Era ora.
di Massimo Pedroni
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Guareschi e la Monarchia
Lo scrittore, era un uomo dalle convinzioni granitiche. Una per tutte lo sbandierare il suo essere Monarchico. Era ben a conoscenza della drammatica situazione che stava vivendo la sua terra in quel periodo. Nelle tensioni che sfociavano in orrori, vendette, violenze imperdonabili. “Cose terribili succedono a Castelfranco Emilia e gente ci manda lettere piene di terrore elencando assassinii. Quarantadue persone sono state già soppresse misteriosamente per causa politica o di vendetta, in uno spazio di pochi chilometri quadrati, in piena pianura. E la gente sa, ma non parla perché ha paura”. Questa sua testimonianza, stride con l’universo letterario da lui creato. Quello alla fine, indulgente e benevolo della saga Peppone e Don Camillo.
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