Testo della conferenza del 4 Febbraio 2018 per il Circolo Rex di Domenico Giglio
La data stabilita era il 2 con
prosecuzione nel giorno successivo 3 giugno fino alle ore 12 dopo di che sarebbe
iniziati lo spoglio delle schede cominciando da quelle del referendum istituzionale.
La Regina votò il 2 e non avendo ritirato la scheda del referendum fu quasi accusata
di essere repubblicana non comprendendone la signorilità del gesto lo stesso che
la mattina del 3 avrebbe fatto il Re che non intendeva votare per se stesso sempre
per quella superiore visione di imparzialità e disinteresse personale-che lo aveva
contraddistinto nei due anni di Luogotenenza.
Adesso si entra nelle vicende
del conteggio dei voti con una lettera iniziale del 4 giugno di De Gasperi a Lucifero
attestante una maggioranza monarchica che l’indomani 5 giugno veniva ribaltata con
un vantaggio per la-repubblica di due milioni di voti ormai incolmabile. Di fronte
a questi risultati il Re prese-una amara decisione altrimenti inspiegabile, di far
partire da Napoli per il Portogallo, la Regina ed i principini sull’incrociatore
“Duca degli Abruzzi”, che un mese prima aveva portato in esilio in Egitto il Re
Vittorio e la Regina Elena che per la storia furono accolti regalmente dall’allora
Re Farouk, prendendo residenza in una modesta villetta denominata “Villa
Jela”(nome di Elena in montenegrino ). Ed in questa villa ad Alessandria d’Egitto
si spense il successivo 28 dicembre 1947 il Re Vittorio Emanuele avendo sempre grazie
alla signorilità di Farouk funerali imponenti con l’esercito egiziano schierato
presenti i Reali di tutte le maggiori famiglie, oltre logicamente al Re Umberto
ed i Savoia per essere tumulato in una semplice tomba nella Chiesa di Santa Caterina
da dove dopo settant’anni rientrato il feretro in Italia è stato accolto nel Santuario
di Vicoforte opera di un suo avo Carlo Emanuele I.
Sempre in questa giornata il
Re ritenne di dover lasciare in deposito nel caveau della Banca d’Italia le gioie
della Corona con la scritta “ a chi di dovere” atto ancora una volta di una estrema
signorilità perché obiettivamente appartenevano a Casa Savoia, come esclamò Einaudi
presente quale Governatore “ma perché non se le porta via. E’ tutta roba sua “,
gioie che Lucifero scrive “…io vedo per la prima volta e che sono davvero meravigliose:
valgono più di un miliardo.”
Tornando alle vicende post referendarie
inizia qui il drammatico scontro tra il Re che vuole il rispetto della legalità
democratica e che tutto si svolga regolarmente con il controllo della Corte Suprema
di Cassazione cui per legge spettava il controllo finale dei risultati ed il Governo
in cui la quasi totalità dei ministri repubblicani ritiene oramai decisa la vittoria
repubblicana e legittimo il risultato e non vede cosa aspetti il Sovrano a lasciare
anche lui l’Italia. Ma il 7 giugno alcuni politici-di parte monarchica in primo
luogo Enzo Selvaggi ed alcuni giuristi di Padova trovano che alle cifre-esposte
da Romita manca qualcosa di molto importante e cioè il numero totale dei “votanti”
come scritto nelle legge sul quale calcolare la effettiva maggioranza dei voti e
da qui nascono i ricorsi alla Corte di Cassazione sul significato di “votante”,
mentre giungono alla stessa centinaia di ricorsi su singoli fatti avvenuti nelle
sezioni-prima e durante gli scrutini. Il Re che deve consultarsi con i suoi consiglieri
divisi tra i fautori della maniera “forte” nei confronti del Governo e quelli più
propensi a soluzioni diplomatiche divisione di punti di vista che durerà fino alla
scelta del 13 giugno si reca in una visita già definibile di “commiato” la sera
del 7 alle 19,30 in Vaticano, da Pio XII. L’incontro privato di trenta minuti ha
ormai solo un carattere protocollare ed il Pontefice accomiatandosi dal Re ha per
Lui nobili parole,” E’ nel segno del rispetto della legge divina ed umana che Vostra
Maestà troverà in questi giorni amarissimi la giusta strada secondo le tradizioni
della sua Casa”, ma che ormai non possono portare ad alcun risultato pratico. E
di questo carattere privato e politicamente inutile la controprova è nel diario
di Lucifero che alla data del 7 non ne fa alcun accenno avendo avuto invece
incontri importanti fra i quali quello con Massimo Pilotti Procuratore Generale
della Cassazione.
La Chiesa infatti si era mantenuta
piuttosto equidistante sul problema referendario anche se fra le righe del messaggio
papale poteva scorgersi una certa contrarietà-a cambiamenti istituzionali ma era
abbastanza noto che i due maggiori collaboratori del Pontefice i monsignori Montini
e Tardini fossero uno più propenso alla soluzione repubblicana e l’altro al
mantenimento della Monarchia. Del resto nessuna pressione era stata esercitata sul
partito democratico cristiano che-si era pronunciato nel suo congresso prima del
referendum a maggioranza degli iscritti ( circa un milione ) particolarmente i giovani
ed i maggiorenti del partito per la repubblica maggioranza che non corrispose a
quella dei suoi elettori che furono 8.083.208
( otto milioni ottantatremiladuecentootto ) dei quali la stragrande maggioranza votò
per la Monarchia.
Nella giornata dell’8 giugno
da parte del Presidente dell’Unione Monarchica Italiana Tullio Benedetti, che era
stato eletto alla Costituente con il Blocco Nazionale della Libertà viene inviata
una lettera all’ammiraglio Stone per sottolineare la irregolarità del referendum
ma la lettera rimane senza risposta. Gli anglo-americani pilatescamente si lavano
le mani circa le vicende elettorali ed a nulla pure giova un incontro del generale
Infante sempre con Stone malgrado una amicizia personale tra i due militari. La
Monarchia abbandonata anche da generali spergiuri e da una parte della nobiltà da
sola aveva affrontato la battagli referendaria e sola era anche adesso con il solo
popolo altrimenti non si spiegherebbero i milioni di-voti ottenuti mentre i
“poteri forti” nazionali ed internazionali avevano parteggiato per la repubblica
facendo in particolare, per quelli nazionali della Monarchia il “capro espiatorio”
delle loro colpe ben maggiori per cui come scrisse un grande giornalista liberale
Manlio Lupinacci “la Monarchia non è stata sconfitta è stata tradita”.Del resto
gli americani erano fondamentalmente e storicamente contrari alle monarchie e nel
Regno Unito dal 1945 non vi era al governo Churchill, di cui conosciamo i lusinghieri
giudizi sulla figura di Umberto - battuto alle elezioni dal laburista Attlee.
Queste manovre di esponenti del
governo sulla magistratura per affrettare la proclamazione della repubblica con
pressioni e motivazioni menzognere sul Presidente Pagano portano ad una riunione
ufficiale della Corte Suprema di Cassazione il pomeriggio del 10 giugno a Montecitorio
nella Sala della Lupa ma, il Presidente-Pagano si limita alla lettura dei dati pervenutigli
con i voti attribuiti alle due forme istituzionali rinviando ad una successiva seduta
i-dati definitivi. Questa lettura provoca un grande scorno nel campo repubblicano
e dà motivo al Re di attendere sempre sereno e fiducioso la seconda riunione da
tenersi dopo l’esame delle contestazioni, delle proteste dei reclami e dei ricorsi.
Il Guardasigilli Togliatti non
era stato però in tutti i mesi precedenti con le mani in mano per cui la Suprema
Corte aveva già al suo interno una parte “governativa” guidata dal Consigliere Brigante
e di questo si sarebbe avuta la prova in occasione della discussione del ricorso
sul numero dei votanti quando contro il parere espresso dal Procuratore Generale
12 consiglieri votarono contro l’accoglimento dei ricorsi e solo sette compreso
il Presidente Pagano a favore..Perciò si doveva mettere il Re di fronte al “fatto
compiuto” e dal 10 al 12 giugno si susseguono tra il Presidente del Consiglio,
De Gasperi, e Lucifero ed il Re incontri e scontri per costringerLo a partire tanto
che il Re in quella che sarebbe stata l’ultima notte in territorio italiano pernottò
in una abitazione privata a via Verona 3 raggiungibile solo attraverso il generale
Graziani dopo essere stato a cena a casa dell’amico giornalista Luigi Barzini circostanza
che denota la tranquillità del Re che non immaginava quanto stava avvenendo nel
Consiglio dei Ministri. Ed il Ministro Lucifero quando- si reca da Lui il 13 mattina
alle 8,30 con il comunicato del Governo che proclamava De Gasperi quale Presidente
del Consiglio nuovo capo dello stato facendo del Sovrano un privato cittadino trova
il Re già al corrente perché avvertito dal Barzini così-da questa ora iniziano per
terminare alle 15,30-le sette ore più drammatiche della vita del Re e della moderna
storia d’Italia.
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