Il 13 giugno 1946, alle 15:40, Umberto II di Savoia lasciò il Quirinale per dirigersi all’aeroporto di Ciampino. Qui salì su un aereo che lo avrebbe portato lontano dall’Italia, destinazione Portogallo.
L’ultimo Re del Regno d’Italia non sapeva che non avrebbe rimesso più piede nel Paese. Pensava, infatti, si trattasse di un allontanamento temporaneo, com’era stato per altri regnanti europei, che dopo un breve esilio avevano fatto poi ritorno nei rispettivi paesi. Non poteva immaginare che nel 1947 sarebbe stato pubblicato un articolo della Costituzione che recitava: “I membri e i discendenti di Casa Savoia non sono elettori e non possono ricoprire uffici pubblici né cariche elettive. Agli ex re di Casa Savoia, alle loro consorti e ai loro discendenti maschi sono vietati l’ingresso e il soggiorno sul territorio nazionale“.
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https://www.vanillamagazine.it/esilio-e-morte-di-umberto-ii-di-savoia-il-re-di-maggio/
io non mi permetto di criticare la costituzione e non ho neanche la capacità intellettuale per farlo però posso dire il mio pensiero, per me è stata una crudelta inutile, lasciare in esilio un uomo che non avava nessuna colpa, io penso che le colpe dei padri non possono ricadere sui figli.
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