Vittorio aveva portato a termine un’altra giornata di pesca, era allo stremo delle forze perché aveva dovuto fare dei lavori che lo avevano impegnato moltissimo. La sua barca si era rotta dopo la collisione con un tronco e con l’aiuto di un suo amico aveva dovuto lavorare per rimediare al guasto. Dopo il lavoro era passato in osteria con il suo amico ed avevano bevuto una buonissima grappa che li aveva riscaldati. Il Natale era vicino e c’era nell’aria quella serenità di chi aspetta qualcosa di bello. Aveva avuto dall’oste alcuni giornali che un cliente forestiero aveva lasciato sul tavolo. L’oste sapeva che Vittorio volentieri leggeva, era un suo modo per tenersi aggiornato sulle notizie del mondo.
Rientrato a casa ad ora tarda, e non essendoci nessuno alzato, si era messo a leggere i giornali, inforcando gli occhiali. Venne colpito da un tema che una bambina aveva scritto a scuola e che la maestra aveva mandato a Roma, alla Famiglia Savoia, e precisamente alla regina Elena, conosciuta da tutti per la sua infinita bontà. La bambina nel tema raccontava che nella sua famiglia era arrivata la triste notizia della morte del padre, caduto in combattimento in Spagna.
La giovane narrava della disperazione della madre e delle lacrime versate da tutti i componenti della famiglia, ma anche della speranza che il buon Dio li aiutasse a superare quel triste momento. Con loro vivevano anche i nonni paterni, che nonostante l’età avanzata, riuscivano ancora ad aiutare nel lavoro dei campi. Vittorio ricordava di un vecchio che ogni anno giungeva in paese con la sua famiglia, con una carovana trainata da un cavallo. Costui veniva dal Montenegro e gli raccontò della Regina Elena che un tempo abitava a Cettigne, proprio vicino al suo paese e una volta l’aveva vista prima che divenisse regina. Allora era la principessa Elena, figlia del Re Nicola I ed era conosciuta al suo Paese per la sua generosità ed il suo altruismo verso i poveri ed i bisognosi.
Narrò ancora che un giorno donò ad una famiglia povera del paese, tutti i pesci che aveva pescato ed il pane di cui doveva cibarsi .Anche la bambina raccontò nel suo tema dell’uomo della carovana che le mostrò la foto della Principessa, un ritratto simile era appeso ad una parete della classe. L’uomo originario del Montenegro aveva definito la Regina una donna molto buona, una persona speciale che Dio aveva creato per aiutare e sostenere le persone povere. La maestra non si aspettava nulla dall’invio del tema e nella lettera di accompagnamento aveva solo descritto l’affetto che la bambina provava per la Regina, e l’amore per il padre scomparso in guerra. Nella rivista si raccontava che la Regina d’Italia, avendo ricevuto quel tema, volle fare qualcosa di speciale per la bambina.
Non avrebbe potuto restituirle il padre, un eroe di guerra come lo definì la Regina nella lettera. In un pacco che arrivò qualche giorno prima di Natale, la Sovrana faceva giungere alla famiglia dei viveri, oltre a qualche capo d’abbigliamento e una coperta. Conteneva anche una enciclopedia per ragazzi che avrebbe potuto utilizzare per i suoi studi. Nella lettera acclusa c’era pure una foto della Regina con dedica. In quella famiglia provata duramente dalla scomparsa di una persona cara, il dono della Regina, fu come uno spiraglio di luce.
Fu un Natale diverso, nella piccola cucina vicino alla foto del padre in divisa posero quella della Regina. Il vecchio della carovana aveva detto la verità, quella Sovrana aveva un cuore d’oro come quello dei Santi. Vittorio pensò che quel giornale era stato volontariamente abbandonato in osteria affinché altri potessero leggere la storia della Regina buona. Umberto dopo aver letto l’articolo di giornale si commosse, lo ritagliò e lo incollò nel suo quaderno dedicato ai Savoia.
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