IV. Rielaborazione dei dati statistici
Quel
mio studio ha avuto, unicamente per l'interesse intrinseco dell'argomento, una
certa, immeritata, notorietà. Tuttavia non ha avuto l'onore di critiche
demolitrici, nonostante i lati deboli che presentava, forse perché, appunto per
questi, era giudicato non meritevole di considerazione.
Perciò mi ha sorpreso, e anche lusingato, il venire a sapere, ad
oltre sei anni di distanza, di aver avuto un autorevole e cortese «obbiettore» di cui ho anche potuto leggere, ed
apprezzare, una dotta «relazione critica», che peraltro obbiettivamente ammette
la fondatezza di revisioni e rettifiche dei dati ufficiali, pur escludendo la
possibilità di un capovolgimento dei risultati del «referendum».
La posta è tale, che mi obbliga ad
una revisione del mio primitivo lavoro. Alle obbiezioni impersonalmente
rivoltemi, ho già implicitamente risposto con le considerazioni e le
precisazioni esposte nella parte Ha del presente mio scritto.
Ed ho rifatto i calcoli.
Problema 1° - Calcolare la popolazione
escluse le provincie di Bolzano
e della Venezia Giulia — alla data del 31
dicembre 1945.
Ho scelta
questa data, e non — come altri hanno preferito — il 21 aprile 1946, anzitutto perché
normalmente le statistiche demografiche si riferiscono all'ultimo giorno
dell'anno preso in considerazione; poi perché, appunto in conseguenza di questa
norma, avrei dovuto effettuare due interpolazioni, -l'una dal 21 aprile al 31
dicembre 1936, l'altra dal io gennaio al 21 aprile 1946, correndo l'alea di
maggiori errori di valutazione, nella mancanza di dati certi; infine perché —
essendo notorio che specialmente nelle grandi città gli uffici elettorali non
avevano aggiornate le inscrizioni per i nati nel 1924, e tanto meno si erano
curati di inscrivere i nati nel primo quadrimestre 1925 — un calcolo di
popolazione elettorale, riferito alla popolazione del Regno alla data del 31
dicembre 1945, avrebbe in ogni caso rivelato un errore in eccesso, largamente
compensatore della omissione relativa ai nati nel primo quadrimestre 1925.
Ai nuovi
calcoli, è interessante premettere, per i raffronti opportuni, un prospetto di
«dati di popolazione» rilevati da fonti diverse e a date diverse, che
pongono in evidenza le differenze che si riscontrano fra i dati di una stessa
fonte, rilevati con metodi diversi: si tenga presente che è stata sempre fatta
deduzione degli abitanti delle provincie di Bolzano e della Venezia Giulia.
— 21 aprile 1936 — CENSIMENTO.
— 31 dicembre 1941 — calcolato dall'Ist.
Centrale di Statistica‑
-
1 luglio 1943 —
calcolato c. s. (dato accettato nei «Rilievi
statistici...» dell'A. - 2»
e 3» parte) .
—
31 dicembre
1945 — dati calcolati dall’Autore:
a)
utilizzando gli indici di
accrescimento naturale della popolazione, e deducendo successivamente la «diminuzione
naturale» calcolata, per il quinquennio
bellico
1941-1945 . • •, •
b) come sopra, ma calcolando separatamente
l'accrescimento 1936-1941, e l'accrescimento 1941-1945, calcolato quest'ultimo
sulla base di un indice di accrescimento risultante dalla preventiva deduzione
dell'indice di i diminuzione» dall'indice di accrescimento normale
Dati rilevati
dall'Autore sulle valutazioni effettuate dall'Istituto Centr. di Stat. (pubblicate sui a compendi » 1951-1952)
a) aggiungendo le «eccedenze dei
nati vivi sui morti» —esclusi i morti in zona di operazioni:
—
partendo dal 31 dicembre 1941 • • 44.344.043
—
partendo dal io luglio 1943. . • • • 44.840.449
b) sottraendo le «eccedenze» dalla
popolazione valutata al 31 dicembre 1946 (Compendio Statistico Italiano
1951: 45.310.000) . • • • • • • 44. 190600
Dato risultante dalla cifra «ufficiale» di n.
28.021.335 elettori,
sulla base di un «indice di
maggiore età» pari al 6o% 46.700.000
Per la revisione dei calcoli ho adottato due metodi, l'uno «ascendente», sommando- cioè al dato di popolazione del censimento 21 aprile 1936, le eccedenze annuali dei nati vivi sui morti, per un totale di 3.020.000, che portano la popolazione del Regno al 31 dicembre 1945 — escluse sempre le Provincie di Bolzano e della Venezia Giulia— a 44.750.000; poiché però le « eccedenze» di cui sopra non 'tengono conto dei morti in zona di operazione, e questi risultano valutati a circa mezzo milione, il dato risultante è di circa 44.250.000.
L'altro
metodo, «discendente», sottraendo cioè le eccedenze annuali dal dato di
popolazione fornito dal censimento 4 novembre 1951, in base al quale la
popolazione dello Stato, entro i confini attuali, risulta di n. 47.138.000.
Deducendone la provincia di Bolzano, si ha la cifra di
46.797.000. La somma delle «eccedenze» da dedurre, è rettificata in 2.778.000,
e conseguentemente risulta, alla data del 31 dicembre 1945, una
popolazione pari a 44.019.000.
Poiché il numero dei morti in zona
di operazione è stato riassorbito nelle normali «statistiche di mortalità»
durante il quinquennio 1946-1950, alla cifra di 44.019.000 non sono da
apportare ulteriori deduzioni; e poiché è tratta da un dato certo, quale
il risultato del Censimento 1951, è logico concludere che in realtà alla
data del 31 dicembre 1945 la popolazione del territorio del Regno
— escluse le Provincie di Balzano e della Venezia
Giulia era di 44.019.000.
Conseguentemente è da rilevare che, per affermare la cifra di 28 milioni di elettori, il Ministro dell'Interno ha «pensati» circa 2.700.000 Italiani in più; vale a dire, ha attribuito all'Italia, nel 1945, la popolazione che l'Italia avrebbe avuto sei anni dopo, nel 1951, e cioè 46.700.000. Problema IP — Calcolare la «popolazione elettorale» probabile, alla data del 31 dicembre 1945.
Non potendo disporre di dati
completi relativi alla distribuzione della popolazione per classi di età, e non
volendo far uso delle «tavole di mortalità» per evitarne gli errori «in eccesso»
di cui ho già fatto cenno, la soluzione del problema non può ottenersi,
per la maggiore approssimazione che consente, se non basandosi sull’«indice
di maggiore età».
In proposito ho già posto in
rilievo le peculiarità del metodo, che escludendo 'a priori l'ipotesi di una
costanza dell'indice nel tempo e nel territorio considerati, escludono anche a
priori una variazione graduale costante, e tanto meno di eguale
caratteristica, a causa della variabilità continua della incidenza dell'indice
annuale di natalità, e dell'indice annuale di mortalità per classi di età. Ed
ho già rilevato il fenomeno dell'annullamento, al termine di un quinquennio di
guerra, dell'aliquota di aumento dell'indice di maggior età verificatosi
durante il quinquennio precedente ad un periodo bellico.
Così è da osservare che, mentre alla data del Censimento 21 aprile 1936 l'indice di maggiore età risultava di 60,3o%, e al termine di quel quinquennio (1936-1940) esso poteva considerarsi vicino al 62%, il forte aumento nel numero dei morti e deve tenersi conto anche dei morti in zona di operazione — verificatosi durante il quinquennio 1941-1945, proporzionalmente assai più elevato della contemporanea diminuzione delle nascite, ha necessariamente provocato il fenomeno inverso, del « ringiovanimento », cioè ha riabbassato l'indice di maggiore età, riportandolo ai valori, quanto meno, della fine del quinquennio 1931-1935, inferiori al 6o% : ripetendosi, in so stanza, il fenomeno verificatosi nel quinquennio 1915-1920.
Ne consegue, per logica deduzione,
che nel 1945-1946 l'indice di maggiore età non poteva superare il 6o%.
Queste le considerazioni, e le
ragioni che mi hanno fatto adottare, e tener fermo, l'indice del 60%.
A riprova, basti osservare che
l'Istituto Centrale di Statistica ha calcolato l'indice di maggiore età pari
al 63,30% alla data del 31 dicembre 1950, in rapporto ad una
popolazione e ad una distribuzione per classi di età, che i successivi dati del
censimento 4 "novembre 1951 • confermano esattamente calcolate.
L'aliquota di aumento nel
quinquennio 1946-1950 (3,3%), è giustificata da un più intenso processo di «invecchiamento
dovuto al fatto che la
« ripresa» nelle nascite è sensibilmente diminuita nella seconda metà del quinquennio stesso, cosicché si rileva nel quinquennio un andamento in diminuzione delle nascite, più sensibile del contemporaneo andamento in diminuzione delle morti.
Stabilito quindi l'indice di
maggiore età del 6o% della popolazione, e questa accertata in 44.019.000, ne
risulta che la popolazione elettorale, alla data del 31 dicembre 1945,
nel territorio del Regno, escluse le provincie di Bolzano e della Venezia
Giulia, è da ritenersi pari a 26.411.400.
Ne consegue che, operandosi la differenza fra i «26.411.400 elettori
legittimi» e i 28.021.375 elettori dichiarati dal Ministro dell'Interno, ne
risultano a 1.609.975 presunti
elettori», che corrispondono al 6o% dei 2.700.000 Cittadini «pensati in più»,
con una anticipazione di anni sei sull'accrescimento costante della
popolazione italiana».
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