Una volta lessi in una dedica scritta su un libro che chi non ha provato ad essere genitore non può capire il Santo Natale. Questa considerazione mi fa pensare alla Santa Famiglia di Nazareth e, nel caso specifico, al Santo Natale , in cui essa diventa la protagonista. Ogni volta che arriva questa festività, il mio pensiero va alla Regina Elena del Montenegro, moglie del Re Vittorio Emanuele III. Una donna generosa, che nella sua difficile vita aveva in cuore i poveri, gli umili, le persone che il destino aveva abbandonato ed emarginato. Quando osservo la statuina della Madonna collocata nel mio presepe, allestit
o in un angolo della casa, mi viene in mente la Regina Elena, che dopo la morte dell’augusto sovrano dovette esiliare a Montpellier: una mamma buona che aveva sempre nel cuore i suoi figli, e la sua famiglia lontana. Questa donna coraggiosa, quando viveva in Italia, aveva trasformato alcune stanze del Quirinale in depositi per cibo, vestiti, e ogni altra cosa che venivano poi distribuiti alle persone bisognose, per rendere la loro vita più sopportabile. La si può definire la Regina della carità e dell’amore verso gli altri. Le opere di beneficenza la facevano stare in pace con sé stessa, perché amava gli altri più di sé medesima. Possedeva la stessa umiltà ed umanità del buon frate San Leopoldo Mandic’, pure lui nato nella terra lontana del Montenegro, terra di pastori. Il buon frate diventò un confessore instancabile che conduceva le persone che incontrava all’ovile.
La Regina aveva lo stesso sorriso di suo figlio Re Umberto II, che con la mamma condivideva la sensibilità verso gli indigenti e coloro che soffrivano nello spirito.
Il Re aveva compreso che per trovare la serenità bisognava confidare in Dio ed aiutare il prossimo. Una donna che ho conosciuto, raccontava che ogni tanto la Regina la chiamava e le chiedeva con il sorriso, di aiutarla a cucinare per i poveri. La signora che abitava a Roma e faceva la domestica non sapeva dirle di no. In quei momenti si vedeva la vera Regina Elena, donna di carità, le cui mani instancabili erano sempre a disposizione di quelli che pativano. Nel periodo bellico si prodigava tra i feriti come una mamma che aveva davanti il figlio ferito a cui concedere una dolce carezza.
Nel suo
esilio in Francia la regina amava andare a pescare in barca; il profumo ed il
rumore del mare la facevano stare bene. Amava sia il mare che il fiume, le
piaceva la natura, che rispettava, e in quei momenti le sembrava d’essere nella
sua terra: nella sua Italia. Negli anni in cui visse a Montpellier furono
raccolti in un libriccino alcuni aneddoti del suo modo di approcciarsi agli
altri. Ne trascrivo uno.
“Il guardiano del canale
RhóneSète, Pierre Ollombel, dove spesso Elena si recava a pescare in compagnia
di Lamarque, aveva quattro figli, di cui tre bambine e un maschietto. Un giorno
di settembre la Regina si trovava con il professore su una barca, al centro del
canale. Lamarque aveva gettato l'amo e stava facendo scorrere il filo nel
verricello. A un tratto Elena lo pregò di accostare. Aveva scorto, presso la
casetta del giardino, una bambina. Raggiunse la casa degli Ollombel, e all'uomo
che era sulla soglia domandò una sedia. Si sentiva stanca, disse, e voleva
riposare un poco. In realtà desiderava soltanto conoscere la piccola che aveva
veduto di lontano.
Quando seppe che la casa ospitava ben quattro bambini sorrise allegra, li fece
chiamare, li vezzeggiò. In breve Jacqueline, Monique, Michèle e Nicole, i
quattro figli del guardiano del canale, diventarono i suoi piccoli amici, i
suoi beniamini. Ad essi recò spesso ninnoli e giocattoli. Il Natale di quello
stesso anno fece giungere alla casa del guardiano, una bambola, un
orsacchiotto, piccole lenzuola di lino e un pagliaccetto per l'ultimo nato”.
Tanta era la tenerezza e l’amore quando si avvicinava ai bambini, soprattutto,
quelli orfani. Per le sue virtù e la sua vita dedicata agli altri è stata
nominata Serva di Dio dalla Chiesa Cattolica. La Regina d’Italia era nata con
il cuore buono, e il buon Dio l’ha voluta con sé il 28 novembre 1952. Riposa
assieme al marito, Vittorio Emanuele III, nel Santuario della Natività di
Maria, a Vicoforte Aleksandra Fedorovna, Imperatrice di Russia scrisse : “ Gli
occhi luminosi e il cuore gentile di Elena d’Italia sono il più bel dono che
Sua Maestà Vittorio Emanuele III abbia potuto fare agli italiani”.
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