Il 14 maggio 1666, 354 anni or
sono, nasceva in Torino Vittorio Amedeo II di Savoia, decimoquinto Duca di
Savoia. Figlio di Carlo Emanuele II di Savoia (1634-1675) e di Giovanna
Battista di Savoia-Nemours.
Di carattere "impétueux
et sensible", nonchè "caché et secrèt", ma di un'indole
scontrosa e riservata, nascondeva una viva intelligenza, una notevole capacità
di osservazione ed una forza di volontà contenuta od abilmente dissimulata.
A lui è dovuta la splendida
vittoria, coadiuvato dal Principe Eugenio di Savoia, dopo l'assedio di Torino
del 7 settembre 1706.
Con le paci di Utrecht (da Lui
sottoscritta il 13 agosto 1713) e di Rastatt (7 marzo 1714) il Duca di Savoia
ottenne l'elevazione del Ducato in Regno, divenendo Re di Sicilia.
Al riguardo scrisse Pietro
Mellarede: "col Piemonte piglierà il Milanese, con la Sicilia piglierà
Napoli".
Nel 1718 il Re scambiò la
Sicilia con la Sardegna, assumendo il nuovo e definitivo titolo di Re di
Sardegna, divenendone quindi il Primo Re.
Morì il 31 ottobre 1732.
Il regno di Vittorio Amedeo
II, la "Volpe" sabauda, è da ricordare dal punto di vista giuridico,
culturale, scientifico, ma soprattutto artistico: la Basilica di Superga, il
castello della Venaria Reale, la Cittadella di Alessandria, la palazzina di
Caccia di Stupinigi, grazie anche alla preziosa collaborazione dello architetto
messinese Juvara.
La Basilica di Superga fu
edificata grazie al voto che Vittorio Amedeo II fece alla Madonna affinchè
intercedesse nella vittoria del 7 settembre 1706. Celebrata la messa sulla
chiesetta del Colle di Superga. Fu cantato "Ave Maris Stella", al
versetto "monstra Te esse matrem", Vittorio Amedeo si prostrò ai
piedi della statua mariana e fece appunto voto che se avesse vinto la battaglia
avrebbe costruito sul colle un tempio dedicato alla Madonna. Fu vittoria, come
abbiamo visto.
Ancora una volta
l'intercessione della Vergine (da Lepanto in poi) fu determinante per una
vittoria.
Il 7 settembre, data gloriosa
per Torino, è anche la vigilia della Natività di Maria.
Nella Cappella del voto,
all'interno della Basilica di Superga, c'è la seguente epigrafe: "Virgini
Genitrici/Victorius Amedeus, Sardiniae Rex/Bello Gallico, vovit/Et pulsis
hostibus fecit, dedicavitque".
A Vittorio Amedeo II, successe
Carlo Emanuele III, poi Vittorio Amedeo III, poi Carlo Emanuele IV, Vittorio
Emanuele I, Carlo Felice, ed infine Carlo Alberto.
Sovrani tutti non inclini,
anzi contrari, a quella visione liberale del Regno, la quale, per ritrovarla,
dovranno trascorrere oltre 100 anni dalla morte di Vittorio Amedeo II, e che si
personificò nell'ultimo Re di Sardegna e primo Re d'Italia, Vittorio Emanuele
II.
Il Regno di Vittorio Amedeo II
fu un'anticipazione di quello che sarà il Regno d'Italia, sotto l'illuminata
guida sabauda.
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