Ricorso all’Amm. Stone degli
esponenti dei raggruppamenti monarchici romani per ottenere il rinvio del
Referendum
A S. E. l’Ammiraglio Ellery Stone, Capo della Commissione Alleata
I partiti politici e le
associazioni cd organizzazioni sottoscritte, si onorano sottoporre all'E.V. le
seguenti considerazioni:
1. - La natura stessa del
referendum istituzionale, che deve decidere delle fondamenta dello Stato sulle
quali costruire una costituzione duratura, esige:
a) che la volontà del popolo sia
manifestata da tutti i cittadini che hanno diritto di voto, nessuno escluso,
quale presupposto giuridico;
b) che la volontà del popolo sia
manifestata in piena libertà di voto c di coscienza, quale presupposto morale.
2. - I presupposti giuridici e
morali sovraindicati, che sono requisiti essenziali per la validità delle
consultazioni popolari, sono di fatto annullati dalla situazione che si è determinata
in Italia nella fase preelettorale, come è dimostrato dalle constatazioni che
seguono.
3. - In ordine al presupposto
giuridico della partecipazione al voto di tutti i cittadini che vi hanno
diritto, sta di fatto che: non tutti i cittadini italiani voteranno nei comizi
elettorali del 2 giugno p. v., indetti con l’art. 1 del decreto Luogotenenziale
in data 16-3-1946 n. 74 perché sono esclusi :
a) i cittadini di cinque provincie
della Venezia Giulia e della provincia di Bolzano;
b) i cittadini delle 4 provincie
libiche, delle quali la legge elettorale (decreto legislativo luogotenenziale
16-3-1946 n. 98) non ha tenuto conto;
c) i prigionieri non ancora
rimpatriati;
d) i reduci per i quali i comuni
non hanno provveduto alle iscrizioni nelle liste elettorali;
e) i profughi, gli sfollati, i
senza tetto che per cambiamento di residenza o instabilità di residenza non
risultano iscritti nei registri di popolazione o non hanno ricevuto i
certificati elettorali o il cui certificato è disperso (fra questi, sono da
tenersi presenti i 2.000 cittadini italiani espulsi dalla Tunisia, ai quali i
Comuni di loro nuova residenza rifiutano l’iscrizione nelle liste elettorali);
f) i cittadini per i quali i Comuni
non hanno completato gli accertamenti anagrafici e quindi non hanno provveduto,
in molti casi per trascuratezza degli uffici, ad emettere i certificati
elettorali;
g) i cittadini sospesi dal diritto
elettorale in conseguenza di sommarie decisioni di epurazione, contro le quali
hanno ricorso o possono ricorrere al Consiglio di Stato;
h) i cittadini per i quali
pressioni di partiti, di Comitati, di persone irresponsabili, arbitrariamente
esercitate sugli uffici comunali, hanno fatto omettere l’emissione del certificato
elettorale;
i) i cittadini i cui certificati
risultano errati, per i quali i necessari accertamenti di rettifica richiedono
in molti casi uno spazio di tempo che non consentirà l’emissione del certificato
elettorale prima dei comizi del 2 giugno.
4. - Non è errato calcolare che non
meno di 4 milioni e mezzo di elettori in tutta Italia, saranno «contro la loro
volontà », esclusi dal voto: vale a dire 1/6 e cioè oltre il 16 per cento,
percentuale tanto elevata da inficiare in ogni caso la validità delle
votazioni. Ciò perché non si tratta di una astensione volontaria, ma di una
astensione forzata, arbitrariamente imposta o causata da fatti imputabili alle
stesse autorità dello Stato o agli organi delegati alle operazioni elettorali.
5. - In ordine al presupposto
morale che esige la garanzia assoluta della piena libertà di voto e di
coscienza, tale garanzia non esiste di fatto perché:
a) permane e si va aggravando il
clima delle minacce, delle intimidazioni, delle violenze, esercitate sulle
persone e sulle coscienze da elementi irresponsabili dei partiti di estrema sinistra,
decisi a conseguire una votazione favorevole alla Repubblica attraverso ogni
specie di sopraffazioni e di imposizioni e di brogli elettorali, del che si
sono avuti innumeri esempi nelle recenti elezioni amministrative;
b) non si è verificato il disarmo
delle formazioni armate di partito, non soltanto, ma si continuano le incette
di armi, come è stato apertamente dichiarato dallo stesso Presidente del
Consiglio S. E. De Gasperi, al congresso del partito della Democrazia
Cristiana, mentre si prepara per il caso di vittoria monarchica lo scatenamento
di una guerra civile, la cui minaccia si tenta subdolamente di mascherare con
gli atteggiamenti e gli sforzi apparenti dei partiti di estrema sinistra di
tenere quiete le folle rivoluzionarie fino al giorno delle consultazioni
popolari;
c) nonostante che i partiti di
estrema sinistra si trattengano apparentemente da violenze, si alimenta il
clima tipico della guerra dei nervi per influire sulla psiche degli elettori
con una propaganda demagogica senza freno, che si risolve in una aperta
coercizione morale;
d) si continua a tollerare ogni
forma di ostruzionismo alla propaganda monarchica, da un governo dominato dalla
faziosità delle estreme sinistre, che durante la lunga tregua istituzionale —
che doveva essere rispettata rigidamente — ha consentito, fomentato, ed esasperato
ogni forma di propaganda unicamente in favore della repubblica, mentre ha
impedito qualsiasi reazione ai sistematici insulti ed alle settarie calunnie
contro l’istituto monarchico e la dinastia regnante.
6. - Conseguentemente, ragioni
giuridiche c morali impongono il rinvio del referendum ad epoca nella quale
tutti i cittadini siano posti in grado di manifestare col voto la loro volontà,
e di manifestarla liberamente, in un clima di disarmo e di pacificazione
materiale e morale.^ ^ vanno Elevate l’incongruenza e la contraddizione della
legge (decreto Luogotenenziale 16 marzo 1946 n. 98) come di seguito si
dimostra:
a) mentre all’art. 1 (primo
capoverso) la legge dispone la convocazione dei Comizi per il 2 giugno sia per
il referendum sia per le elezioni alla Costituente, dispone con lo stessoan. 1
(secondo capoverso) il rinvio di entrambe le consultazioni, non soltanto di
quella relativa alla Costituente, per il collegio elettorale della Venezia
Giulia e per la provincia di Bolzano; .... . , ,
b) infatti, la lettera del 1° c del
2° capoverso e identica, perché nel primo capoverso si parla di convocazione
dei «comizi elettorali »... per il referendum e la Costituente, nel secondo
capoverso si fa eccezione « per la convocazione dei comizi elettorali » da
disporsi successivamente, nei territori su indicati. La dizione del secondo
capoverso c generica: «convocazione dei comizi elettorali», c quindi deve
essere interpretata letteralmente come comprensiva dei comizi elettorali tanto
per la Costituente quanto per il referendum;
c) ne consegue, che i cittadini della
Venezia Giulia e della Provincia di Bolzano, saranno convocati successivamente
non solo per eleggere i deputati della Costituente, ma anche per il referendum.
8. - Dalla incongruenza e
contraddizione della legge deriva che:
a) giuridicamente, il risultato del
referendum, il quale per essere valido deve essere completo, non potrà essere
proclamato se non dopo che le votazioni del 2 giugno siano state integrate da
quelle che si faranno successivamente nella Venezia Giulia e nella provincia di
Bolzano; . „
.
b) dovrà quindi la Suprema Corte di
Cassazione tenere in sospeso hno ad allora la proclamazione dei risultati del
referendum del 2 giugno;
c) quanto meno, questi non avranno
alcun effetto giuridico fino a quando si sarà verificata la necessaria
integrazione con la votazione del referendum nelle provincie suindicate;
d) tale integrazione è necessaria
comunque, perché gli elettori delle provincie giuliane e di Bolzano
costituiscono il 3 per cento della massa elettorale italiana.
Questa percentuale è enormemente
sufficiente a spostare, se non anche capovolgere, i termini del risultato del
referendum del 2 giugno, in quanto è
paradossalmente sancito dall’art. 2 del decreto
legislativo Luogotenenziale 16-3-46 n. 98 che è sufficiente un solo voto per
determinare la maggioranza.
9. - Sospesa necessariamente la
proclamazione del referendum, la Costituente che sia eletta il 2 giugno non
avrà ancora l’indicazione giuridicamente certa della forma istituzionale, in
rapporto alla quale è chiamata a deliberare la nuova costituzione dello Stato,
e dovrà quindi tenere in sospeso deliberazioni essenziali, venendo così a
trovarsi nella impossibilità di assolvere al suo mandato.
10. - La situazione che si
determinerà in seguito alle inevitabili incertezze e manchevolezze nel
funzionamento della Costituente, aggraverà la tensione degli animi nel paese,
fino alle consultazioni delle provincie giuliane e di Bolzano; ciò specialmente
se i risultati del referendum del 2 giugno, che indubbiamente saranno comunque
conosciuti, riveleranno che in fatto, il referendum delle provincie oggi
escluse sarà determinante nei confronti
delle votazioni del 2 giugno.
11. - Per le ragioni sopra esposte,
si rende necessario non soltanto il rinvio della data del referendum
istituzionale, ma anche il rinvio delle elezioni dei candidati alla
Costituente.
Infatti : .
a) La situazione di disordine, di
tensione, di coercizione delle coscienze, di minacce,di parzialità faziosa nei
riguardi della libertà di propaganda elettorale, illustrata ai punti 3, 4 e 5
del presente esposto, riguarda direttamente le elezioni per la Costituente;
b) Le liste dei candidati alla
Costituente, sono state compilate dagli organi direttivi dei partiti cosiddetti
di massa, spesso senza tener conto delle designazioni spontanee e dirette dei
candidati stessi da parte degli inscritti ai partiti con evidente sopraffazione della libertà democratica,
e risultano costituite quasi totalmente
di candidati dichiaratisi
repubblicani, perché ne sono stati volutamente esclusi molti nomi di candidati monarchici nonostante la diversa
volontà manifestata dagli inscritti ai partiti;
c) Conseguentemente, in caso di
vittoria monarchica nel referendum istituzionale, la Costituente risulterà
composta in grande prevalenza di deputati repubblicani, che non potranno dare
alcuna garanzia di legiferare conformemente alla volontà del popolo. Questo assurdo
contrasto non potrà essere eliminato se non procedendo allo scioglimento della
Costituente e a nuove elezioni.
12. - Poiché la vastità del
movimento di popolo che già si manifesta in favore della monarchia, rivelata
anche da una petizione attualmente in corso per chiedere il rinvio della data
del referendum e dei comizi elettorali, per cui già affluiscono centinaia di
migliaia di schede, consente di essere certi fin d’ora della vittoria
monarchica, è necessario evitare che con le elezioni del 2 giugno si determini
l’assurda situazione sopraccennata.
Per evitare questa situazione è
necessario rinviare la data già fissata per il 2 giugno, come nel frattempo è
necessario: ristabilire l’ordine nel Paese - pacificare gli animi - disarmare
qualsiasi formazione di partito o comunque illegale - completare la emissione e
la consegna dei edificati elettorali - porre in condizione di partecipare ai
comizi elettorali tutti i cittadini che ne hanno diritto, e che oggi sono
esclusi dal voto, come è specificato al punto 3 - imporre il rispetto assoluto delle libertà
democratiche, sia nello svolgimento della campagna elettorale, sia nella
formazione di nuove liste di candidati alla Costituente che tengano conto delle
designazioni espresse direttamente quanto meno dagli iscritti ai partiti.
13. - Le condizioni su esposte, che
sole consentirebbero il rispetto dei presupposti giuridico e morale su cui si
basa la validità dei comizi elettorali, come accennato al punto 1, non possono
per altro essere conseguite permanendo al potere un governo che è direttamente responsabile
del disordine materiale e morale della situazione su esposta. L’attuale governonon
dà al Paese nessuna garanzia né di equità né di autorità, per lo spirito
fazioso dei partiti di estrema sinistra che vi esercitano un prepotere
ricattatorio, e che hanno impedito anche quell’allargamento di governo per il
quale il Presidente del Consiglio S. E. De Gasperi,si era formalmente
impegnato, escludendone la partecipazione di esponenti di altri
partiti e di altre correnti politiche, oggi ufficialmente presenti nelle
competizioni elettorali.
14. - Conseguentemente è necessario
che l’attuale governo sia sostituito
da un governo che non sia emanazione
di partiti politici in aperto contrasto fra loro, ma da un governo di funzionari e comunque di
persone estranee c superiori ai partiti, che da non altra preoccupazione siano
guidate se non da quella di amministrare il Paese con imparzialità ed equità.
15. - Perché la pace interna sia
conservata e si possa procedere all'elaborazione di una nuova costituzione, che
sia saldo e duraturo fondamento della vita dello Stato, è necessario che la
forma istituzionale prescelta ottenga nel referendum una grande maggioranza,
che non lasci alcun dubbio sulla prevalente volontà del popolo.
Il popolo italiano è nella sua
stragrande maggioranza fedele per tradizione e sentimento alla Monarchia.
Perciò anche nella situazione attuale è prevedibile che il referendum del 2
giugno darà una prevalenza monarchica.
Ma oggi il popolo italiano è
disorientato ed intimorito da una faziosa pressione repubblicana delle sinistre
rivoluzionarie, e conseguentemente, nel referendum del 2 giugno, la prevalenza
monarchica non potrà essere che una lieve maggioranza. Ciò costituirà
l’occasione immediata di uno scatenamento della guerra civile, da parte delle
estreme sinistre repubblicane, che si sentiranno abbastanza forti per tentare
con la violenza il rovesciamento della situazione.
Se invece il popolo italiano sarà
chiamato a votare dopo che nel paese sia ristabilito l’ordine ed il rispetto
delle libertà democratiche, c sia quindi liberato da ogni timore è certo che
esso manifesterà con una maggioranza schiacciante la sua volontà di conservare
la Monarchia.
A conclusione del presente esposto,
i sottoscritti si rivolgono all’alto senso di responsabilità dell’E. V. quale
Capo della Commissione Alleata, c per le stesse responsabilità che alla
Commissione Alleata medesima competono in dipendenza delle sue funzioni e dei
suoi poteri nei riguardi dell’Italia tuttora in stato di armistizio, affinché:
1. - sia rinviata la data della
convocazione dei comizi elettorali, tanto per il referendum quanto per la
elezione dei candidati alla Costituente;
2. - sia costituito un «governo di
affari » il quale provveda:
a) a riformare la legislazione
elettorale;
b) a creare le condizioni perché
tutti i cittadini che hanno diritto al veto, senza esclusione alcuna, possano
esercitare nello stesso giorno il loro diritto;
c) a ristabilire l’ordine, con
l’effettivo disarmo delle formazioni illegali c la pacificazione degli animi;
d) a riconvocare i comizi
elettorali per la data che sarà consentita dalla ristabilita normalità della
situazione del Paese.
Roma, 7 maggio 1946.
In originale firmati:
Gli esponenti dei raggruppamenti
monarchici.
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