NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 24 maggio 2017

Cinque luoghi comuni sulla Grande Guerra e sul Regio Esercito


























ANDREA CIONCI

Ufficiali ottusi e incompetenti che mandavano inutilmente a morire i loro uomini; diserzioni di massa e fucilazioni spietate; Caporetto archetipo universale della disfatta … Sono diversi i luoghi comuni sulla Grande Guerra oggi sedimentati nella coscienza collettiva. Tuttavia, ad un’analisi attenta dei dati e dei documenti, emerge una realtà più complessa, in certi casi del tutto opposta e, di sicuro, meno pessimisticamente oleografica. In pochi sanno, ad esempio, che l’Esercito italiano, fu l’unico, tra quelli dell’Intesa, a rimanere costantemente all’offensiva fin dall’inizio della guerra. Ancor meno noto, il fatto che produsse le maggiori conquiste territoriali, così come si ignora che i Caduti italiani furono meno di quelli francesi, russi, inglesi, tedeschi, austro-ungheresi e ottomani. 
Le origini di una vulgata storica  
«Il cinema è l’arma più forte» recitava un motto del Ventennio, scolpito a lettere cubitali sulla facciata degli studi di Cinecittà. Paradossale è notare che proprio il cinema, negli anni ’70, avrebbe fatto a brandelli la visione eroica di una delle pagine di storia italiana cavalcata con più entusiasmo dalla propaganda fascista: la Prima Guerra mondiale, la guerra vinta.  
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http://www.lastampa.it/2017/05/22/cultura/cinque-luoghi-comuni-sulla-grande-guerra-e-sul-regio-esercito-lWRrlhAKht7aAiDfDr9djM/pagina.html

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