Gentile Professore,
In questi giorni di forzata
quarantena per ognuno di noi, non so come mi sono imbattuto su internet in una sua intervista su "Repubblica" del Giugno 2016 ( La Sicilia della Monarchia: "Una vittoria dei notabili"), in cui in omaggio al
politicamente corretto lei sosteneva che in Sicilia la mafia avesse parteggiato
nel referendum istituzionale per la Monarchia ( tesi cara anche a Giuseppe Tornatore
che ne riprese il concetto nel suo film Baaria ).
Manifestazione indipendentista a Palermo |
In sostanza, Professor Lupo, al suo
intervistatore lei dice che la mafia in ossequio all'idea di un ritorno
all'Italia dei notabili di prima del fascismo sostenne la forma di stato ancora
vigente all'epoca.
Ora anche dimenticando per un attimo i fasci
siciliani, l'opera del Prefetto Mori, il separatismo siciliano che per tutto il
periodo attorno al 1946 continuava a scontrarsi coi Carabinieri ancora
"Reali" per buona parte di quel tempo con oltre 100 militi caduti in
pochi anni a causa di tutto ciò) è curioso che lei sostenga una cosa del genere
solo pensando ad un fatto. A Palermo città la Monarchia ottenne il 61% dei
voti; tale dato fu confermato in quasi tutta la provincia, meno che in un paio
di comuni che votarono per il 60% repubblicano. Sa quali erano questi comuni? Corleone
e Montelepre.
Per quanto attiene il paese che diede i natali
al bandito Giuliano c'è una testimonianza sicuramente più credibile di quella
di Pisciotta, che fa la sorella del mafioso stesso nel libro che scrisse
"Mio fratello Salvatore Giuliano", dove firma emblematicamente un
capitolo con il titolo di "Scacco al Re".
La Sicilia fu monarchica perché
credeva in quella istituzione essendo una terra di base conservatrice, ma anche
liberale, come una parte importante del ceto intellettuale isolano dell'epoca
che credeva fortemente nell'Italia venuta su dal Risorgimento.
Monarchico (anche se del suo
ricordo se ne appropriarono totalmente i missini) fu Paolo Borsellino e questo
lo testimoniò il Giudice Giuseppe Ayala.
Monarchico si dichiarò a più
di trent'anni dalla nascita della repubblica, mentre militava nel Partito
Comunista, Leonardo Sciascia. Non credo fossero persone che potevano non riflettere
su ciò che lei ha sollevato.
Mentre chiusi in casa possiamo
fare poco il sottoscritto pensa ed assiste ad inviti del governo in stile Min. Cul.
Pop. che predicano ordine e disciplina, spalleggiato da una comunicazione a
senso unico e da una classe docentizia (Stile Caifa Zagrebelky Sommo Sacerdote
dei Guardiani della Costituzione), oggi racchiusa per buona parte tra i 55 e i
75 anni sempre e comunque identificabile con una parte politica e che ormai nel
paese è del tutto autoreferenziale. In nome e per conto di ciò la storia di
questa nazione, la sua dignità, la sua libertà e il portafoglio di chi la
popola viene eterodiretto da un comitato ideologico (diciamolo pure
catto - comunista con venature radical) che si erge a pilastro della società in
ogni campo.
Così chi votò Monarchia nel
1946 era un mafioso e retrogrado (Croce ed Einaudi tra loro), mentre chi oggi
vorrebbe gradualmente ma in tempi ragionevoli tornare a vivere come in altri
paesi colpiti da questo disastro viene trattato alla stregua di un pericoloso ed
incosciente untore.
In tutto ciò la costituzione più bella del
mondo (ma mai votata da un referendum confermativo) viene sistematicamente violata
con l'approvazione dei gendarmi della memoria, che tanto se ne credono i
detentori morali verso noi poveri "Paria" che nella migliore delle
ipotesi andiamo rieducati.
Magistrati, cineasti, uomini di cultura, docenti
universitari ed elementari, tutti tesi a spiegarci la nostra storia, come la
vedono loro ed ad educarci al bene.
Come la maestra di mia figlia che in una chat
di classe, posta plaudente il corteo Anpi con bandiere rosse del 25 aprile US svolto
a Modena in barba a tutti i divieti sull'assembramento, mentre il sottoscritto
per due mesi non ha potuto portare la figlia neanche in un parco per un’ora (il
compagno Sanchez almeno questo agli spagnoli nel periodo di coprifuoco più pesante
lo ha concesso ma forse lì al di sopra di lui c'è qualcuno che vigila in un
altro modo rispetto ai nostri sommi).
E sì Professor Lupo è proprio bello essere un
docente poter scrivere la storia come si vuole e fare parte di chi ha un buon salario
garantito. Noi povere pecore dobbiamo solo ascoltare ed essere tosati dal fisco
per mantenere chi ci educa al buono al bello e al giusto in attesa
dell'immunità di gregge.
Probabilmente non sarà arrivato alla fine di
questa missiva, ma cortesia imporrebbe una risposta.
Nel frattempo la saluto
pensando in questo caso col doveroso rispetto a chi a differenza del
sottoscritto è venuto a mancare o ha molto sofferto a causa di questa emergenza
sanitaria.
Tuttavia la prego di non
denunciarmi al comitato centrale del partito per attività sovversiva, che vuole
sono solo piccoli pensieri borghesi, che nel tempo scompariranno quando tutti avremmo
adottato il mirabile modello dei compagni della grande repubblica popolare
cinese. Stiano tranquilli i nostri tutori ci vorrà un po' di pazienza e ce la
farete definitivamente o forse no....cordialmente
Francesco Di Bartolomei
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