Il Bloc Notes di Michele Magno
Oggi compie settantacinque anni. Per la seconda volta, a causa della pandemia, il compleanno viene celebrato senza parate militari e Frecce Tricolori. Forse è meglio così. Infatti, una certa retorica commemorativa omette di ricordare che la Repubblica non entra nella storia italiana con le folle in tripudio e i nuovi tricolori esposti ai balconi. Al contrario, vi entra quasi di soppiatto, con uno scarno comunicato del governo. E vi entra con un paese diviso e turbato dalla dozzina di morti che insanguinano i vicoli di Napoli. È l’episodio forse più drammatico del tormentato esordio della democrazia repubblicana (Gianni Oliva, Gli ultimi giorni della monarchia, Mondadori, 2016).
L’antefatto: il 2 e 3 giugno 1946 i nostri concittadini si mettono disciplinatamente in coda davanti ai seggi. La scheda elettorale che si trovano tra le mani è semplice, con un titolo sintetico (“Referendum sulla forma istituzionale dello Stato”) e due simboli chiari. Sulla sinistra, il profilo della penisola e al centro una testa di donna con una corona turrita ornata di foglie di lauro e di quercia: sopra, la parola “Repubblica”. Sulla destra, un profilo della penisola pressoché identico all’altro e nel centro lo stemma sabaudo (lo scudo con la croce bianca): sopra, la parola “Monarchia”.
Quando le urne si chiudono, al neonato suffragio universale hanno partecipato quasi venticinque milioni di votanti (di cui tredici milioni donne), il 90 per cento degli aventi diritto. Ma il conteggio è lento e fornisce risultati sensibilmente diversi da quelli attesi: anziché una travolgente vittoria repubblicana, una vittoria controversa e un paese geograficamente spaccato in due: il Sud monarchico, il Centronord repubblicano. Per di più, i risultati arrivano al Viminale in ritardo. I più tempestivi sono quelli delle regioni meridionali, dove la guerra era finita da tempo ed era stato possibile ripristinare telegrafi e linee telefoniche. I dati sono frammentari e ufficiosi, ma alcuni quotidiani si sbilanciano annunciando il probabile successo della monarchia.
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Una ricostruzione storica a dir poco sconcertante. W la Monarchia sabauda tutta la vita!
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