AL
CONVEGNO “UMBERTO II, SETTANT'ANNI DI
ESILIO” E
ALLA CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO,
18 MARZO 2017
Al Presidente della Consulta dei Senatori del Regno, prof. Aldo Alessandro Mola
Al Presidente dell'Unione Monarchica Italiana, avv. Alessandro Sacchi.
Nell'impossibilità di assistere al Convegno “Umberto II Settant'anni di
esilio”, organizzato in Roma il 18 marzo 2017 dall'Unione Monarchica Italiana
di concerto con la Consulta dei Senatori del Regno, vi scrivo quanto avrei
detto se fossi con Voi.
E' vero: Mio Padre lasciò Roma,
lasciò l'Italia per scongiurare spargimento di sangue tra i cittadini, per non
far deflagrare quella Patria che Vittorio Emanuele II, Umberto I e suo Padre,
Vittorio Emanuele III, avevano condotto dal Risorgimento all'Unità nazionale,
dalla sconfitta di Novara del 1849 a Vittorio Veneto nel 1918, all'annessione
di Fiume, a fare dell'Italia un Paese grande e faro di civiltà nel mondo.
La Casa di Savoia ha dato tutto per l'Italia. Carlo Alberto morì esule nel 1849. Suo
nipote, Umberto I, venne ucciso a Monza mezzo secolo dopo, da un complotto
anarchico tuttora misterioso. Mio Nonno
lasciò l'Italia dopo 46 anni di regno. La sua Salma giace ad Alessandria
d'Egitto; quella di Mia Nonna a Montpellier: in due continenti diversi dopo 51
anni di matrimonio.
A sua volta Mio Padre Re partì dal suolo patrio il 13 giugno 1946 nella
certezza, lasciatagli intravvedere, di tornare presto in un Paese riconciliato
grazie a lui e ai monarchici, forti del senso dello Stato. Invece l'Assemblea costituente ne decretò
l'esilio: una pena giuridicamente immotivata, moralmente ingiusta, iniqua,
fonte di amarezza infinita. Ne sono
stata e ne sono testimone.
Mio Padre visse per l'Italia. Lo mostrò con coraggio e abnegazione anche prima che Vittorio Emanuele III gli
trasmettesse tutti i poteri della Corona con efficacia dal 5 giugno 1944. Da Luogotenente del Sovrano, Umberto II si
meritò la stima dei “benpensanti”, che non sta per conservatori: sono i
lungimiranti, sono quanti credono nell'Italia, oggi in assillo.
Perciò al referendum del 2 giugno 1946 la Monarchia ottenne quasi 11
milioni di voti e la repubblica appena il 42% degli aventi diritto al voto. La
Repubblica Gli inflisse l'esilio: una condanna non solo verso la Sua Persona,
ma contro la Storia d'Italia.
In ormai oltre settant'anni la
Repubblica non ha fatto quello che tutti gli altri Paesi d'Europa, dalla Russia
all'Albania, da Austria, Germania, Montenegro e ogni altro Stato, hanno compiuto per i propri antichi Re:
recuperarne le salme e tumularle in Patria, pilastro della propria storia. Ora
tocca allo Stato rimediare.
Sicura che voi tutti condividiate il mio pensiero, mi domando come nel
2018 l'Italia possa rievocare la Vittoria dimenticando all'estero il Re Soldato
e la Regina Elena.
Caro Presidente Mola, auguro pieno successo al Convegno e alla Seduta
della Consulta dei Senatori del Regno, di cui sono componente e i cui programmi
approvo. So che la Consulta ha per insegna la divisa di Mio Padre e di Mio
Nonno: “Italia innanzi tutto!”. Essa ci unisce.
Ginevra, 18 marzo 2017
Maria Gabriella di Savoia
Non sono mai stato monarchico ma mio padre e mio fratello lo erano.
RispondiEliminaDi recente ho avuto la possibilità di leggere il libro "Colloqui con Umberto II di Nino Bolla" e, devo confessare, mi ha aperto ad una valutazione molto meno negativa sul comportamento di Casa Savoia negli anni folli del Fascismo e molto più consapevole del disdicevole comportamento dei nostri connazionali di un qualche peso in quelle circostanze;purtroppo i nostri "vizi" emergono in ogni circostanza, ancora oggi, quando l'interesse di molti non è indirizzato all'attuazione del Bene Comune ma all'arricchimento personale non legittimo in barba all'interesse nazionale.
L'Italia e il mondo cambiano purtroppo in peggio continuando a cercare nello sfruttamento dei poveri del mondo una risorsa per le nostre, in fondo, stupide agiatezze. Non ho soverchie speranze sull'incognito futuro del genere umano e sono contento di avere 79 anni e quindi, non distante da un accadimento naturale e pertanto giusto.
Cordialmente
Luciano Matta, sardo.
Gentile Signor Matta, se ha temmpo dia un'occhiata anche a questi articoli:
RispondiEliminahttp://www.reumberto.it/maurano.htm
Buona serata!