NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

martedì 20 aprile 2021

Il libro azzurro sul referendum - XXI cap - 5


 

V. - Il Ministero delle cifre nascoste

Se furono veramente inscritti nei registri elettorali del Regno numero 23.021.375 i cittadini aventi diritto all'elettorato attivo per il solo fatto di «aver compiuto gli anni 21», in ipotesi è da ammettersi che debbano essere stati emessi altrettanti certificati elettorali.

Infatti, dal prospetto n. 13 a pag. XXIV del volume « Note illustrative e documentazioni  sulle Elezioni dei Deputati alla Costituente e sul «referendum” Istituzionale del 2 giugno 1946» pubblicato nel 1948 dall'Istituto Centrale di Statistica, si rileva che la somma indicatavi dei certificati elettorali in possesso degli elettori n. 26.482.808 - e dei certificati non consegnati” (giacenti) n. 1.516.043 - è «di 27.998.851», corrispondente - salvo le trascurabili differenze in meno - alla cifra dichiarata degli elettori inscritti. Ciò, fra altro, sta a dimostrare che i supposti «errori di emissione» (omissioni o duplicati) incidono in misura irrilevante.

Siccome nelle Tabelle e nei Prospetti dell'Istituto Centrale di Statistica tutte le somme tornano, può pensarsi che le cifre «ufficiali» siano esatte.

Vero; però si osserva: non si dice «a chi» siano stati consegnati i 26.482.808 certificati «in possesso degli elettori». E si domanda, se per avventura non siano compresi in quel numero - inscritti, e scritti i loro nomi sui certificati - i «1.609.975 elettori presunti» che si son già rilevati. E ancora si domanda se non sia ammissibile che i certificati relativi siano stati «consegnati» ad un congruo numero di elettori veri, già muniti del proprio certificato legittimo -- od anche a giovani «aspiranti elettori» - in funzione di una preordinata organizzazione preelettorale di cui pure si è fatto chiaro cenno.

Comunque, quel «1.609.975 elettori presunti» - e si dica pure «inventati», non può trovare il suo posto nei conteggi elettorali. È fuor di dubbio che siano «certificati esuberanti», ma non possono essere gabellati come «duplicati per errore», né tanto meno possono compensarsi con i «certificati non consegnati” (giacenti), il cui numero, 1.516.043, a un dipresso corrisponde.

Perché anche dei «certificati non consegnati» non si dice, neppure per ipotesi, quali siano le categorie di elettori che non avrebbero potuto o voluto riceverli. Mentre è fuor di dubbio che tali categorie possono essere, e sono, ben definibili.

Già per conto suo l'Istituto Centrale di Statistica avverte, e precisa, dei 26.603.537 certificati «consegnati», non ne sono stati consegnati, perché «ritirati agli elettori», n. 120,.639 i, dì cui n. 86.593, a causa di morte, n. 25.990, per «sospensione», e n. 8.146... «altri» ...per motivi imprecisati o imprecisabili; il che sta a indicare che, - essendosi accorti di « morti” e di sospensioni dall'elettorato attivo» - gli uffici elettorali funzionavano bene, quando volevano, e quindi non si può ammettere che abbiano « sbagliato” emettendo «duplicati di certificati» per la cifra ingente di oltre un milione e seicentomila, pari al 6% dei certificati da emettersi.

È troppo noto clic le categorie di cittadini che «non hanno potuto ricevere» o, «andarsi a prendere» il certificato «non pervenuto all'esatto domicilio», sono costituite - oltre che dagli «esclusi per legge», il cui numero, nel mio primo studio, avevo valutato in 25.00=; e furono infatti 25.990 gli elettori ai quali il certificato, già loro consegnato, «venne ritirato d'ufficio” a causa di «sospensione del diritto elettorale» —

a)      dagli Ufficiali delle Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana, che furono perfino individualmente «diffidati»;

b)      dai cittadini che si trovavano nelle carceri o nei campi di concentramento, per «motivi politici»;

c)      dai sottoposti a procedimenti di «epurazione»;

d)      dai morti - di cui gli uffici anagrafici non avevano ancora registrato il decesso - a causa di «esecuzioni partigiane»;

e)      dai congiunti dei cittadini di cui alle categorie a), h), c), e d), che per intimidazione o per timidità si guardavano bene di andare a richiedere il certificato non ricevuto;

f)       dai prigionieri di guerra «non rimpatriati», ed erano allora circa 250.000;

g)      dagli sfollati non ancora rientrati al luogo originario di residenza, o rimasti inscritti nella residenza temporanea che già avessero lasciato;

h)      dai cittadini residenti all'estero o comunque assenti dalla loro residenza, e questi normalmente costituiscono dall'I% all'i,2o% della popolazione.

Nel mio primo studio, avevo valutato che le su elencate categorie potessero rappresentare, nel complesso, circa due milioni o due milioni e mezzo di elettori «non provvisti, comunque, di certificato elettorale». La cifra complessiva così come le cifre parziali, non desumibili da dati certi né rilevabili a fonti dirette, aveva più che altro valore largamente indicativo. Nel presente studio, voglio ammettere che il numero degli elettori appartenenti alle su elencate categorie corrisponda «praticamente» al numero di 1.516.043 «certificati non consegnati», o «giacenti», e cioè «non potuti comunque ricevere dai loro legittimi aventi diritto». Ma ciò esclude a maggior ragione che, di quei certificati, possa mai dirsi che si trattava di «duplicati per errori di emissione».

Avvicinandosi alla conclusione, restano ferme queste cifre:

-        Popolazione italiana alla data dei 31 dicembre 1945 (escluse le provincie di Bolzano e delle Venezia Giulia)     : 44.019.000

-        Indice di maggiore età (proporzione percentuale dei cittadini che hanno compiuto il ventunesimo anno di età): 60%

-        Cittadini elettori di diritto: 26.441.400

-        Elettori «presunti», inscritti (o dichiarati per tali) in soprannumero sugli elettori legittimi: risultanti dalla differenza fra la cifra «dichiarata” (28.021.375) e la cifra «reale» (26.441.400) dì elettori legittimi: 1.609.975

...dalle quali si deducono queste altre cifre:

- Elettori «VOTANTI»: vale a dire elettori che hanno partecipato «fisicamente» alle votazioni, muniti di legittimo certificato, e che hanno espresso «comunque», anche deponendo «schede bianche», la loro volontà: risultanti dalla cifra «dichiarata” di votanti (voti validi più voti nulli = 24.946.942) depurata degli elettori «presunti” e quindi «inesistenti» (1.609.975): 23.336.967

- Elettori sprovvisti di certificato elettorale (certificati «non consegnati” o giacenti): 1.516.043

- Elettori «muniti di certificato», ma volontariamente astenutisi: 1.558.390

... che, sommati, riconducono alla cifra degli Elettori di diritto, a cui corrisponde il numero dei certificati legittimi, in: 26.411.440

 

Vien fatto di osservare che, sommando fra loro le cifre dei «certificati giacenti» e degli elettori «astenutisi dal recarsi alle urne», si ha un totale di «3.074.433; aggiungendovi i circa 750.000 elettori delle provincie di Bolzano e della Venezia Giulia, si eleva ad oltre 3.800.000 cittadini Italiani elettori di diritto i quali, rappresentando insieme il 15% del corpo elettorale, non hanno votato, in parte (9%) impediti di farlo, in parte (6%) astenutisi per una volontà «negativa» sulla quale non è affatto certo possa escludersi che abbiano sovente influito i «timori e minacce di un clima politico eccezionalmente agitato».

Per completare le considerazioni - strettamente attinenti ai risultati del «referendum» quali furono ufficialmente comunicati, ed accolti, con lievi rettifiche, nell'accennato volume commento e documentazione dell'Istituto Centrale di Statistica - resta da realizzare nelle sue componenti caratteristiche, la cifra dei voti nulli, che risulta rettificata in 1.509.735.

Nel volume citato, l'Istituto Centrale di Statistica precisa:

- Schede bianche: 1.146.729

- Schede nulle: 333.905

- Voti nulli, o contestati: 29.101

- Totale: 1.509.735

e annota: «Le schede bianche» rappresentano voti non espressi; le schede nulle contenevano tracce di scritture o segni che potevano ritenersi fatti artificiosamente; i voti nulli erano in gran parte costituiti da schede sulle quali i votanti avevano espresso il voto per entrambe le forme istituzionali, oppure in modo da non far apparire chiaramente la loro volontà.

Quanto sopra, è importante sia tenuto presente, particolarmente nel considerare che la percentuale più alta di schede bianche - che presuppongono agnosticismo, o ignoranza primitiva, dell'elettore - si riscontra nell'Italia Settentrionale (5,40%), dove è più opinabile l'agnosticismo, e la più bassa in Sicilia (3,30%). Per contro, la percentuale più alta di schede nulle o contestate (2,60%), si riscontra in Sicilia, dove prevalgono nettamente i voti monarchici, e la più bassa (1,10%), nell'Italia Settentrionale, a prevalenza nettamente repubblicana.

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