NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

giovedì 14 maggio 2020

Vittorio Amedeo II

di Gianluigi Chiaserotti

Il 14 maggio 1666, 354 anni or sono, nasceva in Torino Vittorio Amedeo II di Savoia, decimoquinto Duca di Savoia. Figlio di Carlo Emanuele II di Savoia (1634-1675) e di Giovanna Battista di Savoia-Nemours.


Di carattere "impétueux et sensible", nonchè "caché et secrèt", ma di un'indole scontrosa e riservata, nascondeva una viva intelligenza, una notevole capacità di osservazione ed una forza di volontà contenuta od abilmente dissimulata.
A lui è dovuta la splendida vittoria, coadiuvato dal Principe Eugenio di Savoia, dopo l'assedio di Torino del 7 settembre 1706.
Con le paci di Utrecht (da Lui sottoscritta il 13 agosto 1713) e di Rastatt (7 marzo 1714) il Duca di Savoia ottenne l'elevazione del Ducato in Regno, divenendo Re di Sicilia.
Al riguardo scrisse Pietro Mellarede: "col Piemonte piglierà il Milanese, con la Sicilia piglierà Napoli".
Nel 1718 il Re scambiò la Sicilia con la Sardegna, assumendo il nuovo e definitivo titolo di Re di Sardegna, divenendone quindi il Primo Re.
Morì il 31 ottobre 1732.
Il regno di Vittorio Amedeo II, la "Volpe" sabauda, è da ricordare dal punto di vista giuridico, culturale, scientifico, ma soprattutto artistico: la Basilica di Superga, il castello della Venaria Reale, la Cittadella di Alessandria, la palazzina di Caccia di Stupinigi, grazie anche alla preziosa collaborazione dello architetto messinese Juvara.
La Basilica di Superga fu edificata grazie al voto che Vittorio Amedeo II fece alla Madonna affinchè intercedesse nella vittoria del 7 settembre 1706. Celebrata la messa sulla chiesetta del Colle di Superga. Fu cantato "Ave Maris Stella", al versetto "monstra Te esse matrem", Vittorio Amedeo si prostrò ai piedi della statua mariana e fece appunto voto che se avesse vinto la battaglia avrebbe costruito sul colle un tempio dedicato alla Madonna. Fu vittoria, come abbiamo visto.
Ancora una volta l'intercessione della Vergine (da Lepanto in poi) fu determinante per una vittoria.
Il 7 settembre, data gloriosa per Torino, è anche la vigilia della Natività di Maria.
Nella Cappella del voto, all'interno della Basilica di Superga, c'è la seguente epigrafe: "Virgini Genitrici/Victorius Amedeus, Sardiniae Rex/Bello Gallico, vovit/Et pulsis hostibus fecit, dedicavitque".
A Vittorio Amedeo II, successe Carlo Emanuele III, poi Vittorio Amedeo III, poi Carlo Emanuele IV, Vittorio Emanuele I, Carlo Felice, ed infine Carlo Alberto.
Sovrani tutti non inclini, anzi contrari, a quella visione liberale del Regno, la quale, per ritrovarla, dovranno trascorrere oltre 100 anni dalla morte di Vittorio Amedeo II, e che si personificò nell'ultimo Re di Sardegna e primo Re d'Italia, Vittorio Emanuele II.
Il Regno di Vittorio Amedeo II fu un'anticipazione di quello che sarà il Regno d'Italia, sotto l'illuminata guida sabauda.

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