V. - Il Ministero delle cifre
nascoste
Se furono veramente inscritti
nei registri elettorali del Regno numero 23.021.375 i cittadini aventi diritto
all'elettorato attivo per il solo fatto di «aver compiuto gli anni 21», in
ipotesi è da ammettersi che debbano essere stati emessi altrettanti certificati
elettorali.
Infatti, dal prospetto n. 13 a
pag. XXIV del volume « Note illustrative e documentazioni sulle Elezioni dei Deputati alla Costituente e
sul «referendum” Istituzionale del 2 giugno 1946» pubblicato nel 1948
dall'Istituto Centrale di Statistica, si rileva che la somma indicatavi dei certificati
elettorali in possesso degli elettori n. 26.482.808 - e dei certificati non
consegnati” (giacenti) n. 1.516.043 - è «di 27.998.851», corrispondente - salvo
le trascurabili differenze in meno - alla cifra dichiarata degli elettori
inscritti. Ciò, fra altro, sta a dimostrare che i supposti «errori di emissione»
(omissioni o duplicati) incidono in misura irrilevante.
Siccome nelle Tabelle e nei
Prospetti dell'Istituto Centrale di Statistica tutte le somme tornano, può
pensarsi che le cifre «ufficiali» siano esatte.
Vero; però si osserva: non si
dice «a chi» siano stati consegnati i 26.482.808 certificati «in possesso degli
elettori». E si domanda, se per avventura non siano compresi in quel numero - inscritti,
e scritti i loro nomi sui certificati - i «1.609.975 elettori presunti» che si
son già rilevati. E ancora si domanda se non sia ammissibile che i certificati
relativi siano stati «consegnati» ad un congruo numero di elettori veri, già
muniti del proprio certificato legittimo -- od anche a giovani «aspiranti
elettori» - in funzione di una preordinata organizzazione preelettorale di cui
pure si è fatto chiaro cenno.
Comunque, quel «1.609.975
elettori presunti» - e si dica pure «inventati», non può trovare il suo posto
nei conteggi elettorali. È fuor di dubbio che siano «certificati esuberanti»,
ma non possono essere gabellati come «duplicati per errore», né tanto meno
possono compensarsi con i «certificati non consegnati” (giacenti), il cui
numero, 1.516.043, a un dipresso corrisponde.
Perché anche dei «certificati
non consegnati» non si dice, neppure per ipotesi, quali siano le categorie di
elettori che non avrebbero potuto o voluto riceverli. Mentre è fuor di dubbio
che tali categorie possono essere, e sono,
ben definibili.
Già per conto suo l'Istituto
Centrale di Statistica avverte, e precisa, dei 26.603.537 certificati «consegnati»,
non ne sono stati consegnati, perché «ritirati agli elettori», n. 120,.639 i,
dì cui n. 86.593, a causa di morte, n. 25.990, per «sospensione», e n. 8.146...
«altri» ...per motivi imprecisati o imprecisabili; il che sta a indicare che, -
essendosi accorti di « morti” e di sospensioni dall'elettorato attivo» - gli
uffici elettorali funzionavano bene, quando volevano, e quindi non si può
ammettere che abbiano « sbagliato” emettendo «duplicati di certificati» per la
cifra ingente di oltre un milione e seicentomila, pari al 6% dei certificati da
emettersi.
È troppo noto clic le
categorie di cittadini che «non hanno potuto ricevere» o, «andarsi a prendere» il
certificato «non pervenuto all'esatto domicilio», sono costituite - oltre che
dagli «esclusi per legge», il cui numero, nel mio primo studio, avevo valutato
in 25.00=; e furono infatti 25.990 gli elettori ai quali il certificato, già
loro consegnato, «venne ritirato d'ufficio” a causa di «sospensione del diritto
elettorale» —
a) dagli Ufficiali delle Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana,
che furono perfino individualmente «diffidati»;
b) dai cittadini che si trovavano nelle carceri o nei campi di
concentramento, per «motivi politici»;
c) dai sottoposti a procedimenti di «epurazione»;
d) dai morti - di cui gli uffici anagrafici non avevano ancora
registrato il decesso - a causa di «esecuzioni partigiane»;
e) dai congiunti dei cittadini di cui alle categorie a), h), c), e
d), che per intimidazione o per timidità si guardavano bene di andare a richiedere
il certificato non ricevuto;
f) dai prigionieri di guerra «non rimpatriati», ed erano allora
circa 250.000;
g) dagli sfollati non ancora rientrati al luogo originario di
residenza, o rimasti inscritti nella residenza temporanea che già avessero
lasciato;
h) dai cittadini residenti all'estero o comunque assenti dalla
loro residenza, e questi normalmente costituiscono dall'I% all'i,2o% della
popolazione.
Nel mio primo studio, avevo
valutato che le su elencate categorie potessero rappresentare, nel complesso,
circa due milioni o due milioni e mezzo di elettori «non provvisti, comunque,
di certificato elettorale». La cifra complessiva così come le cifre parziali,
non desumibili da dati certi né rilevabili a fonti dirette, aveva più che altro
valore largamente indicativo. Nel presente studio, voglio ammettere che il
numero degli elettori appartenenti alle su elencate categorie corrisponda «praticamente»
al numero di 1.516.043 «certificati non consegnati», o «giacenti», e cioè «non
potuti comunque ricevere dai loro legittimi aventi diritto». Ma ciò esclude a
maggior ragione che, di quei certificati, possa mai dirsi che si trattava di «duplicati
per errori di emissione».
Avvicinandosi alla
conclusione, restano ferme queste cifre:
- Popolazione italiana alla data dei 31 dicembre 1945 (escluse le
provincie di Bolzano e delle Venezia Giulia) :
44.019.000
- Indice di maggiore età (proporzione percentuale dei cittadini
che hanno compiuto il ventunesimo anno di età): 60%
- Cittadini elettori di diritto: 26.441.400
- Elettori «presunti», inscritti (o dichiarati per tali) in soprannumero
sugli elettori legittimi: risultanti dalla differenza fra la cifra «dichiarata”
(28.021.375) e la cifra «reale» (26.441.400) dì elettori legittimi: 1.609.975
...dalle quali si deducono
queste altre cifre:
- Elettori «VOTANTI»: vale a
dire elettori che hanno partecipato «fisicamente» alle votazioni, muniti di
legittimo certificato, e che hanno espresso «comunque», anche deponendo «schede
bianche», la loro volontà: risultanti dalla cifra «dichiarata” di votanti (voti
validi più voti nulli = 24.946.942) depurata degli elettori «presunti” e quindi
«inesistenti» (1.609.975): 23.336.967
- Elettori sprovvisti di
certificato elettorale (certificati «non consegnati” o giacenti): 1.516.043
- Elettori «muniti di certificato»,
ma volontariamente astenutisi: 1.558.390
... che, sommati, riconducono
alla cifra degli Elettori di diritto, a cui corrisponde il numero dei
certificati legittimi, in: 26.411.440
Vien fatto di osservare che,
sommando fra loro le cifre dei «certificati giacenti» e degli elettori «astenutisi
dal recarsi alle urne», si ha un totale di «3.074.433; aggiungendovi i
circa 750.000 elettori delle provincie di Bolzano e della Venezia
Giulia, si eleva ad oltre 3.800.000 cittadini Italiani elettori di
diritto i quali, rappresentando insieme il 15% del corpo elettorale, non hanno
votato, in parte (9%) impediti di farlo, in parte (6%) astenutisi per una
volontà «negativa» sulla quale non è affatto certo possa escludersi che abbiano
sovente influito i «timori e minacce di un clima politico eccezionalmente
agitato».
Per completare le
considerazioni - strettamente attinenti ai risultati del «referendum» quali
furono ufficialmente comunicati, ed accolti, con lievi rettifiche,
nell'accennato volume commento e documentazione dell'Istituto Centrale di
Statistica - resta da realizzare nelle sue componenti caratteristiche, la cifra
dei voti nulli, che risulta rettificata in 1.509.735.
Nel volume citato, l'Istituto Centrale
di Statistica precisa:
- Schede bianche: 1.146.729
- Schede nulle: 333.905
- Voti nulli, o contestati: 29.101
- Totale: 1.509.735
e annota: «Le schede bianche» rappresentano
voti non espressi; le schede nulle contenevano tracce di scritture o segni che
potevano ritenersi fatti artificiosamente; i voti nulli erano in gran parte
costituiti da schede sulle quali i votanti avevano espresso il voto per
entrambe le forme istituzionali, oppure in modo da non far apparire chiaramente
la loro volontà.
Quanto sopra, è importante sia
tenuto presente, particolarmente nel considerare che la percentuale più alta di
schede bianche - che presuppongono agnosticismo, o ignoranza primitiva,
dell'elettore - si riscontra nell'Italia Settentrionale (5,40%), dove è più
opinabile l'agnosticismo, e la più bassa in Sicilia (3,30%). Per contro, la
percentuale più alta di schede nulle o contestate (2,60%), si riscontra in
Sicilia, dove prevalgono nettamente i voti monarchici, e la più bassa (1,10%),
nell'Italia Settentrionale, a prevalenza nettamente repubblicana.
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