Ho ascoltato varie volte la registrazione di domenica 22 maggio della trasmissione “Che tempo che fa” condotta dal giornalista Fabio Fazio, su rai 3, dove è stato intervistato Giorgio Napolitano ex inquilino del Quirinale. Oltre a pubblicizzare il suo libro, si è parlato del Referendum Istituzionale del 2 e 3 giugno 1946 e dei fatti di via Medina a Napoli, sono rimasto deluso e disgustato di come un napoletano, anche se comunista, e di parte, possa occultare e mistificare i fatti. Per diritto di replica, per rispetto ai tanti giovani che diedero la vita per la Monarchia e per i circa 11000000 di voti, mi sento in dovere di mettere in discussione le parole citando un passo estratto dal libro di Marco Demarco, «L'altra metà della storia: spunti e riflessioni su Napoli da Lauro a Bassolino», Guida Editori, 2007, ex comunista e direttore del Corriere del Mezzogiorno, che smentisce quanto affermato in trasmissione: “Accadde a Napoli l’11 giugno 1946, in via Medina, davanti alla sede della federazione del Pci, dove ci fu una strage durante la quale, sotto il fuoco dei mitra della polizia, rimasero uccisi sette poveri cristi e feriti una cinquantina di disgraziati".
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Comm. Rodolfo Armenio
fonte: Il Mattino
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