NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

domenica 25 febbraio 2018

I violenti e le parole ambigue


Se il fascismo è violenza, illegalità e soppressione delle libertà, la sua antitesi non è l’antifascismo, è la democrazia
di Ernesto Galli della Loggia
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Di fronte ai fatti di violenza di questi giorni la quale pretende essere di sinistra, la domanda da porsi è: quale linea politica, quale parola d’ordine, servono per tracciare rispetto a tale violenza la linea di confine più invalicabile? Quale valore serve a prenderne le distanze nel modo più netto? La parola d’ordine e il valore dell’antifascismo o della democrazia e della legge? Se il fascismo è violenza, illegalità e soppressione delle libertà, ebbene, allora la sua antitesi non è l’antifascismo, è la democrazia. La storia del resto conta pure qualcosa: mentre non è mai esistita una democrazia o un democratico che non fosse antifascista, più e più volte, all’opposto, persone, movimenti e regimi che si identificavano con l’antifascismo hanno mostrato che con la democrazia non avevano molto a che fare. L’antifascismo (insieme alla vittoria degli Alleati) ha dato al nostro Paese la democrazia, e ciò resta a suo merito. Ma oggi dei suoi emuli violenti della venticinquesima ora non c’è alcun bisogno: per guardarsi dai pericoli la democrazia italiana basta a se stessa.



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