Il fatto in questione è uno degli eventi più
sanguinosi e dimenticati degli anni di piombo, costato la vita a ben 32 persone
(tra cui 2 bambini,6 italiani e un finanziere di appena 20 anni).
Nella ricostruzione eseguita dagli scrittori
emergono chiaramente attraverso un amplia gamma di documenti desegretati
dell'Archivio di Stato ed articoli di giornale di quel tempo, le responsabilità
del governo italiano in carica in quel momento, che aveva come Presidente del
Consiglio Mariano Rumor e come Ministro degli Esteri (e cervello politico) Aldo
Moro. Responsabilità palesi per la mancata predisposizione di una difesa del
complesso, aggravata dal fatto che, nei giorni antecedenti alla tragedia i
servizi segreti di mezzo mondo avessero avvisato il governo italiano e gli
organi di sicurezza. A tutto ciò il libro aggiunge un analisi dettagliata di
tutti i fatti risalenti a quel periodo, circa i collegamenti tra le stragi
avvenute in Italia e il legame tra queste e la politica del nostro paese verso
il Medio Oriente, eventi che ebbe come inizio proprio questo attentato rimosso
a tutt'oggi dalla storiografia ufficiale. Negli approfondimenti si certifica
tra l'altro oltre alla già conosciuta politica del libero accesso di armi dei
paesi del blocco sovietico in Italia verso la Palestina, le responsabilità del
nostro stato
nell'andata al potere e nel consolidamento del
regime di Gheddafi e la connivenza di molte alte autorità della Repubblica
Italiana nel tentativo di assassinio non riuscito da parte dei palestinesi del
premier israeliano Golda Meir, durante la sua visita in Italia nel gennaio
1973. Ma soprattutto e cosa più importante viene comprovata la scarsità
pressoché totale d'interesse da parte di tutti gli organi politici nostrani, verso
la sicurezza degli italiani, nonché la poca attenzione sia per le vittime di
questo attentato sia per quelle di altri attuati dai palestinesi in Italia e
per i cittadini italiani che vennero barbaramente espulsi dalla Libia alla
salita al potere del Colonnello.
NOTA AUTORE; Francesco Di Bartolomei (Roma
1976),uno degli scrittori è monarchico da sempre ed è stato per molti anni
Segretario Nazionale del Fronte Monarchico Giovanile.
Durante la Giunta Alemanno è stato eletto
consigliere al Secondo Municipio di Roma, come indipendente nel centro-destra, e
da quello scranno fu l'ideatore ed uno dei promotori dell'intitolazione a Villa
Ada-Savoia di due vie ai nostri sovrani; il Re Umberto II e la Regina Maria
José di Savoia; nonché difese la denominazione della scuola "Principessa Mafalda"
di Via Lovanio nella capitale, da un improprio cambio di nome che voleva
eseguire il provveditorato, ufficialmente per motivi amministrativi.
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