bugie coloniali. Leggende, fantasie e fake news sul colonialismo
italiano” (ed. Eclettica) e “Mogadiscio 1938. Un eccidio di italiani fra
decolonizzazione e guerra fredda” di Annalisa Urbano e Antonio Varsori (ed. il
Mulino). Motivo in più per tornare a riflettere sulla lunga lotta dell'Italia
“per” e “nella” Quarta Sponda, come emblematicamente fu detta la Libia.
L'espansione coloniale è parte integrante della storia generale dell'Italia, al
pari di quella degli altri Stati europei, anche territorialmente minuscoli come
il Belgio e l'Olanda, che ebbero vasti imperi, ne trassero immense ricchezze e
trattarono gli “indigeni” con metodi infami.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 18pt;">La “missione” dell'Italia tra errori e successi</span></b><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 18pt;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Tre
lustri dopo la sua proclamazione (1861), con l'ascesa della Sinistra storica al
governo (1876) il regno d'Italia imboccò la via delle conquiste coloniali,
comune a tutti gli Stati rivieraschi europei, con la sola eccezione dell'impero
d'Austria-Ungheria, forte di porti bene attrezzati (Trieste e Fiume) e di una
politica commerciale tra le più solide del Vecchio Continente. Sin dagli albori
del Risorgimento il teologo neoguelfo Vincenzo Gioberti e il repubblicano
Giuseppe Mazzini rivendicarono la missione civile dell'Italia “oltremare”.
Profondamente delusa e allarmata dall'imposizione del protettorato francese su
Tunisi (1881), il giovane regno cercò nel Mar Rosso “le chiavi del
Mediterraneo”, come argomentato da Pasquale Stanislao Mancini: dall'acquisto
della baia di Assab allo sbarco a Massaua (1882-1885), dall'annessione
dell'Eritrea alla prima guerra contro l'Etiopia di Menelik (1894-1896), chiusa
con la sconfitta degli italiani presso Adua. A parte l'elevazione della Somalia
a colonia (1907), di espansione non si parlò più. Però con gli accordi
italo-francesi del 1902 Roma si premurò di ottenere la prelazione sulla costa
libica: un progetto accelerato dopo la conferenza di Algeciras e il trattato
italo-russo di Racconigi (1909). A cospetto del protagonismo coloniale
dell'impero di Germania e dell'accordo franco-spagnolo per la spartizione del
Marocco, a prescindere dalle pressioni dei nascenti nazionalisti italiani e
delle mene del vaticanesco Banco di Roma, il re ritenne che la monarchia sarebbe
stata screditata se la Libia fosse stata occupata da un'altra potenza.
Bisognava dunque averla, per quanto povera fosse.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Benché
San Giuliano temesse che la sconfitta dei Giovani Turchi al potere a Istanbul
potesse scatenare conflitti nei Balcani, Giolitti volle la rottura diplomatica
con l'impero turco per dichiarare guerra (29 settembre) e ordinare lo sbarco a
Tripoli (5 ottobre, cui seguirono Bengasi, Derna, ecc.). Come poi spiegò, fu
una “fatalità”, che comportò la “necessità” di ricorrere alle armi. La
“mobilitazione speciale” (sic!) e l'invio di un corpo di 35.000 uomini risultò
inferiore al bisogno. Malgrado le informazioni fornite da Enrico Insabato, a
contatto con gli islamisti ortodossi della Senussia, Roma compì due errori
clamorosi. Contò sulla precipitosa fuga della guarnigione nemica (appena 5.000
militari) e, peggio ancora, sulla solidarietà degli arabi contro i turchi.
Invece molti libici aderirono alla “guerra santa” indetta dal Sultano turco
contro gli invasori, “infedeli”. Il 23 ottobre truppe turche e volontari libici
assalirono gli italiani a Sciara Sciat e massacrarono 370 soldati e 8
ufficiali. Una noticina a pagina 161 della relazione in cinque volumi sulla
“Campagna di Libia” pubblicata dal Ministero della Guerra nel 1922 sintetizza i
«supplizi inenarrabili cui furono sottoposti i nostri soldati caduti nelle loro
mani: mutilazioni, acciecamenti, crocifissioni, evirazioni, sepolture di vivi,
strazio di cadaveri». Atrocità di cui «rimase vittima anche personale sanitario
intento alla sua pietosa missione». La risposta fu violentissima: in pochi
giorni si susseguirono fucilazioni e impiccagioni (almeno 2.000 persone,
compresi donne e ragazzi) e la deportazione di “ribelli” in isole italiane
(Tremiti, Favignana, Ponza, Ustica...). La proclamazione della sovranità
italiana su Tripolitania e Cirenaica venne bollata come nuova crociata, anche
per la confusione tra la croce dello scudo sabaudo e l'Italia, Stato non solo
laico ma all'epoca persino “scomunicato”.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Gli
“Alleati” (Germania e Austria-Ungheria) non osteggiarono scopertamente l'Italia
ma non la aiutarono affatto; la Francia tramò ai danni di Roma; Londra “prese
atto”, come gli USA, già intenti a studiare le risorse della Libia. I turchi
organizzarono la guerriglia con ufficiali di elevate capacità, come Enver Bey e
Mustafà Kemal, futuro Ataturk. Per prevalere gli italiani spostarono la guerra
dalla costa libica a quella della Turchia stessa. Dopo l'occupazione di Rodi e
del Dodecaneso arrivarono a tranciare i cavi telegrafici sottomarini (ne venne
mandato uno spezzone a Giolitti) e si spinsero nei Dardanelli. Memore delle
osservazioni compiute di persona in navigazione nell'Egeo, nell'ottobre 1912
Vittorio Emanuele III dettò a Giolitti i punti della Turchia europea da
bombardare.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>In un
anno l'Italia destinò alla Libia circa 200.000 uomini. Lamentò 2.000 morti e
4.200 feriti. Al termine di lunghi preliminari a Ouchy (per parte italiana ai
ministri Pietro Bertolini e Guido Fusinato si aggiunsero Giuseppe Volpi e
Bernardino Nogara) la pace di Losanna riconobbe l'autorità califfale del
Sultano dell'impero turco in Tripolitania e Cirenaica: un equivoco perché per
gli islamici non vi è separazione tra potere religioso e politico-militare. La
Libia ebbe governatori militari. I propositi di conciliazione con la
popolazione araba coltivati da generali lungimiranti come Ameglio cozzarono con
errori marchiani, come il cannoneggiamento della tomba di Sidi Rafi, venerato
come santo dagli islamici.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>I
progetti di valorizzazione economica dello “scatolone di sabbia” (come la Libia
venne polemicamente detta da Gaetano Salvemini) vennero vanificati dalla
sproporzione tra investimenti e profitti. Anche il geografo Arcangelo Ghisleri,
massone, nell'imponente opera “Tripolitania e Cirenaica dal Mediterraneo al
Sahara” (dicembre 1911) convenne che i requisiti geofisici e climatici non
facevano bene sperare nel futuro. Altrettanto concluse la Commissione
presieduta da Leopoldo Franchetti.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>L'impresa
ebbe un costo esorbitante per l'erario, ma risultò vincente sotto il profilo
politico internazionale e interno. Il governo ebbe il sostegno di cattolici,
socialisti riformisti, parte dei repubblicani e persino di Teodoro Moneta,
premio Nobel per la pace. Per valorizzare la Quarta Sponda, in massima parte
ignota, l'Italia aveva bisogno di tempo, denaro e investimenti internazionali.
Ma due anni dopo, a fine luglio 1914, la Grande Guerra sconvolse tutti i piani.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoBodyText" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoBodyText" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 18pt;">Durante
la Grande Guerra</span></b><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 18pt;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoBodyText" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>L' arrangement (= accomodamento, non trattato
né “patto”) di Londra del 26 aprile 1915 promise all’Italia sovranità piena e
definitiva su Rodi e il Dodecaneso. Messa all’incasso l’adesione dell’Italia
all’intervento, appena dieci giorni dopo il presidente del governo francese
offrì segretamente lo stesso “bottino” al principe Giorgio di Grecia in cambio
dell’intervento ellenico a fianco dell’Intesa. L’Italia aveva firmato in gran
segreto. E in gran segreto la si poteva defraudare. I franco-britannici violavano
i patti poco prima sottoscritti. Lo stesso però fece il governo italiano che
dichiarò guerra alla Germania solo il 28 agosto 1916 anziché il 24 maggio 1915,
come chiesto dall'accordo di Londra. Con la sua firma il governo italiano,
presieduto da Antonio Salandra con Sidney Sonnino agli Esteri, si ritenne
libero dai vincoli contemplati dalla pace di Losanna.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoBodyText" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Le colonie posero gravi problemi ancor prima
della conflagrazione europea vera e propria. Sin dal novembre 1914 il nuovo
ministro delle colonie Ferdinando Martini presentò al collega degli Esteri,
Sidney Sonnino, le “memorie” approntate da Giacomo Agnesa, che premeva per
l’acquisizione di Gibuti e della costa somala francese per rendere sicura la
presenza italiana in quella regione. Sonnino non se ne occupò minimamente.
Puntava a una base in Albania per controllare l'Adriatico.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoBodyText" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Il 12 novembre il califfo di Istanbul ordinò
la guerra santa per la liberazione di tutte le terre islamiche dagli infedeli.
Le ripercussioni non si fecero attendere. In Somalia la guerriglia contro gli
italiani venne guidata dal mullah in armi da quasi vent’anni. Quel conflitto
terminò solo nel 1919<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>per intervento
convergente italo-britannico, che costrinse il mullah ad arroccarsi in un’ansa
del fiume Uebi-Scebeli, ove morì nel 1921.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoBodyText" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>In Eritrea gl’italiani dovettero fare i
conti con l’irrequietezza dell’Impero d’Etiopia dopo la morte di Menelik:
teatro della contrapposizione fra Ligg Jasu, figlio del ras Michael,
tardivamente convertitosi dall’islamismo al cristianesimo, e l’abuna Matteo.
Caduto sotto l’influenza turco-tedesca, Ligg Jasu alimentò l’odio dei musulmani
contro gl’italiani, puntando ad assalire Somalia ed Eritrea con l’aiuto di
Berlino e Istanbul. A sua volta nel febbraio 1915 il negus Michael ammassò
150.000 uomini sul confine con l’Eritrea, senza però assalirla. Il 27 settembre
1916 un colpo di stato acclamò imperatrice la uizero Zeuiditù, terzogenita di
Menelik, mise al bando Ligg Jasu e proclamò erede al trono e capo del governo
il ventiseienne degiacc Tafari (futuro Hailé Selassié) , figlio di ras
Maconnen. L’anno seguente, costretto Ligg Jasu a riparare in Dancalia e vinto
sul campo il deposto Michael, Tafari si liberò dalle interferenze
turco-germaniche. Il commercio dall’interno alla costa eritrea favorì gli
approvvigionamenti per l’Italia.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoBodyText" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Le conseguenze più gravi della “guerra
santa” proclamata dal califfo di Istanbul si registrarono in Libia. Alla
vigilia della Grande Guerra la presenza italiana rimaneva circoscritta alle
principali città costiere e a centri dell’entroterra comunicanti con una rete
di carovaniere sempre insidiate dalla guerriglia turco-ottomana. Su impulso del
Sultano turco,nil Gran Senusso Sidi Ahmed esh Sherif chiamò alla guerra contro
l’occupazione italiana. Il colonnello Giovanni Miani ritenne pertanto
necessario colpirlo nel suo stesso territorio, il Fezzan, occupando Nufilia, a
150 km dalla costa. Cozzò tuttavia contro una resistenza invincibile e dovette
lasciare in mano avversaria l’intera Sirte orientale, dalla Cirenaica al
Fezzan. Quel successo indusse quasi tutti i capi tribù a schierarsi contro
l’“occupazione” italiana. Una seconda offensiva di Miani nel novembre 1914 non
ebbe maggior successo. Nei mesi seguenti Gadames venne più volte occupata e
perduta. Il comando generale di Tripoli deliberò quindi un’offensiva generale
per riprendere il controllo delle vie carovaniere. Allo scopo furono lanciate
due colonne, una agli ordini del tenente colonnello Gianninazzi, l’altra di
Miani. La prima fu costretta a ripiegare, dopo ripetuti attacchi di forze
preponderanti. Gianninazzi stesso rimase ferito. Peggio andò a Miani, che si
diresse su Kasr (o Gasr) bu Adi. Quando iniziò il combattimento, Ramadan
Sceteui, già nemico aperto degl’italiani, poi loro fiancheggiatore nella
spedizione, volse le armi contro la colonna di Miani, che rimase annientata e
lasciò in preda al nemico 5.000 fucili, milioni di cartucce, mitragliatrici,
artiglieria da campagna, copiosi viveri e la cassa militare. A differenza di
quanto scrisse Angelo Del Boca, non costituì «il più grande disastro<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dell’Italia coloniale». Nondimeno fu una
sconfitta che indusse il governatore generale Giulio Cesare Tassone a tirare i
remi in barca. Archiviate le speranze di rapida vittoria sull’Austria-Ungheria,
il comandante supremo Luigi Cadorna chiese che tutte le risorse belliche
fossero destinate “alla fronte”, come poi scrisse nelle “Memorie” recentemente
ristampate (BastogiLibri, 2019). A suo meditato giudizio, l'Italia avrebbe
riconquistato la Libia vincendo sul Carso. Le colonie facessero da sé. Anche in
Libia molte basi e distaccamenti furono abbandonati a sé stessi. Fu il caso di
Tahruna, ove nel maggio 1915, poco prima dell’intervento dell’Italia in guerra,
si distinsero il tenente colonnello Cesare Billia (ferito continuò a dirigere
la difesa sino a quando morì) e Maria Brighenti, moglie del maggiore Costantino
Brighenti, assediato a Beni Ulid. Nel corso dell’estrema sortita anche ella
venne martirizzata. Fu la prima donna insignita di Medaglia d’Oro al Valor
Militare. La notizia della sua morte fu data dagli assassini stessi al marito
che, dopo altri giorni di vana resistenza in Beni Ulid, si tolse la vita.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoBodyText" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Nei mesi seguenti, sotto l’incalzare della
guerra condotta con mezzi crescenti dai libici foraggiati da turchi e tedeschi,
la presenza italiana in Libia si restrinse a pochi lembi costieri. L’ex
deputato di Tripoli, Suleiman el Barhuni, sbarcò infine da un sottomarino
tedesco e si proclamò governatore della Tripolitania. Anche Misurata divenne
base della guerra sottomarina germanica nel Mediterraneo. Quando dovettero
arrendersi gl’Imperi ottomano e germanico passarono la mano a una pretesa
“repubblica della Tripolitania”, con due reggenze militari e quattro capi, fra
i quali il sempre infido Ramadan Sceteui, forte del bottino sottratto
agl’italiani.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoBodyText" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Dopo la Grande Guerra la riaffermazione
della sovranità italiana sulla Libia fu lunga e sofferta. Il primo a ottenere
risultati sicuri fu Giolitti nel corso del suo quinto governo (1920-1921), nel
quale ministro delle colonie fu Giovanni Amendola. A beneficiarne fu comunque
una parte della popolazione indigena che apprese che cos’è lo Stato, fondato
sull'uguaglianza dei cittadini dinnanzi alle leggi, senza interferenze delle
religioni nella loro vita pubblica, nei diritti civili e nelle libertà
personali.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoBodyText" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Il cammino della“ Libia italiana” era però
ancora impervio. Dopo la riconquista, che conobbe pagine drammatiche, si
concluse con la sconfitta del 1942-1943 degli italo-germanici da parte degli
inglesi di Montgomery nella seconda guerra mondiale: un percorso che merita
narrazione apposita.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoBodyText" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoBodyText" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;">Aldo
A. Mola<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoBodyText" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoBodyText" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-family: arial; font-size: 18pt;">DIDASCALIA:
Cirene, rovine della città cristiana.Acquerello di Ernesto Heyn (da
Arcangelo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Ghisleri,”Tripolitania e
Cirenaica” (1912).<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoBodyText" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 18pt;"><span style="font-family: arial;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Le direttive che Vittorio Emanuele III, il
“Re Soldato”, inviò costantemente a Giolitti e ai comandanti sul campo vengono
del tutto ignorate da Claudio Pavone nel vol. III di “Quarant'anni di politica
italiana”; esse sono invece ampiamente documentate nei 2 volumi del Carteggio giolittiano
curato da Aldo A. Mola e Aldo G Ricci di concerto con Giovanni Rabbia,
all'epoca presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo (Ed.
Bastogi, Fo</span>ggia, 2010).<o:p></o:p></span></p>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-27723039807361483062024-01-21T22:24:00.001+01:002024-01-21T22:24:38.986+01:00Saggi storici sulla tradizione monarchica - V<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhREsSsblpUSpewkQZkfdwg8T2NjucgGkIhPbnNGwPwpOGLwpogYbiO-HPn0FR-WaZ64v5-DMHabiJMiM99mxZno5Uf7H7l8bRnCC9ulT8JqlDJifEG5W8fWGgH39atuO6Ajo9nAZRrL6mJC19SzYziiG21XKkRbP-GP5uddUhwuSr-akG14fuVqPF7FU67/s430/carlomagno.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="430" data-original-width="420" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhREsSsblpUSpewkQZkfdwg8T2NjucgGkIhPbnNGwPwpOGLwpogYbiO-HPn0FR-WaZ64v5-DMHabiJMiM99mxZno5Uf7H7l8bRnCC9ulT8JqlDJifEG5W8fWGgH39atuO6Ajo9nAZRrL6mJC19SzYziiG21XKkRbP-GP5uddUhwuSr-akG14fuVqPF7FU67/s320/carlomagno.jpg" width="313" /></a></div><br /><p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;">LA
RINASCITA DELL'IMPERO D'OCCIDENTE.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;">La
conquista carolingia non mutò sostanzialmente la divisione politica
dell'Italia; Carlo come Re della Longobardia (il cuí nome fu presto cambiato in
quello d'Italia) pose a Pavia come suo luogotenente il figlio Pipino, che fu
consacrato dal Papa nel 781. Di fatto indipendenti restarono i ducati
longobardi di Spoleto e Benevento che nominalmente riconoscevano l'autorità di
Carlo, come pure lo Stato pontificio, composto del ducato romano, dell'esarcato
e della pentapoli, che all'alta autorità di Carlo era soggetto in quanto questi
aveva ricevuto dal Papa il titolo di patrizio dei Romani. All'imperatore di
Bisanzio, restò l'alta sovranità su Napoli, la Calabria e la Sicilia.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;">Carlo
era tuttavia il più potente Sovrano dell'Occidente, i suoi<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;">domini
fuori dell'Italia abbracciavano gran parte della Francia e della Germania e la
conquista dei paesi dei Sassoni, conseguita dopo una lunga guerra, aveva
rinsaldato il suo prestigio. Per questo e per molti altri motivi, non ultimo
quello di precisare giuridicamente la natura del potere del Re su Roma, il Papa
Leone III decise di incoronarlo Imperatore nella notte di Natale dell'anno 800,
mentre Carlo assisteva alla celebrazione della Messa Pontificale nella Basilica
di S. Pietro.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;">Con
quest'atto, che consacrava nel Re franco l'ideale successore degli imperatori
romani d'occidente, il Pontefice affermava anche il suo diritto di consacrare e
coronare gli Imperatori, ma nello stesso tempo prestava a Carlo Magno
l'obbedienza riconoscendolo come signore di Roma e di tutto l'impero romano;
nello stesso tempo l'Italia dallo stato di soggezione ad uno straniero
ritornava all'antica posizione di culla dell'impero, anche se questo era
impersonato non da un Romano ma da un Re di stirpe barbarica.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;">Naturalmente
la coronazione di Carlo Magno, veniva in certo modo su un piano di prestigio a
ledere i diritti dell'imperatore di Costantinopoli e per questi motivi, oltre
ad altri di carattere più concreto, l'impero franco si trovò presto in lotta
con l'impero bizantino nell'Italia meridionale e a Venezia, che nominalmente
riconosceva l'alta so<span style="color: #1d1203; letter-spacing: .35pt; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">vranità bizantina. Pipino Re d'Italia,
figlio di Carlo Magno, intraprese </span><span style="color: #1d1203; letter-spacing: .2pt; mso-font-width: 95%;"><span style="mso-font-kerning: 0pt;">una spedizione
contro la laguna che dovette cedere, ma la pace che fu </span></span><span style="color: #1d1203; letter-spacing: .05pt; mso-font-width: 95%;"><span style="mso-font-kerning: 0pt;">negoziata <sup>ad</sup> Aquisgrana nell'812,
riconosceva all'imperatore di Costan</span></span><span style="color: #1d1203; letter-spacing: .15pt; mso-font-width: 95%;"><span style="mso-font-kerning: 0pt;">tinopoli
il possesso di Venezia, chiudendo la contesa.<o:p></o:p></span></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 1.8pt; margin-top: 3.8pt; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .65pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">L'impero
di Carlo Magno, che fu la più grande costruzione poli</span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .95pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">tica
dell'Europa medioevale, ebbe una enorme importanza in ogni </span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .7pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">aspettò
della civiltà del tempo, dando anzi origine ad un complesso </span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .4pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">di
manifestazioni che furono appunto chiamate la rinascenza carolin</span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .95pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">gia.
<sup>Intorno</sup> all'Imperatore che risiedeva in varie città dell'Impero, </span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .85pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">principalmente
ad Aquisgrana, si riunirono le menti più elette del</span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .5pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">l'epoca<sup>,</sup>
fra cui primeggiò Alcuino di Jork, che diedero vita alla famo</span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .45pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">sa,
<i>schola palatina, </i>cioè ad una specie di accademia in cui venne ela</span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .55pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">borato
e vagliato tutto lo scibile dell'epoca.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 1.8pt; margin-top: 7.65pt; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: 1.3pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">Enorme
importanza assunsero nella vita intellettuale di quel </span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .65pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">tempo,
i monaci che già negli oscuri giorni delle invasioni barbariche </span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .8pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">avevano
salvato nelle mura dei loro conventi il patrimonio della cul</span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: 1.05pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">tura
classica conservando, leggendo e copiando i manoscritti degli </span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: 1.5pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">autori
latini. Monaco fu Alcuino, abate di Tours e monaci Paolo </span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .5pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">Diacono,
che nel monastero di Montecassino compose la famosa <i>Histo</i></span><i><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .85pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">ria
langobardorum, </span></i><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .85pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">Adalardo abate di Corbia, Angilberto abate di St. </span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .95pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">Riquier
in Piccardia, paragonato ad Omero per la vena poetica, Egi</span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: 1.3pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">nardo
autore di una vita di Carlo Magno; prelati furono Teodulfo, </span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .5pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">vescovo
di Orleans. famoso per i suoi versi e il grammatico Paolino, Pa</span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .85pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">triarca
di Aquileia.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 1.8pt; margin-top: 5.15pt; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: 1.15pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">Particolarmente
importante l'ordinamento dato da Carlo Magno </span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .9pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">all'amministrazione
politica e religiosa dell'Impero; con l'emanazione </span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: 1.3pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">di
leggi dette capitolari provvide a stabilire l'uniformità legislativa </span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: 1.15pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">dei
territori e l'amministrazione fu divisa fra i rappresentanti impe</span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .45pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">riali,
detti canti o </span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .45pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 90%;">marchesi, che riunivano poteri civili e militari. Una<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 1.8pt; margin-top: 5.15pt; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .15pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 90%;">funzione
di controllo veniva esercitata dai legati dell'Imperatore (missi </span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .6pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 90%;">dominici)
che ogni anno, a due a due, un laico ed un ecclesiastico, </span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .45pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 90%;">dovevano
visitare i vari compartimenti dell'impero.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 1.8pt; margin-top: 6.75pt; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: 1.0pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 90%;">Ancor
</span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: 1.0pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">più
solida ed uniforme fu la organizzazione religiosa; </span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: 1.0pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 90%;">l'im</span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: 1.3pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 90%;">pero
fu </span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: 1.3pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">diviso
in arcivescovati, di cui quattro furono in Italia </span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: 1.3pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 90%;">oltre
</span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .1pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 90%;">a
Roma, Ravenna, Milano, Aquileia e Grado. Ogni arcivescovo raggrup</span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .65pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 90%;">pava
sotto di se tutti i Vescovi del proprio territorio e questi esercitavano la
giurisdizione sul clero e i monasteri della propria diocesi.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 3.6pt; margin-right: 1.8pt; margin-top: 0cm; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .2pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 90%;">Un
grave inconveniente fu quello rappresentato dall'abitudine di Carlo </span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .9pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 90%;">Magno
di scegliere molti funzionari imperiali fra alti ecclesiastici, </span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .25pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 90%;">Vescovi
e abati, venendo così ad ingerirsi anche delle nomine religiose </span><span style="color: #1d1203; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .5pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 90%;">di
facoltà della Chiesa e non del potere civile, e questa abitudine do</span><span style="color: #1a0b02; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .3pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">veva
in seguito originare quel gravissimo contrasto fra Chiesa e Im</span><span style="color: #1a0b02; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .4pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">pero
che è conosciuto con il nome di lotta per le investiture.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="color: #1a0b02; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .35pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">Ma al di fuori di questi fatti, e di una certa
ingerenza esercitata </span><span style="color: #1a0b02; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: -.15pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">anche nelle questioni teologiche, ad imitazione del
costume degli impe</span><span style="color: #1a0b02; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .5pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">ratori</span><span style="color: #261404; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .5pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;"> bizantini, vanno riconosciuti a
Carlo</span><span style="color: #1a0b02; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .5pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">
Magno dei grandissimi </span><span style="color: #1a0b02; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .3pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">meriti,</span><span style="color: #261404; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .3pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;"> sia dal punto di vista religioso
che</span><span style="color: #1a0b02; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .3pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;"> da
quello politico; questo </span><span style="color: #261404; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .5pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">guerriero d'origine</span><span style="color: #1a0b02; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .5pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;"> barbarica seppe
ascendere al trono imperiale e </span><span style="color: #261404; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .05pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">mantenervisi con</span><span style="color: #1a0b02; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .05pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">
grande dignità e saggezza e fu un restauratore del</span><span style="color: #261404; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .45pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">l'occidente,
da più secoli</span><span style="color: #1a0b02; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .45pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;"> avvilito dalle invasioni barbariche e dalla </span><span style="color: #261404; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .2pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">preponderanza
dell'imperatore</span><span style="color: #1a0b02; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .2pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;"> bizantino; la sua costruzione politica </span><span style="color: #261404; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .2pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">fu
massiccia e meravigliosa,</span><span style="color: #1a0b02; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .2pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;"> benché non riuscisse a sopravvivergli a </span><span style="color: #261404; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .25pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">lungo
e cadesse ben</span><span style="color: #1a0b02; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .25pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;"> presto per la mancanza di una mano capace di </span><span style="color: #261404; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .45pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">reggere
domini tanto</span><span style="color: #1a0b02; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .45pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;"> grandi e tanto diversi fra loro.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 1.65pt; mso-line-break-override: restrictions; mso-pagination: none; punctuation-wrap: simple; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="color: #261404; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .55pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">Alla
morte di</span><span style="color: #1a0b02; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .55pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">
Carlo Magno, avvenuta il 28 gennaio dell'814, gli </span><span style="color: #261404; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .15pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">successe
il figlio,</span><span style="color: #1a0b02; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .15pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;"> Ludovico il Pio sotto il quale già, si manifestarono i </span><span style="color: #261404; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .05pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;">segni
della fine del</span><span style="color: #1a0b02; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; letter-spacing: .05pt; line-height: 150%; mso-font-kerning: 0pt; mso-font-width: 95%;"> grande impero.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></p>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-20638194449414709442024-01-18T20:18:00.004+01:002024-01-18T20:18:55.076+01:003 SETTEMBRE-13 OTTOBRE 1943 RISALIRE LA CHINA<p> </p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBV2ijSa_EHvfllDYPU5dqcBVrX5N8X_Xgcce5ocVGn8BBlkiVreEiU_bOQG8JFGVnfD0xirYlpyT9QW3NryuxvD-Ehbpk7fIo72WerPisIaC4EatnZpeCfK0wLjyB1ZK1sDxmc_S4SNthmqIn717XbGWwvi5Qd4kGk-FU0SLzOaINIA5t6UCwHxgrul3d/s721/BADOGLIO%20GUERRA%20ALLA%20GERMANIA%20BRINDISI.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-family: arial; font-size: large;"><img border="0" data-original-height="413" data-original-width="721" height="340" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBV2ijSa_EHvfllDYPU5dqcBVrX5N8X_Xgcce5ocVGn8BBlkiVreEiU_bOQG8JFGVnfD0xirYlpyT9QW3NryuxvD-Ehbpk7fIo72WerPisIaC4EatnZpeCfK0wLjyB1ZK1sDxmc_S4SNthmqIn717XbGWwvi5Qd4kGk-FU0SLzOaINIA5t6UCwHxgrul3d/w594-h340/BADOGLIO%20GUERRA%20ALLA%20GERMANIA%20BRINDISI.jpg" width="594" /></span></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">Il Gen Badoglio, a fianco del Gen Taylor legge la dichiarazione di guerra alla Germania</span></td></tr></tbody></table><span style="font-family: arial; font-size: large;"><br /></span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;"><br /></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US" style="font-family: arial; font-size: large;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US" style="font-family: arial; font-size: large;">di Aldo A. Mola<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US" style="font-family: arial; font-size: large;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;"><b><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US">La lunga via della resa</span></b><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US" style="font-family: arial; font-size: large;">Alle 11 del 3 settembre
1943 il capo del governo Pietro Badoglio autorizzò il generale Giuseppe
Castellano a firmare alle 17 “l'accettazione delle condizioni d'armistizio”.
Come il generale scrisse il 15 dicembre nella relazione all'“ispettore generale
dell'Esercito” (la si legge nel vol. X della IX serie dei Documenti Diplomatici
Italiani, DDI), nelle ore seguenti si svolse al Fairfield anglo-americano
presso Cassibile «la prima riunione di carattere militare» presieduta dal
generale Harold Alexander. Durò tutta la notte. Il generale statunitense Walter
Bedell Smith, che aveva firmato per conto di Dwight Eisenhower, dette «in
visione» a Castellano le «clausole aggiuntive alle condizioni di armistizio, di
carattere militare, politico ed economico», redatte ancor prima dell'incontro
di Lisbona del 19 agosto. Su un biglietto allegato al documento gli confermò
che ad esse doveva estendersi «l’effetto della Carta di Quebec»: l'Italia
avrebbe ottenuto un miglioramento delle durissime condizioni di resa (<i>surrender</i>)
in misura del suo apporto alla lotta contro la Germania. Castellano ne fu rinfrancato,
ma, trattenuto in Sicilia, non poté informarne il governo. Due giorni dopo il
maggiore Luigi Marchesi, presente alla firma della resa, volò a Roma con lo
scottante testo delle “clausole aggiuntive” e il biglietto di Smith. In una
lettera per Ambrosio, Castellano precisò di non conoscere la data e il luogo
dello «sbarco principale» programmato dagli anglo-americani ma di presumere che
avrebbe avuto luogo «intorno al 12». Lo scenario prospettato nelle
conversazioni tra lui e gli anglo-americani era però del tutto diverso da
quanto effettivamente programmato dagli Alleati. Molto prima di arrivare alla
firma, gli italiani avevano chiesto che in coincidenza con l'“armistizio” essi
sbarcassero quindici divisioni molto a nord di Roma, per costringere i tedeschi
a rapida ritirata dal Mezzogiorno. Gli alleati risposero che se fossero
sbarcati con quella forza non avrebbero avuto motivo di concedere la resa:
avrebbero occupato e debellato l'Italia, privandola di ogni riconoscimento. Tra
il 4 e il 5 settembre gli anglo-americani ventilarono a Castellano l'aviolancio
di una divisione di paracadutisti negli aeroporti di Cerveteri e di Furbara, a
nord di Roma. Chiesero anche informazioni sulla navigabilità del Tevere per
portare artiglierie e mezzi corazzati a tutela della capitale. Per accertarsi
che tutto fosse predisposto il generale Maxwell Taylor si sarebbe recato in
incognito a Roma.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US" style="font-family: arial; font-size: large;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Mentre Castellano colloquiava con gli
Alleati «su un’infinità di questioni» (propaganda, guerriglia, politica,
impiego della flotta) Vittorio Emanuele III e Badoglio miravano a scongiurare
che filtrasse qualunque indizio della resa. I tedeschi, che dal 6 agosto
chiedevano al ministro degli Esteri Raffaele Guariglia informazioni sulla sorte
di Mussolini, dal 24 agosto sospettavano che gli italiani avessero avviato
trattative a Lisbona. A loro volta furono sospettati di aver ordito un
complotto per rovesciare Badoglio, se non tramite la Wehrmacht per mezzo delle
SS, uno “Stato nello Stato”. In quei frangenti Badoglio ordinò l'arresto del
maresciallo Ugo Cavallero, senatore del regno, rilasciato per intervento del
Re, e di Ettore Muti, ucciso durante la traduzione in carcere.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US" style="font-family: arial; font-size: large;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Il 19 agosto a Lisbona Smith aveva spiegato
“con cura” a Castellano che il loro “colloquio” aveva per tema la capitolazione
militare, non un accordo per la partecipazione dell'Italia nella guerra con gli
alleati. Aggiunse che il Re avrebbe potuto sottrarsi alla possibile cattura
lasciando l'Italia «su una nave da guerra italiana» e che senza dubbio sarebbe
stato necessario «un governo militare alleato su parte del territorio
italiano». Il 30 agosto, poco prima che Castellano volasse a Termini Imerese
per iniziare il triduo preparatorio alla resa, Badoglio gli dette le ultime
istruzioni per ottenere lo sbarco delle famose quindici divisioni «tra
Civitavecchia e Spezia» e la protezione del Vaticano. Precisò che sarebbero
rimasti a Roma il Re, la Regina, il principe ereditario, il governo e il corpo
diplomatico e chiese di «sapere l'epoca pressapoco allo scopo di prepararsi».<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US" style="font-family: arial; font-size: large;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;"><b><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US">Le delusioni dei vinti</span></b><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US" style="font-family: arial; font-size: large;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>A resa firmata Badoglio non ebbe risposta a
nessuna delle sue domande. Rimase nella convinzione che tra la firma e il suo
annuncio sarebbero trascorsi almeno dieci giorni, se non le due settimane
ripetutamente sollecitate. Il 31 agosto Smith aveva proposto a Castellano che
Vittorio Emanuele III si trasferisse su una nave italiana a Palermo. Gli
Alleati l'avrebbero evacuata. Lì quindi poteva essere stabilita «una certa
misura di sovranità italiana». Però l'isola era ormai sotto il pieno controllo
anglo-americano; pertanto agli occhi del mondo sarebbe risultato che il Re
cercava rifugio sotto l'ala del vincitore. Alternando toni ruvidi a quelli
concilianti, Smith aggiunse che gli Alleati avrebbero comunque ignorato la
pretesa unilaterale del governo italiano di considerare Roma “città aperta”.
Benché cattolico, precisò che sarebbe stata bombardata «a seconda della
situazione». Badoglio predispose pertanto il trasferimento dei Reali in
Sardegna. Scartato per molti motivi l'impiego dell'aereo, ipotizzò il viaggio
in nave da Civitavecchia. Sennonché la città fu occupata dai tedeschi, che
ormai dilagavano ovunque da padroni, indifferenti alle proteste del comando
supremo e dei comandanti locali.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US" style="font-family: arial; font-size: large;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>“Sic stantibus rebus” Badoglio percepì che
gli anglo-americani non sarebbero giunti in forze sulla linea Livorno-Rimini
dove, sia con la Dichiarazione di Quebec sia nei colloqui successivi, avevano
fatto intendere di voler arrivare, oltre che a ridosso di Roma per metterla al
sicuro dalla minaccia germanica. Perciò non dette credito alla missione di
Maxwell Taylor che la sera del 7 settembre si presentò a Roma con il colonnello
William Gardiner per verificare la fattibilità dell'aviolancio di paracadutisti
alleati: una quota irrilevante rispetto alle forze tedesche attestate attorno
alla città. Gli italiani avevano sopravvalutato gli Alleati; e questi a loro
volta sopravvalutavano la reattività degli italiani contro i germanici. In
assenza di ormai improbabili aiuti anglo-americani una battaglia in Roma si
sarebbe risolta in una catastrofe per la Città Eterna, che racchiudeva al suo
interno lo Stato della Città del Vaticano.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US" style="font-family: arial; font-size: large;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>La situazione fu sul punto di sfuggire
completamente di mano.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US" style="font-family: arial; font-size: large;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Alle 2 dell'8 settembre Badoglio scrisse ad
Eisenhower che « dati cambiamenti e precipitare situazione esistenza forze
tedesche in zona di Roma non è più possibile accettare l'armistizio immediato
(DDI) ». Alle 11.30 il comandante delle forze anglo-americane, da Algeri (in
realtà era a Biserta) rispose che avrebbe svergognato l'Italia agli occhi del
modo pubblicando «full records of this affair». E aggiunse lapidario: «Today is
X day, and I expect you to do your part». Se Badoglio si fosse tirato indietro
– egli intimò – sarebbe stata la fine per il governo e per l'Italia. Era anche
pronto a ordinare un massiccio bombardamento su Roma.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US" style="font-family: arial; font-size: large;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Alle 18:25 il segretario generale agli
Esteri informò il ministro Raffaele Guariglia che la radio di New York aveva
comunicato che l'Italia aveva firmato l'armistizio e che tutte le truppe
italiane avevano deposto le armi. In quei minuti era in corso un consulto
(erroneamente narrato come “Consiglio della Corona”, organo mai esistito) tra
Badoglio, Ambrosio, Guariglia, il generale Carboni, i ministri militari, quello
della Real Casa duca d'Acquarone, l'aiutante di campo del Re Paolo Puntoni, il
maggiore Marchesi, bene informato sull'orientamento degli Alleati, e il sovrano
in persona. Carboni propose di sconfessare la resa e di continuare la guerra a
fianco della Germania. Ottenne consensi. Fu il maggiore Marchesi a ricondurre
alla ragione. Informò che gli Alleati avevano fotografato e filmato la firma di
Cassibile e quindi l'Italia avrebbe perso ogni credibilità. Il Re decise che la
resa andava annunciata. Alle 19:30 Badoglio comunicò ad Eisenhower che «la
proclamazione [della resa] avrebbe avuto luogo come richiesto anche senza il
vostro messaggio [intimidatorio, NdA], essendo per noi sufficiente l'impegno
preso». Un'ora dopo l'Eiar emanò l'annuncio dell'“armistizio” per bocca di
Badoglio e lo ripeté più volte. Alle 20:20 il maresciallo indirizzò a Hitler
una lunga informativa che così concludeva: «Non si può esigere da un popolo di
continuare a combattere quando qualsiasi legittima speranza, non dico di
vittoria, ma financo di difesa si è esaurita. L'Italia ad evitare la sua totale
rovina è pertanto obbligata a rivolgere al nemico una richiesta di armistizio.»
Da tempo in sospetto ma sino a poche ore prima rassicurati che l'Italia avrebbe
continuato la guerra al loro fianco, i comandi tedeschi in Italia vennero colti
di sorpresa e non furono in grado di assumere subito una linea di condotta.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US" style="font-family: arial; font-size: large;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Invece in poche ore Badoglio organizzò il
trasferimento dei Reali, del principe ereditario, di Ambrosio, di alcuni
ministri (il Re riteneva che fossero tutti avvertiti: farlo non era compito
suo) e del loro seguito da Roma alla volta di Pescara. Dal ministero della
Guerra, più sicuro rispetto al Quirinale, alle 5:10 del mattino del 9 la Fiat
2800 del Re uscì dal Palazzo e imboccò la via Tiburtina in direzione di
Pescara, seguita da altre vetture, con le insegne bene in vista, come
documentano le fotografie pubblicate da Angelo Squarti Perla in “Le menzogne di
chi scrive la storia” (BastogiLibri). Il troppo celebrato Peter Tompkins in
“Dalle carte segrete del Duce” asserisce che «il re e l'intero stato maggiore,
macchiandosi di uno dei più vergognosi tradimenti della storia, fuggivano a
Brindisi per mettersi sotto la protezione degli Alleati». In «Tagliare la
corda. 9 settembre 1943. Storia di una fuga» (ed. Solferino) Marco Patricelli
rincara la dose: «Fu una fuga, un abbandono, non fu un allontanamento e neppure
un trasferimento […] Tagliando la corda, venne reciso senza gloria e nel
peggiore dei modi immaginabili il nodo che aveva legato una dinastia e un
intero sistema ai destini dell’Italia.» La realtà dei fatti è ben diversa. Il
Re e Badoglio decisero di trasferirsi nella Puglia meridionale poiché lì non vi
erano ancora Alleati e i militari italiani stavano cacciando i tedeschi, come a
Bari, ove presero il controllo del porto guidati dal valoroso generale Nicola
Bellomo. A Roma i Granatieri di Sardegna dalla notte dell'8 settembre si
batterono contro i tedeschi per alto senso del dovere verso la Patria, come
ricorda Luigi Franceschini in “50 anni dopo” (ed. fuori commercio, 1993).
Altrettanto avvenne altrove. Risulta altresì destituita di fondamento l'insinuazione
di un accordo segreto tra Badoglio e il maresciallo Kesselring che avrebbe
lasciato sfilare il convoglio reale in cambio del “via libera” sulla capitale.
La posta in gioco non era Roma ma lo Stato. Con la partenza da Roma per la
Puglia il Re salvò la continuità dello Stato, riconosciuto dalle Nazioni Unite.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US" style="font-family: arial; font-size: large;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>In coincidenza con la proclamazione della
resa, gli Alleati iniziarono lo “sbarco principale” nella piana di Salerno con
forze inadeguate e rischiarono di essere rigettati in mare. Quarant'anni or
sono lo documentò Massimo Mazzetti. Il pomeriggio del 9 il Re presiedette a
Pescara la breve riunione dei vertici militari che decise la partenza per la
Puglia, con imbarco la sera. Alle 21:50 il comando supremo italiano informò
quello alleato: «We are moving to Taranto. We shall re-establish communications
tomorrow 10 September, we repeat 10 September. Greetings». Alle 16:57 del 10
Eisenhower ripose a Badoglio: «L’intero futuro ed onore dell'Italia dipendono
da ciò che le sue forze armate sono ora pronte a fare. Se l'Italia, dal primo
all'ultimo uomo, si alza ora prenderemo ogni tedesco per la gola. Vi propongo
con urgenza a fare perciò un richiamo squillante a tutti gli italiani amanti
della Patria.» Il presidente degli USA e il premier britannico Churchill lo
stesso giorno si congratularono con Badoglio che l'11 assicurò da Brindisi
«tutto quello che è possibile è, e sarà fatto con quello stesso spirito e con
quella stessa tenacia che esplicammo insieme sui campi di battaglia d'Italia e
di Francia durante la grande ultima guerra». Il 15 esortò il capo della Missione
militare alleata in Italia, Mason MacFarlane, a far sapere al mondo «che gli
Alleati considerano ormai l'Italia come uno Stato che collabora spontaneamente
sul piano militare».<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US" style="font-family: arial; font-size: large;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;"><b><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US">In margine
all'“armistizio lungo”</span></b><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US" style="font-family: arial; font-size: large;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;">
</span>Risalire la china era però un cammino ancora irto di ostacoli. Proprio
perché ebbe cognizione diretta e gli venivano documentate le angherie degli
Alleati ai danni degli italiani, il 21 settembre Vittorio Emanuele III scrisse
a Roosevelt e a Giorgio VI di Gran Bretagna invitandoli ad affrettare il suo
ritorno suo in Roma: «L’esercizio del potere civile su di una notevole parte
del territorio nazionale consentirebbe, fornendo una maggior scelta di uomini
politici, la ricostruzione politica del Paese da completarsi col ritorno al
regime parlamentare da me sempre auspicato.» A quel modo sarebbe stato
contrastato efficacemente «il nuovo governo fascista, sia pure illegalmente
costituito».<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US" style="font-family: arial; font-size: large;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Da pochi giorni, infatti, prelevato il 12
settembre a Campo Imperatore sul Gran Sasso da un “commando” tedesco,
trasferito in Germania e riportato in Italia sotto controllo di Hitler,
Mussolini aveva proclamato lo Stato fascista repubblicano, poi Repubblica
sociale italiana. Rimane senza risposta l'interrogativo sulla mancata custodia
dell'ex dittatore da parte di Badoglio. È possibile che questi fosse sicuro
della sua innocuità sulla base della lettera scrittagli il 26 luglio da
Mussolini stesso, desideroso di trasferirsi in qualsiasi momento a Rocca delle
Caminate. Mentre gli dichiarò «da parte mia non solo non gli verranno create
difficoltà di sorta, ma sarà data ogni possibile collaborazione», l'ex duce gli
augurò il successo del grave compito al quale si accingeva «per ordine ed in
nome di S.M. il Re, del quale durante 21 anni sono stato leale servitore, e
tale rimango».<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US" style="font-family: arial; font-size: large;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Alle 10:50 del 29 settembre nel quadrato
della nave britannica “Nelson” ancorata a Malta Eisenhower e Badoglio
sottoscrissero i 44 articoli del cosiddetto armistizio lungo, scritto in agosto
contemporaneamente a quello corto e immutabile. In 65 minuti, comprensivi di
una pausa per sorbire bibite, Badoglio, Ambrosio, Roatta, Sandalli e De Courten
per l'Italia, Eisenhower, l'ammiraglio Cunningham e i generali Alexander,
MacFarlane e Gort per gli anglo-americani, a margine della firma si
confrontarono sulle prospettive. Il comandante in capo degli Alleati esortò
Badoglio a dichiarare guerra alla Germania per tutelare i militari altrimenti
passibili di fucilazione come “partigiani”. Il maresciallo assicurò che ne
avrebbe riferito al Re, poiché la dichiarazione di guerra era sua prerogativa
esclusiva e propose il rientro in Italia di Dino Grandi, suscitando perplessità
dell'interlocutore, che a sua volte esortò a ricevere e a valorizzare Carlo
Sforza, poco gradito al Re per le sue dichiarazioni antimonarchiche (ancorché
fosse Collare della SS. Annunziata e senatore). Di concerto con Alexander
aggiunse «di poter ritenere che la liberazione di Roma sarà abbastanza presto».
Avvenne il 5 giugno1944. Badoglio chiese anche di far parlare da Londra il
maresciallo Giovanni Messe, già aiutante di campo del Re (e massone, anche se
nessuno lo disse). Eisenhower assentì malgrado gli inglesi.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US" style="font-family: arial; font-size: large;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Nelle settimane seguenti gli Alleati
ostacolarono in molti modi la riscossa del regno d'Italia, lesinando gli aiuti
per la riorganizzazione dell'esercito. Il 13 ottobre Vittorio Emanuele III
dichiarò guerra alla Germania. Come l'indomani scrisse Badoglio, così si chiuse
«il periodo di armistizio e quello di cooperazione, durato complessivamente
trentacinque giorni, per entrare nel terzo periodo, quello della
co-belligeranza». Il maresciallo sintetizzò il quadro nel campo militare,
alternanza di pagine negative («difesa sfortunata di Corfù e Cefalonia») e
positive, e in quello politico con «il concorso alla causa dei vari partiti di
patrioti nelle Nazioni invase». Nessun cenno alla situazione interna. Agli
occhi dei più questa risultava deludente. E non solo perché il Comitato
centrale di liberazione presieduto da Ivanoe Bonomi gli negava ogni
collaborazione ma soprattutto perché, come il 4 ottobre scrisse il primo
segretario di legazione, Antonio Venturini, «la grande maggioranza della gente
(militari, funzionari, uomini di governo, intellettuali, privati di ogni
genere, ecc.) ha l'impressione – e questa impressione va sempre più
estendendosi – che il Governo sta seguendo una politica dilatoria e che, per
ora, preferisca non affrontare numerosi problemi che assillano la vita del
paese».<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US" style="font-family: arial; font-size: large;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Aveva veduto lungo Vittorio Emanuele III
quando il 7 settembre confidò all'aiutante di campo che l'azione di Badoglio
era «indecisa e poco sincera. Non è certamente un uomo all'altezza del
momento». Paolo Puntoni ne ebbe conferma la sera dell'8 allorché<b> </b>il<b> </b>re<b>
</b>osservò: «l’armistizio è accettato, ma Badoglio che rappresenta il governo
non impartisce alcuna disposizione per fronteggiare gli avvenimenti che
incalzano».<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US" style="font-family: arial; font-size: large;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Anche in regime di cobelligeranza il futuro,
dunque, rimaneva fosco.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US" style="font-family: arial; font-size: large;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;"><b><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US">Perché per anni gli
italiani avevano plaudito “Lui”?</span></b><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US"><span style="font-family: arial; font-size: large;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Ma la “responsabilità” non era solo di chi
governava e meno ancora del Capo dello Stato, re costituzionale. Investiva
tutti i cittadini. Dal 1913 i maschi erano titolari del diritto di voto.
Eleggevano la Camera, che a sua volta conferiva o negava la fiducia ai governi.
Non erano “innocenti”, come non lo erano i partiti nei quali si riconoscevano.
Tutti avevano avuto le loro responsabilità, anche nell'avvento e nella durata
del regime mussoliniano dal 3 gennaio 1925 alla catastrofe dell'estate 1943. Ci
rifletté Benedetto Croce confidando al Diario le sue riflessioni su Mussolini,
«di corta intelligenza», privo di sensibilità morale, vanitosissimo, sempre fra
il pacchiano e l'arrogante. «Ma egli – aggiunse – chiamato a rispondere del
danno e dell'onta in cui ha gettato l'Italia, con le sue parole e la sua azione
come con tutte le sue arti di sopraffazione e di corruzione, potrebbe
rispondere agli italiani come quello sciagurato capopopolo di Firenze, di cui
parla Giuseppe Villani, il qual rispose ai suoi compagni d'esilio che gli rinfacciavano
di averli condotti al disastro di Montaperti: “E voi, perché mi avete
creduto?”» Le piazze stracolme di folla plaudente al duce sono motivo perenne
di riflessione e un monito sempre attuale.</span><o:p style="font-size: 18pt;"></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" lang="EN-US" style="font-size: 18pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br /></p>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-76930356731936980572024-01-17T20:28:00.003+01:002024-01-17T20:28:36.730+01:00Belle immagini alle partite della Juventus<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEit4n7exeD9zEWAdbbETxsgRkGk8ssfF_g_gLLiKjOyBfCch6U6azWDgPtRTEMOveleX6-azH3YdUi1pRsQSzstyA2Fdl4QP6xdrLb9fnEs0-L1SjM6Wfe480SqNJUpfrJ6aYn18r9AFwNx1rWsYH6b5EqavPbpYaW_VF4pGcI8IURzpW7PBqv2GEcRErug/s1169/Juve.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="587" data-original-width="1169" height="333" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEit4n7exeD9zEWAdbbETxsgRkGk8ssfF_g_gLLiKjOyBfCch6U6azWDgPtRTEMOveleX6-azH3YdUi1pRsQSzstyA2Fdl4QP6xdrLb9fnEs0-L1SjM6Wfe480SqNJUpfrJ6aYn18r9AFwNx1rWsYH6b5EqavPbpYaW_VF4pGcI8IURzpW7PBqv2GEcRErug/w661-h333/Juve.jpg" width="661" /></a></div><br /> <p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">A fianco dello Scudo Sabaudo coronato ci pare di intravedere anche lo stemma del 9° stormo dedicato a Francesco Baracca, con tanto di corona ducale.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: large;">E ne siamo felici!</span></p>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4668155959002148631.post-72886020591899502622024-01-17T19:13:00.002+01:002024-01-17T19:15:05.166+01:00Re Federico di Danimarca, rassegna stampa<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjC4j4MYiaQF8MGdGJ5v4DtdQdh8xnOuiqo-leeqMO1EAZl7bls_GXt2XqAPzSeQU3kBj1bk4hnsqoW5KBPUhBe63fq3nEA-pPBJcsRRZ3qRuaA7xMAFMb_bMkL87XBgKQBNgKG39OEENltArfKy6jHM3w-8OnHiJsn8DTKHjEspYq9kD8jPqkTQ95nRxR/s800/1705304213_5.webp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="455" data-original-width="800" height="341" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjC4j4MYiaQF8MGdGJ5v4DtdQdh8xnOuiqo-leeqMO1EAZl7bls_GXt2XqAPzSeQU3kBj1bk4hnsqoW5KBPUhBe63fq3nEA-pPBJcsRRZ3qRuaA7xMAFMb_bMkL87XBgKQBNgKG39OEENltArfKy6jHM3w-8OnHiJsn8DTKHjEspYq9kD8jPqkTQ95nRxR/w600-h341/1705304213_5.webp" width="600" /></a></div><br /><p><br /></p><p><br /></p><p><a href="https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.travelquotidiano.com/estero/la-danimarca-ha-un-nuovo-re-frederik-x-viaggio-alla-scoperta-dei-luoghi-della-monarchia/tqid-459341&ct=ga&cd=CAEYACoUMTM2ODYxMTIwMTg2NzEzMzQ0MjEyGWUzMDM5NmUxM2JhZjgwOTA6aXQ6aXQ6SVQ&usg=AOvVaw0qp2a6MhysYNvuBcLZUZ-3" style="display: inline; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><span style="color: black; font-family: arial; font-size: medium;">La Danimarca ha un nuovo re, Frederik X: viaggio alla scoperta dei luoghi della <b>monarchia</b></span></a></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><table style="border-collapse: collapse; border-left: 1px solid rgb(228, 228, 228); border-right: 1px solid rgb(228, 228, 228); font-feature-settings: "liga" 0;"><tbody><tr><td style="border-top: 1px solid rgb(228, 228, 228); padding: 18px 0px 12px; vertical-align: top;"><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><a href="https://it.topwar.ru/234225-smena-monarha-v-danii-ne-menjaet-vrazhdebnuju-datskuju-politiku-v-otnoshenii-rossii.html" rel="nofollow" target="_blank"><span style="line-height: 20px; word-break: break-word;">Il cambio del</span> <b>monarca</b> in Danimarca non cambia la politica danese ostile nei confronti della Russia<br /></a><br /><table style="border-collapse: collapse; border-left: 1px solid rgb(228, 228, 228); border-right: 1px solid rgb(228, 228, 228); font-feature-settings: "liga" 0;"><tbody><tr><td style="border-top: 1px solid rgb(228, 228, 228); padding: 18px 0px 12px; vertical-align: top;"><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><span style="line-height: 20px; word-break: break-word;"><a href="https://www.vanityfair.it/article/europa-non-ha-piu-regine-dopo-abdicazione-margrethe-di-danimarca" rel="nofollow">L'Europa non ha più regine (dopo l'abdicazione di Margrethe di Danimarca) - Vanity Fair</a></span></span></td></tr></tbody></table></span></span></td></tr></tbody></table><div><table style="border-collapse: collapse; border-left: 1px solid rgb(228, 228, 228); border-right: 1px solid rgb(228, 228, 228); font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="border-top: 1px solid rgb(228, 228, 228); font-family: Arial; padding: 18px 0px 12px; vertical-align: top;"><table align="right" style="border-collapse: collapse; display: inline; font-feature-settings: "liga" 0; text-decoration-line: none; word-break: break-word;"><tbody><tr><td style="padding-left: 18px;"></td><td height="100" style="background-image: url("https://encrypted-tbn3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQLzIdkJNzBTJstOM52LyfqCVaCeOV0SglfxsI8bZVpgLsFxKqtkkV3_5GD"); background-repeat: no-repeat; border: 1px solid rgb(228, 228, 228); padding: 0px; text-align: center;" valign="bottom" width="100"><div style="letter-spacing: 0.8px;"><div style="background: rgba(0, 0, 0, 0.5); padding: 3px 0px 4px 4px; width: 96px;"></div></div></td></tr></tbody></table><div style="text-decoration-line: none; word-break: break-word;"><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="line-height: 20px; word-break: break-word;"><a href="https://www.rainews.it/video/2024/01/copenaghen-margrethe-ha-abdicato-federico-e-re-i-saluti-al-balcone-davanti-a-migliaia-di-danesi-e54277a0-1c26-4db7-8639-e4daaf2aee43.html" rel="nofollow">Copenaghen. Margrethe ha abdicato, Federico è re. I saluti al balcone davanti a migliaia di danesi</a></span></span></span></div><div style="text-decoration-line: none; word-break: break-word;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-decoration-line: none; word-break: break-word;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-decoration-line: none; word-break: break-word;"><a href="https://www.informazione.it/n/DE84052A-39C8-46D3-9B65-83269B7DC1A2/Svolta-in-Danimarca-Frederik-X-sale-al-trono-Una-firma-per-diventare-re" rel="nofollow" style="display: inline; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><span style="color: black; font-family: arial; font-size: medium;">Frederik X, il nuovo volto della <b>monarchia</b> danese - Informazione.it</span></a></div><div style="text-decoration-line: none; word-break: break-word;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-decoration-line: none; word-break: break-word;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-decoration-line: none; word-break: break-word;"><table style="border-collapse: collapse; border-left: 1px solid rgb(228, 228, 228); border-right: 1px solid rgb(228, 228, 228); font-feature-settings: "liga" 0;"><tbody><tr><td style="border-top: 1px solid rgb(228, 228, 228); padding: 18px 0px 12px; vertical-align: top;"><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><a href="https://www.ilgiornale.it/news/politica/frederik-x-nuovo-re-senza-corona-2268515.html" rel="nofollow" style="display: inline; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Frederik X, il nuovo re (senza corona) - ilGiornale.it</span></a></span></td></tr></tbody></table><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-decoration-line: none; word-break: break-word;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="color: #3c61aa; text-decoration-line: none; word-break: break-word;"><table style="border-collapse: collapse; border-left: 1px solid rgb(228, 228, 228); border-right: 1px solid rgb(228, 228, 228); font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Helvetica Neue", "Segoe UI", Arial, sans-serif, "Apple Color Emoji", "Segoe UI Emoji", "Segoe UI Symbol"; font-feature-settings: "liga" 0; font-size: 13px;"><tbody><tr><td style="border-top: 1px solid rgb(228, 228, 228); font-family: Arial; padding: 18px 0px 12px; vertical-align: top;"><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><a href="https://tg24.sky.it/mondo/2024/01/15/incoronazione-danimarca-re-regina-video" rel="nofollow" style="display: inline; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank">Incoronazione in Danimarca, chi sono il nuovo re Frederik X e la regina Mary - Sky TG24</a><br /><br /><br /><table style="border-collapse: collapse; border-left: 1px solid rgb(228, 228, 228); border-right: 1px solid rgb(228, 228, 228); font-feature-settings: "liga" 0;"><tbody><tr><td style="border-top: 1px solid rgb(228, 228, 228); padding: 18px 0px 12px; vertical-align: top;"><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><a href="https://www.amica.it/2024/01/15/mary-e-frederik-di-danimarca-il-bacio-che-li-incorona-e-mette-fine-a-ogni-polemica/" rel="nofollow" style="display: inline; line-height: 20px; text-decoration-line: none; word-break: break-word;" target="_blank">Mary e Frederik di Danimarca: il bacio che li incorona e mette fine a ogni polemica - Amica</a></span></td></tr></tbody></table><br /><br /><table style="border-collapse: collapse; border-left: 1px solid rgb(228, 228, 228); border-right: 1px solid rgb(228, 228, 228); font-feature-settings: "liga" 0;"><tbody><tr><td style="border-top: 1px solid rgb(228, 228, 228); padding: 18px 0px 12px; vertical-align: top;"><span style="padding: 0px 6px 0px 0px;"><span style="line-height: 20px;"><a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/01/15/il-re-e-la-regina-che-si-incontrarono-in-un-pub-il-destino-previsto-dai-tarocchi-la-storia-damore-di-mary-e-frederik-di-danimarca/7410814/" rel="nofollow" target="_blank">Il re e la regina che si incontrarono in un pub, il destino previsto dai tarocchi - Il Fatto Quotidiano</a></span></span></td></tr></tbody></table></span></span></td></tr></tbody></table></div></td></tr></tbody></table></div>Staff di Monarchici in Retehttp://www.blogger.com/profile/10182380537301994954noreply@blogger.com0