NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

sabato 30 luglio 2022

120° Anniversario del Regicidio di Umberto I




Scritto da Massimo Fulvio Finucci e Clarissa Emilia Bafaro 

UN PASSAGGIO SECOLARE
NELLA STORIA DEL REGNO D’ITALIA

Il Novecento inizia con due eventi, solo apparentemente distanti, il Regicidio del Re d’Italia Umberto I e la creazione di un’opera d’arte, estremamente inquietante, il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Infatti, il 29 Luglio 1900,  fu proprio la mano di un operaio anarchico, che con tre colpi di pistola, in ultimo, pose fine alla vita del Sovrano. Quest’anno ricorre il 120° Anniversario dell’infausto evento.

Il Contesto Europeo
Il periodo che va dalla fine dell’Ottocento all’inizio del Novecento viene detto Belle EpoqueEpoca della Bellezza. Un progresso scientifico e industriale ormai imperante e irrefrenabile, come un fiume in piena travolse l’Europa. Il futuro si imponeva con tutta la sua forza. Tutto era scritto, tutto era già nelle cose. Nelle esposizioni universali delle maggiori città europee si mostrava il progresso della civiltà e le conquiste dell’umanità.
Confronto-scontro tra tradizione e modernità. Due sistemi di pensiero, due visioni del mondo. L’idea di leggi immutabili e inesorabili veniva sostituita dal richiamo continuo a punti di vista e a proiezioni intellettuali inusitate, cambiando così il modo di concepire l’oggetto fisico e le categorie di spazio-tempo.

Il tempo dell’orologio sostituiva il tempo della campana.
Cambiamento antropologico in atto. Le masse mutavano i loro desideri e le loro aspirazioni, i loro gesti e le loro abitudini; orientate non più dal suono della campana, ma dal rumore delle sirene.

Ai tempi lenti del pensiero e della riflessione si opponevano i tempi veloci della macchina. La velocità era la caratteristica dei Tempi Moderni, prendeva il sopravvento su tutto, sia nella vita civile e pacifica, che in quella che venne giudicata, da certi ambienti, come una nuova forma di guerra.

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