NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

domenica 10 gennaio 2021

Capitolo X: L’incontro con l’amico del circo

 di Emilio Del Bel Belluz

I giorni, che Carnera aveva a disposizione prima del suo terzo match contro Salvatore Ruggirello, non erano molti. Bisognava incominciare subito la sua preparazione, il suo allenatore gli aveva parlato come se fosse suo padre, gli aveva detto di non pensare che all’incontro, di evitare qualsiasi distrazione, perché il prossimo match non sarebbe stato facile. Paul aveva notato che Primo aveva bisogno di diventare più agile sul ring, e di aumentare la massa muscolare. Carnera pensava al momento in cui sarebbe risalito sul ring e, specialmente, ai cinquemila franchi che avrebbe preso come borsa. La somma sarebbe stata spedita quasi interamente alla madre, sapeva di farla felice, e di renderla più tranquilla per il futuro. Il mattino dopo incominciarono gli allenamenti. Era l’inizio di ottobre, il mese che a Carnera faceva pensare alla scuola e alla sua vecchia maestra che gli aveva insegnato molte cose, ma soprattutto a diventare una persona leale e disponibile. Portava sempre nel suo cuore la sua vecchia insegnante e ogni tanto pregava per lei la sera, anche se non serviva, di sicuro era in paradiso con il buon Dio. Il suo allenatore faticava a star dietro a Primo quando correva e decise che avrebbe usato una bicicletta per poter stargli accanto. Paul  non era più giovane e i combattimenti effettuati avevano fiaccato il suo fisico.  Carnera in quel periodo era felice, perché ogni giorno faceva colazione  nel solito bistrot, e sapeva d’aver conquistato la simpatia della cameriera. Gli aveva riservato un tavolino, dove veniva preparata una colazione da campione. Questo trattamento insospettì Paul che raccomandò al suo pupillo di non imbarcarsi in storie sentimentali, l’avrebbero distratto, invece, Primo doveva mantenere la massima concentrazione. Alla fine della giornata  volle andare a trovare il vecchio prete, non solo per pregare con lui, ma per sapere come aveva risolto il problema dell’alloggio per l’ufficiale dello zar. Il curato fu felice di vedere Primo, e senza che lui dicesse nulla, gli raccontò che aveva trovato una soluzione definitiva: il vecchio ufficiale dello Zar era stato alloggiato in una stanza vicino alla canonica che apparteneva alla chiesa e stava lavorando come sacrestano. Con i soldi di Carnera gli aveva comprato alcuni abiti, da sostituire agli stracci che indossava. La perpetua provvedeva a consegnargli a pranzo e a cena una gavetta ricolma di cibo; era stato proprio l’ufficiale a chiederle di usare quel contenitore, perché non voleva dimenticare come mangiava nel periodo della guerra. Con la gavetta gli veniva consegnato anche del pane e della frutta. L’uomo aveva in questo modo cambiato la sua vita, finalmente, non doveva più dormire sotto le stelle, ma in una stanza riscaldata e confortevole.  Paul Journée aveva sentito la conversazione e nel suo cuore di guerriero questa storia avevano fatto breccia: il suo pupillo aveva un grande cuore. Lasciando la chiesa, dove aveva pregato ancora una volta rivolgendosi alla Madonna, diede al curato ancora dei soldi, e lo abbracciò con affetto. Furono dei giorni duri, alla mattina gli piaceva correre lungo l’argine, la nebbia lo avvolgeva, quasi lo proteggeva e lo consolava. Correva su un tappeto formato dalle foglie portate dal vento, sentiva il profumo del fiume ed osservava i pescatori che ritiravano le reti. Quando trovava qualche persona che lo salutava, gli sembrava, almeno per un attimo, d’essere a Sequals, il paese del cuore. Pensava al piccolo mondo che aveva lasciato: a sua madre che alla mattina faceva il pane, preparava il cibo con quelle mani che avevano tanto lavorato, e ai fratelli che si alzavano presto per sistemare gli animali nella stalla, e poi prendere la via dei campi. Paul Journée in palestra lo aveva messo sotto pressione con una serie di allenamenti che gli dovevano permettere di affrontare anche le dieci riprese, perché sul ring non si vince sempre per KO come era successo all’inizio.  Ogni giorno il suo allenatore vedeva che faceva dei progressi, stava affinando la tecnica e si  dimostrava un ottimo allievo di cui essere soddisfatto. In palestra arrivavano sempre delle persone che volevano assistere agli allenamenti, e rimanevano in silenzio, come se dovessero guardare una proiezione di un film. Carnera non si sentiva affatto imbarazzato nell’essere osservato, e gli sarebbe  piaciuto parlare con queste persone. Un giorno Primo ebbe una gradita sorpresa, venne a trovarlo il suo amico del circo, il clown Antonio, a cui era cui era molto affezionato. Questi entrato in palestra si era messo a urlare il nome di Carnera, che richiamato dalle forti grida , si fermò e decise di fare una pausa, contro la volontà di Paul Journée. Andò verso il suo amico e lo abbracciò. Non lo vedeva da tanto tempo, e lo sollevò come un fuscello, sotto lo sguardo stupito dei suoi amici pugili e del pubblico che erano accorsi per vederlo. Tra coloro che stavano guardando gli allenamenti c’era un giornalista con un fotografo che immortalò l’abbraccio tra i due amici.  Il circo si era acquartierato proprio in paese, e l’amico nano aveva letto dai giornali che il gigante si stava allenando per preparare la sua nuova sfida, ed era corso, pertanto, da lui. Il proprietario del circo gli aveva chiesto di salutargli il lottatore; da quando non c’era più Carnera le cose non andavano più bene, il pubblico non era più quello di una volta e la vita era diventata assai dura. Primo sentendo queste cose si rattristò,  perché lasciandoli li aveva provocato un disagio economico. Carnera chiese al suo amico di scusarlo, ma doveva riprendere gli allenamenti, promettendogli che si sarebbero rivisti. Mentre lo accompagnava, gli chiese il permesso di donargli dei franchi, erano un piccolo aiuto a un grande amico, con il quale aveva passato tanti giorni nella speranza che qualcosa cambiasse.  Il nano lo ringraziò, e gli disse che il suo buon cuore non era cambiato. L’indomani, la foto che aveva immortalato Carnera e l’amico del circo fu nella prima pagina della gazzetta sportiva. Il giorno dopo Carnera ebbe la felicità di vedere la sua foto sul giornale e leggere  la storia di una grande amicizia, perché il giornalista era stato a trovare il suo amico Antonio che  gli aveva raccontato la loro storia.


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