Iniziamo la pubblicazione dell'opuscolo "Le ragioni della Monarchia" del Prof De Leonardis, edito nel 1978 dal Fronte Monarchico giovanile.
Le grassettature sono nostre. Perché riteniamo sia vitale che i monarchici siano delle persone istruite, capaci di ribattere colpo su colpo ogni menzogna e stortura ideologica.
Massimo de
Leonardis è nato a Trigolo (CR) nel 1949.
Giornalista pubblicista, ha collaborato, tra
l'altro, alle riviste Traditio e Monarchia Oggi.
Laureato in Scienze Politiche ed in Filosofia
all'Università Cattolica del Sacro Cuore, ha intrapreso la carriera
universitaria.
Ha pubblicato finora un volume sui rapporti tra
Italia e Inghilterra nel Risorgimento e diversi saggi su riviste storiche
specializzate.
AVVERTENZA
Il testo rispecchia il contenuto della
relazione di base tenuta al corso di studi nazionale del Fronte Monarchico
Giovanile svoltosi a Poggio Cono (TE) il 15/16/17 settembre 1978.
A chi crede in ciò a cui io credo
NECESSITA' DI UNA DOTTRINA MONARCHICA
"Sappi come si è monarchici: prima era un
istinto, oggi è una scienza". Questa considerazione faceva il grande
Joseph de Maistre all'indomani della Rivoluzione francese. Identico concetto
avrebbe espresso, più di un secolo dopo, con parole analoghe, Charles Maurras (1).
Entrambi volevano avvertirci che essere
monarchici è una cosa naturale in una società che si fondi sui principii e sui
valori che derivano dal volere divino custodito dalla Tradizione e forgi con
saggezza provvidenziale le istituzioni naturali che meglio si adattano alla
condizione dell'uomo di creatura ad immagine di Dio. Ma volevano anche
sottolineare che nel mondo moderno e contemporaneo, nel quale la Rivoluzione
sempre più assedia le coscienze ancora pure, non si può assolutamente sperare
che l'idea monarchica nasca, e soprattutto si mantenga e si rafforzi, se una
salda dottrina non provveda a darne le giustificazioni, dissipando i sofismi
del pensiero rivoluzionario. Ciò vale tanto di più per le classi cosiddette
"colte" ed "intellettuali", ben maggiormente inquinate e
corrotte del popolo umile (il popolo, non la massa), che spesso riesce ancora a
pensare con semplicità il vero (2).
È perciò un errore nefasto quello di chi crede
che non vi sia, non vi debba essere, una dottrina monarchica, che anzi sarebbe
dannosa, e che sia sufficiente il sentimento nostalgico o una generica
contrapposizione monarchia repubblica. Non è sufficiente, ammesso che si riesca
a mantenerlo e a suscitarlo in altri, nemmeno il sentimento di fedeltà ad una
Persona, perché essere monarchici non è solo essere fedeli ad un uomo; infatti
la Monarchia non è solo il governo di un uomo, anzi è il sistema che meno
lascia esposti al caso delle qualità delle singole persone. Se la dinastia si
estinguesse, se venisse comunque a mancare un punto di riferimento visibile,
smetteremmo forse di essere monarchici? I movimenti monarchici che più hanno
segnato di sé la storia, come il Carlismo e la Action Francaise, si
distinguevano per la salda dottrina più che per il legittimismo dinastico. Se
le persone della dinastia commettono degli errori, smetteremmo forse di essere
monarchici? Assolutamente no, perché la dottrina tradizionale insegna che gli
errori degli uomini che le impersonano non devono portarci a coinvolgere nel
giudizio negativo le istituzioni fondate su retti principii.
Naturalmente, come vedremo, va sempre tenuto
presente che la legittimità di esercizio prevale sulla legittimità di origine.
Il Carlismo, che pure nacque anche da una questione dinastica, non esitò nel
secolo scorso a non riconoscere più come Pretendente Juan III, quando egli,
tradendo le tradizioni della sua Casa, aderì ai principii del liberalismo, e
riconobbe al suo posto il di lui figlio Carlos VII.
Senza dottrina, gli sforzi propagandistici
anche più abili e generosi non hanno profondità, restano uno scrivere
sull'acqua. Senza un progetto alternativo di società monarchica, è fin troppo
facile l'obiezione che sovente ci viene rivolta: "Ma con la Monarchia,
cosa cambierebbe?". In ogni caso ogni movimento ha bisogno di un nucleo
ferreo di militanti, custodi granitici del suo patrimonio ideale. Ad essi
principalmente è rivolto questo lavoro. Ancor di più, occorrerebbe un vero e
proprio Ordine, í cui membri vivano conformemente alle idee professate, facendo
della fede monarchica un impegno esistenziale (3), poiché è noto che "o si
vive come si pensa, o si finisce per pensare come si vive". La grandezza
del Cattolicesimo è anche nel richiedere una stretta connessione tra fede ed
opere.
Questo impegno di vita fu realizzato dai grandi
movimenti monarchici e contro-rivoluzionari e, tra essi, mirabile esempio di
misticismo attivo è quello della "Legione dell'Arcangelo Michele". II
suo fondatore, Corneliu Z. Codreanu, uno dei più splendidi eroi
controrivoluzionari, nel carcere in cui attendeva la morte, rifletteva che la
lotta al comunismo si identifica con la lotta al peccato.
1)
Cfr. La Monarchia, ed.
Volpe, 1970, p. 104:"Ciò che i nostri avi hanno fatto per costume e per
sentimento, proseguirlo noi stessi con la sicurezza e la chiarezza scientifica,
con la ragione e la volontà".
2)
"Sembra che non esista più
l'uomo semplice, l'uomo che sa tutto perché si limita a pensare il verosimile e
il vero: l'uomo semplice, insomma, il vero sapiente" (Eugenio Montale).
3)
L'impegno esistenziale del
contro-rivoluzionario è all'opposto della "militanza" del
rivoluzionario. Quest'ultimo vuole creare attraverso la politica un nuovo ed
artificiale sistema di vita, il contro-rivoluzionario vuole recuperare, prima
di tutto con un mutamento interiore, il modo di vivere tradizionale deformato
dalla Rivoluzione.
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