NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 31 marzo 2021

Il libro azzurro sul referendum - XXI cap - 4




IV.     Rielaborazione dei dati statistici

Quel mio studio ha avuto, unicamente per l'interesse intrinseco dell'argomento, una certa, immeritata, notorietà. Tuttavia non ha avuto l'onore di critiche demolitrici, nonostante i lati deboli che presentava, forse perché, appunto per questi, era giudicato non meritevole di considerazione.

Perciò mi ha sorpreso, e anche lusingato, il venire a sapere, ad oltre sei anni di distanza, di aver avuto un autorevole e cortese «obbiettore» di cui ho anche potuto leggere, ed apprezzare, una dotta «relazione critica», che peraltro obbiettivamente ammette la fondatezza di revisioni e rettifiche dei dati ufficiali, pur escludendo la possibilità di un capovolgimento dei risul­tati del «referendum».

La posta è tale, che mi obbliga ad una revisione del mio primitivo lavoro. Alle obbiezioni impersonalmente rivoltemi, ho già implicitamente risposto con le considerazioni e le precisazioni esposte nella parte Ha del presente mio scritto.

Ed ho rifatto i calcoli.

 

Problema 1° - Calcolare la popolazione escluse le provincie di Bolzano

e della Venezia Giulia — alla data del 31 dicembre 1945.

 

Ho scelta questa data, e non — come altri hanno preferito — il 21 aprile 1946, anzitutto perché normalmente le statistiche demografiche si riferi­scono all'ultimo giorno dell'anno preso in considerazione; poi perché, appunto in conseguenza di questa norma, avrei dovuto effettuare due inter­polazioni, -l'una dal 21 aprile al 31 dicembre 1936, l'altra dal io gennaio al 21 aprile 1946, correndo l'alea di maggiori errori di valutazione, nella mancanza di dati certi; infine perché — essendo notorio che specialmente nelle grandi città gli uffici elettorali non avevano aggiornate le inscrizioni per i nati nel 1924, e tanto meno si erano curati di inscrivere i nati nel primo quadrimestre 1925 — un calcolo di popolazione elettorale, riferito alla popolazione del Regno alla data del 31 dicembre 1945, avrebbe in ogni caso rivelato un errore in eccesso, largamente compensatore della omissione relativa ai nati nel primo quadrimestre 1925.

Ai nuovi calcoli, è interessante premettere, per i raffronti opportuni, un prospetto di «dati di popolazione» rilevati da fonti diverse e a date diverse, che pongono in evidenza le differenze che si riscontrano fra i dati di una stessa fonte, rilevati con metodi diversi: si tenga presente che è stata sempre fatta deduzione degli abitanti delle provincie di Bolzano e della Venezia Giulia.

  21 aprile 1936 — CENSIMENTO.

  31 dicembre 1941 — calcolato dall'Ist. Centrale di Statistica‑

-       1 luglio 1943 — calcolato c. s. (dato accettato nei «Rilievi

statistici...» dell'A. - 2» e 3» parte) .

  31 dicembre 1945 — dati calcolati dall’Autore:

a)   utilizzando gli indici di accrescimento naturale della po­polazione, e deducendo successivamente la «diminu­zione naturale» calcolata, per il quinquennio bellico

1941-1945                     .       •,     

b)       come sopra, ma calcolando separatamente l'accresci­mento 1936-1941, e l'accrescimento 1941-1945, calcolato quest'ultimo sulla base di un indice di accrescimento risultante dalla preventiva deduzione dell'indice di i diminuzione» dall'indice di accrescimento normale

Dati rilevati dall'Autore sulle valutazioni effettuate dall'Isti­tuto Centr. di Stat. (pubblicate sui a compendi » 1951-1952)

a) aggiungendo le «eccedenze dei nati vivi sui morti» —esclusi i morti in zona di operazioni:

   partendo dal 31 dicembre 1941                            44.344.043

   partendo dal io luglio 1943. .                                         44.840.449

b) sottraendo le «eccedenze» dalla popolazione valutata al 31 dicembre 1946 (Compendio Statistico Italiano

1951: 45.310.000)   .                                                    44. 190600

Dato risultante dalla cifra «ufficiale» di n. 28.021.335 elettori,

sulla base di un «indice di maggiore età» pari al 6o%       46.700.000

Per la revisione dei calcoli ho adottato due metodi, l'uno «ascendente», sommando- cioè al dato di popolazione del censimento 21 aprile 1936, le eccedenze annuali dei nati vivi sui morti, per un totale di 3.020.000, che portano la popolazione del Regno al 31 dicembre 1945 — escluse sempre le Provincie di Bolzano e della Venezia Giulia— a 44.750.000; poiché però le « eccedenze» di cui sopra non 'tengono conto dei morti in zona di opera­zione, e questi risultano valutati a circa mezzo milione, il dato risultante è di circa 44.250.000.

L'altro metodo, «discendente», sottraendo cioè le eccedenze annuali dal dato di popolazione fornito dal censimento 4 novembre 1951, in base al quale la popolazione dello Stato, entro i confini attuali, risulta di n. 47.138.000. Deducendone la provincia di Bolzano, si ha la cifra di 46.797.000. La somma delle «eccedenze» da dedurre, è rettificata in 2.778.000, e conseguentemente risulta, alla data del 31 dicembre 1945, una popolazione pari a 44.019.000.

Poiché il numero dei morti in zona di operazione è stato riassorbito nelle normali «statistiche di mortalità» durante il quinquennio 1946-1950, alla cifra di 44.019.000 non sono da apportare ulteriori deduzioni; e poiché è tratta da un dato certo, quale il risultato del Censimento 1951, è logico concludere che in realtà alla data del 31 dicembre 1945 la popolazione del territorio del Regno — escluse le Provincie di Balzano e della Venezia

Giulia  era di 44.019.000.

Conseguentemente è da rilevare che, per affermare la cifra di 28 mi­lioni di elettori, il Ministro dell'Interno ha «pensati» circa 2.700.000 Ita­liani in più; vale a dire, ha attribuito all'Italia, nel 1945, la popolazione che l'Italia avrebbe avuto sei anni dopo, nel 1951, e cioè 46.700.000. Problema IP — Calcolare la «popolazione elettorale» probabile, alla data del 31 dicembre 1945.

Non potendo disporre di dati completi relativi alla distribuzione della popolazione per classi di età, e non volendo far uso delle «tavole di mor­talità» per evitarne gli errori «in eccesso» di cui ho già fatto cenno, la soluzione del problema non può ottenersi, per la maggiore approssima­zione che consente, se non basandosi sull’«indice di maggiore età».

In proposito ho già posto in rilievo le peculiarità del metodo, che escludendo 'a priori l'ipotesi di una costanza dell'indice nel tempo e nel territorio considerati, escludono anche a priori una variazione graduale co­stante, e tanto meno di eguale caratteristica, a causa della variabilità con­tinua della incidenza dell'indice annuale di natalità, e dell'indice annuale di mortalità per classi di età. Ed ho già rilevato il fenomeno dell'annulla­mento, al termine di un quinquennio di guerra, dell'aliquota di aumento dell'indice di maggior età verificatosi durante il quinquennio precedente ad un periodo bellico.

Così è da osservare che, mentre alla data del Censimento 21 aprile 1936 l'indice di maggiore età risultava di 60,3o%, e al termine di quel quinquen­nio (1936-1940) esso poteva considerarsi vicino al 62%, il forte aumento nel numero dei morti e deve tenersi conto anche dei morti in zona di ope­razione — verificatosi durante il quinquennio 1941-1945, proporzionalmente assai più elevato della contemporanea diminuzione delle nascite, ha neces­sariamente provocato il fenomeno inverso, del « ringiovanimento », cioè ha riabbassato l'indice di maggiore età, riportandolo ai valori, quanto meno, della fine del quinquennio 1931-1935, inferiori al 6o% : ripetendosi, in so stanza, il fenomeno verificatosi nel quinquennio 1915-1920.

Ne consegue, per logica deduzione, che nel 1945-1946 l'indice di mag­giore età non poteva superare il 6o%.

Queste le considerazioni, e le ragioni che mi hanno fatto adottare, e tener fermo, l'indice del 60%.

 A riprova, basti osservare che l'Istituto Centrale di Statistica ha calco­lato l'indice di maggiore età pari al 63,30% alla data del 31 dicembre 1950, in rapporto ad una popolazione e ad una distribuzione per classi di età, che i successivi dati del censimento 4 "novembre 1951 confermano esatta­mente calcolate.

L'aliquota di aumento nel quinquennio 1946-1950 (3,3%), è giustificata da un più intenso processo di «invecchiamento dovuto al fatto che la

« ripresa» nelle nascite è sensibilmente diminuita nella seconda metà del quinquennio stesso, cosicché si rileva nel quinquennio un andamento in diminuzione delle nascite, più sensibile del contemporaneo andamento in diminuzione delle morti.

Stabilito quindi l'indice di maggiore età del 6o% della popolazione, e questa accertata in 44.019.000, ne risulta che la popolazione elettorale, alla data del 31 dicembre 1945, nel territorio del Regno, escluse le provincie di Bolzano e della Venezia Giulia, è da ritenersi pari a 26.411.400.

Ne consegue che, operandosi la differenza fra i «26.411.400 elettori legittimi» e i 28.021.375 elettori dichiarati dal Ministro dell'Interno, ne risultano a 1.609.975 presunti elettori», che corrispondono al 6o% dei 2.700.000 Cittadini «pensati in più», con una anticipazione di anni sei sul­l'accrescimento costante della popolazione italiana».

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