di Gian Micalessin
L'ex
ministro della Difesa: "Abbiamo ceduto sovranità per una maggiore
flessibilità. È un errore capitale"
«Durante il governo Letta non c'è
stato un solo Consiglio dei ministri dedicato all'ipotesi di sottoscrivere con
l'Europa un'intesa che ci garantisse maggiore flessibilità sui conti pubblici
in cambio di un accoglienza unilaterale dei migranti.
Chi ha incominciato a parlare in
tono esplicito della necessità di coinvolgere in accordi formali l'Ue è stato
Renzi. È stato il suo governo a presentare come un successo il coinvolgimento
dei paesi europei nelle attività di soccorso e a vantarsene sostenendo di aver
risolto il problema dei flussi migratori».
La prima a parlare di un patto Renzi
Unione Europea per ottenere maggiore flessibilità sui conti pubblici in cambio
della disponibilità ad accogliere i migranti salvati nel Mediterraneo è stata
Emma Bonino, ex ministro degli esteri al tempo del governo Letta. La tesi viene
confermata in questa intervista a Il Giornale dal senatore Mario Mauro, l'ex
ministro della Difesa del governo Letta rientrato da alcuni mesi in Forza
Italia.
«Sia Frontex Plus, sia Triton spiega
l'ex ministro - sono accordi caratterizzati dall'impegno di una parte dei paesi
europei a offrire assetti per il salvataggio in mare senza farsi carico dei
migranti. Quella svolta è arrivata con i trattati siglati dal governo Renzi.
Fino alla firma di Triton un migrante recuperato da una nave inglese risultava
di fatto in territorio inglese. Con il governo Renzi si è accettato che tutti
quelli recuperati dalle missioni di europee arrivassero sul suolo italiano».
Ma oltre a Renzi chi ha colpa di
tutto questo?
«Beh la prima persona a cui
bisognerebbe girare la domanda è l'allora ministro degli interni, oggi alla
Farnesina, Angelino Alfano che ha firmato tutti questi trattati».
Dunque lei crede ad
un'impronunciabile intesa?
«Il regolamento di quelle operazioni
parla chiaro. Quelle operazioni prevedono che sia consentito alle navi di
portare in Italia le persone soccorse. Qualcuno deve per forza aver dato
l'assenso».
Come fa ad esserne così sicuro?
«Abbiamo due dati oggettivi. Il
primo è che i migranti non vengono mai portati né Malta, né a Tunisi. Eppure
molti recuperi avvengano più vicino a Malta che all'Italia, mentre la Tunisia
non è affatto un paese insicuro per i richiedenti asilo. Se tutte le Ong, tutte
le navi mercantili e tutte le navi militari stranieri sbarcano migranti solo in
Italia evidentemente esistono precisi ordini. E questi ordini sono figli della
sottoscrizione da parte del governo Renzi delle regole d'ingaggio previste da
Frontex Plus e Triton».
Ma scambiare migranti con la
flessibilità economica è un suicidio politico
«Come spiega l'ex ministro delle
finanze Francesco Forte ogni centomila immigrati hai un incremento di spesa
pubblica che non va ad alimentare il debito pubblico. In pratica trasformando
il salvataggio in mare in un servizio taxi Renzi ha alterato il rapporto fra il
Pil e il rapporto debito pubblico».
Lei da ministro della Difesa ha
tenuto a battesimo Mare Nostrum. Non è stato il primo fatale errore
«Mare Nostrum era una missione
temporanea e prevedeva oltre ai soccorsi uno sviluppo sul piano militare per
colpire scafisti e trafficanti di uomini che il governo Renzi non ha poi voluto
attuare. I tre grandi errori capitali che hanno generato l'attuale fenomeno
migratorio sono tutti figli del governo Renzi».
E quali sono?
«Il primo è aver affidato la
sicurezza e la tutela dei confini a Frontex plus e a Triton accettando di fatto
una cessione della sovranità nei confronti dell'Europa. Il secondo fatale
errore è stato commesso all'atto dell'accordo con cui l'Unione Europea ha
garantito sei miliardi alla Turchia la chiudere la rotta balcanica. Renzi
avrebbe dovuto approfittarne per chiedere di negoziare un accordo contemporaneo
e parallelo con Tunisia e l'Egitto per l'apertura nei due paesi di centri di
identificazione e campi di raccolta che rendessero più facile la distinzione
tra richiedenti asilo e migranti economici. Il terzo errore è stato non capire
che il problema fondamentale è quello di un intervento a ridosso delle coste
libiche».
Parla d'intervento militare?
«Parlo di atti di pressione militare
che potrebbero venir considerati indebiti, ma sono pienamente legittimati dalla
situazione di guerra civile strisciante che mette a rischio non solo l'Italia,
ma l'intera Europa».
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