NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

domenica 19 marzo 2017

Voglia di Re, i monarchici pensano alle urne

di  Alfonso Raimo-Dire

Al grido di “avanti Savoia!”, sospinti dal proporzionale e ingolositi da una soglia di sbarramento accessibile, i monarchici accarezzano l‘idea di candidarsi alle politiche.
“Estote parati”, dice il presidente dell’Unione monarchica italiana Alessandro Sacchi, al termine di un infuocato discorso a Roma, in via Cavour.

Ad applaudire, in una sala dove sono rimasti solo posti in piedi, tra corone e gigantografie di Umberto II, stemmi della casa reale e tricolori del Regno, anche l’ex presidente del Senato (della Repubblica) Renato Schifani, l’ex ministro montiano Giulio Terzi di Sant’Agata, l’ex presidente della commissione finanze della Camera Daniele Capezzone.
Sua altezza reale Bianca di Savoia-Aosta, contessa Arrivabene, primogenita del duca Amedeo, rappresenta la dinastia (ex) regnante ( in realtà S.A.R. la Principessa Mafalda, terzogenita del Duca Amedeo, n.d.staff).
Spunta anche una fascia tricolore: la indossa Camillo Savini, consigliere comunale a Penne, Pescara (‘Ho la delega al Risorgimento’, spiega).

I monarchici 2.0 non hanno superato il trauma del 2 giugno 1946.Vorrebbero appellarsi nuovamente al popolo per porre l’antico dilemma: repubblica o monarchia? E questa volta, sono convinti, le cose andrebbero diversamente. Anche perché’, quel referendum sfociò in “un colpo di stato”, sostiene lo storico Francesco Perfetti. E fu solo la “grande responsabilità” di Umberto II, “uomo dal carattere meraviglioso e dai sentimenti buoni” a evitare la guerra civile. Dal lungo esilio istituzionale i monarchici potrebbero tornare oggi se la politica ne accogliesse le richieste: in primis, il rientro delle salme dei Savoia. E poi la cancellazione delle tre lettere, ‘non’, dall’articolo 139 della Costituzione (‘la forma repubblicana non puo’ essere oggetto di revisione costituzionale’).
Piattaforma accolta solo parzialmente da Schifani, per il quale “il rientro delle salme e’ di buon senso”. Impervia, invece, la strada che conduce alla revisione costituzionale: “In questa legislatura non ci sono le condizioni. Nel prosieguo, se tutte le forze politiche, a 360 gradi, fossero d’accordo, si potrebbe aprire un dibattito…”, spiega l’ex presidente del Senato. Troppo poco per convincere Sacchi, che dal palco chiede l’abrogazione del 139, “una mostruosità giuridica”.
“Noi- spiega alla DIRE il presidente dell‘Unione monarchica italiana- abbiamo due richieste. O ce le danno, o faremo da soli. Non escludiamo niente. E’ finito il tempo in cui eravamo solo portatori di voti”. Che possano esserci candidati monarchici, o liste monarchiche alle elezioni del 2018,  è sub condicione della legge elettorale.
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