La storia di Vittorio Amedeo III di Savoia: dalla grande magnanimità per il popolo piemontese al fracasso del Regno durante la Rivoluzione Giacobina.
Queste sono le due facce della medaglia di Vittorio Amedeo III di Savoia, Re di Sardegna passato alla storia per la particolare ambiguità della sua monarchia.
Il suo regno viene ricordato da molti soprattutto per gli
esiti negativi degli ultimi anni. Quando un Piemonte, mutilato di Nizza e della
Savoia, era diventato un nido di congiure e rivolte, che spianarono la strada
all’ascesa di Napoleone durante la prima Campagna d’Italia.
Era pressoché inevitabile che la Rivoluzione francese
travolgesse anche lo Stato sabaudo prima o poi, ma negli anni precedenti a quel
fatidico 1789, Vittorio Amedeo III fu lodato dai suoi sudditi per la sua
rinomata generosità e prodigalità.
Ma il suo grande errore fu forse quello di circondarsi di
ministri inaffidabili e opportunisti che lo indottrinarono fin dalla nascita,
portando poi al crollo dello Stato Sabaudo.
Vittorio Amedeo III di Savoia: l'ambivalenza di un Re
Vittorio Amedeo III di Savoia nacque a Torino il 26 giugno
del 1726
Figlio di Carlo Emanuele III e di Polissena
d’Assia-Rheinfels-Rotenburg, Vittorio Amedeo III era il figlio secondogenito
della coppia di eredi al trono, ma il primo tra i sopravvissuti.
Di indole buona anche se ingenua, la sua educazione venne
affidata in un primo momento a Roberto Solaro di Breglio, esponente dell’antica
nobiltà piemontese di stampo militare e diplomatico.
Carlo Emanuele aveva ben chiaro quello che sarebbe stato il
percorso formativo del figlio.
Un percorso basato su materie tecniche e militari,
indirizzate verso la finanza e l’ingegneria, proprio come l’avevano abituato i
duri insegnamenti del padre Vittorio Amedeo II.
Così le istruzioni paterne per la formazione del figlio
vennero ufficializzate nel 1733.
Ma all’età di nove anni il principe perse tragicamente la
madre per malattia.
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https://mole24.it/2021/05/06/vittorio-amedeo-iii-di-savoia-lambivalenza-di-un-re/
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